Discorso della Capo Guida e del CapoScout


19 Marzo 2009 Casal del Principe (CE)

L’invito della mamma di era troppo coinvolgente per rimanere senza risposta. Siamo qui per testimoniare con la nostra presenza che dalla morte di è nata una più forte coscienza civile e che lei non è sola ma sempre le saremo vicini per ricordarle suo figlio scout come noi e per tentare di alleviare il suo grande dolore. Ci fa piacere che quando è con noi in mezzo alla nostra allegria e confusione si sente più vicina a Peppe e al suo mondo ed è orgogliosa che suo figlio facesse parte della nostra Associazione che, come ha scritto nel 2003, è grande e unita, impegnata e generosa.

Siamo orgogliosi di ricordare che don Peppe ha fatto parte della grande famiglia scout nella quale è entrato nel 1978 svolgendo i servizio di capo reparto per poi, dopo essere stato ordinato prete nel 1982, svolgere il servizio di Assistente nel gruppo di Aversa successivamente quello di AE in diversi livelli e nei campi di formazione ed infine dei Blancs e AE Generale dell’Opera Pellegrinaggi Blancs. Essere prete e scout significava per lui la perfetta fusione di ideali e di servizio. Con questo spirito aveva intrapreso la lotta alla che infesta la sua zona. Con lo scritto e la parola si era posto a capo della comunità parrocchiale e cittadina per il loro riscatto. Scriveva: “dove c’è mancanza di regole, di diritto si riaffermano il non diritto e la sopraffazione. Bisogna risalire alle cause della per sanarne la radice che è marcia. Dove regnano povertà, emarginazione e disagio è facile che la mala pianta della nasca e si sviluppi”. Don Peppe è il seme gettato nella terra che muore e dalla sua morte nasce il frutto che sono le nostre coscienze ed il nostro impegno.

Ci piace ricordare come nel documento diffuso a Natale 1991 scriveva che “il nostro impegno profetico di denunzia non deve e non può venire meno” ed in altri scritti diceva che “ non c’è bisogno di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di avere paura, di fare delle scelte, di denunziare” e che occorre guardare oltre per arrivare ad una effettiva liberazione del territorio e della vita delle persone e la via educativa resta fondamentale.   Non dimenticare don Peppe significa non solo ricordarlo per quello che era ma soprattutto testimoniare quotidianamente il suo messaggio di impegno civile, di lotta alla criminalità organizzata, di costruzione di giustizia sociale nelle comunità locali, di amore per la propria terra.   L’ ha cercato e cerca di continuare a mantenere viva la sua figura ed il suo insegnamento ed in proposito vorremmo solo ricordare la presenza come parte civile nel processo ai suoi assassini, la presenza nel comitato per don Peppe Diana e da ultimo la iniziativa del concorso “ Spot Festival” lanciato questo anno a livello nazionale con una importante partecipazione.   Riteniamo poi di dover ricordare due iniziative per non lasciare spegnere la speranza.

   a) Nel 2007 il Consiglio generale ha approvato una raccomandazione con cui si dava mandato a CG e CS di costituire un gruppo di lavoro con il compito esclusivo di seguire e sostenere, attraverso contributi economici e supporto legale, progetti mirati alla educazione alla sui beni confiscati alle mafie assegnati ai vari livelli associativi sul territorio nazionale, al fine di promuovere una maggiore consapevolezza delle azioni svolte a di una cittadinanza attiva. Quest’anno il CG dedicherà una commissione a questo tema arricchito anche dal contributo che la Regione Campania ha voluto offrire alla riflessione di tutti noi, ricordandoci che il nostro essere associazione dalla parte degli ultimi deve essere accompagnato da un impegno sempre più qualificato di ogni capo, nella consapevolezza che attraverso la proposta del nostro metodo educativo si possono apportare cambiamenti significativi, educando le nuove generazioni ad una mentalità nuova, condendo la nostra “pietanza educativa” con il sale del coraggio e della testimonianza.

   b) Quest’anno come CG e CS abbiamo lanciato a tutta la associazione, nell’ambito dell’obiettivo presente nel nostro progetto nazionale consistente nella necessità di “promuovere il valore dell’impegno politico oggi ed il peso politico dell’educazione, riaffermando la centralità del buon cittadino” e tenendo presente la raccomandazione del CG 2008 che invitava ad avviare una riflessione diffusa sul senso civico e sul protagonismo giovanile nelle realtà di appartenenza, il tema del nostro prossimo CG che suona così: “Ragazzi protagonisti oggi, cittadini consapevoli domani: l’ della educazione”. Abbiamo chiesto a tutti i gruppi di discutere, promuovere iniziative, avviare progetti per stimolare i propri ragazzi ed i Capi ad una riflessione su cosa voglia dire oggi educare ad essere protagonisti e a diventare adulti impegnati. E questo lo abbiamo fatto richiamando la centralità della nostra carta costituzionale nel suo 60° anniversario che con i suoi valori e le sue scelte è ancora oggi un testo fondamentale per costruire un futuro di giustizia e di partecipazione viva e vitale alla vita della nostra collettività locale e nazionale. Abbiamo già ricevuto notizia di diverse iniziative a vari livelli associativi e vorremmo alla fine dell’anno presentare quanto sarà vissuto e prodotto in un evento nazionale aperto alle altre associazioni che si occupano di educazione per far sentire la nostra voce e trovare strade comuni di impegno. Ed infine nella convocazione del CG 2009 nel presentare la tematica della educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva abbiamo voluto sottolienare anche la coincidenza con il 15 anniversario della morte di don Peppe.   E per concludere un cenno alla professione di Maria Teresa che è magistrato al Tribunale per i Minorenni di Roma e si  occupa proprio del settore penale e cioè di ragazzi che sono accusati di aver commesso reati. In questo mio lavoro si imbatto spesso in ragazzi che non hanno avuto modelli educativi positivi ma sono cresciuti nella convinzione che il più forte vince e che ogni mezzo è lecito per soddisfare i propri desideri, senza rispetto delle regole e della legalità. Esempi e testimonianze “vere” come quello di don Peppe e gli sforzi fatti per dare ai nostri ragazzi un futuro diverso sono fondamentali proprio per i più sfortunati e emarginati. Questi ragazzi ancora più degli altri hanno bisogno di adulti credibili ed impegnati non necessariamente eroi ma testimoni delle proprie scelte. Anche da parte loro quindi un grazie a don Peppe e a tutti color che proseguono sulla strada che lui ha tracciato.   La CapoGuida e il CapoScout MariaTeresa Spagnoletti e Eugenio Garavini

Commenti

  1. samuele scrive:

    ciao!!!!!!!cosa é successo in ambruzzo?