Campo Bibbia 2008


Campi Bibbia Agesci

Io dunque corro, ma non come chi è senza meta». San Paolo: insegnaci la strada.

Il segreto di Paolo

San Paolo, come ricorda il nostro motto R/S, è un uomo che ha conosciuto la strada. Ne ha percorsa tanta. Ha vissuto le difficoltà, le fatiche ma anche gli incontri, le relazioni, le gioie che la strada gli ha presentato. In quindici anni, nei suoi quattro viaggi missionari, si stima che Paolo abbia percorso circa 10.000 chilometri, tutti a piedi o al massimo con qualche cavalcatura (mulo o cavallo) lungo le vie militari oppure per mare su imbarcazioni di fortuna attraverso le rotte commerciali dell’impero romano.

Sembra inarrestabile, non lo fermano ostacoli e impedimenti di ogni tipo. Un bell’elenchino delle prove a cui si è sottoposto lo troviamo nella seconda lettera ai Corinti: «Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.» (2 Cor 11,24-28).

La Bibbia

Quante volte, per molto ma molto meno, ci chiediamo: ma chi ce lo fa fare? Quale è il segreto della resistenza di Paolo? Perché è così infaticabile, indomabile?

Senz’altro doveva essere un tipino “tosto” ma ciò non basta a spiegarne la straordinaria vitalità e tenacia. Il segreto è che Paolo ha incontrato il . È l’incontro con che lo ha trasformato, rovesciando completamente la sua vita. Da persecutore della setta cristiana Paolo diventa il più importante missionario del ai pagani. Questo incontro è l’inizio di un cammino di accoglienza di e da allora la sua vita è tutta un lasciarsi condurre dallo Spirito fino a dire nella lettera ai Galati: «Non sono più io che vivo, ma vive in me» (Gal 2,20).

San Paolo

La relazione con il suo Signore diventa per Paolo un riferimento fondamentale. L’incontro con Gesù risorto sulla via di Damasco non rimane un episodio isolato, Paolo vive esperienze di preghiera personali e comunitarie nelle quali riconosce la volontà di Dio e comprende come orientare la sua attività missionaria.

Quindi la sua vita d’azione ha le radici nella dimensione orante e contemplativa (vedi a titolo di esempio l’esperienza mistica raccontata in 2 Cor 12,1-6).

Anche per noi capi, educatori alla fede, vale il segreto di Paolo. Se vogliamo che la nostra proposta di fede trasmetta gioia, vita, luce nell’esistenza dei ragazzi a noi affidati dobbiamo cercare una relazione con il risorto, Gesù, sorgente inesauribile di quella gioia, vita, luce.

Il Campo Bibbia che proponiamo dal 2 al 9 agosto 2008 dal titolo «Io dunque corro, ma non come chi è senza meta». San Paolo: insegnaci la strada vuole proporti questo incontro a partire da quello straordinario tesoro che è la Parola di Dio. Attraverso attività di studio del testo, espressione, veglie, laboratori, deserto, confronto, gioco, preghiera personale e comunitaria potrai scoprire la Parola viva, che Dio rivolge a te.

Non è solo un tempo di studio in cui la Parola passa attraverso la testa, né un tempo solo di attività in cui la Parola “passa dai piedi”, è un insieme di esperienze che ti vengono offerte perché la Parola arrrivi al tuo cuore.

Buona Strada. Alberto Bianchini (Equipe CB)

Commenti

  1. babbo lupo ( forner fortunato) scrive:

    Non so fino a che punto siano frequentati i campi Bibbia… ma, e qui parlo del mio gruppo, si stà sempre più facendo strada il fare la catechesi OCCASIONALE…. OCCASIONATA, che è un modo come un altro per relegare la catechesi in secondo piano. Dei capi iper attivi su tutto, che fanno mille cose e anche bene ma sulla catechesi… Si va a scuola, a fare campi per tutto ma per un capo l’approfondire la Bibbia non è una cosa primaria. La spiritualità scout sta diventando molto… tenue. Capisco che i capi hanno mille cose da fare: studio, lavoro, famiglia, la ragazza o la moglie… ma Dio lo vogliamo collocare dove ???