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Un capo scout deve credere in Dio?
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Autore Messaggio
rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 39
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Messaggi: 3920

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 00:37    Oggetto: Rispondi citando

Non trovo giustificazioni nel non fidarsi della buona fede degli utenti.
Penso di essermi fatto capire.



porcellino pacifico ha scritto:

Possiamo passare un altro messaggio: "In Agesci non puoi fare il capo, ma in altre associazioni sì"

Spero ampiamente che un capo ateo e agnostico abbia molte difficoltà a fare il capo scout: semplicemente, secondo me, ha capito un decimo dello scoutismo; essendo tutto incentrato sulla spiritualità.
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porcellinopacifico



Età: 64
Segno zodiacale: Ariete
Registrato: 08/03/07 19:46
Messaggi: 382
Residenza: Milano

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 15:39    Oggetto: Rispondi citando

scoiattolo parsimonioso ha scritto:
siccome ateo = senza dio = senza spiritualità per tutti i motivi precedentemente elencati

Comunque, al di là delle diverse significati riportati nei vari dizionari (ad es. il Devoto Oli non dice che l'ateo è senza spiritualità), giusto per sottolineare che anche all'interno della chiesa cattolica c'è chi pensa che i non credenti possano vivere una "intensa spiritualità".
A proposito della Cattedra dei non credenti, durata una 15 d'anni a Milano
Cardinale Carlo Maria Martini ha scritto:
"L'idea della 'cattedra' mi è venuta dalle meditazioni che ho tenuto in Duomo, a partire dalla Scrittura, a migliaia di giovani e poi anche ad adulti. Insieme abbiamo percorso un cammino di ascolto immediato della Parola lasciandoci da essa provocare. A un certo punto, dopo tanti anni di predicazione in Duomo, occorreva escogitare altre forme. Tra le tante possibili ho pensato a coloro che non sono immediatamente presenti nel fanurn, nel tempio, e ho sentito il desiderio di ascoltare altri, quanto più possibile diversi da noi. Diversi da noi, ma dotati di una tensione spirituale, carica di forza. Sentivo inoltre che nelle nostre parole di comunità cristiana si presupponeva molto, o troppo, di ciò che c'era di più profondo; si passava in certo modo sopra alle grandi opzioni fondamentali, o ai più si richiamavano come ovvie, oppure si offriva qua e là qualche supporto apologetico senza però guardare al fondo. Mi dicevo: occorre creare luoghi, situazioni, trovare qualcuno che ci aiuti, che abbia il coraggio di cominciare. Evidentemente, sarebbero state necessarie alcune condizioni: la volontà sincera di confrontarsi; l'accoglienza, umile, benevola di ciascuno verso l'altro; il desiderio di lasciarsi interrogare dall'altro, senza bisogno subito di rispondere rimbeccando o correggendo o chiarendo, ma lasciando che le interrogazioni prendessero la forma del proprio corpo e della propria esperienza.
Mi pareva inoltre che, almeno per quanto riguarda i credenti, questo avrebbe significato, e certo significherà, una più larga capacità di capire e di accogliere, sentendosi nello stesso momento più capaci di capire se stessi e il proprio dono. E forse - mi dicevo - anche i non credenti sperimenteranno una maggiore libertà di lasciarsi interrogare".

http://www.fondazionegiuseppelazzati.it/cattedra.asp

http://www.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=251309

E, nella premessa al libro "Cattedra dei non credenti",
Cardinale Carlo Maria Martini ha scritto:
"Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente che si parlano dentro, che si interrogano a vicenda che rimandano continuamente domande pungenti l’uno all’altro. Il non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa. E’ importante l’appropriazione di questo dialogo interiore, poiché permette a ciascuno di crescere nella coscienza di sé. La chiarezza e la sincerità di tale dialogo si pongono come sintomo di raggiunta maturità umana."
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Gerri



Età: 38
Segno zodiacale: Toro
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Messaggi: 588
Residenza: Giungla Anconetana

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 15:44    Oggetto: Rispondi citando

con "non credente" si intende tutta una sfera di persone al di fuori da ogni religione strutturata o non... Si intendono anche "agnostici" i quali, a mio avviso, sono gli unici a cui può esser attribuita la descrizione dei testi riportati, non di certo agli atei...
cerchiamo di non confondere le acque
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 16:13    Oggetto: Rispondi citando

Cardinale Carlo Maria Martini ha scritto:
"Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente che si parlano dentro, che si interrogano a vicenda che rimandano continuamente domande pungenti l’uno all’altro. Il non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa. E’ importante l’appropriazione di questo dialogo interiore, poiché permette a ciascuno di crescere nella coscienza di sé. La chiarezza e la sincerità di tale dialogo si pongono come sintomo di raggiunta maturità umana."

mah... a me sembra questa definizone molto bella e ricca di riflessioni...non perdiamoci in sottili distinzioni...in fondo chi l'ha detta non è l'ultimo Pinco...
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Finrod91



Età: 32
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Messaggi: 687
Residenza: Ancona

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 16:25    Oggetto: Rispondi citando

scusate ma io non capisco una cosa. In Agesci per fare il capo bisogna essere Cattolici..okay e da qui nasce il fatto che io non comprendo tutte i problrmi che vi fate voi. Se uno non crede il capo in agesci non lo fa anche perchè ci sono moltissime associazioni che lo accoglierebbero.
Alla domanda:"deve un capo credere in Dio?" io dico in agesci si e penso anche in fse (non conosco molto questa associazione) e perdipiù deve essere cattolico. Se uno non crede o ha un'altra fede va in un altra associazione. Dire il capo deve per forza credere in Dio è secondo delegittimare tutte quelle realtà che non impongono una fede precisa ai suoi associati. Poi il discorso "non credo quindi non ho una spiritualità mia" è un altro topic
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Gerri



Età: 38
Segno zodiacale: Toro
Registrato: 21/09/05 20:08
Messaggi: 588
Residenza: Giungla Anconetana

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 16:31    Oggetto: Rispondi citando

Il discorso non era sul Dio cristiano ma, come chiarito nei contesti, in qualunque tipo di religiosità canonica e non...
PS: in FSE non solo i capi, ma ogni persona che pronuncia la promessa deve essere cristiana...
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scoiattolo parsimonioso



Età: 41
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Registrato: 11/05/07 07:26
Messaggi: 117

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 17:13    Oggetto: Rispondi citando

Finrod91 ha scritto:
scusate ma io non capisco una cosa. In Agesci per fare il capo bisogna essere Cattolici..okay e da qui nasce il fatto che io non comprendo tutte i problrmi che vi fate voi. Se uno non crede il capo in agesci non lo fa anche perchè ci sono moltissime associazioni che lo accoglierebbero.
Alla domanda:"deve un capo credere in Dio?" io dico in agesci si e penso anche in fse (non conosco molto questa associazione) e perdipiù deve essere cattolico. Se uno non crede o ha un'altra fede va in un altra associazione. Dire il capo deve per forza credere in Dio è secondo delegittimare tutte quelle realtà che non impongono una fede precisa ai suoi associati. Poi il discorso "non credo quindi non ho una spiritualità mia" è un altro topic


E' qui che sbagli caro amico. Una delle caratteristiche proprie del capo è coltivare il proprio senso religioso. Lo ha detto BP. Se sei ateo, ovvero non credi in Dio (che chiamerai come vuoi...), il capo non lo fai.
Rileggi i post precedenti.

Quanto alle parole del Cardinal Martini, quello che dice, soprattutto del credente e non credente che è in noi, questo è tipico di una persona in cammino. La persona in cammino ha però scelto di credere e si interroga tra sé e sé. L'ateo non credo abbia dentro un credente. O meglio, io personalmente, ritengo che lo abbia ma che non parlino la stessa lingua perchè per me, tornando al significato di ateo=senza dio=senza spiritualità, essere atei è una mera convinzione e/o illusione.

Infine il Devoto Oli sicuramente dice che ateo è colui che semplicemente non crede in Dio. In italiano è così. Il fatto che chi non crede in Dio non vive una spiritualità deriva dalla mia personalissima convinzione di Credente che, credendo in Dio, non vede spiritualità al di fuori di Dio. E posso ribadire ancora come la semplice accettazione di valori che tendono appunto a Dio, i valori cristiani del libretto indicato da porcellino, dimostra come l'uomo tenda naturalmente e inconscientemente a Dio. Altrimenti sarebbe impossibile rispettare quei valori poichè la semplice natura biologica umana predominerebbe. E qui potremmo addirittura vedere come sia insita in ciascuno l'anima, sensata anch'essa solo se si riconosce Dio.
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porcellinopacifico



Età: 64
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Messaggi: 382
Residenza: Milano

MessaggioInviato: Giovedì 18 Ottobre 2007, 21:38    Oggetto: Rispondi citando

Finrod91 ha scritto:
.... Alla domanda:"deve un capo credere in Dio?" io dico in agesci si e penso anche in fse... e perdipiù deve essere cattolico. Se uno non crede o ha un'altra fede va in un altra associazione. Dire il capo deve per forza credere in Dio è secondo delegittimare tutte quelle realtà che non impongono una fede precisa ai suoi associati. Poi il discorso "non credo quindi non ho una spiritualità mia" è un altro topic
Bravo ti quoto al 99%..Invece sulla spiritualità non ti quoto perché il capo deve avere una sua spiritualità, ma può benissimo essere ateo. Per questo sto cercando di sostenere che un ateo può vivere una dimensione spirituale
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Quanto alle parole del Cardinal Martini, quello che dice, soprattutto del credente e non credente che è in noi, questo è tipico di una persona in cammino. La persona in cammino ha però scelto di credere e si interroga tra sé e sé. L'ateo non credo abbia dentro un credente. O meglio, io personalmente, ritengo che lo abbia ma che non parlino la stessa lingua.

tutti siamo in cammino no? il Cardinal Martini pensava di parlare la stessa lingua altrimenti perché è andato avanti 15 anni con la cattedra dei non credenti?
Gerri ha scritto:
con "non credente" si intende tutta una sfera di persone al di fuori da ogni religione strutturata o non... Si intendono anche "agnostici" i quali, a mio avviso, sono gli unici a cui può esser attribuita la descrizione dei testi riportati, non di certo agli atei... .
Non ho mai negato che tra i non credenti ci siano anche gli agnostici. Di fatto alla cattedra dei non credenti (15 anni non 5 minuti) Martini ha invitato anche atei
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Il fatto che chi non crede in Dio non vive una spiritualità deriva dalla mia personalissima convinzione di Credente che, credendo in Dio, non vede spiritualità al di fuori di Dio.
E altri credenti la pensano diversamente
Enzo Bianchi, priore di Bose ha scritto:
Vorrei che noi cristiani potessimo ascoltare atei e agnostici, potessimo confrontarci con loro, senza inimicizie, soprattutto attraverso un confronto delle nostre spiritualità, di ciò che in profondità ci muove nel nostro agire. Lo spirito dell’uomo è troppo importante perché lo si lasci nelle mani di fanatici e di intolleranti oppure di spiritualisti alla moda. Certo, ogni religione si nutre di spiritualità, ma c’è posto anche per una spiritualità senza religione, senza Dio.

http://www.monasterodibose.it/index.php/content/view/1010/114/1/0/lang,it/
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scoiattolo parsimonioso



Età: 41
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MessaggioInviato: Venerdì 19 Ottobre 2007, 10:48    Oggetto: Rispondi citando

Enzo Bianchi, priore di Bose ha scritto:
Vorrei che noi cristiani potessimo ascoltare atei e agnostici, potessimo confrontarci con loro, senza inimicizie, soprattutto attraverso un confronto delle nostre spiritualità, di ciò che in profondità ci muove nel nostro agire. Lo spirito dell’uomo è troppo importante perché lo si lasci nelle mani di fanatici e di intolleranti oppure di spiritualisti alla moda. Certo, ogni religione si nutre di spiritualità, ma c’è posto anche per una spiritualità senza religione, senza Dio.


Anche queste parolesono bellissime e chiarissime. Però, a mio avviso, andando oltre il senso letterale sono evidenti due cose:
1. che ogni uomo è INTRINSECAMENTE dotato di spiritualità anche quando dichiarandosi ateo la nega poichè, ripeto ancora per la 200esima volta, senza Dio si perde il senso stesso della spiritualità. Esempio: dopo la morte, se non si riconosce Dio, lo spirito che fine fa?
2. Dato il presupposto uno, il priore di Bose dichiara l'apertura del confronto con quanti si dichiarano atei per due motivi:
- dovere di evangelizzazione della chiesa (il pastore lascia il gregge per correre dietro alla pecorella smarrita);
- salvare queste persone che, sostanzialmente, vivono nel dubbio dell'esistenza/inesistenza di Dio, dello Spirito etc, rischiano di cadere nella trappola delle "spiritualità alternative" che oggi sono tanto in voga. Il confronto, quindi, è un confronto mirato al "recupero" di costoro, piuttosto che a far cambiare idea alla Chiesa stessa su concetti essenziali della spiritualità.

E se vogliamo essere puntigliosi, il priore dice come sia possibile vivere la propria spiritualità senza riconoscere Dio né le religioni. E certo: parte dal presupposto, di credente, che siamo tutti dotati di spirito per cui non possiamo liberarcene o credere di non averne.
Questo è quello che vedo io in queste parole.

Comunque, se ancora vogliamo ripetere le stesse cose, la religiosità, e non solo la spiritualità, è un punto essenziale del capo come ha detto lo stesso BP. Non a caso, finora, NON ESISTE nessuna associazione atea; al massimo le associazioni si dichiarano LAICHE e professano la pluriconfessionalità ma MAI l'aconfessionalità. Il capo ateo non può esserci, il ragazzo ateo va aiutato per quanto detto sopra.
Attenzione, il revisionismo su questo punto della dottrina di BP riportato in qualche post precedente sarebbe pericolosissimo. Aprirebbe la via a tutta una serie di "ammodernamenti", che talvolta già sono ufficiosamente in essere, che distruggerebbero il senso stesso di un MOVIMENTO EDUCATIVO (che rischia di diventare RICREATIVO).
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MessaggioInviato: Sabato 20 Ottobre 2007, 10:59    Oggetto: Rispondi citando

Caro scoiattolo parsimonioso,
non starò a controbattere sulle intenzioni di Enzo Bianchi, basta leggere l'articolo di cui ho messo il link, e si capisce facilmente che sono altre rispetto a quelle che vedi tu.
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Non a caso, finora, NON ESISTE nessuna associazione atea; al massimo le associazioni si dichiarano LAICHE e professano la pluriconfessionalità ma MAI l'aconfessionalità. Il capo ateo non può esserci, il ragazzo ateo va aiutato per quanto detto sopra.

Non esistono associazioni scout atee, confermo: esistono associazioni che accettano capi atei.
Potrai dire che è sbagliato, ma non puoi negare la realtà.
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Gerri



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MessaggioInviato: Sabato 20 Ottobre 2007, 19:34    Oggetto: Rispondi citando

esistono anche associazioni (che si fanno chiamare) scout senza uniforme, associazioni senza la legge scout, associazioni obbigatorie per legge, associazioni di "scout del partito x", associazioni atee (ops.. m'è sfuggita!)

anche gli "orsetti padani" vorrebbero essere considerati scout, e con ciò?
dobbiamo considerare scout tutti quelli che si autobattezzano tali? mha...

Come diceva qualcuno di intelligente "se riteniamo una cosa legittima solo perché è presente nella nostra società ad una diffusione della pedofilia e dell'incesto dovremmo rispondere con una legalizzazione..."
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Bombo



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MessaggioInviato: Sabato 20 Ottobre 2007, 19:55    Oggetto: Rispondi citando

scoiattolo parsimonioso ha scritto:


Questo non lo dico io, lo dice BP. E, contrariamente a quello che non ricordo chi sosteneva in precedenza, la dottrina di BP, espressa in scautismo per ragazzi ed altri testi, a questo proposito non è soggetta a revisioni proprio perchè fa parte dell'ossatura fondamentale dell'essere scaut.


Dio perdonalo perchè non sa quello che scrive
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Gerri



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MessaggioInviato: Sabato 20 Ottobre 2007, 20:08    Oggetto: Rispondi citando

Bombo ha scritto:
Dio perdonalo perchè non sa quello che scrive

cosa intendi?


L'ultima modifica di Gerri il Sabato 20 Ottobre 2007, 20:12, modificato 1 volta
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Bombo



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MessaggioInviato: Sabato 20 Ottobre 2007, 20:11    Oggetto: Rispondi citando

scAut???????????????? scusa ma a casa mia si scrive SCOUT è un termine in inglese.......................vi prego non italianizziamo tutto inutilmente
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Gerri



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MessaggioInviato: Sabato 20 Ottobre 2007, 20:27    Oggetto: Rispondi citando

Bombo ha scritto:
scAut???????????????? scusa ma a casa mia si scrive SCOUT è un termine in inglese.......................vi prego non italianizziamo tutto inutilmente
ti faccio notare che sia Scout che Scaut sono usati come sono usati sia "scoutismo" che "scautismo"...
per la prima precisazione puoi avere ragione, il termine scout, a rigore di grammatica, non ha ragione di essere cambiato...
per quanto riguarda il metodo il termine ritenuto comunemente più corretto dai filologi (e anche dalla storia del movimento NdT) è scAutismo (a meno che non vogliamo buttare nel cestino decine di edizioni di "scAutismo per ragazzi"... sìsi, guarda nella tua libreria, è scrtto con la A)

comunque siamo TOTALMENTE fuori contesto...
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