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La Scelta Cristiana
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Autore Messaggio
aureliano



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MessaggioInviato: Mercoledì 21 Marzo 2007, 16:53    Oggetto: Rispondi citando

[quote="porcellinopacifico"]

credo che aureliano voglia spingermi verso il Gei
[quote="porcellinopacifico"]

Accidenti, mi hai scoperto! Very Happy Very Happy Very Happy
Scherzi a parte, non voglio spingerti verso il Gei;
non ho nemmeno paure strane;

Come già ti ho detto, mi sembra difficile per chi non è cattolico riuscire a rappresentare la Chiesa Cattolica. Poi magari è una difficoltà che mi sto creando io, magari non esiste...o magari sì!
Il punto centrale alla fine è questo.
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Mercoledì 21 Marzo 2007, 17:13    Oggetto: Rispondi citando

Credo che sia bene in effetti chiarire, che se io ho aperto tutto questo discorso è perché mi piacerebbe che l'Agesci non avesse tutta questa pretesa di rappresentare come associazione e come singoli capi la Chiesa Cattolica, ma di aprirsi al mondo esterno. Per me lo scautismo è anche apertura, il famoso patto associativo parla proprio dell'AGESCI che si propone come associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l'unica occasione di ricevere un annuncio di fede.

Sei di fontiera per marcare il confine? Credi che l'Agesci si debba proporre come un'avamposto per evitare sconfinamenti?
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aureliano



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MessaggioInviato: Mercoledì 21 Marzo 2007, 17:20    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
Credo che sia bene in effetti chiarire, che se io ho aperto tutto questo discorso è perché mi piacerebbe che l'Agesci non avesse tutta questa pretesa di rappresentare come associazione e come singoli capi la Chiesa Cattolica, ma di aprirsi al mondo esterno. Per me lo scautismo è anche apertura, il famoso patto associativo parla proprio dell'AGESCI che si propone come associazione di frontiera, che spesso rappresenta per molti ragazzi l'unica occasione di ricevere un annuncio di fede.

Sei di fontiera per marcare il confine? Credi che l'Agesci si debba proporre come un'avamposto per evitare sconfinamenti?


Il "problema" è che l'Agesci ce l'ha questa "pretesa" di rappresentare la Chiesa cattolica.
Ma poi, questo stride con il proporsi come associazione di frontiera??
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 17:02    Oggetto: Rispondi citando

cito un po' qua e là per fare il punto della situazione. Gli interventi che cito non sono di questo topic ma di Scoutismo confessionale?
QUELLA CHE IO PROPONGO LA RITENGO UNA SCELTA CRISTIANA e per questo spero non mi consideriate OT.

porcellinopacifico ha scritto:
stiamo cercando di capire se e in che modo sia possibile pensare ad un'associazione scout, e quindi non solo singoli gruppi, che contempli anche l'educazione alla fede, quindi non solo spirituale come si fa in Italia nel Gei, ma in modo non confessiaonale, non escludendo nessuno per motivi di religione neanche gli atei.
Personalmente sarei disposto a far parte di una Coca che accetta la diversità di fede come ricchezza, non come tolleranza: ritengo che bisognerebbe accettare anche persone non credenti o non cristiane, sempre che condividano i valori proposti, tra cui risulterebbe caratteristico, oltre la formazione spirituale anche la ricerca di fede


uomodelbosco ha scritto:
Vedo però complessa la gestione di attività con confessioni diverse. Diverse necessità, ritmi, calendari...può esistere il rischio di ingessare il gruppo in una rincorsa continua che penalizzerebbe la vera e propria attività Scout, non credi Porcellinopacifico?
Mah...mi riferisco alla complessità di gestione di una cosa simile, che , ben inteso, sarebbe una opportunità eccezionale.


aureliano ha scritto:
Sul fatto di gestire specifiche attività per ogni diversa fede, quoto con uomodelbosco...ehi, non ci sarebbe più il tempo per altro...


porcellinopacifico ha scritto:
NON PENSO AFFATTO CHE QUELLO CHE NOI (poiché spero e credo di non essere solo) STIAMO ABBOZZANDO IN QUESTO TOPIC SIA IMPRESA FACILE, AL CONTRARIO LA RITENGO DIFFICILISSIMA.
Ma penso che sia (im)-possibile: non siamo scout? Non sorridiamo e cantiamo anche nelle difficoltà?
Credo sia importante delineare degli obbiettivi primari condivisi e condivisibili, che possano costituire per gli interessati uno stimolo attivo ad affrontare i problemi...
Per quanto riguarda lo specifico... una parte del lavoro è già fatta. Incontri e liturgie intercoffessionali ed ecumeniche esistono. Ogni Capo che fosse interessato deve necessariamente portare il suo apporto: non possiamo farci carico della testimonianza altrui, dobbiamo accettarla e farci carico della possibilità che ognuno sia testimone.
Il GEI mi sembra avere capito che relega fede e attività religiosa all'esterno dell'attività scout: ottima scelta. Personalmente vorrei tentare un'altra strada.


tuitt ha scritto:
Mah... Ho capito ma non condivido l'idea in sè.
Tutto dipende dall'importanza della parte confessionale.


uomodelbosco ha scritto:
In effetti, se ci pensate, l'idea non è im-possibile, ma come giustamente dice porcellinopacifico prima bisogna decidere quale montagna scalare.
Io vedrei bene degli incontri per meglio capire le varie religioni/confessioni, e poi (da bravi Scout) usare la testa per farsene un'idea propria...


porcellinopacifico ha scritto:
Per quanto mi riguarda la parte confessionale (divisa per fede) la limiterei al minimo al limite zero, dipende dalla disponibilità e dalle esigenze delle singole confessioni, penso più che altro a momenti di preghiera e/o meditazione comuni, ma anche questi limitati come in qualsiasi media giornata di campo attuale in Agesci. Poi ci potrebbero essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc.
mi piacerebbe sentire opinioni sula proposta in sè piuttosto di sentirmi ripetere gli elenchi delle difficoltà (che comunque non mi nascondo affatto)


aureliano ha scritto:
Ma questo lo si può fare anche in Agesci.
Il fatto che i Capi Agesci siano testimoni dell'Annuncio di Cristo non significa che non ci possano
essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc.
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 17:53    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
Per quanto mi riguarda la parte confessionale (divisa per fede) la limiterei al minimo al limite zero, dipende dalla disponibilità e dalle esigenze delle singole confessioni, penso più che altro a momenti di preghiera e/o meditazione comuni, ma anche questi limitati come in qualsiasi media giornata di campo attuale in Agesci. Poi ci potrebbero essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc. Per quanto rigarda ad es. le preghiere del musulmano o altro, il problema a dire il vero può già sussistere in Agesci: infatti mi risulta che, almeno in teoria non so in pratica, un ragazzo musulmano può già entrare in associazione, o mi sbaglio? E se vogliamo veramente accettarlo non dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, altrimenti che accoglienza è?


polvansen ha scritto:
Il problema è che tu consideri che il metodo scout agesci sia una somma di scautismo e catechesi appiccicati insieme.


Ho fatto da lupetto a capoclan prima nell'ASCI e poi nell'Agesci. Non mi sogno affatto di considerare che il metodo scout agesci sia una somma di scautismo e catechesi appiccicati insieme.

polvansen ha scritto:
Un ragazzo di un'altra religione può essere tranquillamente accolto in agesci. Personalmente ho avuto in reparto un ragazzo mussulmano. Ma dev'essere ben chiaro a lui e alla sua famiglia che la proposta scout che gli verrà fatta è cattolica

Vedi avendo fatto il capo scout in Agesci, essendo attualmente cristiano non cattolico, quando ho iscritto le figlie in un branco Agesci, mi sono effettivamente posto una serie di domande. Ma io qui sto cercando di impostare un discorso su quello che ci potrebbe essere non esclusivamente su quello che già c'è. Le considerazioni da cui sono partite sono tante e comprendono anche, per l'appunto, quello che vuol dire accettare le persone di fede diversa (o al limite di nessuna fede).
Oltre tutto io non sono musulmano ma cristiano e il mio credo è lo stesso che tu dici a messa.
Ma l'accettazione di una persona, passa necessariamente anche per l'accettazione, o almeno la considerazione della sua fede, come del resto dici tu. Ma, se permetti, la testimonianza della fede diversa dalla tua è praticamente impossibile: non è semplicemente una questione di essere bravi o attenti, tu non puoi seguire seriamente un ragazzo musulmano sul suo cammino di fede se non sei musulmano a tua volta. Tant'è che ritieni che io che non sono cattolico, ma cristiano, non posso fare il capo in Agesci. Oppure pensi che i ragazzi vadano trattati con due pesi e due misure: il ragazzo cattolico più seguito, il non cattolico meno seguito.

polvansen ha scritto:
Tutto questo discorso, infine, vale per i ragazzi, che hanno il cammino scout da fare e che hanno tutti i diritti di farlo indipendentemente dalle scelte religiose. Quando poi si decide di diventare capi di QUESTA associazione, si passa dalla parte di coloro che testimoniano il messaggio di Cristo, e quindi non è pensabile non essere coerentemente di fede cattolica.


Lo so: adesso è così. Se non lo sapessi e non pensassi che si potrebbe fare diversamente non avrei tirato in ballo tutta la faccenda.
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polvansen





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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 19:45    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
il mio credo è lo stesso che tu dici a messa.
Beh, quasi... Wink
Citazione:
Ma, se permetti, la testimonianza della fede diversa dalla tua è praticamente impossibile: non è semplicemente una questione di essere bravi o attenti, tu non puoi seguire seriamente un ragazzo musulmano sul suo cammino di fede se non sei musulmano a tua volta. Tant'è che ritieni che io che non sono cattolico, ma cristiano, non posso fare il capo in Agesci.
Infatti, chi entra nella nostra associazione, ho specificato, dovrà essere ben consapevole che troverà la nostra proposta, quella cattolica. E che non saranno i capi a potergli fare una proposta di fede differente. Al limite seguirlo e aiutarlo nel suo percorso, ad esempio cercando appoggio all'esterno. Sicuramente dovrà sapere che gli verrà chiesto di essere seriamente impegnato nel suo cammino spirituale così come i capi lo sono nel loro (in questo sì, possono dargli la loro testimonianza).

Ora, io capisco che si possa pensare che estendendo la rosa delle religioni in coca potresti estendere la possibilità di proporre uno scautismo ad ampio spettro (religioso) senza nemmeno doverti far aiutare dall'esterno. Ma da un lato stai snaturando l'identità dell'agesci che è cattolica, dall'altro io credo che sarebbe un tentativo di macedonia ben poco fortunato. Se ti manca il capo testimone di geova escludi quella categoria anche tra i ragazzi? E come ti regoli con gli staff? Oltre alla diarchia inserisci anche l'obbligo di ecumenismo? Staff di 15 capi, se l'unità comprende diverse religioni? Perché se no ci saranno ragazzi meno seguiti... E deciderai il servizio dei capi in base alla religione dei ragazzi?
Io allo scautismo "laico" credo poco, perché purtroppo quello che ho conosciuto l'ho visto più "anticlericale" che "laico". E perché l'ideale scout originale, che era profondamente spirituale, inevitabilmente viene a essere estremamente sminuito.
Credo invece che la dimensione spirituale sia talmente forte nello scautismo che non si possa slegarlo da essa, e per questo lo scautismo tenda ad essere confessionale per sua stessa natura. Per questo credo che la proposta debba essere confessionale, con la massima apertura, per chi percorre il sentiero, ma con il rispetto dell'identità spirituale della proposta stessa.
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aureliano



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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 20:18    Oggetto: Rispondi citando

polvansen ha scritto:

Io allo scautismo "laico" credo poco, perché purtroppo quello che ho conosciuto l'ho visto più "anticlericale" che "laico". E perché l'ideale scout originale, che era profondamente spirituale, inevitabilmente viene a essere estremamente sminuito.
Credo invece che la dimensione spirituale sia talmente forte nello scautismo che non si possa slegarlo da essa, e per questo lo scautismo tenda ad essere confessionale per sua stessa natura. Per questo credo che la proposta debba essere confessionale, con la massima apertura, per chi percorre il sentiero, ma con il rispetto dell'identità spirituale della proposta stessa.


Non sono d'accordo:
1- forse hai conosciuto uno scoutismo laico "deviato"
2-scoutismo laico è una brutta espressione: in realtà la dimensione spirituale viene curata anche in quello laico;
3-se lo scoutismo fosse confessionale per sua natura, avremmo a livello mondiale una maggiornaza di associazioni confessionali, mentre in realtà la maggior parte sono interconfessionali/pluriconfessionali.
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 23:17    Oggetto: Rispondi citando

aureliano ha scritto:
3-se lo scoutismo fosse confessionale per sua natura, avremmo a livello mondiale una maggiornaza di associazioni confessionali, mentre in realtà la maggior parte sono interconfessionali/pluriconfessionali.

questa notizia mi interessa, scusa adesso cerco da me, ma tu hai indicazioni più precise su associazioni scout interconfessionali/pluriconfessionali?
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polvansen





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 10:24    Oggetto: Rispondi citando

aureliano ha scritto:
1- forse hai conosciuto uno scoutismo laico "deviato"
Ne sono certo.
Citazione:
2-scoutismo laico è una brutta espressione: in realtà la dimensione spirituale viene curata anche in quello laico;
Lo scautismo non confessionale sta combattendo da anni per qualificarsi come "laico". Anche a me non piace l'espressione, anche perché io alla parola laico" dò un altro significato. Ma devo prendere atto di una volontà di identificazione che viene proprio da quelle associazioni. www.cngei.it/supporti/pdf/3anno98.pdf
Citazione:
3-se lo scoutismo fosse confessionale per sua natura, avremmo a livello mondiale una maggiornaza di associazioni confessionali, mentre in realtà la maggior parte sono interconfessionali/pluriconfessionali.
Non so... anch'io mi unisco alla domanda di porcellinopacifico sulla fonte delle tue informazioni e su eventuali dettagli in più.
Effettivamente mi sono espresso male: lo scautismo è _spirituale_ per sua natura. Per questo penso che _tenda_ ad essere confessionale. Ma se hai informazioni che dimostrano il contrario ci ragiono volentieri.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 14:25    Oggetto: Rispondi citando

Scusatemi, ma cominciamo a fare casino con il topic "scoutismo confessionale?"
Decidiamo dove portare avanti il discorso che mi adeguo... Very Happy
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 16:47    Oggetto: Rispondi citando

riprendo ancora dal topic "Scoutismo confessionale?"
rinoceronte caparbio ha scritto:
Il punto non è questo: il punto è che in nome dell'accoglienza totale si dimentica ciò a cui dobbiamo educare i ragazzi.
actaris ha scritto:
finchè siamo in Agesci facciamo scoutismo cattolico.

Secondo me lo scoutismo cattolico è anche questo:
Dal patto associativo Agesci
In una realtà sempre più multiculturale cogliamo come occasione di crescita reciproca l'accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell'arricchimento del confronto interreligioso. E' un dono che interroga l'Associazione su come coniugare accoglienza e fedeltà all'annuncio del messaggio evangelico, consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato.

Condivido questo punto, ma lo trovo inattuabile, sempre che non si accettino anche capi con differenti cammini di fede, al limite anche atei.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 17:30    Oggetto: Rispondi citando

Mi correggo: credo che siano 2 topic molto diversi, come giustamente Porcellinopacifico sta portando avanti.

Per restare in questo topic, vorrei riassumere, non senza qualche "sospetto" ( e permettetemi per una volta di mescolare un pò di "problemi"):
- Un Capo Cristiano Cattolico non ha alcun problema a svolgere il servizio.
- Un Capo Cristiano ma, che so, luterano, ha già un bel pò di problemi a farsi accettare in CoCa.
- Un Capo Cristiano omosessuale o divorziato molto probabilmente non prenderà servizio.

-Un ragazzo che si professa Cristiano (a volte nemmeno lo manifesta) entra senza problemi.
-Un ragazzo, che so, musulmano entra, con una serie di distinguo e dubbi. Ma alla fine (siamo onesti) viene preso nella maggioranza di casi.

Ho un sospetto, e già so che vado a scoperchiare un tifone accucciato nel fondo del vaso....
Non è che il ragazzo viene accettato perchè c'è il più o meno palese intento di "convertirlo" quindi si accetta? Mentre il Capo se non è "fedele alla linea" potrebbe essere rifiutato?
Attendo le cannonate... Wink
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polvansen





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 18:52    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
consapevoli che in Cristo tutta la realtà umana ed ogni esperienza religiosa trovano il loro pieno significato.

Condivido questo punto, ma lo trovo inattuabile, sempre che non si accettino anche capi con differenti cammini di fede, al limite anche atei.

Ma come fa un capo ateo o non cristiano a essere consapevole di quanto sopra?
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polvansen





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 19:06    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Non è che il ragazzo viene accettato perchè c'è il più o meno palese intento di "convertirlo" quindi si accetta? Mentre il Capo se non è "fedele alla linea" potrebbe essere rifiutato?
Attendo le cannonate... Wink


No, non credo proprio. Non fa parte delle scelte dell'associazione e non mi risulta ci sia una gran letteratura in merito... E poi perché non ci si dovrebbe provare anche con un adulto?
La differenza la vedo nel fatto che lo scautismo, come dice il celebre libro, è per ragazzi. Quindi mentre non condivido che un adulto debba per diritto naturale avere un posto in un gruppo scout come educatore, per quanto riguarda i ragazzi glielo riconosco molto di più... nei limiti del possibile che sono, a mio avviso, i limiti dei capi del gruppo locale nel potersi prendere carico e responsabilità in merito.
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 19:55    Oggetto: Rispondi citando

Nei puntuali interventi di polvansen intravvedo un equivoco di fondo.
Continua a ripetere che l'Agesci è un'associazione cattolica che il patto è quello: prendere o lasciare.
Purtroppo però ha incontrato qualcuno che dice:
Sì lo so che il patto è quello, e infatti io in Coca non ci sono (più). Penso però che il mondo gira le persone crescono, la gente emigra, le situazioni cambiano e anche i patti si possono cambiare,
E, in quel patto, rilevo pure un'incongruenza. Il ragazzo, non cattolico, viene accettato solo parzialmente. Il capo, sempre non cattolico, è un adulto e lo potresti anche non accettare (a dire il vero non sono affatto convinto di questa affermazione ma comunque la discuterei in subordine).
Il fatto è, e su questo mi piacerebbe sentire una risposta, che rifiutando l'adulto rifiuti quella parte che egli rappresenta per il ragazzo, una parte per niente secondaria.
Giriamo la frittata. Parliamo dello scoutismo laico, cosa penseresti di un gruppo o di una associazione che accetta i ragazzi cattolici, ma poi non accetta i capi cattolici?
Ora al di là della peculiare scelta di quel gruppo o associazione, che accoglienza è mai questa?
È accoglienza cristiana? No assolutamente, ma tanto quel gruppo non è cristiano....
Ma la domanda cruciale è la seconda:
È accoglienza scout?
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