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Capi divorziati
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Autore Messaggio
ciccioporcello





Registrato: 29/03/07 22:00
Messaggi: 3

MessaggioInviato: Giovedì 29 Marzo 2007, 22:08    Oggetto: Rispondi citando

polvansen ha scritto:
Citazione:
se uno si sposa civilmente, è come se non si sposasse, cioè per la chiesa vive in concubinato. Poi può divorziare
Ma non sta divorziando, per la Chiesa: non è mai stato sposato, viveva un concubinato.
Sempre per via di non banalizzare, io mi aspetto che questa persona abbia avuto modo di riconoscere il suo carico di responsabilità nel'avviarsi a un matrimonio. Non penso che sia stato tutto così semplice.
E se lo fosse stato, la vedo alla stessa stregua di chi va in cerca della coca particolarmente "magnanima" per evitare che piantino grane sulle sue eventuali incompatibilità.

Resto convinto però che anche solo fare esempi di questo tipo di situazioni, vere o presunte, sia solo un modo di banalizzarle.
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ciccioporcello





Registrato: 29/03/07 22:00
Messaggi: 3

MessaggioInviato: Giovedì 29 Marzo 2007, 22:10    Oggetto: Rispondi citando

polvansen porcellino è buono.
ci sei o ci fai Wink
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 07:58    Oggetto: Rispondi citando

Ho avuto un incontro con un sacerdote amico di mio fratello, al quale ho espresso i dubbi e le perplessità rispetto a questo ed altri temi.
Il succo del discorso è questo.
Lui per primo riconosce che la Chiesa è carente nelle risposte. Non siamo più nel medioevo, e i fedeli usano il ragionamento che inevitabilmente si scontra con posizioni non chiare. E’ dovere primario della Chiesa recuperare una credibilità perduta negli anni.
Recentemente ha avuto un incontro con altri sacerdoti sul tema separazione/divorzio e mi dice che ci sono molti sacerdoti in netto contrasto con quanto indicato dalla Chiesa.
La domanda che si sono posti, e anche lui stesso è: chi sono, io sacerdote, per giudicare? Un parroco che ha magari 10.000 fedeli nella sua parrocchia come può essere intimamente conoscente delle dinamiche, anche dolorose, che ha portato una famiglia allo sfascio?
Mi ha citato l’adultera, e nessuno scagliò la prima pietra.
Davanti a questo sostiene che è compito del sacerdote accogliere. Ha citato il buon pastore, che lascia le altre pecore per cercare quella smarrita, e riconosce che spesso per mille motivi i sacerdoti sono carenti.
Ha recentemente celebrato il matrimonio di due conviventi. Anche la figlia era all’altare per il matrimonio dei genitori, e il ricavato di quello che dovevano essere i regali degli invitati è stato inviato alle missioni.
Mi dice: posso rifiutare una simile grazia? Solo perché erano conviventi avrei dovuto rifiutare? Non ci pensava nemmeno, sostenendo che il futuro sarà sempre più fatto da convivenze e qui la Chiesa deve delle risposte che non possono essere l’applicazione pedestre delle norme.
Se dovesse rifiutare tutti coloro che hanno rapporti prematrimoniali la sua Chiesa sarebbe vuota. Sarebbe meglio così? Sostiene di no.
In confessione, ai giovani dei quali sa che hanno un ragazzo/a non chiede se hanno o no dei rapporti (li dà per scontati), ma chiede se quelli fanno parte di un discorso di sincerità e fedeltà al compagno che dovrebbe portare in seguito al matrimonio.
Ha citato il Cantico dei Cantici: “l’Amore è più forte della morte”.
Ritiene che il vero mistero sia quello dell’Amore, e che l’uomo è sessuato, e quindi è nella sua natura avvertire la spinta a formare una coppia.
Se la coppia è nata fuori dal matrimonio, magari ha figli, ed è improntata al reciproco rispetto e alla crescita spirituale, è una coppia che non ha la forma del Sacramento ma ne ha la sostanza, e quindi Cristo è in quella coppia.
Rispetto all’educazione (come Capo e come padrino di battesimo di altri) cito testualmente “stai sereno, sono tutte balle”, nel senso che è vero che la Chiesa dice così, ma colui che è in cammino, pur nella difficoltà di una famiglia “non regolare” è perfettamente in grado di dare una testimonianza educativa cristiana.
Il punto è piuttosto che non tutti i sacerdoti la pensano così, e potrei trovarmi in situazioni di netto rifiuto ove venga applicata alla lettera la parola della Chiesa. Lui inorridisce a questo pensiero, perché sostiene che prima delle norme debba venire l’Amore: “amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”.
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 09:12    Oggetto: Rispondi citando

Non ci crederai, ma penso che tu abbia parlato con un prete molto intelligente.
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giacco





Registrato: 12/03/07 10:19
Messaggi: 82

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 10:00    Oggetto: Rispondi citando

E' veramente molto bello trovare sacerdoti che mettono in discussione quanto indicato dalla chiesa.

Ma questo a cosa ci porta?

A stare alle "indicazioni" del sacedote che apprezziamo o a quanto la chiesa ci dice?

Personalmente la frase "chi è senza peccato scagli la prima pietra" mi da veramente molta forza,ed è anche per questo che non chiudo mai le porte in faccia a nessuno, ma perchè dall'altra parte mi sento dire che chi commette certi errori non puo e non potrà essere perdonato.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 10:33    Oggetto: Rispondi citando

polvansen ha scritto:
Non ci crederai, ma penso che tu abbia parlato con un prete molto intelligente


Si, sono d'accordo... E' stato un incontro molto interessante, ma la cosa che più mi ha colpito è la grande divisione che c'è all'interno della Chiesa stessa su questi temi.
Lui stesso è stato piuttosto critico verso questo Papa. Sostiene che a differenza di Giovanni Paolo II, questo sta spingendo la Chiesa ad una chiusura.

giacco ha scritto:
Personalmente la frase "chi è senza peccato scagli la prima pietra" mi da veramente molta forza,ed è anche per questo che non chiudo mai le porte in faccia a nessuno, ma perchè dall'altra parte mi sento dire che chi commette certi errori non puo e non potrà essere perdonato.


Forse manca il punto interrogativo alla tua frase.
Pensa che mi ha detto che una donna che abortisce è scomunicata (mica noccioline!!), ma se che è sinceramente pentita il sacerdote può assolverla.
Se divorzia è un casino...
Lui stesso è colpito da queste incongruenze, e sostiene che per non sbagliare dobbiamo mettere l'Amore prima delle regole, proprio come fece Gesù...
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giacco





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Messaggi: 82

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 10:56    Oggetto: Rispondi citando

Parole sagge,l'amore deve sempre essere davanti ad ogni cosa!


Si manca il punto interrogativo la mia tastiera è abbastanza out
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 12:11    Oggetto: Rispondi citando

A questo punto, però, facendo qualche passo indietro, la situazione è ancora più ingarbugliata...
Si discuteva della legittimità o meno di una Coca nell'ammettere Capi divorziati.
Beh, se nemmeno nella Chiesa c'è identità di vedute, non possiamo pretenderla dalle Coca che a questo punto agiranno in piena autonomia come in effetti nè più nè meno fanno i sacerdoti alle prese con questi temi.
Stiamo tutti brancolando nel buio, e non è bello pensare che coloro che dovrebbero esserci di aiuto in realtà hanno le stesse difficoltà...
In fondo siamo uomini, e come disse ieri il Don, non ci resta che l'Amore...
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giacco





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Messaggi: 82

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 13:20    Oggetto: Rispondi citando

come si suol dire "è un bel casino". Ma credo che Coui che ci guida ci gudi sempre e comunque "ottimamente"
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 14:29    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Beh, se nemmeno nella Chiesa c'è identità di vedute, non possiamo pretenderla dalle Coca che a questo punto agiranno in piena autonomia come in effetti nè più nè meno fanno i sacerdoti alle prese con questi temi.
Stiamo tutti brancolando nel buio, e non è bello pensare che coloro che dovrebbero esserci di aiuto in realtà hanno le stesse difficoltà...

Invece non è pensabile il contrario, su un argomento del genere.
Non è questione di brancolare nel buio: qualunque risposta "definitiva" sarebbe comunque sbagliata. Per questo il sacerdote intelligente, pur non rinnegando il principio dell'indissolubilità del matrimonio (o sbaglio?), al di là del principio generale si rivolge alla _persona_ che ha davanti.
Allo stesso modo la coca, per la quale io personalmente non ho fatto altro che rivendicare il diritto di mettere in discussione il capo che chiede di entrare, sostenendo che l'accoglienza tout-court in servizio non è possibile in assoluto (per dire, dubito che il sacerdote intelligente di cui sopra, pur accogliendo in modo estremamente aperto, consenta con la stessa apertura che so, il servizio di ministro straordinario dell'Eucarestia).

Detto questo, credo che il sacerdote con cui hai parlato abbia saputo esprimere benissimo (e altrettanto bene tu hai riportato) l'atteggiamento corretto.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 15:03    Oggetto: Rispondi citando

polvansen ha scritto:
Non è questione di brancolare nel buio: qualunque risposta "definitiva" sarebbe comunque sbagliata. Per questo il sacerdote intelligente, pur non rinnegando il principio dell'indissolubilità del matrimonio (o sbaglio?), al di là del principio generale si rivolge alla _persona_ che ha davanti.


Più o meno è così. E' vero che ogni risposta "definitiva" sarebbe sbagliata e che bisogna sempre interfacciarsi con chi si ha davanti, ma la difficoltà del sacerdote è proprio quella: se ha 10.000 fedeli e non può ovviamente conoscerli tutti, o fa un torto ai pochi in cammino (attenzione: ha insistito molto sul cammino di ogni singolo) oppure accetta tutti scartando solo i casi più evidenti (quel che fa lui).
Per l'indissolubilità (anch'io ho avuto questo pensiero) ha risposto che è vero, ma che è anche vero che siamo uomini e come tali fallibili. Io gli ho riportato quel che avevo scritto in un post rispetto alla morte del sentimento (ricordi?). La sua risposta è stata "ni" nel senso che è abbastanza condivisibile, ma non del tutto perchè l'indissolubilità deriva fin dall'Antico Testamento. Ha poi però aggiunto che anche lui sostiene la possibilità che la morte del sentimento sia paragonabile alla morte fisica.
Si rende conto lui stesso dell'impasse nella quale ci si trova, e pensa che allo stato attuale della cosa l'unica possibilità sia avviare un processo canonico che faccia luce sui motivi del fallimento del matrimonio.
E' anche dell'idea che i sacerdoti facciano poco o nulla per definire bene i rischi insiti nell'indissolubilità del matrimonio.
Essendo un pò speciale, dice che quando fa i corsi prematrimoniali prima dà la versione "ufficiale" poi dice ai presenti di "chiudere le finestre" e da lì in poi va giù pesante spiegando terra-terra a cosa si va incontro.

Citazione:
(per dire, dubito che il sacerdote intelligente di cui sopra, pur accogliendo in modo estremamente aperto, consenta con la stessa apertura che so, il servizio di ministro straordinario dell'Eucarestia).

Vale quanto sopra. Lui, personalmente, non rifiuta nessuno a priori, altrimenti dovrebbe rifiutare anche, per esempio, chi regolarmente sposato ha l'amante.
Ora: potrebbe non sapere che costui ha l'amante, come potrebbe non sapere (se non lo conosce) che Tizio è un divorziato.
Nel dubbio non rifiuta l'Eucarestia a nessuno.
Con chi conosce che è in una situazione come la mia fa una proposta, a mio avviso, abbastanza sensata: prima della Messa Tizio si confessa, e come gesto di riconciliazione a lui può bastare perchè, ripete, "chi sono io per giudicare?"
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 15:18    Oggetto: Rispondi citando

In merito all'indissolubilità aggiungo che sostiene che ognuno è responsabile di come ha "gestito" la propria parte di indissolubilità e quali responsabilità ha per il risultato.
Di nuovo, però, umanamente non possiamo giudicare, perchè lo farà Lui a tempo debito. Noi possiamo solo mettere davanti l'Amore.
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uomodelbosco





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Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 15:28    Oggetto: Rispondi citando

Perdonate ancora la mia invadenza, ma vorrei condividere con voi questa storia. Me l'ha passata la mia compagna, ben conoscendo i miei crucci...

Un'anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso
all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle.
Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era
sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.
Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa
solo un vaso e mezzo d'acqua.
Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma
il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito
di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.
Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un
giorno parlò alla donna lungo il cammino: <<Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa>>.
La vecchia sorrise: <<Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua
parte del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso? È perché io ho
Sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato
del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.
Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la
tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per
ingentilire la casa>>.

Un abbraccio a tutti voi...
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Mercoledì 02 Mag 2007, 14:34    Oggetto: Rispondi citando

http://www.bologna.chiesacattolica.it/bo7/ultima_edizione/3.pdf

«La Chiesa desidera tenervi tra le sue braccia per evitare che
l’abbandoniate e che vi sentiate abbandonati».
Con queste parole l’Arcivescovo [di Bologna] ha concluso
domenica scorsa il suo incontro con i separati, divorziati e risposati della diocesi. Un incontro che il Cardinale
ha fortemente voluto e che si è svolto, lontano dalle telecamere e dai taccuini, nella parrocchia di San
Giovanni Bosco. L’appuntamento inizia in chiesa. Canti che parlano il linguaggio della speranza, preghiere dei fedeli lette da bambini («perché le nostre mamme e i nostri papà siano consapevoli che pur non essendo più insieme sono sempre genitori») e da adulti ( «Signore aiutaci a trasformare
il nostro dolore in comprensione e sostegno per tutti quelli che soffrono») che non nascondono nulla di una situazione dolorosa e drammatica e nello stesso tempo la affidano a chi
solo può. Poi ci si trasferisce nel vicino oratorio. Ci sono monsignor Massimo Cassani, vicario episcopale per la
famiglia e la vita e don Maurizio Mattarelli, responsabile diocesano dei gruppi di preghiera dei separati (che
una volta al mese, da ormai due anni,
si ritrovano nella parrocchia di Chiesa Nuova). L’introduzione è affidata a una testimonianza. Che scatta una
fotografia dolorosa e senza reticenze della separazione, «un naufragio che colpisce tutti i componenti della famiglia con ferite che dureranno tutta la vita». Sottolinea la
situazione dei figli («al centro di feroci battaglie e destinati in qualche caso a diventare orfani di genitori viventi». Non nasconde la fatica del rapporto con la
comunità ecclesiale («che a volte ci allontana facendoci sentire come i lebbrosi del terzo millennio aggiungendo un
dramma a un altro dramma»). Poi tocca al Cardinale. «Il rapporto tra la Chiesa e i separati non è facile» dice in premessa. "In alcuni casi è deteriorato, compromesso o
addirittura spezzato. Il fatto che abbiamo desiderato questo incontro indica la volontà di ricostruire questo rapporto sulla base didue pilastri: la verità e l’amore». Prima di
tutto l’Arcivescovo libera il campo da quello che la Chiesa non dice dei separati.
«La Chiesa» scandisce il Cardinale « non considera i separati degli scomunicati.
Nessuno di voi è fuori dalla comunione ecclesiale. Ciascuno di voi partecipa alla comunione delle cose sante». E’ vero,
aggiunge, «che il separato risposato o convivente non può accedere all’Eucaristia.
Ma questa impossibilità non è un giudizio sulla persona». Esclusi dall’Eucaristia i separati possono partecipare alla vita della Chiesa praticando uno stile di vita cristiano
caratterizzato, come ricorda la «Sacramentum Caritatis», da «Messa festiva, ascolto della Parola di Dio, Adorazione
eucaristica, preghiera, vita comunitaria, opere di penitenza, impegno educativo verso i figli». Uno stile caratterizzato da alcuni livelli che il Cardinale ha richiamato.
La preghiera in famiglia «che ha come contenuto la vita stessa della famiglia e tutto ciò che gioiosamente o dolorosamente la scandisce».
La partecipazione alla vita delle parrocchie («collaborate alle opere di carità»). L’impegno educativo («ricordatevi che il salmo parla anche a voi: "Una generazione narra all’altra le opere del Signore"»).
A pomeriggio inoltrato arrivano le conclusioni.
«Non lasciatevi irretire dalla prospettiva del tutto o niente» afferma il Cardinale. «Scegliete una guida
spirituale tra chi è fedele alla dottrina cristiana e ha la
capacità di potervi dare un aiuto concreto (diffidate di chi
dice che la risposta al vostro bisogno sta nei libri)». Infine il capitolo spinoso dell’impossibilità di accesso
all’Eucaristia per divorziati risposati, battezzati uniti in
matrimonio civile, conviventi di fatto. «Questa» dice
l’Arcivescovo «non è il frutto di una proibizione della Chiesa.
Se così fosse potrebbe essere cambiata. Non è quindi una
questione disciplinare ma dottrinale. Chi vi dice che la
Chiesa potrà cambiare una realtà posta direttamente da
Gesù (ovvero la connessione tra il vincolo coniugale e
l’unione tra Cristo e la sua Chiesa) vi inganna. In realtà
non accedendo all’Eucaristia i divorziati e i risposati
testimoniano l’indissolubilità del matrimonio». Ma che senso ha partecipare alla celebrazione senza poter accedere
all’Eucaristia? «Cristo abbraccia in modo particolare i separati e comunica con loro.
Nessuno è escluso dall’abbraccio» . C’è poi un’altra possibilità: «la comunione di desiderio che a certe condizioni dona la stessa grazia della partecipazione al
sacramento». Infine le domande dove si intrecciano commozione, gratitudine, difficoltà. E una proposta. Si potrebbe aggiungere alla fine del Rosario una litania
per i separati? «E’ un’ottima idea» conclude l’Arcivescovo. «La scriverò». E viene in mente l’immagine della Madonna del Mantello all’ombra del quale da domenica
ci sono anche i separati.
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porcellinopacifico



Età: 64
Segno zodiacale: Ariete
Registrato: 08/03/07 19:46
Messaggi: 382
Residenza: Milano

MessaggioInviato: Giovedì 20 Settembre 2007, 09:24    Oggetto: Rispondi citando

Non mi piacciono troppo le "riesumazioni", ma a volte sono necessarie.
Nell'argomento convivenza stanno ormai .... convivendo due thread:
1 - la convivenza prematrimoniale
2 - la convivenza post divorzio
Veleno mi ha chiarito che è la prima l'oggetto privilegiato di quel topic.
E allora sono andato a riprendere questo anche a beneficio di tutti quelli che magari se lo sono perso.
Esprimo immediatamente quello che era e che è il mio punto di vista anche se so che può sembrare completamente out:
In certi casi il divorzio, con relativo secondo matrimonio, è accettato cristianamente basandosi sul passo evengelico di Matteo 5,32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
diverse chiese, tra cui l'ortodossa, come ho già detto, antica e apostolica quanto la cattolica, danno una lettura simile alla mia (che quindi non mi sono inventato di sana pianta).
http://www.orthodox.it//home/sacramenti.html
Non capisco per quale motivo la chiesa cattolica si ostini a non guardare in faccia alla realtà: l'indissolubilità del matrimonio, purtroppo, non è sempre realizzata su questa terra.
Non dare una seconda possibilità ai divorziati li espone alla convivenza: non tutti gli uomini sono chiamati alla castità e al celibato.
La chiesa cattolica potrebbe acettare, ad esempio in ottemperanza al dialogo ecumenico molto avanzato con alcune chiese, tra le quali per l'appunto l'ortodossa, questa interpretazione. Moltissimi suoi fedeli la sentirebbero più vicina e misericordiosa.
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