SCOUT's ON LINE - Regione Lombardia ~~~~~ Lo scautismo in Italia ~~~~~ #.. Gruppo Castano Primo 1 - Milano ..# Internet: www.vnet.it/scout Email: rbelluco@intercom.it ICQ: 20703821 ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Anno 4 - Numero 7 [ 10.163 copie distribuite ] SCOUT's ON LINE e' sempre con TE. Pagine totali: 2495 Pagine x-x-x-x-x-x-x-x-x-x "Pensare..." x-x-x-x-x-x-x-x-x-x Pensare a se stessi è terrificante, ma è la sola cosa onesta: pensare a me come io sono, alle mie brutte caratteristiche, alle mie belle qualità, e stupirmene. Quale altro concreto inizio, da quale punto di partenza progredire, se non da me stesso? - Khalil Gibran - === Comunicazioni ================= www.vnet.it/scout CIAO A TUTTI !!! Anche se un po' in ritardo... (ormai vi sarete anche abituati, ma prometto che prima o poi - poi - tornerò ad essere puntuale come un orologio svizzero) eccoci quà insieme come ogni mese. Molti tra voi saranno già partiti per i CAMPI ESTIVI, altri invece stanno per partire e stanno ultimando gli ultimi preparativi... ...ma tutti voi avete una cosa in comune, LA VOGLIA DI DARE IL MASSIMO DI NOI STESSI. Lo si vede ogni giorno nei vostri occhi, dai più piccoli ai più grandi, la luce che vi risplende è diversa in ognuno di voi, ma è altrettanto bella perchè vissuta diversamente. Il Gioco si trasforma man mano in Scoperta ed in fine in Servizio... lungo quel sentiero dove abbiamo vissuto le nostre esperienze, scoperte, gioie, difficoltà... come chi, prima di noi, ci ha preceduto. Il Campo Estivo è l'opportunità X TUTTI NOI di confrontarsi e... mettersi in GIOCO. Vi auguro di passare dei momenti unici ed indimenticabili e dì augurarvi in una maniera speciale... BUONE VACANZE !!!!! Per quanto riguarda SCOUT's ON LINE, già entro la prima settimana di settembre sarà RIVISTO :)) Voglio dire che molte cose verranno rivisitate e... vi annuncio che il Libro degli Ospiti verrà modificato così da avere degli aggiornamenti "quasi" giornalieri :) Per tutti quelli che ci hanno comunicato l'indirizzo del sito del loro GRUPPO, non disperate, non siete stati ignorati... sempre nelle prime 2 settimane di Agosto verranno inseriti quasi 90 nuovi URL :))) Ancora 2 settimane di pazienza... :)) Buona Strada. Riccardo - Topo Spensierato. === L'angolo dei vostri pensieri ========== www.vnet.it/scout La vita scout è una cosa meravigliosa che tutti dovrebbero provare! E' un aventura, un modo come un altro per imparare a crescere come dignitosi cittadini...in mezzo ad una natura splendida...!! Non lascerò mai questo splendido mondo scout che mi affascina e mi rende felice giorno dopo giorno!! ---- Tante persone al mondo nascono e altrettante ne muoiono, c'è però un vantaggio che ho avuto modo di capire grazie a una lettura di filosofia: una persono muore solo quando viene dimenticata dai vivi. Non dimentichiamoci quello che hanno fatto in passato i milioni di scouts che esistono nel mondo, e grazie ai loro insegnamenti e alle loro fatiche proseguiamo in questo lungo e tortuoso cammino! ---- Non abbandonarti alla tristezza, non tormentarti con i tuoi pensieri. La gioia del cuore è vita per l'uomo, l'allegria di un uomo è lunga vita. Distrai la tua anima, consola il tuo cuore, tieni lontana la malinconia ---- Quando la vita è buia il sorriso è un raggio di sole nella tenebra. ---- Ogni giorno perdi qualchecosa, anche qualchecosa di molto piccolo, ma ogni volta che perdi qualchecosa ne acquisti una... pensaci... ---- Signore, noi spesso ci sentiamo lonatni da Te, percjè non capiamo ancora chi sei e che cosa vuoi da noi. Molte persone però ci hanno parlato di Te e attraverso le loro azioni cercano di testimoniarci qual è il tuo Amore per ogni uomo e donna che hai creato. Ora ti chiediamo di aiutarci ad essere onesti con i nostri amici, rispettosi non solo con la natura ma, anzitutto, delle persone con le quali viviamo, non volgari nel parlare perchè questo spesso ci riempie la bocca di parole offensive anche della nostra dignità. Te lo chiediamo sapendo che Tu aiuti con la tua grazia tutti coloro che si rivolgono a Te con fiducia. =================================================== E/G - STORIE e RACCONTI - a cura di Riccardo: rbelluco@intercom.it ------------------------------------------------------------------ L'INIZIO DI UNA STORIA ----------------------- Non era una bella giornata, il cielo era un po' cupo e tirava un forte vento da levante che increspava la superficie del mare. Carlo era un po' annoiato, gli sembrava che i giorni, da un tempo immemorabile, fossero sempre uguali: la scuola e dopo di essa andare ad aiutare lo zio che faceva il muratore. Tirare su le case aveva un certo fascino, ma con la scusa che era solo un ragazzo, al massimo gli avevano fatto mettere su qualche mattone, il resto del tempo lo passava a portare sacchi di calce, e dopo l'entusiasmo dei prii giorni era subentrata una noia insoportabile. ORa però gli era venuta un'idea... e se, approfittando del vento avesse collaudato la sua invenzione, la macchina a vela che aveva gelosamente e nascostamente custodita nel capanno? La tanto idolatrata macchina a vela non era che un carretto su cui era issato un paolo con attaccata la vela, un lenzuolo rubato all'ultimo bucato della nonna che per molto tempo aveva imprecato contro quei "ladracci che si attaccano a tutto". Era tanto tempo che Carlo aspettava la giornata propizia e se avesse funzionato era persino disposto a rendere il lenzuolo. Ma oggi con tutto quel vento non poteva non funzionare e nessuno si poteva accorgere della sua assenza, che lo zio era dovuto andare in città a comprare del materiale che gli mancava e babbo e mamma erano ancora a lavorare. Trascinò il carretto sulla strada della collina per poter sfruttare la discesa per partire, controllò il timone, la carrucola, tirò un forte sospiro, saltò su e via... Camminare camminava, non c'era dubbio, e si riusciva anche a pilotare abbastanza; finita la discesa la vela si gonfiò per il vento e, sotto le ruote, la strada correva via. Ad una curva partiva un sentiero di terra battuta che, lasciando la statale, si inoltrava per i campi, Carlo non ebbe dubbi, bisognava provare anche il fuori strada. Si stava facendo buio e ormai bisognava tornare indietro, ma a questo Carlo non aveva pensato, non solo, la carrucola si era inceppata e non riusciva ad ammainare la vela, non era possibile quindi neanche fermarsi, bisognava aspettare che calasse il vento e per adesso non se ne parlava. Per fortuna si era prtato un maglione perchè già faceva freddo e spuntavano le prime stelle; che peccato non avere mai studiato astronomia a scuola, forse si sarebbe potuto orientare con le stelle, anche se ormai si trattava solo di seguire la strada che si stava pian piano inoltrando nel bosco. Al di là della collina e poi di quell'altra ancora e ancora al di là, nella città di Non sochè, Silvia aveva passato tutta la mattina a disegnare il suo ultimo tipo di aquilone. sicuramente il negozio di giocattoli lo avrebbe comprato per farlo realizzare nel suo laboratorio e lanciarlo sul mercato per Natale. Silvia era un tipo in gamba e gli amici dicevano che era "magica" per le mille cose che riusciva a costruire con le sue mani; prima degli aquiloni, per un periodo aveva intrecciato stuoie e prima ancora lavorato il cuoio. Le piaceva imparare e inventare, ma i tanti successi non le avevano tolto la smania del provare qualcosa di più. E quel qualcosa di più era lì, pronto in soffitta ormai da una settimana, ma forse per la prima volta aveva paura. Aveva disegnato e poi costruito un piccolo deltaplano, sfruttando le sue scoperte sugli aquiloni; curandone la maneggiabilità e contando sul suo peso (era molto leggero per i suoi 15 anni) aveva prodotto un piccolo gioiello: chiuso era poco più grande di un ombrello da pastore, ma non era stato mai collaudato. Quel pomeriggio le era saltato un impegno e quindi era completamente libera, il vento era costante e certo non avrebbe piovuto, perchè indugiare ancora? La sua terrazza era molto in alto e avrebbe potuto spiccare tranquillamente il volo da lì verso i prati al limite della città. Era deciso, un biglietto alla mamma "torno tardi, non ti preoccupare", giacca a vento, blue jeans e scarpe da tennis, era già con la mano sulla maniglia della porta d'ingresso. I ragni in soffitta avevano già teso le loro tele sul deltaplano, Silvia si rammaricò di avere aspettato fino ad allora e col suo "ombrellone" sulla spalla corse sulle scale della terrazza. Il deltaplano aperto aveva dei magnifici colori, sembrava un grosso uccello tropicale. Un balzo e Silvia era già sospasa nel vento, il cuore le aveva cessato di battere per un attimo e un groppo le aveva stretto la gola al momento del salto, ma ora che il suo sguardo poteva spaziare sulla vallata, con la città già alle spalle, sprizzava felicità da tutti i pori. Stupendo, fantastico, da raccontare. Ogni tanto incontrava qualche uccello un po' stupito da quello strano animale e un po' di panico la prese quando un gabbiano pensò bene di riposarsi sulla sua ala facensola traballare un po'. Volava verso Sud, man mano scomparivano i paesi e solo il verde dei prati e quello più scuro dei boschi inframezzato dai ruscelli, colorava il paesaggio. Lentamente Silvia cominciò a scendere, avrebbe poi cercato l'indomani un'altura da cui lanciarsi per tornare, il vento era calato e non restava che trovare un rifugio per la notte. Poco distante da dove Silvia stava scrupolosamente ripiegando il suo deltaplano, sdraiato sotto una grossa quercia, Carlo riprendeva fiato, la sua macchina a vela si era finalmente fermata, gli alberi del bosco avevavo attutito il vento e piano piano rallentato la corsa. Ora non riusciva a pensare ad altro che a riposarsi, mentre davanti agli occhi gli scorrevano le immagini di quella lunga corsa. Aveva legato la sua macchina ad un albero e certo non si era posto il problema di come tornare indietro. Mentre stava così in dolce far niente uno scricchiolio di rami lo fece saltare in piedi, quale animale sarebbe comparso di lì a poco? e come difendersi? Raccolse in fretta delle pietre, ...ma che animale e animale, era un ragazzo, anzi no una ragazza. Cioè era Silvi, "Chi sei, che fai qui, da dove vieni?", le stesse domande pronunciate contemporaneamente da entrambi lo fece scoppiare a ridere. "Con calma, ricominciamo" disse Silvia e così, seduti una accanto all'altro su di un tronco caduto, cominciarono a raccontarsi le loro avventure e si interruppero solo quando il freddo della sera suggerì loro di accendere un fuoco attorno al quale riprendere i loro racconti. Scoprirono di conoscere cose diverse: Carlo, ad esempio, conosceva molte radici che raccolse per placare la loro fame e Silvia che conosceva le stelle gli mostrò le costellazioni e il modo di orientarsi con esse. Con la note sopraggiunse la stanchezza e si rannicchiarono su un letto di foglie per riposare, con la vela avevano costruito un piccolo rifugio sotto il quale dormire. L'indomani avrebbero deciso il da farsi, tornare indietro? separatamente o insieme? o magari fermarsi lì, certo con qualche soluzione migliore del rifugio, ma al notte porta consiglio. Temi: - Avventura - Competenza - Mettere insieme agli altri la propria capacità Situazioni in cui può essere utilizzato: - L'inizio di una nuova impresa, la partenza per il campo. ============================================= L/C - STORIE e RACCONTI - a cura di Carlo: carocat@tin.it ---------------------------------------------------------- IL PICCOLO FIORE ----------------- C'era e c'e' un piccolo fiore che non sboccia mai. Un giorno un bimbo piange per un giocattolo rotto, le lacrime vanno a finire sul fiore e quello sboccia. Il fiore e' molto bello e tutti lo guardano e lo vogliono, ma non e' di nessuno, e' della natura e di se stesso. Tema: rivalutare il creato e la natura. LA GROTTA DELL'EREMITA ------------------------- Tanti e tanti e tanti anni fa un vecchio viveva in una grotta, lì mangiava dormiva, insomma ci faceva tutto. Intorno alla grotta c'erano molte margherite che però non fiorivano mai. Un giorno un bambino andò nella grotta e chiese al vecchio di raccomtargli una favola, questi gliela raccontò; il bimbo l'ascoltò in silenzio e gli piacque molto. Quel giorno fiorirono le margherite. Oggi quella grotta la chiamano "grotta dell'eremita". Tema: "Tutti sono utili" nessuno deve vivere da solo. =================================================== E/G - Co.Ca - Racconto del Campo estivo memorial GianFranco Zugni a cura di Riccardo Petello: avvpettoello@tiscalinet.it ------------------------------------------------------------------ A. S. C. I. - Reparto Iseo 1 Località Balòta del Córén, 30.09 - 01.10.2000 Ai primi di settembre mi giunge inaspettata la telefonata di Flavio. Mi riferisce che, incontratosi con Toni, è scaturita l'idea di passare un fine settimana in tenda, come si usava fare da scouts, e mi chiedeva cosa ne pensassi. L'idea indubbiamente era allettante ed abbiamo fatto un giro di telefonate per sapere se altri erano disposti a partecipare all'impresa, ricevendo un discreto numero di adesioni. Mi affascina anche l'idea di ricordare GianFranco Zugni. Uno scout fino in fondo, sempre presente a tutti i campi, con un entusiasmo che è da pochi, e che la malattia ci ha rubato quando ancora era ragazzo. Rispolvero la vecchia cintura scout, allento al massimo, ma debbo rinunciare all'idea di usarla. Evidentemente ero più magro l'altro ieri, nel 1967, quando abbiamo fatto gli ultimi campi. Ho però il vecchio sacco a pelo ed anche il vecchio zaino ed infine l' alpenstock ancor più vecchio, perché eredità del primo reparto Iseo 1 che era attivo negli anni cinquanta. Né manca il vecchio cappellone. Il ritrovo è fissato a casa di Flavio per le 08.00 onde riuscire ad essere sulla strada alle 08.30. Un piccolo ritardo ci deriva dal fatto che il fornaio dove ci si è rivolti non ha ancora finito di cuocere il pane, ma alle 08.35 siamo sul piede di partenza. Ci guardiamo. Il viso di noi tutti ha qualche ruga, i capelli sono spolverati di bianco, ma gli occhi sono sereni e brillanti. Indicano l'entusiasmo che ci ha raccolti qui, pronti ad andare. Nessuno ha controllato la sua carta d'identità. Nell'ordine siamo Toni, l' anziano (come anzianità scout) del gruppo, Flavio, l'organizzatore, Luciano, Ottavio, Giancarlo, Riccardo. Toni ha il basco con lo stemma dell'Asci ed anche il cappellone, sulla manica della camicia la pattina con l'insegna Iseo 1 e lo stemma della Lombardia, come era di rigore per le vecchie divise. Giancarlo ha anche lui il basco con lo stemma dell'Asci ed in più al collo il vecchio fazzolettone blu bordato di bianco. Il cielo non promette bene, così pure le previsioni del tempo che minacciano un fine settimana all'insegna della pioggia battente. Ma tant'è, oramai abbiamo deciso. Luciano ci funge da appoggio logistico portando con l'auto vettovaglie e pentolame, nonché alcune tende di riserva, perché alcuni amici hanno annunciato che ci avrebbero raggiunti più tardi. Zaino a spalle, alle 08.45 si inizia la marcia. In località Bosine prendiamo la scorciatoia che sale sul monte e poi scendiamo, percorrendo il sentiero del Gat, sino al torrente Cortelo, dove dobbiamo prendere un'altra via. Percorriamo sentieri che fortunatamente qualcuno ha riaperto, mettendo anche, per chi non conosce i luoghi, delle indicazioni alle principali intersezioni. Non ricordavo che nel fitto del bosco vi fosse un così gran numero di sentieri. Il peso degli zaini non ci è più abituale, ma è un peso greve di splendidi ricordi. Nel frattempo piano piano incomincia a cadere la pioggia. Riparati dalle piante, risaliamo la costa del monte sino alla casina di Flavio. Qui giunti una breve colazione con pane, pancetta e tanta allegria. Ci voleva. L' entusiasmo, il cammino, la pioggerellina umida ci hanno stuzzicato l' appetito. Guardiamo dalla finestra e vediamo che la pioggia diviene più fitta. Guardiamo noi stessi ed un'ombra di rinuncia ci sfiora per un attimo. Ma che diamine, abbiamo deciso e continuiamo.Si riprende la strada sotto la pioggia, alcuni con la semplice camiciola, perché nonostante tutto si è accaldati e non si vuole sudare più di tanto. Le salamandre nere e gialle scappano davanti a noi, arrancando con quella buffa andatura tipica dei rettili, impacciati perché non usi a correre sul terreno. La boscaglia ci avvolge cupa e tenebrosa. Le piante sono ancora ricche di foglie, il sottobosco è trascurato e denso di ramaglie e spine. Il sentiero sembra snodarsi attraverso una fitta foresta, che ci avvolge misteriosa. Neppure luce sufficiente per fotografarci. La pioggia si fa insistente, ma non ce ne accorgiamo più. Passiamo accanto al baitino di Estevan e quasi decidiamo di fermarci lì a dormire, anche se le pareti non esistono. Quanto meno avremmo un tetto sicuro. Ma siamo troppo prossimi alla meta per cedere alla tentazione, non sarebbe nello spirito del campo. E poi, col sacco a pelo in terra e senza pareti, non sarebbe forse molto diverso dal dormire in tenda. Alle tredici siamo sul posto: la colma alta prima di arrivare alla croce che svetta sulla Balòta del Córén, uno spuntone di roccia schizzato fuori dal monte appena fuori dall'abitato di Iseo. Distiamo pochi minuti dalla croce, meta del nostro abituale pellegrinaggio del Venerdì Santo. Per noi è La Croce. Quante volte nel passato ci siamo attendati su questa colma. Oggi è tutta diversa, le piante sono cresciute e le loro foglie nascondono il cielo, mentre la boscaglia ha invaso quasi tutti gli spazi. Luciano si dedica al fuoco e scava la buca, per contenerlo, buca che poi verrà richiusa sopra le ceneri. Toni ed altri tirano tra le piante un grosso telo per coprire la zona pranzo. Gli altri fanno la spola all'auto, per portare le taniche dell'acqua (come se non bastasse quella dal cielo) e gli scatoloni con le provviste. La pioggia che sembrava averci abbandonati ricomincia battente quando ancora il telo non è stato tirato, ma ormai siamo alla nostra destinazione. Vengono montate le tende. Quattro per l'esattezza, per dieci posti complessivi. Altre due, che avevamo portato prudenzialmente, non vengono montate, perché non abbiamo avuto conferma da parte di alcuni amici che pareva dovessero venire. Anche le provviste, sovrabbondanti, erano state acquistate in previsione di avere, a pranzo ed a cena, la visita estemporanea di altri amici, ma la pioggia li ha sconsigliati di venire. La pioggia insiste, il telo ha creato una doccia naturale e recuperiamo l' acqua per poi utilizzarla per pulire il pentolame. Il fumo del fuoco ovviamente corre verso di noi e Luciano prepara un'altra buca, spostata di alcuni metri e vi trasferisce il fuoco. Non fa in tempo a chiudere la prima buca che il fumo già ci tiene compagnia. Il campo ha preso forma, le tende formano un semicerchio attorno alla zona giorno, dalla quale abbiamo tolto tutto lo strato di foglie (il patöss), per avere un terreno pulito e solido. Spunta anche la bandiera d'Italia. Non è mai mancata nei nostri campi scouts. Non c'è il palo per l'alzabandiera, ma la fantasia non manca. Una corda a cavallo di un ramo ed un contrappeso sotto la bandiera, sia per tenere in tensione la corda, sia per consentire alla bandiera di sventolare. E se anche il contrappeso è una mela di un bel colore rosso, frutto della fantasia vulcanica di Ottavio, non c'è alcun senso o volontà di offesa. Anzi, sorridiamo del nostro spirito giovane. Alle quindici e trenta è pronto il rancio. Cuoco il solerte Giancarlo che ha preparato spaghetti al sugo piccante, bistecche, formaggio, mele e caffè. E' stato portato anche un piccolo tavolino, ovviamente senza seggiole, per cui ci accalchiamo tutto attorno, in piedi, con i piatti fumanti. Sopra di noi il cielo bigio continua a scaricare acqua. Le foglie dei castani e delle querce lasciano filtrare ben poca luce, per cui è arduo fare delle fotografie. Necessita usare il diaframma aperto al massimo e tempi lunghi. Quasi certamente le immagini verranno mosse, ma vale la pena di tentare. Ricordi come questi non possono essere sprecati. Alle diciannove è ora di cena. Non importa se l' intervallo con il pranzo è minimo. Quello che conta è lo spirito e la voglia di comportarsi ancora da giovani, come eravamo l'altro ieri, negli ultimi campi. Il nostro cuoco prepara un ottimo minestrone di verdure, con dentro una salamina a testa, più una per Estevan, che dovrebbe raggiungerci più tardi. Mentre si cena si fa buio e si accende la lampada a gas. Le ombre ci contornano e rendono più viva di ricordi la sera. Qualche lontano canto scout ci torna alla memoria e, tutti insieme, intoniamo le vecchie strofe. La pioggia insiste e dobbiamo scavare una canaletta davanti a due delle tende, per impedire che la doccia che cade dal telo le allaghi. Soffia anche un discreto vento e d'un tratto uno degli anelli del telo si stacca, ma fortunatamente gli altri reggono e la zona pranzo non si bagna. Non sarebbe stato comunque un grande problema, perché i nostri campi alla croce sono sempre stati all'insegna della pioggia. Finalmente verso le ventuno e trenta la pioggia cessa di cadere. Ne approfittiamo per scendere alla croce e guardare gli spazi infiniti che si stendono sotto di noi. Iseo è un piccolo, luminoso presepe, le cui luci si distendono, fuori dall' abitato, sino a collegarsi ad altri piccoli presepi e poi sempre più lontano, verso l'orizzonte. Lo sguardo coglie una esplosione di fuochi d' artificio a Rovato. Li seguiamo per quasi un quarto d'ora, anche se la distanza li rende talmente piccoli da renderli quasi evanescenti. Verso nord il cielo si è aperto, si distinguono chiaramente Cassiopea ed il Piccolo Carro. Il Carro Maggiore se ne sta acquattato tra le nuvole. Altri sprazzi si aprono, più piccoli, qua e là. E' certo un buon segno. Sicuramente la pioggia ha cessato di tormentarci. Estevan non arriva, anche lui ci ha abbandonati, per cui ce ne andiamo a dormire. Sotto il sacco a pelo lo strato di foglie è un comodo e morbido materasso. La pioggia non aveva fatto in tempo a bagnarlo troppo, prima che fossero montate le tende, per cui le nostre stanche ossa non hanno neppure l'ingiuria dell'umidità. E' passata da poco la mezzanotte, quando si sente la voce di Estevan. Era stato a cantare con il coro ed aveva fatto tardi, ma la parola è parola e sia pure ad ora insolita è venuto a raggiungerci. Pare che nell'arrivare abbia temuto che cinghiali e boscaioli avessero occupato le tende cacciandoci via. Sentiva infatti grugniti cinghialeschi ed il classico rumore che fanno i boscaioli quando segano le piante. Notte tempo la pioggia riprende, a tratti, a cadere. Non è continua. Anche il vento riprende e particolarmente forte. Le tende non si scuotono. Evidentemente sappiamo ancora come montarle. Il telo invece fa da vela e continua a sbattere in modo fastidioso, ampliando il rumore del vento, e soprattutto facendo temere che si stacchi e le nostre provviste vengano allagate. Una capatina all'esterno alle prime ore del mattino consente di verificare che nulla di grave è accaduto. Il campo dorme tranquillo, la pioggia cade fine, una nebbiolina umida striscia tra le tende. Le foglie delle piante lasciano trasparire il cielo dando l'illusione che sia completamente stellato. Alle otto la sveglia. Non appena fuori dalle tende ricomincia la pioggia battente e non ci lascerà più per il resto della giornata. Gli occhi assonnati si cercano ed in tutti brilla la felicità di aver rinnovato l'amicizia nel modo forse più inconsueto, ma in fondo allo spirito per noi il più giusto. Non abbiamo di ché farci la barba, per un solo giorno non abbiamo ritenuto di portare il rasoio. Ci laviamo come fanno i gatti con il rivolo d'acqua che scende dal telo. Sotto il tavolo c'è ancora la pentola con il minestrone ormai freddo e la salamina per Estevan. Lo si riscalda e lo si serve. Non tutti apprezzano e si servono minestrone a colazione, ma poi, per tutti, ci sono biscotti, pane e marmellata, caffè addolcito con miele, latte. Come finale, inconsueto, una fetta di formaggio. Parte del minestrone viene necessariamente lasciato agli animali selvatici. La pentola in un attimo è pulita con l'acqua che cola dal telo. Alle undici ci raggiungono Franco e Diego. Non ci contavamo più. Li aspettavamo sul presto. Il fuoco arde ancora vivace. Luciano lo ha curato in modo appropriato. Le fiamme sono invitanti, ci parlano, risvegliano ricordi. Ci troviamo tutti in circolo davanti alle fiamme, in silenzio, quasi rispettosi. Per qualche attimo, un sottile velo di malinconia ci assale, poi, come è venuto, in breve scompare e torna l'allegria. Per riscaldarci prima della partenza, un buon vin brulé, fatto con i dovuti modi ed incendiato. Diversamente non sarebbe certo vin brulé. Nel frattempo Franco, che non ha fatto colazione con noi, si è cucinato un paio di salamine. Per finire, anche la torta, una crostata, accompagnata dal porto. Alle dodici viene ammainata la bandiera. Come si usa, tutti attorno per la breve cerimonia. Si ripiegano le tende che, tutte bagnate, stentano a rientrare nei loro sacchi. I cartoni delle vettovaglie sono fradici, nonostante fossero sotto il telo. Il vento notturno ha trasportato la pioggia. Avvolgiamo il tutto nei sacchi neri delle immondizie. Prepariamo gli zaini con sacchi a pelo, ricambi d'abito non utilizzati, tende. Franco ha un'idea simpaticissima. Il dosso dove ci troviamo non ha acqua ed allora, pronti, vengono seppellite tre bottiglie per i momenti difficili. Ovvio che chi ne usufruirà dovrà poi nel tempo ripristinare le scorte. Le foglie che erano state ammucchiate da un lato vengono spolverate sul terreno della zona giorno per riportare il terreno al suo stato naturale. Lo sporco viene gettato in un sacco e portato via, per non lasciare tracce maleducate. Forse l'unica traccia lasciata è parte del fuoco, perché la buca non l'ha contenuto tutto. Alle dodici e cinquanta abbiamo finito di riportare alla base logistica tutto il materiale che deve viaggiare sull'auto, ossia il tavolo, le vettovaglie rimaste (ce n'era per un battaglione), il pentolame. Lo zaino ripara la schiena dall'acqua ed il cappellone fa il resto. Solo le spalle subiscono la pioggia, ma non ha alcuna importanza. Riprendiamo i vecchi sentieri nel bosco, rivediamo qualche salamandra, e dopo un'oretta siamo nuovamente alla casina di Flavio. Franco dà dimostrazione di essere un buon cuoco, preparando tortiglioni all'amatriciana. Seguono formaggio fuso, affettati, torta e l'immancabile caffè. Sono le sedici e trenta e la nostra avventura è terminata. La pioggia è aumentata di intensità, ci stipiamo in auto e rientriamo alla base di partenza. Piccola sosta finale per un arrivederci e poi via, a casa. Buona strada fratelli. ===== Vuoi anche te "gestire" una tua rubrica insieme a noi? Non c'è niente di più semplice... Mandaci un'email e scambieremo 4 chiacchiere !!! Riccardo. === Bracchetto Scout ================= www.vnet.it/scout ...mmhh, anche per questo mese Bracchetto Scout mi ha chiesto una pausa... in realtà è che Domani, o meglio.... questa mattina (tra meno di 7 ore) devo partire per il Camo di L/C e... non ho ancora praparato nulla :P O meglio, devo "SOLO" sistemare tutto... :)) E non avendo quei 30 min. (indispesabili per creare delle nuove vignette) sono (quasi) obbligato a rimandare tutto a Settembre. === Spazio alle vostre idee ========== www.vnet.it/scout Vuoi che sia un tuo pensiero/storia/frase il messaggio del mese di Settembre? Se la risposta e' si', inviacelo via e-mail. === Visita le nostre pagine ================= www.vnet.it/scout Grazie ancora per la Tua attenzione e buona navigazione. Per segnalare errori o effettuare modifiche www.vnet.it/scout/info/mail.html Se vuoi aggiungere le tue pagine su SCOUT's ON LINE. www.vnet.it/scout/ospiti/ospiti.html Buona Strada. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ SCOUT's ON LINE - Regione Lombardia Lo scautismo in Italia: www.vnet.it/scout - rbelluco@intercom.it Gruppo Castano Primo 1 - Milano (zona Ticino-Olona) ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ SCOUT's ON LINE, in conformità con l'art.10 Legge 675/96, dichiara che: l'interessato gode dei diritti di cui all'art. 13 legge 675/96. Responsabile: SCOUT's ON LINE - 20022 Castano Primo, Mi. ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ INFOonLine e' un servizio gratuito di inoltro informazioni e segnalazioni via e-mail di SCOUT's ON LINE. 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