Fa male all’anima. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie


Fa male all’anima. «Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie»

4 ottobre 2013, San Francesco

Mentre si cercano ancora i dispersi del tragico sbarco avvenuto ieri mattina di fronte all’Isola dei Conigli di Lampedusa, nel quale hanno perso la vita centinaia di migranti, sentiamo dal cuore la necessità di esprimere la vicinanza di tutta l’Associazione al dolore delle persone e delle famiglie, sentiamo forte il richiamo a riconfermare l’impegno dell’Associazione a formare cittadini del mondo e operatori di pace e a spenderci particolarmente là dove esistono situazioni di marginalità e sfruttamento, che non rispettano la dignità della persona.

“Oggi è un giorno di pianto”, ha detto Papa Francesco da Assisi, criticando il “mondo selvaggio” a cui non importa, tra l’altro, se “tanta gente fugge dalla schiavitù, dalla fame, cercando la libertà” e “trovano la morte come è successo ieri a Lampedusa”.

“Viene la parola vergogna: è una vergogna! Parlando di pace, parlando della inumana crisi economica mondiale, che è un sintomo grande della mancanza di rispetto per l’uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell’ennesimo tragico naufragio avvenuto oggi al largo di Lampedusa. Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie. Solo una decisa collaborazione di tutti può aiutare a prevenirle”, ha concluso Sua Santità.

Ci uniamo alla preghiera della Chiesa Universale e al lutto che riguarda tutti noi da vicino.

La Capo Guida e il Capo Scout
I Presidenti del Comitato nazionale e l’Assistente Ecclesiastico generale

La tragedia del Vajont, cinquant’anni dopo.


Con il simbolico passaggio di testimone tra i soccorritori di allora e quelli di oggi, si è conclusa domenica 15 settembre la tre giorni di commemorazioni organizzata in Veneto nel cinquantennale del disastro che provocò 1910 vittime. Migliaia di volontari hanno preso parte agli appuntamenti organizzati a Longarone (Belluno) per ricordare le vittime della catastrofe, ma anche mettersi alla prova, rodando meccanismi e procedure per essere pronti di fronte a nuove emergenze.

Proprio questo aspetto, di prevenzione, preparazione e formazione dei nuovi soccorritori, ha dato il senso all’esercitazione nazionale “Nord-Est 2013”, promossa da Dipartimento di Protezione Civile, Regione Veneto e Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, insieme con le provincie autonome di Trento e Bolzano. L’obiettivo è stato mettere alla prova la capacità di risposta in emergenza delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile, a livello centrale e periferico, in uno scenario sismico simulato dopo un sisma di magnitudo 5.8, con epicentro a Tambre (Belluno).



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Esercitazione Vajont – 13/15 settembre 2013


Prevenzione, soccorso e memoria: sono i tre punti cardine della tre giorni organizzata dalla Protezione civile nei luoghi del disastro del Vajont.

La sera del 9 ottobre 1963 una grande frana si staccò dalle pendici settentrionali del monte Toc, precipitando nel bacino artificiale sottostante. La caduta nell’invaso di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e detriti generò un’onda alta più di cento metri che superò la diga e si abbatté sugli abitati della valle del Vajont, causando quasi duemila vittime.

L’evento commemorativo in programma il 13, 14 e 15 settembre 2013 è un omaggio alla solidarietà di quanti, già dopo le prime ore dal disastro, si mobilitarono per prestare soccorso ai sopravvissuti. Al centro dell’evento ci sarà un toccante passaggio di testimone tra i soccorritori di allora e i volontari di protezione civile di oggi.



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Buona Strada Giulia!


“Se avete conosciuto Giulia non piangete,
il suo sorriso vi incoraggerà a sorridere ancora”.

Sono le toccanti parole pronunciate dalla madre di Giulia Spinello dal pulpito della chiesa più che gremita di Santa Giustina in Colle dove, giovedì 6 giugno, si sono tenuti i funerali.



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