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B.-P., Dio, e la religione

 
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elfo





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MessaggioInviato: Lunedì 24 Marzo 2008, 02:41    Oggetto: B.-P., Dio, e la religione Rispondi citando

Come spunto di riflessione, particolarmente indicato per questo periodo Pasquale, oltre che per poter meglio ragionare su certi argomenti discussi spesso in questo forum, vi invito a leggere per intero il Quinto Scoglio, "Irreligiosità", di "La strada verso il successo" di Baden-Powell, di cui qui riporto alcuni stralci.

Baden-Powell, La strada verso il successo - Quinto scoglio: Irreligiosità ha scritto:

Il lato oscuro di questo scoglio è il pericolo dell'ateismo è dell'irreligiosità.
Il suo lato luminoso è la scoperta di Dio e il servizio verso gli uomini nostri fratelli. Lo studio della natura è un aiuto diretto a tale scoperta.


IRRELIGIOSITA'
Si inculca l'ateismo ai giovani.
L'irreligiosità è dominante.
La religione è essenziale alla felicità.

(...)

Molti uomini non hanno alcuna religione e non credono in Dio: sono i così detti "atei".
(...)
A parte questi anti-religiosi, c'è una quantità di persone che, senza essere in violenta opposizione alla religione, non hanno un particolare interesse ad essa.
(...)
Dio Creatore è riconosciuto dalla maggior parte delle religioni, ma le differenze nascono a proposito dell'effettivo carattere del rapporto fra il Creatore e l'anima umana.
Nel credo cristiano si insegna che Gesù Cristo venne a vivere tra gli uomini per dimostrare e far loro intendere che Dio è Amore e che i sacrifici offerti a Dio come venivano praticati dalle antiche religioni superstiziose non erano ciò che era voluto da Dio, che piuttosto esige il sacrificio di sé stessi e il servizio per amor Suo.

La religione è indispensabile alla felicità
Se vuoi veramente intraprendere la tua strada verso il successo, cioè verso la felicità, non devi soltanto evitare di farti ingannare dai ciarlatani antireligiosi, ma devi dare una base religiosa alla tua vita.
Non si tratta solo di frequentare la chiesa o di conoscere la storia della Bibbia o di comprendere la teologia. Molti uomini sono sinceramente religiosi quasi senza saperlo e senza avere studiato. La religione molto brevemente esposta significa:
Primo: Sapere chi e cosa è Dio
Secondo: Utilizzare al meglio la vita che Egli ci ha dato e fare quanto Egli aspetta da noi. Ciò consiste soprattutto nel fare qualcosa per gli altri.
Questo dovrebbe essere il tuo credo, non come argomento di meditazione riservato alle domeniche, ma come qualcosa che tu devi vivere in ogni ora e fase della tua vita quotidiana.
Come passi per raggiungere i due punti suddetti ed evitare l'ateismo ci sono due cose che ti raccomando di fare.
La prima è di leggere quell'antico e meraviglioso libro che è la Bibbia, nella quale scoprirai, oltre alla rivelazione divina, un compendio meravigliosamente interessante di storia, di poesia e di morale.
La seconda è di leggere un altro vecchio libro meraviglioso: quello della natura, e di vedere e studiare tutto quanto puoi delle bellezze e dei misteri che essa ti offre per la tua gioia. E quindi rifletti al modo con cui puoi meglio servire Dio finché ancora possiedi la vita che Egli ti ha prestato.

(...)

Spero di non essere frainteso. Non suggerisco lo studio della Natura come forma di culto o un surrogato della religione, ma sostengo che, in certi casi, capire la natura è un primo passo verso la religione.

(...)

Solo nelle Ande
Nelle Ande, un mattino prima dell'alba, mi misi in cammino da solo per scalare il fianco di una montagna.
(...)
E ben presto, come mi guardavo intorno, tutte le cime, l'una dopo l'altra, si rivestirono del rosa radioso dell'aurora.
Sentivo che ciò era troppo perché potesse essere afferrato da una sola piccola mente mortale; ero un intruso in un luogo sacro. Era qualcosa di arcano e al di là delle mie facoltà essere lassù a contemplare il risveglio della natura. Nulla poteva collegare quella scena divina alla vita degli uomini che avevo lasciato laggiù sotto di me nell'oscurità.
Continuai ad avanzare inciampando, sgomento fin quasi al terrore per tutto ciò, quando, proprio nel momento in cui avevo più bisogno di un contatto col mondo umano, sull'altura successiva si drizzò davanti a me una figura: la figura del "Cristo Redentore".
Non era il corpo sofferente che si vede di solito sospeso alla Croce, ma un Essere grande, generoso, dall'ampia veste ondeggiante e con le braccia protettrici aperte in un gesto accogliente.
Una bella statua, felicemente situata là allo scopo di segnare la frontiera e come segno di pace perpetua fra l'Argentina e il Cile, ma ancor meglio collocata di quel che non avesse inteso lo scultore, poiché in quel luogo offriva un tangibile legame tra l'umano e il divino, legame che Cristo, nella Sua ora, era venuto sulla terra ad offrire.
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elfo





Registrato: 05/03/07 11:40
Messaggi: 1399

MessaggioInviato: Sabato 29 Marzo 2008, 15:14    Oggetto: Rispondi citando

Aggiungo oggi un altro scritto di B.-P., stavolta tratto dal Libro dei Capi (Aids to Scoutmastership), in cui tratta del rapporto tra scautismo e religione.

Da notare come si rivolga sia ai Gruppi (allora solo Reparti) monoconfessionali che pluriconfessionali.

Baden-Powell, Il libro dei Capi ha scritto:

L'atteggiamento del movimento scout nei confronti della religione, approvato dai Capi di tutte le confessioni religiose che fanno parte dei nostro Consiglio, è il seguente:

a) Ogni Scout è tenuto ad appartenere ad una religione e a seguirne il culto;
b) se gli Scout di un Reparto appartengono tutti ad una religione, è bene che il Capo Reparto organizzi quelle manifestazioni di culto e quell'istruzione religiosa che egli riterrà opportuno, previo accordo con l'Assistente Ecclesiastico od altra autorità di quella data religione;
c) se un Reparto è formato da Scouts appartenenti a confessioni differenti, essi devono essere incoraggiati ad assistere alle manifestazioni di culto della propria religione. In tal caso al campo ogni forma di preghiera quotidiana e di servizio divino settimanale deve essere semplificata al massimo, e la presenza di ciascuno facoltativa.

Se il Capo prende queste direttive come guida non potrà commettere errori gravi.

[...]

La religione si può solo cogliere d'intuito, non insegnare.

Non è un abito esteriore da indossare per la domenica. E' una vera e propria parte del carattere del ragazzo, uno sviluppo della sua anima, e non un rivestimento esterno che può staccarsi. E' una questione di personalità, di convinzioni interiori, non di istruzione.

Sulla base di un'esperienza personale discretamente ampia, avendo avuto migliaia di giovani per le mani, mi sono convinto che oggi le azioni di un grandissimo numero dei nostri giovano non sono guidate che in minima parte da convinzioni religiose. In gran parte ciò può attribiursi al fato che nella formazione religiosa del ragazzo ci si è preoccupati di istruirlo anziché di educarlo.

La conseguenza è che nel corso di studio della Bibbia o nella scuola domenicale di catechismo i ragazzi migliori hanno afferrato il concetto ma, in molti casi, preoccupati com'erano di raggiungere la perfezione nella lettera, si sono lasciati sfuggire lo spirito, e sono diventati fanatici della mentalità ristretta.
Dall'altro canto la maggioranza, che non si è mai veramente interessata a fondo, appena lasciata la classe o la scuola scivola nell'indifferenza o nell'irreligione, e non vi sarà nessuno a trattenerla nel momento critico della vita del giovane, cioè dai diciotto ai ventiquattro anni.

[...]

Per fortuna noi abbiamo tra i nostri Capi persone eccezionalmente qualificate per questo compito; ma ce ne devono essere anche parecchi che non sono sicuri di avere le doti necessarie. Se un Capo ritiene che questo sia il suo caso, farà bene a procurarsi per il suo Reparto l'aiuto di un Assistente Ecclesiastico o di un altro catechista esperto.

[...]

Nei Reparti composti da Scouts appartenenti alla stessa religione c'è, di solito, un Assistente di Reparto, ed il Capo Reparto lo consulterà su ogni questione relativa all'insegnamento religioso. Per la formazione religiosa del Reparto si potranno organizzare azioni liturgiche o meditazioni, tenendo presente che si tratta di manifestazioni scout rivolte all'adorazione di Dio ed all'acquisto di una maggior consapevolezza della Legge e della Promessa scout, e perciò da intendersi in aggiunta ai regolari servizi religiosi e non in sostituzione di essi.

Molti dei nostri Reparti tuttavia sono pluriconfessionali, formati cioè da ragazzi appartenenti a diverse confessioni religiose. In tali casi occorre inviare i ragazzi ai ministri di culto delle rispettive religioni, in modo che ne ricevano l'istruzione religiosa.

Altri Reparti, situati in quartieri poveri od in zone depresse, hanno ragazzi che praticamente non appartengono a nessuna religione, e l'aiuto dei genitori è scarso o nullo. [...] Anche qui lo Scautismo viene in aiuto all'insegnante in forma molto pratica, ed ha già dato risultati estremamente soddisfacenti.
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BOBOMAN



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MessaggioInviato: Domenica 30 Marzo 2008, 01:00    Oggetto: Rispondi citando

Elfo hai fatto citazioni appropriate e giuste,ti / Vi prego però di far attenzione a non incastrare i pezzi del puzzle "a forza",
per una lettura giusta e critica bisogna anche seguire il percorso metodologico di B.-P. e dare un filo di sviluppo sia cronologico che logico.
Mi è stato rinfacciato ,2 coche fa ,un pensiero di B.-P. sulla funzione del M.S.("capo") ribattendomi che "B.-P. nel "libro dei Capi " ha detto....." il problema che B.-P. dal 1907 (e prima....visto che era presidente della B.B.) al 41 ha fatto un percorso lungo e tortuoso ......una vita di Scoutismo.
Un esempio per tutti nel libro citato dice che la Truppa non dovrebbe superare i 32.....e molti citano questo fatto senza però contare che questo lo dice tra il 15 ed il 20(20 anno di pubblicazione) mentre ,non molti anni dopo ,con "gli esperimenti" di Gilwell concorda con la "Regola aurea" del 6 X 6+2.....con quindi una truppa di 48....esempio banale e "solo" metodologico ma come questo molti altri....
Dopo cio che tu hai citato ,di cui comunque mantiene in linea generale il concetto principale,aprii una discussione sull'ateismo non come non scelta o mancanza di un qualcosa ma come una libera scelta di concetto...aprendo il capitolo e l'esperienza degli Outlanders.
Quello che Vi chiedo è di non citare "alla bisogna",perchè comunque Pete era un uomo e come tutti gli uomini che cosi si possono chiamare,fece un cammino.....e su molte cose/opinioni cambio anche opinione...magari non drasticamente,ma aggiustando il tiro ...si.

Fraternamente

Snoaring Bear

Orso Ronfante

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elfo





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MessaggioInviato: Domenica 30 Marzo 2008, 08:12    Oggetto: Rispondi citando

BOBOMAN ha scritto:

Quello che Vi chiedo è di non citare "alla bisogna",perchè comunque Pete era un uomo e come tutti gli uomini che cosi si possono chiamare,fece un cammino.....e su molte cose/opinioni cambio anche opinione...magari non drasticamente,ma aggiustando il tiro ...si.


Non ho citato "alla bisogna", estrapolando frasi dal contesto. Anzi, ho praticamente citato interi capitoli eliminando alcune frasi di collegamento o nel caso di "Solo nelle Ande" una narrazione affascinante ma che poco aggiunge al concetto, e comunque invitando alla lettura del testo completo.

Mi sembra che ultimamente B.-P. dia "fastidio". Si sta facendo addirittura del revisionismo e c'è chi attribuisce idee a B.-P. senza neppure prendersi l'impiccio di "citare alla bisogna", ma semplicemente inventando di sana pianta: in un altro thread è stato perfino scritto che non parlava di Dio ma genericamente di spiritualità, modificando il pensiero di B.-P. e la realtà storica alla "moda" corrente. Su questioni importanti come la religione non mi risulta abbia mai cambiato idea e sicuramente le considerava fondamentali tanto da dedicarvi capitoli interi nei testi fondamentali dedicati allo scautismo. Capitoli che avrebbe avuto tutto il tempo di riscrivere nelle decine di edizioni e revisioni dei suoi libri. Peraltro tu stesso riconosci che al massimo abbia "aggiustato il tiro". Dalla religiosità all'ateismo o irreligiosità che aborriva c'è proprio un cambio drastico, non certo un aggiustamento di tiro.

Vedrete che di questo passo, un pezzo alla volta, si smonterà tutto ciò che non piace a qualche gruppo di persone, e saremo soltanto delle persone che dormono in tenda e portano addosso un sacco di distintivi.

Poi ognuno è libero di campeggiare a modo suo, ma non chiamatelo scautismo.
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Domenica 30 Marzo 2008, 12:39    Oggetto: Rispondi citando

mi farebbe sinceramente piacere sapere a che interventi ti riferisci quando affermi,
elfo ha scritto:
...c'è chi attribuisce idee a B.-P. senza neppure prendersi l'impiccio di "citare alla bisogna", ma semplicemente inventando di sana pianta: in un altro thread è stato perfino scritto che non parlava di Dio ma genericamente di spiritualità...
in quanto ho partecipato attivamente a quei thread e onestamente non mi ricordo affermazioni del genere.
elfo ha scritto:
Mi sembra che ultimamente B.-P. dia "fastidio". Si sta facendo addirittura del revisionismo e.... modificando il pensiero di B.-P. e la realtà storica alla "moda" corrente.
Personalmente B.-P. non mi dà alcun fastidio, anzi è esattamente il contrario. Non modifico il suo pensiero, esprimo il mio. Sono ben cosciente che tra il suo e il mio ci sono delle differenze a volte anche piuttosto importanti. Non lo faccio per moda, ma perché mi hanno insegnato a dire quello che penso in tutta onestà
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elfo





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MessaggioInviato: Domenica 30 Marzo 2008, 14:56    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
in quanto ho partecipato attivamente a quei thread e onestamente non mi ricordo affermazioni del genere.


Non l'ho citato di proposito per evitare che sembrasse un attacco personale, mentre il mio vuol essere un discorso più generico, per tutti incluso me stesso; ma dal momento che me lo chiedi, il thread è nuova promessa cngei, e il passaggio è il seguente:

Sentry ha scritto:

trovo che "spiritualità" al posto di "Dio" in un'associazione aconfessionale ed aperta a tutti (più dell'AGESCI, che si voglia o no!) sia un bel passo avanti! E tutto sommato non è poi così lontano dall'intento BPiano che ha sempre parlato di spiritualità scout.
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paciock87



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MessaggioInviato: Lunedì 31 Marzo 2008, 13:23    Oggetto: Rispondi citando

Dio, spiritualità, religione... Giochi di parole inutili... Credere in Dio, oppure avere una spiritualità, oppure appartenere ad una religione vuoldire aderire ad un sistema di valori morali e rispettarli, vuoldire ringraziare "qualcosa" per tutti quello che circonda per essere sempre grati della propria vita e non dare per scontato nulla, vuoldire pregare per il bene degli altri che implica pensare tanto al prossimo, vuoldire riflettere, vuoldire confrontarsi con un modello di valori, vuoldire semplicemente credere...

Di certo da Capo questo è quello che mi interessa passare ai miei bimbi, non quale sia la verità assoluta o a convincerli ad aderire al cristianesimo... Non è che ateo è brutto, però secondo me un ragazzo o una persona che si dichiara atea perde non solo un'opportunità di crescere ma anche un'occasione di fare del proprio meglio... E non penso che qualcuno possa fare del proprio meglio senza sapere cosa è "il meglio"...
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Lunedì 31 Marzo 2008, 21:45    Oggetto: Rispondi citando

paciock87 ha scritto:
... un ragazzo o una persona che si dichiara atea perde non solo un'opportunità di crescere ma anche un'occasione di fare del proprio meglio... E non penso che qualcuno possa fare del proprio meglio senza sapere cosa è "il meglio"...
non è che uno si dichiara ateo. Uno è ateo o non lo è. Se lo è, dichiararsi ateo è, per lo meno, leale e non ipocrita. E questo è, se non altro, proprio quello che deve fare, E' il meglio. Sicuramente se lo fa per moda o altro hai perfettamente ragione. A dire il vero questo discorso lo puoi applicare benissimo anche a tanti che si dicono credenti.
Per quanto riguarda "FARE DEL NOSTRO MEGLIO", tutti noi cerchiamo di farlo senza sapere, onestamente, se slo stiamo facendo, nessuno sa che cosa è il meglio da un punto di vista umano. Al limite possiamo credere, e non sapere, nel Sommo Bene che identifichiamo con Dio
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