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divorzio
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 08:40    Oggetto: Rispondi citando

Scusate se utilizzo questo topic per tornare un momento al problema del divorzio (che sento particolarmente vivo perchè non lo trovo coerente)...
Se:
Citazione:
l'abolizione del limbo non è un fatto solo teorico bensì "un problema pastorale urgente", perché il numero dei bimbi morti senza battesimo è in aumento sia perché molti genitori non sono cattolici sia perché molti piccoli sono "vittime di aborti".

E se è vero che:
1) Il matrimonio è un Sacramento
2) E' un problema pastorale urgente
3) Il numero dei divorzi è in aumento

E se è vero che:
Citazione:
la misericordia di Dio è più grande anche del peccato originale non sanato dal battesimo.


Ne deriva che in presenza di un sempre maggior numero di divorzi (Sacramento), si ha un problema pastorale urgente, e dato che la misericordia di Dio è più grande di ogni cosa, mi domando PERCHE' la Chiesa Cattolica su questo argomento non riesca a trovare una soluzione come ha fatto con l'argomento del topic.
In fondo non dimentichiamo che:
Citazione:
...lo si è fatto perché quelle "verità" erano state messe in discussione in maniera pesante...

Oggi non sono pochi, anche tra i sacerdoti, coloro che mettono in dubbio una verità come l'indissolubilità del matrimonio.
Infine:
Citazione:
se la Chiesa si metesse a spiegare ogni dubbio che viene in mente ad un fedele in maniera ufficiale non smetterebbe più, si occupa quindi delle cose di interesse comune

Su questo sono in disaccordo. La Chiesa ha il dovere di spiegare e rendere coerente ogni dubbio che possa venire al fedele. Non siamo nel Medioevo e nessuno beve più certe cose.
E' proprio su questo terreno che la Chiesa perde consensi: spesso non c'è alcuna coerenza!
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babbolupo37



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Messaggi: 3
Residenza: giungla

MessaggioInviato: Lunedì 28 Mag 2007, 21:50    Oggetto: Rispondi citando

vi ringrazio x gli auguri e pergo il Signore di ...darmi un colpetto in testa se dovessi diventare un mammuth in associazione .
senza entrae nel merito del divorzio ma il matrimonio , l?eucarestia e la morte in croce sono le tre cose a cui gli apostoli opposero un netto rifiuto .
nel corso dei secoli il matrimonio cristiano è sempre stato messo in secondo /terzo piano dalla classe sacerdotale ma non dimentichiamo che Dio è Trino , Gesù è nato in una famiglia normale , pietro era sposato e degli altri apostoli non si dice se fossero sposati o meno.... comunque se qualcuno vuol mandare anche delle mail x approfondire il tutto fornerfortunato@alice.it oppure posso anche rispondere sul forum
io sono 45 anni che sono sposato e lo trovo normale . i problemi della vita si affrontano in due ..anzi in tre c'è anche LUi babbo lupo
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Gerri



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Registrato: 21/09/05 20:08
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Residenza: Giungla Anconetana

MessaggioInviato: Lunedì 28 Mag 2007, 23:01    Oggetto: Rispondi citando

mi spiace vedera la faziosità in televisione, leggerla sui giornali e trovarla in internet, e mi spiace ancora più trovarla in ambiente scout....

unomodelbosco, dove vuoi arrivare?
perché ormai è chiaro che vuoi arrivare a qualcosa in quanto, a queste domande è stato già risposto... comincio a credere che tu voglia solosuscitare una reazione, e questo sinceramente mi delude...

il teorema si risolve da se:
1) Il matrimonio è un Sacramento
2) E' un problema pastorale urgente
3) Il numero dei divorzi è in aumento

dici che la chiesa dovrebbe prendere provvedimenti come ha fatto con il limbo...

ecco: lasci intendere che la Chiesa per arginare il problema dei bambini non battezzati abbia abolito il limbo, quando, sappiamo tutti, non è così...
lo "affrontare il problema" da parte della chiesa è stato semplicemente un riaffermare che i bambini non battezzati non hanno colpa, e in quanti "vittime innocenti" sono accolte in paradiso (se vi prendeste la briga di andare a messa un po' più spesso vi sareste accorti che esiste una festività apposita della novena di Natale, ed esiste da parecchio tempo, ma si preferisce criticare cose di cui non si sa quasi nulla invece di informarsi)...

Il problema del divorzio è una cosa del tutto diversa, che va affrontata con tutt'altre modalità, e che, all'interno della Chiesa, si sta affrontando... con tempi opportuni...

Citazione:
la misericordia di Dio è più grande anche del peccato originale non sanato dal battesimo.
il fatto che Dio perdoni una cosa non significa che ciò sia giusta, altrimenti tutto sarebbe lecito... quindi questo non deve indurre a legittimare proprio nulla...

Citazione:
Oggi non sono pochi, anche tra i sacerdoti, coloro che mettono in dubbio una verità come l'indissolubilità del matrimonio
scusa ma questa è una enorme idiozia... il matrimonio, come OGNI sacramento, è indissolubile... altimenti non sarebbe un sacramento...
"Non osi l'uomo sciogliere ciò che Dio ha unito", mi sembra piuttosto chiaro...
Il problema in caso sarebbe diverso, ovvero ammettere una "seconda unione" ma credo che chi conosce "le cose di Dio e della Chiesa" non si sognerebbe mai di sciogliere la prima...
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Gerri



Età: 38
Segno zodiacale: Toro
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Residenza: Giungla Anconetana

MessaggioInviato: Lunedì 28 Mag 2007, 23:10    Oggetto: Rispondi citando

babbolupo37 ha scritto:
vi ringrazio x gli auguri e pergo il Signore di ...darmi un colpetto in testa se dovessi diventare un mammuth in associazione .
senza entrae nel merito del divorzio ma il matrimonio , l?eucarestia e la morte in croce sono le tre cose a cui gli apostoli opposero un netto rifiuto .
nel corso dei secoli il matrimonio cristiano è sempre stato messo in secondo /terzo piano dalla classe sacerdotale ma non dimentichiamo che Dio è Trino , Gesù è nato in una famiglia normale , pietro era sposato e degli altri apostoli non si dice se fossero sposati o meno.... comunque se qualcuno vuol mandare anche delle mail x approfondire il tutto fornerfortunato@alice.it oppure posso anche rispondere sul forum
io sono 45 anni che sono sposato e lo trovo normale . i problemi della vita si affrontano in due ..anzi in tre c'è anche LUi babbo lupo

sinceramente ho capito poco, forse sono davvero stanco...

Che Pietro fosse sposato cosa c'entra?
Il fatto che i sacerdoti non si sposino non è un dogma, la Chiesa Cattolica non ha mai affermato che una persona che si accosta al sacramento dell'ordine non abbia il diritto di sposarsi, infatti all'interno della Chiesa Cattolica sono innumerevoli i sacerdoti sposati...
Quello del celibato sacerdotale non è un voto (quelli sono "povertà, castità ed obbedienza) bensì una "promessa" fatta dal sacerdote al vescovo, e non perché sia incompatibile con il sacramento dell'ordine, ma ritenuto incompatibile con il servizio pastolare, così il sacerdote all'ordinazione "promette" al proprio vescovo di dedicarsi totalmente alla comunità, e rinuncia a sposarsi...
questo avviene per causa interne alla NOSTRA società dove non si ritiene fattibile per una persona essere parroco+padre di famiglia, in quanto si ritiene che si farebbero male entrambe le cose....
in altre società (ad esempio la chiesa cattolica di rito orientale: dal danubio al volga per intendersi) le persone sposate possono diventare sacerdoti (guarda il caso il padre dell'Assistente Ecclesiale Federale FSE (slovacco) era (R.I.P.) un prete cattolico!!!)

per il resto, aspetto che tu ti spiega meglio, in quanto "secondo terz'ordine" non ho capito a cosa ti riferisca...
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Martedì 29 Mag 2007, 08:21    Oggetto: Rispondi citando

Gerri ha scritto:
Citazione:
Oggi non sono pochi, anche tra i sacerdoti, coloro che mettono in dubbio una verità come l'indissolubilità del matrimonio
scusa ma questa è una enorme idiozia... il matrimonio, come OGNI sacramento, è indissolubile... altimenti non sarebbe un sacramento...

Mi spiace che tu la prenda così, dato che non è una idiozia. E non lo è in quanto, come già detto in altro topic, il parroco al quale mi sono rivolto per avere lumi mi ha citato questo passo:
"Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo 16:19).
Dicendomi che FORSE non dovremmo [la Chiesa] essere così rigidi, in quanto Gesù stesso rispose che è possibile sciogliere in alcuni casi: (Matteo) Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: E lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?. Ed egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Cosi che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi. Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e di mandarla via'?. Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu cosi. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra, commette adulterio .
Come vedi non invento nulla, non è una idiozia, sono dubbi dello stesso parroco, e per altri cristiani, infatti, non è un Sacramento (per esempio i protestanti)
Citazione:
Citazione:
la misericordia di Dio è più grande anche del peccato originale non sanato dal battesimo.
il fatto che Dio perdoni una cosa non significa che ciò sia giusta, altrimenti tutto sarebbe lecito... quindi questo non deve indurre a legittimare proprio nulla...

Dove ho detto che sia giusto? Dico però che se Dio è più grande (e perdona) il peccato originale, non vedo perchè non debba valere anche per il divorzio.
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Gerri



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MessaggioInviato: Martedì 29 Mag 2007, 10:47    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
"Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo 16:19).

Ciò significa che Gesù promise a Pietro (= papa = magistero) la capacità di discernere il bene dal male, secondo i tempi che cambiano...
La Chiesa può cambiare le cose, ma se lo ritiene giusto, non solo perché ci sono tanti divorzi.... non stiamo parlando di condoni

Citazione:
Dico però che se Dio è più grande (e perdona) il peccato originale, non vedo perchè non debba valere anche per il divorzio.
che Dio perdoni è indubbio, ma non confondiamo ciò che è giusto con ciò che è perdonato...
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Martedì 29 Mag 2007, 11:09    Oggetto: Rispondi citando

Gerri ha scritto:
Ciò significa che Gesù promise a Pietro (= papa = magistero) la capacità di discernere il bene dal male, secondo i tempi che cambiano...
La Chiesa può cambiare le cose, ma se lo ritiene giusto, non solo perché ci sono tanti divorzi.... non stiamo parlando di condoni


Guarda: nonostante la mia condizione mi trovi d'accordo.
Quello che non capisco è l'incapacità di discernere tra chi subisce un torto (male) e chi lo provoca al coniuge.
In questo senso la Chiesa è parecchio miope e non è in grado di dividere. Se è vero che il Papa ha la capacità di discernere il bene dal male, non vedo dove sia l'impedimento a riconoscere che c'è una enorme differenza tra chi viene travolto contro la sua volontà e chi provoca la frana conscio di quel che viene dietro.
Non stiamo parlando di condoni,è vero, ma stiamo parlando di ergastolo a innocenti il che mi sembra altrettanto ingiusto.
A meno che tu non trovi coerente sostenere che la Salvezza passa attraverso l'Eucarestia e poi negarla al divorziato innocente nello stesso modo nel quale la si nega al colpevole.
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Gerri



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Residenza: Giungla Anconetana

MessaggioInviato: Martedì 29 Mag 2007, 11:50    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Quello che non capisco è l'incapacità di discernere tra chi subisce un torto (male) e chi lo provoca al coniuge.
[...] non vedo dove sia l'impedimento a riconoscere che c'è una enorme differenza tra chi viene travolto contro la sua volontà e chi provoca la frana conscio di quel che viene dietro. [...]
A meno che tu non trovi coerente sostenere che la Salvezza passa attraverso l'Eucarestia e poi negarla al divorziato innocente nello stesso modo nel quale la si nega al colpevole.

Le differenze tra chi abbandona e chi viene abbandonato ci sono...
La Chiesa non nega la comunione a chi è stato abbandonato, ma a chi sceglie la via di una nuova unione...
Può sembrare una cosa molto dura, ma il fatto è che per accostarsi all'eucarestia il fedele dovrebbe essere "in grazia di Dio", ovvero non aver commesso peccati cosidetti "mortali" (salvo confessione) o essere in una situazione di "peccato costante", ovvero situazione in cui si fa sempre lo stesso peccato del quale non ci si pente e non si ha intenzione di smettere...
Il fatto che l'Eucarestia salvi non viene solo dal fatto che "il pane di vita" renda santi, ma dal fatto che per accostarsi a quel pane bisogna essere in "grazia di Dio", e il desiderio di accostarcisi dovrebbe quindi spingere al bene...
Il fatto che il "risposato" non faccoa la comunione stona perché è l'unico, in realtà non dovrebbe essere così, tutte le persone che non sono in grazia di Dio non dovrebbero fare la comunione, eppure la fanno.. però molte persone con l'amante, o che portano avanti una attività fraudolenta, o che vivono nell'inganno della legge e della giustizia si alzano e fanno la comunione... c'è dellipocrisia, sono d'accordo, c'è in tutte queste persone che si fingono nel bene sapendo che agli occhi della chiesa sono nel peccato, eppure a loro non importa... ...il risposato a differenza loro ha la sventura che il suo "peccato" è pubblico, tutti lo sanno, è un "atto pubblico", e quindi tutti sanno del suo stato di "non grazia"...

Dare la comunione ad un risposato non sarebbe semplicemente un "perdonare" e "chiudere un occhio", ma lo stabilire che non è vero che lui "non è in grazia di Dio" perché il suo non è adulterio, quindi non è peccato, e quindi lui non vive in una situazione di peccato continuo...
Ci si sta chiedendo se si possa parlare di adulterio riguardo una persona che viene abbandonata...
Il problema è però un problema spinoso: da una parte ci si chiede se legittimare il diritto di rifarsi una vita, dall'altra ce la paura di legittimare un atteggiamento rinunciatario nel ricucire il vecchio strappo...
La speranza della chiesa è sempre quella che un matrimonio che entra in crisi, da questa crisi ne esca... e il tentativo è sempre quello di recuperare la vecchia unione, il coniuge abbandonato dovrebbe cercare di riavvicinarsi o far riavvicinare l'altro (perché se una unione crolla, nel 99,99% dei casi, la colpa è di entrammbi), con un atto del genere si rischierebbe di instaurare il meccanismo del "te ne vuoi andare, allora vattene!" decisamente poco cristiano...

Il discorso è "bisogna fare di tutto per ricucire un matrimonio", la domanda è "è sempre possibile fare qualcosa"?
su questo la chiesa si interroga, ma serve tempo...

Poi "dove non arriva la Chiesa (o dove arriva tardi) arriva la misericordia di Dio, che ognuno viva secondo coscienza e secondo la parola, e il Padre gliene darà merito", basta che non sia una scelta di comodo...
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Martedì 29 Mag 2007, 13:38    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Le differenze tra chi abbandona e chi viene abbandonato ci sono...
La Chiesa non nega la comunione a chi è stato abbandonato, ma a chi sceglie la via di una nuova unione...


Questo non mi risulta.
Per quel che ne so io la rottura dall'unione mette tutti e due nel peccato, se ne sai più di me in merito aspetto informazioni più circostanziate.

Citazione:
Può sembrare una cosa molto dura, ma il fatto è che per accostarsi all'eucarestia il fedele dovrebbe essere "in grazia di Dio", ovvero non aver commesso peccati cosidetti "mortali" (salvo confessione)


Ti riferisci a quella confessione accordata ad una donna che ha abortito e che poi si pente? O al divorziato che può anche pentirsi della cosa fatta ma che non ha modo di porvi rimedio nemmeno attraverso la confessione? (E poi di che avrebbe da pentirsi colui che subisce?)
A me non sembra una cosa molto dura, a me sembra una cosa molto ingiusta.
Per la Chiesa sembrerebbe meno grave un aborto che non un divorzio.
Citazione:
...il risposato a differenza loro ha la sventura che il suo "peccato" è pubblico, tutti lo sanno, è un "atto pubblico", e quindi tutti sanno del suo stato di "non grazia"...

Perfettamente d'accordo, e la Chiesa accetta questo stato di ipocrisia? A me sembra di si, altrimenti non ci sarebbero più fedeli, così è molto più facile sanzionare chi è in bella vista.
Citazione:
(perché se una unione crolla, nel 99,99% dei casi, la colpa è di entrammbi)

Queste sono le solite frasi fatte che addolorano...Ti scriverò in privato alcune cose di me...

Citazione:
Poi "dove non arriva la Chiesa (o dove arriva tardi) arriva la misericordia di Dio, che ognuno viva secondo coscienza e secondo la parola, e il Padre gliene darà merito", basta che non sia una scelta di comodo

Non sono d'accordo. Il parroco mi disse che una nuova famiglia non sposata non avrà la forma del matrimonio ma ne ha la sostanza se portata avanti come se lo fosse.
Potrei essere d'accordo, e finita lì la cosa, me la vedrei con il Signore che giudicherà se la mia sia stata o meno una scelta di comodo.
Ma non mi sta bene.
La Chiesa ha il dovere di trovare il modo di riammettere ai Sacramenti colui il quale non ha colpe, altrimenti si comporta scagliando la pietra contro agli innocenti. E non credo che la Chiesa sia in grado di farlo per prima.
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frageorges





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MessaggioInviato: Mercoledì 30 Mag 2007, 15:52    Oggetto: Rispondi citando

Quello che dice Gerri è giusto:
1) il divorzio è un peccato, ma solo chi lo causa ne è colpevole, non chi lo subisce. Chi subisce un divorzio non ha colpe e la Chiesa non gliene attribuisce (poi farà lui l'esame di coscienza su come ha condotto il suo matrimonio).
2) convivere con una persona con cui non si è sposati (comunemente si dice "risposarsi") è ovviamente un peccato, chi lo fa ne ha la responsabilità. Per ottenere l'assoluzione, come per tutti i peccati (non ci sono favoritismi per gli altri peccati) deve esserne pentito e avere l'intenzione di abbandonare la situazione di peccato (rompere la nuova unione). Non è così raro (mi si dice) il caso in cui si neghi l'assoluzione per altri peccati per cui non c'è il pentimento.

Ovviamente la richiesta di rompere la nuova unione è durissima, eppure è la richiesta che si fa per tutti i peccati. Ma il sacramento della penitenza non è tanto un perdono quanto la "celebrazione della conversione" e quindi di un cambiamento di vita radicale che viene chiesto a tutti quelli che si confessano. Del resto la santità è una meta alta ed in un certo senso "eroica", anche nell'ordinarietà della vita.

Infine mi ricordo che quando uno si sposa dice "finché morte non ci separi" e non "finché non mi lasci". Sono parole pesanti ma forse è questa radicalità che dà spessore all'amore; quando uno si sposa promette fedeltà anche oltre l'abbandono e questo è un amore che vince la morte come quello di Gesù per la sua Chiesa.
Se Gesù ci amasse solo finché non lo molliamo, sarebbe un amore che dura poco, e probabilmente il cristianesimo sarebbe già finito da tempo: il matrimonio deve testimoniare questo tipo di amore.

Per concludere dice il vangelo di Giovanni (6,60.67): Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltat, dissero: <<Questo linguaggio è duro: chi può intenderlo?>>... Disse allora Gesù ai Dodici: <<Forse anche voi volete andarvene?>>.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Mercoledì 30 Mag 2007, 17:09    Oggetto: Rispondi citando

frageorges ha scritto:
1) il divorzio è un peccato, ma solo chi lo causa ne è colpevole, non chi lo subisce. Chi subisce un divorzio non ha colpe e la Chiesa non gliene attribuisce (poi farà lui l'esame di coscienza su come ha condotto il suo matrimonio).

Già...in teoria...
Anche nel caso estremo che le colpe siano al 100% di chi abbandona, chi definisce chi ha e chi no le colpe?
Se io decido in piena coscienza, dopo 1.000 elucubrazioni, 1.000 tentativi, 1.000 notti insonni di non avere colpe, posso allora accostarmi al'Eucarestia?
Mi sembra non sia così.

Citazione:
Per ottenere l'assoluzione, come per tutti i peccati (non ci sono favoritismi per gli altri peccati) deve esserne pentito e avere l'intenzione di abbandonare la situazione di peccato (rompere la nuova unione).

A parte il fatto che se i componenti di una nuova unione si comportano da Cristiani (eccetto l'Eucarestia, che, detto per inciso, mi sembra una punizione: viene interdetto l'accesso alla salvezza attraverso l'Eucarestia) sono Cristiani in tutto perchè battezzati, mi domando: a che serve?
Di più: se hanno figli, e li allevano in seno alla Chiesa, una richiesta del genere non è senza senso?

Citazione:
Ovviamente la richiesta di rompere la nuova unione è durissima, eppure è la richiesta che si fa per tutti i peccati

In teoria. Ci sono peccati conosciuti solo Dio e al peccatore, a differenza del divorzio che è alla luce del sole.
E se è così come fa un sacerdote a negare l'Eucarestia a colui che non conosce?

Citazione:
Infine mi ricordo che quando uno si sposa dice "finché morte non ci separi" e non "finché non mi lasci".

Ci sono interessanti teorie teologiche anche su questo punto, riferite alla morte del sentimento, ma andremmo lontano.
Però sono d'accordo con te, ma c'è un problema: io sono responsabile, e ci metto tutto me stesso, nel tenere viva la mia metà dell'impegno che mi sono preso, ma non posso entrare nella profondità del cuore di mia moglie ed essere sicuro che lei faccia lo stesso.
Quindi domando: se lei ad un certo punto decide di lasciare, che colpa ne ha il lasciato per essere vessato in questo modo?
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frageorges





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MessaggioInviato: Giovedì 31 Mag 2007, 15:37    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Se io decido in piena coscienza, dopo 1.000 elucubrazioni, 1.000 tentativi, 1.000 notti insonni di non avere colpe, posso allora accostarmi al'Eucarestia?
Mi sembra non sia così.

Certo che puoi, a meno che non ci sia il problema dell'essersi risposato.
Anzi, per la Chiesa la persona che causa il divorzio è certamente colpevole, ma può accostarsi ai sacramenti alle stesse condizioni di tutti gli altri peccati: essersi pentita del gesto che ha fatto, voler fare tutto il possibile per rimediare.

uomodelbosco ha scritto:
A parte il fatto che se i componenti di una nuova unione si comportano da Cristiani (eccetto l'Eucarestia, che, detto per inciso, mi sembra una punizione: viene interdetto l'accesso alla salvezza attraverso l'Eucarestia) sono Cristiani in tutto perchè battezzati, mi domando: a che serve?
Di più: se hanno figli, e li allevano in seno alla Chiesa, una richiesta del genere non è senza senso?

Beh, se hanno creato una nuova unione non si comportano da cristiani... secondo la Bibbia sarebbe adulterio.

uomodelbosco ha scritto:
In teoria. Ci sono peccati conosciuti solo Dio e al peccatore, a differenza del divorzio che è alla luce del sole.
E se è così come fa un sacerdote a negare l'Eucarestia a colui che non conosce?

La gravità della cosa non è diminuita dal fatto che il sacerdote non la conosce... se agisce così non inganna tanto il sacerdote quanto Dio e se stesso. Se la vedrà con Dio e con la sua coscienza.

uomodelbosco ha scritto:
io sono responsabile, e ci metto tutto me stesso, nel tenere viva la mia metà dell'impegno che mi sono preso, ma non posso entrare nella profondità del cuore di mia moglie ed essere sicuro che lei faccia lo stesso.
Quindi domando: se lei ad un certo punto decide di lasciare, che colpa ne ha il lasciato per essere vessato in questo modo?

Se lei decide di lasciare, tu resti responsabile della tua metà dell'impegno... finché morte non vi separi.

Ora queste parole sembrano dure, e lo sono. Ma io ripeto che la proposta della Chiesa è la santità! Nessuno dice che sia facile, ma la santità è sempre un po' eroica.
Pensiamo a S. Gianna che ha dato la sua vita per far nascere la figlia... poche persone sono state amate così tanto dalla propria madre. Così anche chi viene abbandonato dal coniuge è chiamato ad un amore che va anche oltre l'abbandono, la ferita, la solitudine, il tradimento. Ma questo è un amore degno di Dio... e infatti Dio ci ha amato così.
A proposito sono molto interessanti i primi 3 capitoli del profeta Osea... leggeteli e vedete cos'è l'amore agli occhi di Dio.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Giovedì 31 Mag 2007, 17:49    Oggetto: Rispondi citando

frageorges ha scritto:
Anzi, per la Chiesa la persona che causa il divorzio è certamente colpevole, ma può accostarsi ai sacramenti alle stesse condizioni di tutti gli altri peccati: essersi pentita del gesto che ha fatto, voler fare tutto il possibile per rimediare.

Quante volte accade?
E quante volte, invece, si abbandona la Chiesa?
La disparità di numeri mi fa pensare che non sia recepito questo punto. Oppure che non è sentito come importante.
Ritengo ci siano forti responsabilità anche verso i sacerdoti che "mandano allo sbaraglio" le coppie dopo un corso prematrimoniale che spesso si rivela inutile.

Citazione:
Beh, se hanno creato una nuova unione non si comportano da cristiani... secondo la Bibbia sarebbe adulterio

Se vivono da Cristiani secondo il mio punto di vista è essere parte viva della Chiesa, e nel caso di figli è anche essere responsabili, soprattutto se questo senso di responsabilità li spinge ad una educazione cattolica.

Citazione:
Se lei decide di lasciare, tu resti responsabile della tua metà dell'impegno... finché morte non vi separi.

Ora queste parole sembrano dure, e lo sono. Ma io ripeto che la proposta della Chiesa è la santità! Nessuno dice che sia facile, ma la santità è sempre un po' eroica.

Gv 21.1-19:
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti amo". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi ami?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti amo". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle". Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi ami?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi".

Il mio parroco ha sostenuto, durante l'omelia, che le tre volte nelle quali Gesù si rivolge a Pietro, nella versione greca in realtà non era la stessa domanda.
La prima volta avrebbe chiesto a Pietro se lo amava "agapao", cioè fino alla morte, e Pietro avrebbe risposto che amava Gesù "fideo", cioè come un fratello.
La seconda volta uguale.
Alla terza volta avrebbe quindi accettato che Pietro, per il momento, arrivava ad amare Gesù "fideo" e questo poteva bastare, se non poteva fare di più, finchè non sarebbe riuscito ad amarlo "agapao".
Il commento fu che Gesù ci ama per quello che possiamo fare, con tutto il nostro cuore, con tutte le nostre debolezze, e anche se ci chiede la santità, a volte, nel frattempo, accetta che lo amiamo "fideo", se proprio non riusciamo ad amarlo "agapao". L'importante è che siamo comunque sul Suo cammino.
Ecco, io credo che una coppia, non sposata, ex divorziata, con figli, che sono vivi nella Chiesa, e che per adesso possono amare Gesù solo "fideo", non solo vengono amati a loro volta, ma poco a poco Gesù mostrerà loro la strada affinchè il loro "fideo" possa tendere ad essere "agapao".
Ma per far si che molte coppie arrivino almeno ad amare Gesù "fideo", è necessario che la Chiesa apra porte ben visibili, e abbia sacerdoti responsabili, chiari, pieni di attenzioni verso chi si è smarrito. Cosa che, almeno adesso, non mi sembra accada.
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frageorges





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MessaggioInviato: Venerdì 01 Giugno 2007, 08:21    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Ecco, io credo che una coppia, non sposata, ex divorziata, con figli, che sono vivi nella Chiesa, e che per adesso possono amare Gesù solo "fideo", non solo vengono amati a loro volta, ma poco a poco Gesù mostrerà loro la strada affinchè il loro "fideo" possa tendere ad essere "agapao".
Ma per far si che molte coppie arrivino almeno ad amare Gesù "fideo", è necessario che la Chiesa apra porte ben visibili, e abbia sacerdoti responsabili, chiari, pieni di attenzioni verso chi si è smarrito. Cosa che, almeno adesso, non mi sembra accada.


Concordo pienamente con te, ed è quello che nella mia fraternità cerchiamo di fare. Accanto a questo mettici la difficoltà di cambiare la cultura di alcuni frati/sacerdoti di una certa età che hanno ricevuto una formazione molti anni fa e che fanno molta fatica a superare certi pregiudizi... si fa il possibile.

Tutto questo però non ha nulla a che fare con la rivendicazione della partecipazione ai sacramenti, per i motivi già detti.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Lunedì 04 Giugno 2007, 14:13    Oggetto: Rispondi citando

Spiegami una cosa che non comprendo:

Il Sacramento del matrimonio implica la partecipazione diretta di Dio.

Nel caso in cui questo matrimonio naufraghi l'unica risposta è legata all'astinenza (nessuna nuova unione, o se unione c'è non sia sessuale, quindi astinenza).
Ma se Tizio non ha questa vocazione, cercherà una nuova unione, altrimenti avrebbe fatto scelte diverse.
Nel caso in cui si formi una nuova unione, gli è negato l'accesso al sacramento dell'Eucarestia (che è strada verso la salvezza).

Mi domando: ma le risposte al problema del matrimonio fallito non sono desolatamente umane, imperfette e punitive, contanto che al momento dell'unione era presente Dio stesso che dovrebbe essere Amore ed accgolierci con le nostre imperfezioni?
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