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Capi divorziati
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Nuovo argomento   Rispondi   stampa senza grafica    Indice del forum -> Comunità Capi
Autore Messaggio
ciano



Età: 38
Segno zodiacale: Sagittario
Registrato: 08/12/05 19:33
Messaggi: 513
Residenza: Mogliano Veneto

MessaggioInviato: Venerdì 10 Novembre 2006, 22:14    Oggetto: Rispondi citando

Noi questa tematica la stiamo affrontando in co.ca. ma secondo me l'ultima a decidere se un capo può fare servizio è sempre la co.ca.
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actaris



Età: 49
Segno zodiacale: Gemelli
Registrato: 24/09/06 16:57
Messaggi: 111
Residenza: Villanova 1

MessaggioInviato: Sabato 11 Novembre 2006, 02:19    Oggetto: Rispondi citando

ciano ha scritto:
Noi questa tematica la stiamo affrontando in co.ca. ma secondo me l'ultima a decidere se un capo può fare servizio è sempre la co.ca.


Concordo.
Tutavia devo riferire la mia esperienza. Ho assistito all'allontanamento di un capo da parte di una Co.Ca. Tempo una settimana l'altra Co.Ca della mia cittadina lo ha accolto e messo in servizio. Secondo me non si è fatta una bella figura.
Sento spesso dire che la Co.Ca. è sovrana, ma nel senso di una monarchia assoluta?
Non credo.
Se una Co.Ca respinge o accoglie un capo omosessuale sarebbe bene che la scelta sia ponderata in base a criteri tali che almeno gran parte delle altre Co.Ca. agiscano allo stesso modo nelle stesse situazioni. Altrimenti siamo nell'arbitrio ( non libero )
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rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 39
Segno zodiacale: Ariete
Registrato: 04/09/06 00:01
Messaggi: 3920

MessaggioInviato: Sabato 11 Novembre 2006, 12:27    Oggetto: Rispondi citando

Concordo.

Quantomeno, sarebbe corretto anche parlarne con i responsabili di zona, anche per avere un parere "associativo"...
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Martedì 06 Marzo 2007, 19:07    Oggetto: Rispondi citando

Ho letto con molto interesse gli interventi in merito all’argomento, e vorrei aggiungere il mio.
Sono divorziato, convivente e con un bambino piccolo, battezzato, nato dall’attuale unione. La definisco “unione” non a caso, dato che ci sentiamo a tutti gli effetti una famiglia unita nel senso più ricco del termine. Anche la mia compagna è divorziata e ambedue dai rispettivi matrimoni precedenti non abbiamo avuto figli.
Io sono stato Scout in Agesci fino ai primi anni 90, quando lasciai per vari motivi non pertinenti con l’attuale argomento.
Appena dopo incontrai quella che sarebbe diventata mia moglie e con la quale ho vissuto per 10 anni.
In quegli anni, pur non facendo servizio in Associazione, ho mantenuto contatti stretti con i miei fratelli Scout che nel frattempo divenivano sempre più spesso “non in servizio” come me.
Quando il mio matrimonio andò in frantumi (mia moglie aveva trovato un altro, probabilmente molto più interessante di me), mi ritrovai in una situazione di quasi completo abbandono: mia moglie non ne volle sapere di avviare alcun dialogo che ci permettesse di continuare insieme il cammino, spingendo con testardaggine verso il divorzio, che accettai ritenendo giusto lasciarla libera nella sua scelta (come avrei potuto impedirle di rifarsi una vita? Avrebbe avuto logica una mia testardaggine di senso opposto?).
Né trovai una parola di comprensione nella Chiesa. Sacerdoti e Religiosi presso i quali cercavo parole di conforto e/o spiegazione per quanto successomi non riuscirono ad andare al di là di poche parole di circostanza.
Solo i miei fratelli Scout mi restarono vicini e mi sostennero finché le gambe non poterono reggere da sole e continuare il cammino. In questi anni, nonostante per la Chiesa io sia fuori dalla Comunità (perché non posso fare la Comunione? Di quale delitto mi sono macchiato?), il mio cammino spirituale, tra entusiasmi e delusioni ha faticosamente avuto una sua crescita che mi ha portato di recente a riavvicinare il pensiero di poter tornare a fare il Capo.
E qui il mio entusiasmo si infrange con le vostre parole.
In parte le posso comprendere: non sono in grado di dare una testimonianza Cristiana, dato che sembra che per la Chiesa io sia orribilmente macchiato.
Ma è davvero così?
Non è forse da tenere presente la Carità verso i fratelli che si sono trovati nell’errore? Io mi sento come la pecora smarrita, ma non ho un Pastore che mi cerca con amore. Ho superato vallate e montagne per ritrovarmi davanti alla porta e la Comunità mi rifiuta.
Qualcuno scrisse che non è un diritto poter fare il Capo.
Vero, ma ognuno di noi ha una vocazione e questa sento essere la mia.
Mi domando allora se sia un diritto rifiutare un fratello che vuole mettersi al servizio dello Scoutismo con tutto quel che di buono è riuscito ancora a trovare nella sua esperienza spirituale e personale.
B.P. diceva che ogni Scout dovrebbe avere una Religione da seguire ed essere Spirituale loro stessi.
Mi direte: bene, cercati un gruppo che non sia Cattolico.
Ma io non voglio (e comunque non posso) cercare un gruppo che non lo sia. Io mi sento (e sono) Cattolico e, con i miei limiti, voglio testimoniarlo attraverso lo Scoutismo e portare anche l’esempio di chi, come me, si è trovato nell’errore ed è stato accolto come il figliol prodigo. Ma sembra che questo non si possa fare…
Davvero chi è nella mia situazione è “scoutisticamente” da gettare via?

Ultima cosa:
Polvansen cita l'articolo 1649...bello, peccato che lei non ha voluto sentire ragioni....
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Martedì 06 Marzo 2007, 19:56    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Polvansen cita l'articolo 1649...bello, peccato che lei non ha voluto sentire ragioni....
Ma scusa, l'articolo in questione cosa ti cambia? Parla di chiudere la coabitazione e separarsi fisicamente, in determinate condizioni, allo scopo, se possibile, di cercare la riconciliazione.
Ma chiarisce anche molto bene che:
Citazione:
I coniugi non cessano di essere marito e moglie davanti a Dio; non sono liberi di contrarre una nuova unione.

Questo è il punto non tanto essere stato lasciato da tua moglie. Il problema, se vogliamo, è la tua scelta successiva di un nuova unione.

Detto questo, ribadisco che certe situazioni e certe scelte non possono essere valutate su un forum o in generale da chi non conosce te, la tua storia e le tue motivazioni. Quindi, se credi, armati di tutte le motivazioni che ritieni di possedere e parlane con una coca. Sarà tale coca ad assumersi l'eventuale responsabilità di affidare a te un'unità, e dunque sarà la sola a poter decidere in merito. L'entusiasmo non si dovrebbe infrangere contro generiche opinioni di un forum, su tematiche come questa.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 39
Segno zodiacale: Ariete
Registrato: 04/09/06 00:01
Messaggi: 3920

MessaggioInviato: Martedì 06 Marzo 2007, 20:33    Oggetto: Rispondi citando

Bravo polvansen.
Quoto.
E aggiungo, buona strada...
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tuitt



Età: 45
Segno zodiacale: Cancro
Registrato: 21/06/06 12:37
Messaggi: 281
Residenza: Canobbio (Lugano - Svizzera)

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 08:18    Oggetto: Rispondi citando

Ma se la chiesa parla di tolleranza, perchè poi rifiuta le persone che, forse non per loro volontà, non hanno avuto la possibilità di mantereer l'unione?

Sono questi controsensi che mi hanno fatto smettere di credere diversi anni fa...

mi rendo conto che la religione nei vostri gruppi abbia una parte fondamentale, anche io faccio servizio in un gruppo cattolico, partecipiamo alla vita sociale e ecclesiastica del paese, ma non mi sognerei mai di scartare un capo solo perchè divorziato... ma che, stiamo scherzando? E vogliamo insegnare la tolleranza? Non credo che BP abbia mai parlato di questo....
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 09:23    Oggetto: Rispondi citando

Ringrazio Tuitt per aver centrato perfettamente il problema: non avete idea della voglia che ho avuto in questi anni di mandare a quel paese la Chiesa e le sue posizioni contorte con i suoi insostenibili distiguo.
Detto ciò, credo ancora che fare servizio in un gruppo Cattolico sia una delle scelte più belle che si possano fare.
Non capisco: andando a Lourdes e fare servizio come barelliere non sto forse dando un esempio a chi è più giovane di me? Però nessuno in Oftal o Unitalsi me lo impedirebbe perchè divorziato...
Scrive Polvansen:
<<Il problema, se vogliamo, è la tua scelta successiva di un nuova unione. >>
Fammi capire: io sono stato lasciato senza possibilità di appelli da mia moglie e per questo dovrei vivere da solo senza la possibilità di rifarmi una vita con qualcuno che mi vuole bene? E magari nostro figlio non viene visto come un dono ma come un problema?
Sono proprio queste affermazioni, di grande intolleranza, che allontanano la Chiesa e fanno aumentare le file di chi non crede più.
Forse sei felice della tua famiglia e sicuro che non potresti mai trovarti in simili situazioni. Lo credevo anch'io, fino al giorno prima.
Il vero problema è che non si può mai dire mai e le posizioni dure non hanno mai pagato...
In quanto al BP-pensiero: egli parla di Spiritualità, e questa può esserci anche in un divorziato.
Ora dirò qualcosa di pesante: ognuno di noi avrà una diversa Spiritualità, ma quello che ci accomuna non è essere cattolici o no, ma aver fatto una scelta di stile di vita che è un sottile spirito che travalica religioni e stati: lo spirito dello Scoutismo. E dopo 100 anni è ancora qui a testimoniarne la validità di Pace.
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chiurlox





Registrato: 18/09/06 18:16
Messaggi: 297

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 10:08    Oggetto: Rispondi citando

se sei stato mollato da tua moglie, mi dispiace tantissimo, e sinceramente sono contento che tu successivamente abbia trovato una donna che ha saputo renderti felice.
Tuttavia non capisco perchè bisogna accanirsi nel volere fare a tutti i costi i capi......
Non trovo affatto scandaloso che un prete non abbia saputo darti risposte al di là di alcune frasi di circostanza, mettiti nei loro panni, sono cose che non possono comprendere affondo perchè non le hanno vissute in prima persona, inoltre molte volte pretendiamo che gli altri capiscano perfettamente cosa vogliamo, ma facciamo noi stessi fatica a comprendere i loro bisogni.
Purtroppo i nostri giudizi molte volte sono distorti dalle nostre aspettative, dalle nostre esperienze passate, e anche nel contesto dove ciò accade.
Quindi ogni caso è specifico e deve essere trattato come tale, senza generalizzare (il grande male del mondo moderno dopo il relativismo).
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 10:35    Oggetto: Rispondi citando

Accanirsi? Perchè dici accanirsi a fare i Capi?
Io non mi sentirei 1/2 Capo solo perchè divorziato, e nel dirmi questo dimentichi che "in ognuno c'è almeno un 5% di buono" e ti assicuro che ci sono divorziati che hanno percentuali ben maggiori...
Guarda, al di là della mia esperienza personale, prima di dire di no a qualcuno ci andrei molto cauto.
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra"...
Per esempio, siamo così sicuri che tutti i Capi in servizio siano puri di pensieri parole ed azioni? In base alla mia esperienza i Capi sono uomini, e come tali fragili e fallaci. Ci mettono del loro meglio, ma sono facili all'errore come tutti gli altri esseri umani.
Ora, lanciarsi contro i divorziati con un secco "No" è facile: è tutto documentato, tutto alla luce del sole, ma quante situazioni poco chiare esistono e si fa finta di nulla altrimenti le Unità chiuderebbero?
Si chiede troppo a voler ridiscutere posizioni di chiusura che nulla hanno a che fare con lo spirito dello Scoutismo?

In merito allo scusare i Sacerdoti che non hanno saputo darmi un aiuto, no, non li scuso. E' facile dire che non avendo vissuto certe esperienze per loro è difficile rispondere.
Forse che un medico per potermi dare delle risposte ha fatto l'esperienza di ogni malattia umana? E guarda che non ho "preteso" alcunchè, ho solo legittimamente chiesto perchè, in quanto "vittima" della scelta di un altra persona, anch'io ero fuori dalla Comunità. Non mi sembra di aver chiesto cose assurde.

Fraternamente...
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 11:02    Oggetto: Rispondi citando

tuitt ha scritto:
Ma se la chiesa parla di tolleranza, perchè poi rifiuta le persone
Stop! Dove sarebbe scritto o chi avrebbe detto che rifiuta le persone?
Citazione:
che, forse non per loro volontà, non hanno avuto la possibilità di mantereer l'unione?
Ribadisco che il problema non è sicuramente la possibilità/capacità di mantenere l'unione, in un caso come questo.
Citazione:
Sono questi controsensi che mi hanno fatto smettere di credere diversi anni fa...
Non voglio entrare nella tua sfera personale di fede, ma non capisco come sia possibile smettere di credere in Dio per una posizione non condivisa della Chiesa (lascia la parola "controsenso" a ciò che veramente la merita). A meno che tu non intendessi che hai smesso di credere la Chiesa...

uomodelbosco ha scritto:
Ringrazio Tuitt per aver centrato perfettamente il problema: non avete idea della voglia che ho avuto in questi anni di mandare a quel paese la Chiesa e le sue posizioni contorte con i suoi insostenibili distiguo.
E allora che ci fai alla porta di un gruppo con aggettivo "cattolico"? Forse ti sfugge che quel cattolico viene proprio dall'essere parte della Chiesa cattolica, appunto.
Citazione:
Detto ciò, credo ancora che fare servizio in un gruppo Cattolico sia una delle scelte più belle che si possano fare.
Perché?
Veramente: questa risposta secondo me è centrale.
Perché pensi che il servizio più bello lo si possa fare in un gruppo cattolico?
Citazione:
Non capisco: andando a Lourdes e fare servizio come barelliere non sto forse dando un esempio a chi è più giovane di me? Però nessuno in Oftal o Unitalsi me lo impedirebbe perchè divorziato...
Beh, questa è una risposta tanto semplice che riesco a dartela anch'io: in unitalsi o in oftal non svolgi un servizio educativo. Non ci vai come un testimone di fede... potresti essere anche un pregiudicato, per come è configurato quel servizio.
Citazione:
Scrive Polvansen:
<<Il problema, se vogliamo, è la tua scelta successiva di un nuova unione. >>
Fammi capire: io sono stato lasciato senza possibilità di appelli da mia moglie e per questo dovrei vivere da solo senza la possibilità di rifarmi una vita con qualcuno che mi vuole bene?
Questo era l'accordo che hai fatto, e che conoscevi PRIMA di scegliere il matrimonio. Almeno così dovrebbe essere.
Capisco che gli eventi possano avertelo fatto dimenticare, o forse desiderare di non averlo mai fatto, ma tu quella volta hai detto "per sempre" e "finché morte non ci separi", e non "solo finché lei rimarrà con me". Nell'eternità del tuo impegno sta parecchio del significato del matrimonio, ad esempio nel notare che l'eternità non è una capacità umana, ma divina, appunto.

Citazione:
Sono proprio queste affermazioni, di grande intolleranza, che allontanano la Chiesa e fanno aumentare le file di chi non crede più.
Bah, questo mi suona tanto come un ricatto... Vedi quello che ho scritto a tuitt. Dove sarebbe la grande intolleranza? Nel rimanere fermamente coerente con il principio basilare della sacralità del matrimonio? O non è più scorretto chi pretende la chiusura di uno o due occhi per il proprio tornaconto personale?
Citazione:
Forse sei felice della tua famiglia e sicuro che non potresti mai trovarti in simili situazioni. Lo credevo anch'io, fino al giorno prima.
Il vero problema è che non si può mai dire mai e le posizioni dure non hanno mai pagato...
Vuoi dire che ti sei sposato senza pensare che le cose potevano andare male? Stai dicendo che lo ritenevi impossibile? Spero non sia vero, perché sarebbe il presupposto per un matrimonio preso un po' alla leggera... mentre tu quella volta hai promesso per l'eternità.
Io sì, sono felicissimo della mia condizione, ma sono certo che gli uomini sono limitati e deboli, e soprattutto incapaci da soli di ambire alle cose eterne, ai "per sempre". Quindi il mio matrimonio lo affido a Dio ogni giorno, e ci investo per rinnovarlo e celebrarlo nuovamente. E` ovvio che le cose possano andare male, non è nelle nostre forze e nelle nostre capacità, poterlo evitare.
Citazione:
Ora dirò qualcosa di pesante: ognuno di noi avrà una diversa Spiritualità, ma quello che ci accomuna non è essere cattolici o no, ma aver fatto una scelta di stile di vita che è un sottile spirito che travalica religioni e stati: lo spirito dello Scoutismo. E dopo 100 anni è ancora qui a testimoniarne la validità di Pace.
Ma infatti non capisco il problema. Tu sei uno scout come tutti noi, nè più nè meno. Mai mi permetterei di giudicare le tue scelte. Credo che nemmeno Dio giudichi le nostre scelte: il suo amore è troppo enorme per fare delle preferenze tra me e te in base a quello che abbiamo scelto nella vita. Piuttosto credo che ci giudicherà in base a quanto abbiamo saputo accogliere questo suo incommensurabile e disinteressato dono.
Se ti riconosci nella fede cattolica devi necessariamente accettare la strada che ti propone la Chiesa. Altrimenti sei libero di procedere per un'altra strada, che non è quella cattolica, ma che non dubito possa essere altrettanto benvoluta dal Padre. Certo in quel caso non capisco perché ti stupisci se un membro della Chiesa, un gruppo scout cattolico, ad esempio, ti chiede di non proporti come testimone di fede (cattolica).
Chi ha mai detto che gli scout con una spiritualità differente siano meno scout? Ci sono scout di tutte le religioni possibili, e questo era effettivamente il disegno di B.-P. Che, hai ragione, non richiedeva una precisa religione, ma una spiritualità e soprattutto la _coerenza_ con i propri principi. E se parliamo dei principi cattolici il matrimonio è uno. Se parliamo di altri principi va benissimo, per uno scout... meno per un cattolico. Idem per uno scout che dev'essere testimone di fede cattolica.

Ma tu, comunque, ci hai parlato con una coca, con un assistente, con un responsabile di zona?
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 11:11    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
"Chi è senza peccato scagli la prima pietra"...
Per esempio, siamo così sicuri che tutti i Capi in servizio siano puri di pensieri parole ed azioni?

Un classico... Rolling Eyes

Due cose:
1 - il 5% non è la soglia per fare il capo, ma una delle leve riconosciute dal grande capo per affrontare il mestiere di educatori.
2 - non si fa il capo in base a un determinato grado di "perfezione", ma in base a un impegno di coerenza con 4 punti scritti nel patto associativo (per l'agesci). E dall'assunzione di fiducia nel tuo impegno fatta da una coca.

Ti prego, non attaccarti al peggio che c'è in giro: le guerre al ribasso possono solo fare danni.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 13:10    Oggetto: Rispondi citando

Grazie per i vostri interventi, li trovo molto interessanti...
Scusami, Polvansen, forse non mi sono spiegato bene: hai perfettamente ragione in quel che dici. Volevo, con le mie parole, sostenere il fatto che un Capo in quanto tale non è un esempio di perfezione al quale tutti tendere, ma un testimone (questo si) di un cammino fatto nella vita, con tutte le difficoltà incontrate e con le esperienze accumulate. Questo, secondo me un Capo mette sul tappeto davanti ai ragazzi e in un caso come il mio è maggiormente di esempio (perchè no?) sull'argomento matrimonio e le conseguenze delle scelte relative. Non vedo perchè un Capo non debba essere umile testimone anche dei propri difetti e problemi.
E qui passo alla "questione Lourdes". Forse dimentichiamo che non esistono ambiti esclusivamente educativi e altri meno. Tutte le nostre azioni sono educative per qualcuno che ne trarrà un esempio, in quel caso di come una persona possa, nella difficoltà di una unione non sancita, portare comunque avanti un discorso di Spiritualità.
L'educazione non è appannaggio esclusivo dei Capi.
Il matrimonio "per sempre" è stato ben chiaro per me, te lo assicuro, ma la domanda è: se chi ha scelto insieme a me lo ha poi rinnegato, io devo per forza scegliere tra vivere da solo e vivere da solo? Perchè? Mi si indichino le colpe, per favore, dato che già di default si paga l'esclusione dalla Comunità che ti garantisco essere un peso non indifferente...
Il punto è anche un altro: nella mia situazione Dio mi fa incontrare la mia attuale compagna: cosa dovrei fare? Dire di no? In base a cosa? Ad una supposta "vendetta" di un Dio che mi dice "te l'avevo detto..." o piuttosto dire di si in base ad un Padre che mi ha dato una nuova opportunità ricca di crescita Spirituale? Quale sarebbe stata la mia colpa? Non essere riuscito a scandagliare nei minimi dettagli l'anima della mia ex moglie prima di sposarci? Bene, se questa è la mia colpa tiratemi pure delle pietre, ma non me ne andrò, e resterò ad ascoltare il Padre che mi ha dato una nuova possibilità.
La tua domanda: no, non ho ancora parlato con la Coca, ma non credo vi possano essere difficoltà, dato che c'è già un Capo nella mia stessa situazione.

Buona Strada...
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tuitt



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Segno zodiacale: Cancro
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Messaggi: 281
Residenza: Canobbio (Lugano - Svizzera)

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 14:42    Oggetto: Rispondi citando

polvansen ha scritto:
tuitt ha scritto:
Ma se la chiesa parla di tolleranza, perchè poi rifiuta le persone
Stop! Dove sarebbe scritto o chi avrebbe detto che rifiuta le persone?

Mi sembra più che evidente che la chiesa non tolleri i divorziati, gli omosessuali, eccetera... anche se, che io sappia, non è scritto da nessuna parte.

Citazione:
Sono questi controsensi che mi hanno fatto smettere di credere diversi anni fa...
Non voglio entrare nella tua sfera personale di fede, ma non capisco come sia possibile smettere di credere in Dio per una posizione non condivisa della Chiesa (lascia la parola "controsenso" a ciò che veramente la merita). A meno che tu non intendessi che hai smesso di credere la Chiesa...[/quote]
Sicuramente non credo nella chiesa, ma non ne proseguo la discussione perchè è OT.
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frageorges





Registrato: 08/12/05 12:23
Messaggi: 138

MessaggioInviato: Mercoledì 07 Marzo 2007, 16:06    Oggetto: Rispondi citando

UOMODELBOSCO ha scritto:
Né trovai una parola di comprensione nella Chiesa. Sacerdoti e Religiosi presso i quali cercavo parole di conforto e/o spiegazione per quanto successomi non riuscirono ad andare al di là di poche parole di circostanza.


Magari puoi trovare un aiuto serio per cominciare un cammino "nella Chiesa" presso don Carlo: http://www.casadellatenerezza.it/.

Ma sono convinto che puoi trovare esperienze simili ovunque in Italia, basta cercarle... e volerlo.
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