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Cosa dire a chi si dichiara "ateo"?
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Un passante
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MessaggioInviato: Domenica 07 Mag 2006, 18:31    Oggetto: Rispondi citando

Fenicottero ha scritto:
Comunque, ripeto, per me l'essere cristiano non è una cosa complicata da spiegare o da fare: che Gesù sia esistito non credo che qualcuno lo possa mettere in dubbio, o meglio, mi pare che sia molto probabile e condivisibile che le cose siano andate più o meno come le raccontano i vangeli (miracoli e resurrezione a parte).
A questo punto, tutto sta nel crederci o meno: non ci sono (o almeno non per tutti) prove certe della verità che Gesù sia Figlio di Dio, morto e risorto, ma non ci sono prove certe nemmeno del contrario, quindi tocca ad ognuno decidere se crederci o no.
Io ho deciso di sì.


quoto quanto detto qui sopra la fede è credere in qualcosa senza avere prove che quella cosa sia vera, c'è chi riesce ad averla (e buon per lui perche riesce a dare un senso alla sua esistenza), chi non vuole averla e chi magari ci prova ma non riesce a farla sua.

io sono su quest' ultimo gruppo
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Abry



Età: 34
Segno zodiacale: Gemelli
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Messaggi: 100
Residenza: Roma

MessaggioInviato: Lunedì 08 Mag 2006, 22:17    Oggetto: Rispondi citando

Le scritture dicono:
Citazione:
"[...]Beati coloro che credono senza comprendere[...]"
"[...]Beati coloro che credono senza aver visto[...]"


e se uno si dichiara cristiano non penso debba preoccuparsi di analizzare queste parole. Certo è che odiernamente la razionalità sta prendendo il sopravvento, la tecnologia e l'evoluzione della scienza ci sta facendo diventare tutti dei S.Tommaso ("se non vedo non credo" style).
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Asinello Gioioso



Età: 31
Segno zodiacale: Vergine
Registrato: 14/06/06 16:47
Messaggi: 11

MessaggioInviato: Venerdì 16 Giugno 2006, 17:04    Oggetto: Rispondi citando

Cosa bisogna dire.....
Io direi che tu hai cercato Dio nel luogo sbagliato.Perchè a differenza degli agnostici(che non se ne interessano) l'hanno cercato nel denaro,....
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Eli 89



Età: 34
Segno zodiacale: Gemelli
Registrato: 04/07/06 13:53
Messaggi: 19
Residenza: Roma

MessaggioInviato: Mercoledì 05 Luglio 2006, 19:48    Oggetto: Rispondi citando

Sì è vero nel mondo che ci circonda c'è davvero un sacco di gente che dice di essere atea e mi sono trovata in difficoltà...alle elementari c'erano due sorelle gemelle che erano le mie migliori amiche e loro e un bambino musulmano erabo gli unici a non fare religione...un giorno, gli ho chiesto perchè non credevano in Dio, o comunque in qualcosa che avesse una forza superiore e cosa pensavano che accadesse dopo la morte...io gli ho detto che per i cristiano c'è il Regno dei Cieli e loro mi hanno detto che la loro mamma gli raccontava sempre del mondo dei sogni dove sarebbero fineite una volta defunte...mi hanno chiesto perchè credevo, visto che un Dio tanto buono e gentile non era affatto date tutte le cose brutte che c'erano nel mondo...a questo non ho saputo dare risposta, sono rimasta pietrificata, anche se quel giorno avevo solo otto anni ed ora ce ne ho diciassette non saprei come rispondergli...le persone che si definiscono "atee" sono talmente felici e convinte di esserlo che riescono a confonderti le idee più che mai...
Ho notato un'altra cosa, con il passare del tempo, vorrei aprire un topic su quest'argomento, in quanto ho visto che sempre meno gente va in chiesa, sono sempre in meno a fare la comunione, per non parlare della cresima che oramai non fa più nessuno perchè non c'è nemmeno più il matrimonio che tutti preferiscono la convivenza ed è una cosa sbagliata perchè sposarsi vuol dire "mettersi alla prova" e sono diventati in troppi a non aver più il coraggio di farlo...Con la convivenza sembra tutto più semplice, perchè poi se si litiga basta lasciarsi mentre il matrimonio è un sacramento indissolubile e complicato da affrontare...nessuno vuole più le difficoltà perchè tutti amano le cose semplici che richiedono solo un minimo sforzo...
Scusate sono andata un po' troppo fuori tema...volevo far notare come sempre meno persone in una classe fanno religione, tutti ora fanno alternativa, alle elementari avevo solo tre che non la facevano, alle medie 5 su 22 e ora sapete in quanti siamo a fare religione? Solo in 6 su 21... calcolando che 2 ragazze sono cristiane ortodosse...
E tutti gli altri mi domando...tutti atei...ah sì un ragazzoo musulmano che è agnostico...vabbè lui è un caso a parte, farebbe una religione tutta sua prendendo un po' da tutte le religioni che ci sono le cose che gli piacciono di più...
Ma come fanno a vivere? Come riescono a trovare conforto, a chiedere qualcosa, a non pensare alla morte in modo tragico...come fanno???
Ho provato a parlarne con una mia amica, anche lei atea che mi ha detto che ogni tanto lei prega, se le serve qualcosa la chiede ma per il resto non ne ha bisogno...
Sarò io quella strana che sta sempre a pregare e che riesce a trovare consolazione leggendo la Bibbia o recitando una delle preghiere più conosciute??
Loro come fanno a vivere pensando che non ci sia nessuno lassù???????
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Ape Laboriosa



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Residenza: marino (RM)

MessaggioInviato: Lunedì 17 Luglio 2006, 09:43    Oggetto: Rispondi citando

Personalmente, ho molta difficoltà a pensare la mia vita senza la fede, ma capisco benissimo che per molti può essere diverso.
la cosa che mi manda letteralmente in bestia,però, è sentire frasi del tipo: La religione serve solo a trovare una consolazione (come a dire: non serve a niente, e solo i deboli ne hanno bisogno).
io ho SEMPRE avuto rispetto per le persone con idee diverse dalle mie: perchè mi rendevo conto che le loro affermazioni derivavano da una riflessione comunque profonda, e solo in pochi casi fondata sulla ricerca di una vita più comoda. Io non ho mai insultato un non credente, né ho preteso di dire che le sue idee non valevano nulla, perchè credo profondamente in un valore chiamato RISPETTO. Ma quel rispetto che dono volentieri a chiunque, desidero che mi sia restituito.
Desidero perciò che i non credenti rispettino l'esperienza di fede dei fratelli credenti (perché è un'esperienza, non un belare appresso al gregge come molti pensano); noi faremo altrettanto.
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tuitt



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MessaggioInviato: Martedì 18 Luglio 2006, 13:17    Oggetto: Rispondi citando

Personalmente non sono credente, ma sono comunque Scout.

in Ticino (a sud della Svizera) esistono 2 associazioni : AEEC (Associazione Esploratori e Esploratrici Cattolici) e AGET (Giovani Esploratori Ticinesi). La prima è cattolica, vale a dire che comprende, nelle attività scout, una parte spirituale cattolcia (messe, routes, momenti di preghiera), la secondo adotta una spiritualità non legata al cristianesimo.

Il fatto di fare parte di un associazione piuttosto che dell'altra spesso è dovuto a questioni geografiche, e non tanto di fede.

Io faccio parte, in qualità di Capo Reparto, dell'associazione cattolica, e anche se non credente non vedo perchè ci si debba fare tanti problemi. Come già segnato da un altro utente piu indietro, semplciemente durante la parte "cattolica" ascolto in silenzio tirandomi in disparte. Anzi, fornisco comunque il mio contributo animando le messe con la chitarra. Tutto questo perchè è giusto che il gruppo cresca con certi valori, che non devono per forza essere condivisi completamente. Nel caso delle messe io presto il mio servizio semplicemente suonando.

Il fatto che IO non creda non deve assolutamente influire sull'educazione del gruppo, di conseguenza lascio che la parte spirituale CI SIA e che sia fornita da qualcuno di competente.

Ipocrisia? No, io credo che la religione sia una componente dello scoutismo (nel mondo esistono gruppi scout aconfessionali, e chi dice che sono meno scout di noi?). Siamo sinceri: tutti voi utilizzate la divisa completa durante le attività? Non credo proprio... la divisa è una delle componenti (ok, un paragone un po' superficaiale ma calza, e come uno scout può ritenersi tale anche senza divisa, perchè non può ritenersi scout se non credente?).

Ok, ho detto la mia...;) Adesso vediamo le mazzuolate...
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polvansen





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MessaggioInviato: Martedì 18 Luglio 2006, 14:22    Oggetto: Rispondi citando

tuitt ha scritto:
Io faccio parte, in qualità di Capo Reparto, dell'associazione cattolica, e anche se non credente non vedo perchè ci si debba fare tanti problemi.


Mah, la mia associazione (cattolica) non ammette un capo non cattolico, semplicemente perché sarebbe assurdo. Un'associazione che fa la scelta di educare col metodo dello scautismo nella fede cattolica, come potrebbe affidare un progetto educativo a qualcuno che non condivide quella fede? Evidentemente la tua associazione, sebbene cattolica, non lo richiede. Oppure Capo Reparto da te non implica un ruolo educativo... non so.
Mi sembra strano che un'associazione ufficialmente cattolica, si affidi a capi che non condividono (in parte)le sue scelte educative.

L'agesci, dicevo, chiede ai suoi capi l'adesione esplicita al "Patto Associativo", e leggendolo capirai che non è pensabile aderire (in toto) se non si è fatta una precisa scelta di fede.
Non so se la tua associazione abbia qualcosa del genere, evidentemente no. Ma mi sembra molto strano, perché per definirsi "cattolica", un'associazione a scopo educativo deve garantire una certa coerenza con ciò che la Chiesa (cattolica, appunto) richiede alle associazioni educative che vogliono "fregiarsi" di quella dicitura...

Citazione:
Ipocrisia? No, io credo che la religione sia una componente dello scoutismo


Se capisco bene hai dimenticato un "non".
Ma che la fede _sia_ una componente essenziale dello scautismo non l'hanno detto i cattolici nè i musulmani, bensì un anglicano che lo scautismo l'ha inventato...

Paolo
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tuitt



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MessaggioInviato: Martedì 18 Luglio 2006, 14:31    Oggetto: Rispondi citando

non ho dimenticato il NON, la frase corretta è "la religione è solo UNA delle componenti dello scoutismo".

Come associazione scout cattolica non abbiamo un patto associativo come quello che mi hai indicato, di fatto nella nostra realtà (così come molte delle sezioni ticinesi) la componente religiosa è presente ma non rigorosa.

Inoltre non si parla di Capo, ma di Gruppo capi, dove al responsabile si affiancano, com quasi pari responsabilità, altri collaboratori aventi la stessa formazione. Di coneguenza ogni responsabile prende automaticamente il suo ruolo. Ad esempio io mi occupo maggiormente della parte logistica, e della tecnica, mentre c'è chi si occupa della parte spirituale, ricordando e includendo, quando opportuno, la partecipazione alla vita ecclesiastica del paese.

in effetti ritengo che la parte spirituale sia un po' carente, ma a mia volta mi sembra di capire (se mi sbaglio perdonatemi) che nella vostra associazione la religione è una componente fondamentale intorno alla quale gira il resto. Invece io credo nella legge del buon BP, che è la stessa in tutto il mondo, comprese associazioni non legate alla religione...

E' interessante questo scambio di vedute!
Ciao ciao!
Tuitt
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polvansen





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MessaggioInviato: Martedì 18 Luglio 2006, 15:06    Oggetto: Rispondi citando

tuitt ha scritto:
non ho dimenticato il NON, la frase corretta è "la religione è solo UNA delle componenti dello scoutismo".


Capito male, ma mi fa piacere, perché messa così sono certamente più d'accordo. Ora mi chiedo: a quale (o quali) delle componenti dello scautismo si puo' derogare, senza snaturarlo?
Ma parliamo di elementi fondanti, non di dettagli.
Non parliamo quindi di calzini dell'uniforme, parliamo di stile: potresti concepire lo scautismo senza stile? E senza vita all'aria aperta? Senza il principio di "imparare facendo"?

Citazione:
Inoltre non si parla di Capo, ma di Gruppo capi, dove al responsabile si affiancano, com quasi pari responsabilità, altri collaboratori aventi la stessa formazione. Di coneguenza ogni responsabile prende automaticamente il suo ruolo. Ad esempio io mi occupo maggiormente della parte logistica, e della tecnica, mentre c'è chi si occupa della parte spirituale, ricordando e includendo, quando opportuno, la partecipazione alla vita ecclesiastica del paese.


E se un gruppo capi non contasse nessun capo cattolico? Da quello che dici la tua associazione non porrebbe nessun ostacolo...

Citazione:
in effetti ritengo che la parte spirituale sia un po' carente, ma a mia volta mi sembra di capire (se mi sbaglio perdonatemi) che nella vostra associazione la religione è una componente fondamentale intorno alla quale gira il resto. Invece io credo nella legge del buon BP, che è la stessa in tutto il mondo, comprese associazioni non legate alla religione...


In realtà la vita di un cristiano è intrisa della sua fede, quindi anche il suo essere scout ne risente profondamente.
Non credo si possa dire che nella mia associazione tutto ruota attorno alla religione. Certo è che il messaggio di Cristo permea tutta l'esperienza scout.
Per capirci, a uno scout cattolico viene chiesto di rispettare la legge di B. -P., mica fa la promessa sui dieci comandamenti. Ma con la certezza che quella legge è un modo per percorrere la strada del Vangelo. Non dovrebbe esistere una proposta religiosa attorno a cui si incollano attività scout (anche se ammetto che in molte realtà, soprattutto dove è forte l'influenza delle parrocchie, la sensazione è un po' quella). Lo scautismo è scautismo, e punta a formare il buon cittadino, l'uomo (donna) di successo ("successo" nell'accezione sempre del buon B. -P.).
Ovviamente, noi che crediamo che la salvezza sia nel Vangelo, proclamiamo che quella è la strada. Perché imparare le legature e la classificazione delle latifoglie non è un esercizio fine a se stesso, ma deve entrare nel meccanismo della formazione di una persona completa. Deve essere orientato un progetto definito e alto, alla realizzazione di ciascuno.

Per questo tutto lo scautismo è intriso della fede, perché in fondo a tutto c'è la realizzazione delle persone, che per me sta nella realizzazione dei progetti di Dio su ciascuno.

Perché invece un ateo decide di educare col metodo scout? Io in verità non lo capisco, o meglio, non vado oltre la generica ricerca di formare persone migliori, in gamba... ma rispetto a che cosa? Se non c'è un riferimento a valori e soprattutto a un fine...
La legge scout indica una via per essere "migliori", ma... a che scopo?

Paolo
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MessaggioInviato: Martedì 18 Luglio 2006, 16:00    Oggetto: Rispondi citando

Interessante, ho avuto una disussione simile a questa con i miei capi durante la preparazione alla Promessa... Ovviamente loro hanno promesso A DIO, io ho semplicemente promesso, prendendo l'impegno verso me stesso ("Credo nello scoutismo e decido per mia scelta senza dover giustificare niente a nessuno di vivere secondo la Legge Scout").

Penso che avere la fede e credere sia una buona cosa e ammiro i credenti, sebbene io non lo sia, e ritengo giusto che i ragazzi vengano formati in tal senso, ma non posso essere io a farlo. SIcuramente un gruppo senza capi cattolici perderebbe qualche cosa di importante, ma non fondamentale.

In Svizzera (beh, in tutto il mondo, posso affermare) esistono gruppi Scout non cattolici, semplicemente non pratiacno la religione durante le loro attività. Non significa che non fanno spiritualità, ma la fanno di "altro tipo".

Il discorso è molto più vasto, ho passato ore e ore a discuterne con amici (scout e non), ma senza una conclusione. in fondo il mondo non è bianco o nero, ci sono opinioni personale ed è giusto che ci sia qualcuno che vede le cose in modo differente... Tutto sta nell'accettare la diversità e non voler per forza dare torto o ragione!
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polvansen





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MessaggioInviato: Martedì 18 Luglio 2006, 16:37    Oggetto: Rispondi citando

tuitt ha scritto:
Interessante, ho avuto una disussione simile a questa con i miei capi durante la preparazione alla Promessa... Ovviamente loro hanno promesso A DIO, io ho semplicemente promesso, prendendo l'impegno verso me stesso ("Credo nello scoutismo e decido per mia scelta senza dover giustificare niente a nessuno di vivere secondo la Legge Scout").


mmm... non credo sia così (anche se, non conoscendo la tua associazione...).
Ma se funziona come da noi, la nostra promessa dice "con l'aiuto di Dio, prometto SUL MIO ONORE...".
Quindi non promettiamo a nessuno e garanzia della fedeltà alla promessa è solo il nostro onore...

Citazione:
In Svizzera (beh, in tutto il mondo, posso affermare) esistono gruppi Scout non cattolici, semplicemente non pratiacno la religione durante le loro attività. Non significa che non fanno spiritualità, ma la fanno di "altro tipo".


Beh, certo. Esistono associazioni di tutte le confessioni, e anche associazioni non confessionali. Ma il dibattito è molto aperto, e per queste associazioni è piuttosto difficile spiegare la propria rispondenza ai principi dello scautismo. Tant'è che spesso pongono comunque una specie di obbligo (passami il termine, non me ne vengono altri) per ciascuno di avere comunque un proprio cammino di spiritualità non meglio definito. Solo che lo relegano alla sfera privata, e quindi l'associazione non se ne fa carico.
Io su questo tipo di posizione ho due dubbi:
1 - riconosci che una fetta fondamentale della persona è spirituale ma non te ne occupi... puoi continuare a dire di educare tutta la persona?
2 - resta irrisolto il nodo dell'ateismo.

Citazione:
Il discorso è molto più vasto, ho passato ore e ore a discuterne con amici (scout e non), ma senza una conclusione. in fondo il mondo non è bianco o nero, ci sono opinioni personale ed è giusto che ci sia qualcuno che vede le cose in modo differente... Tutto sta nell'accettare la diversità e non voler per forza dare torto o ragione!


Certo, infatti non mi permetterei mai di dire che un ateo non possa essere un ottimo scout. Dico che IO non capisco come si possa essere ateo e scout.

Paolo
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tuitt



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MessaggioInviato: Mercoledì 19 Luglio 2006, 10:57    Oggetto: Rispondi citando

polvansen ha scritto:

Io su questo tipo di posizione ho due dubbi:
1 - riconosci che una fetta fondamentale della persona è spirituale ma non te ne occupi... puoi continuare a dire di educare tutta la persona?
2 - resta irrisolto il nodo dell'ateismo.


1. non oserei mai affermare di educare tutta la persona, un capo che afferma ciò lo fa in pura presunzione! Semplicemente credo che ognuno ha qualcosa da dare e dà quello che è può... a meno che non si tratta di educatori professionisti, ma anche qui si tratta unicamente di alcuni ambiti.
Vorrei aggiungere che come responsabilità di educatori noi siamo solo "dal terzo posto", in quanto proma di noi c'è la famiglia, poi segue la scuola, e solo dopo arriva lo scoutismo.

2. Certo, la condizione di ateo è particolare, e, secondo me, soggettiva. Non si può definire "sei ateo? allora niente scout", perchè va contro il principio cristiano stesso della tolleranza! Conversione ad ogni costo? o accettiamo ognuno così com'è?
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polvansen





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MessaggioInviato: Mercoledì 19 Luglio 2006, 12:00    Oggetto: Rispondi citando

tuitt ha scritto:
1. non oserei mai affermare di educare tutta la persona, un capo che afferma ciò lo fa in pura presunzione! Semplicemente credo che ognuno ha qualcosa da dare e dà quello che è può... a meno che non si tratta di educatori professionisti, ma anche qui si tratta unicamente di alcuni ambiti.


Lo scautismo è un metodo educativo che si rivolge a tutta la persona.
Lo è per definizione, perché è un metodo che si rivolge alle persone nella loro GLOBALITÀ. Non educa un solo o pochi aspetti (che so, come la scuola di musica o di calcio).
Educa la persona, tutta, educa al senso critico, su tutto, educa alla capacità di scelta e di discernimento, educa ai valori fondamentali dell'uomo.
Non c'è proprio nulla di presuntuoso nel dire questo.
Piuttosto se mi permetti, dire il contrario vuol dire non conoscere lo scautismo.

Citazione:
Vorrei aggiungere che come responsabilità di educatori noi siamo solo "dal terzo posto", in quanto proma di noi c'è la famiglia, poi segue la scuola, e solo dopo arriva lo scoutismo.


Non ho mai detto che siamo gli educatori principali. Ho detto che ci rivolgiamo alle persone nella loro globalità...

Citazione:
2. Certo, la condizione di ateo è particolare, e, secondo me, soggettiva. Non si può definire "sei ateo? allora niente scout", perchè va contro il principio cristiano stesso della tolleranza! Conversione ad ogni costo? o accettiamo ognuno così com'è?


Beh, questo se permetti è un discorso un po' pericoloso. Il principio cristiano stesso della tolleranza non c'entra con il fatto di poter essere un capo scout.
Anche la condizione di pedofilo è particolare e soggettiva. Siamo tolleranti e gli facciamo fare il capo scout?

A parte le estremizzazioni (ma sottolineo che nell'affidare a una persona la responsabilità di educatore ci si deve andare con i piedi di piombo), non ho mai detto che un ateo non possa essere scout.
Ho detto che IO non capisco come si possa fare il capo scout slegando lo scautismo da una componente spirituale.
E dato comunque per assodato che per i ragazzi non esiste la discriminante (nella mia associazione cattolica può entrare uno scout di qualunque fede, credo e noncredo), parlando di capi trovo comunque strano che un capo non cattolico faccia servizio in un'associazione cattolica. Così come credo che IO non sarei in grado di fare servizio in un'associazione di scout mussulmani. Fare il capo, intendo... non fare semplicemente le legature.

Paolo
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tuitt



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MessaggioInviato: Mercoledì 19 Luglio 2006, 12:18    Oggetto: Rispondi citando

Eheh! mi rendo conto che la differenza fra le associazioni è enorme!
Va bè, io chiudo qua!
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orso mallardo





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MessaggioInviato: Mercoledì 16 Agosto 2006, 01:23    Oggetto: Rispondi citando

*Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* io a volte dicevo questo e la mia cateki sta mi raccontò una storia



un bambino diceva sempre alla propria catekista *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* dio *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* esisteva perkè c' era tanto male nel mondo fino a quando gesù gli apparve in sogno e gli disse si nel mondo c' è il male ma ci sei *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* tu


ecco la risposta che gli dovevi dare se *Le abbreviazioni non si leggono. Scrivi in italiano corretto, per favore...* avete capito rifletteci su e poi ditemelo se vi sembra una bella storia ma soprattutto una bella risposta per gli atei o cristiani poco fedeli ecc

poi ognuno ha il diritto di credere e non credere in ciò che vuole
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