Ma non è di questo che voglio discutere, il punto che mi preme al momento è un altro:
Citazione: |
Un tema che viene spesso chiamato in causa nei progetti di zona è quello dello scouting, inteso come tecniche pratiche utili al capo per essere competente nei confronti dei ragazzi. Questo un po’ ci preoccupa perché si viene così a delineare una figura di capo che è capace si di fare le cose, ma non si coltiva come persona, e quindi non diventa un testimone vero e adulto nei confronti dei ragazzi. È un po’ come dire: “se so fare valgo come capo”, e così ci si libera dal “peso” della propria formazione personale, delle ricerca di percorsi di crescita individuale che richiedono tempo e fatica (e chi ne vuole spendere in questi tempi?) |
Questo è un estratto del documento IL PROGETTO DI ZONA - Consiglio Regionale 5 febbraio 2012 disponibile a questo indirizzo della regione Veneto (il link diretto al documento è questo, tra l'altro vi si trova anche una riflessione interessante di Giovanna Chinellato).
Dunque, perché nelle riunioni di zona si parla di fede e di metodo, ma non si può parlare di scouting?
Perché mi devo sentir rispondere che in zona non se ne deve parlare perché se un capo sente di dover approfondire la pioneristica ci sono dei campi apposta? Come ci sono campetti per capi di pioneristica, così ce ne sono anche di aggiornamento e formazione metodologica e di fede, quindi il criterio non può essere che vi sono già i campetti di pioneristica, altrimenti neppure di fede e metodo si dovrebbe parlare.
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