konan_65 ha scritto: |
O.o siamo pazzi??? già la messa non è certo il momento preferito dalla maggior parte dei ragazzi, rendiamola totalmente incomprensibile così avremo il menefreghismo più totale!! se è stata fatta una riforma del rito un motivo ci sarà stato... |
rinoceronte caparbio ha scritto: |
Uhm.
Bella è bella. Ma viene compresa? |
konan_65 ha scritto: |
O.o siamo pazzi??? già la messa non è certo il momento preferito dalla maggior parte dei ragazzi, rendiamola totalmente incomprensibile così avremo il menefreghismo più totale!! se è stata fatta una riforma del rito un motivo ci sarà stato... |
Giovanni Paolo II ha scritto: |
"...la partecipazione attiva non preclude la attiva passività del silenzio, della compostezza e dell’ascolto: anzi, la richiede perfino. I fedeli non sono passivi, ad esempio, quando ascoltano le letture o l’omelia, o seguono le preghiere del celebrante e i canti e la musica della liturgia. Queste sono esperienze di silenzio e di immobilità, ma sono nel loro modo profondamente attive" |
Sentry ha scritto: |
Temo che per molti potrebbe essere interessante assistere ad una messa del genere "ogni tanto", che la vivrebbero come un "evento" come quanto arrivi a Sant'Antimo e senti i frati cantare in gregoriano.
Ma se lo scopo è avvicinarli al "contenuto" beh... non mi sembra la strada migliore ^_^ |
Sentry ha scritto: |
Definire "colorito rito folk" i canti gregoriani mi sembra un po' azzardato ma forse non era questo ciò che intendevi (o si?) |
Sentry ha scritto: |
Quello che intendevo io è che il rito di San Pio V è stato in parte accantonato proprio perchè non era più comprensibile dai più.
E' vero che è il rito "storico" della Chiesa ma è altrettanto vero che storicamente tutti conoscevano il latino cosa che oggi non mi sembra così popolare. Non credo che il rito in se possa "aiutare nel camminare più profondamente nella propria Fede" più della comprensione di quello che quella Fede propone. |
Sentry ha scritto: |
Con "temo" intendevo semplicemente che secondo me un ragazzo non preparato ad un rito del genere lo prenderebbe molto probabilmente come un "colorito rito folk" di centinaia di anni fa senza trarne beneficio. |
Sentry ha scritto: |
Una considerazione decisamente più banale e meno fondata: assistere ad un rito che sembra una cosa privata fra il sacerdote e "il suo dio" mi sembra molto in contrasto con il messaggio che dovrebbe passare ai credenti |
ghiro ha scritto: |
Ma è mia modesta opinione che ciò non debba limitarsi allo sporadico "evento", altrimenti si rischia che questo venga decontestualizzato dalla realtà viva della nostra Fede, riducendosi a semplice 'folclore'. |
ghiro ha scritto: |
Il CCC presenta l'assioma: "lex orandi, lex credendi". Ciò che si prega corrisponde a ciò che si crede: dunque il rito e la liturgia più in generale sono fondamentali per la nostra formazione a diventare 'buoni cristiani'. D'altronde tu mi dici: il latino non si conosce? Forse è anche meglio: a volte la comprensione solo verbale è ingannevole e superficiale (crediamo di aver capito, e non indaghiamo oltre, ma in realtà non abbiamo compreso niente), mentre il suono, i gesti, l’atmosfera, agiscono molto più profondamente in noi. |
ghiro ha scritto: |
Non solo: la consapevolezza di avere inteso poco ci sprona ad accrescere la nostra conoscenza del mistero. |
ghiro ha scritto: |
[...]Evidentemente, per apprezzare una bella canzone dei Rem, dei Beatles o dei Police, non è necessario capire bene il testo (anzi: pensate che orrore se cantassero in italiano)! |
ghiro ha scritto: |
Nella messa tridentina il sacerdote non è chiuso verso Dio. Anzi, celebra posizionandosi come il popolo: 'coram Deo', cioè rivolto verso Dio. |
Sentry ha scritto: | ||
Era proprio a questo che mi riferivo e proprio perchè sono d'accordo con te. Temo che la Messa con il rito "antico" e incomprensibile ai più rischierebbe di avere lo stesso trattamento, diventare un "evento" (anche se ripetuta nel tempo). |
Sentry ha scritto: | ||
Su questo invece non mi trovi del tutto d'accordo. Secondo me c'è una differenza sostanziale tra l'essere distratti e il non capire... mi spiego, se io ti racconto una storia in italiano e tu intanto ti fai i fatti tuoi e non capisci nulla, forse la colpa è tua (forse non ti interessa?) ma se io la storia te la racconto in giapponese e tu ti distrai beh... direi che hai qualche giustificazione in più e dobbiam fare almeno a metà della responsabilità. Il fatto che i ragazzi siano spesso distratti non lo si risolve certamente mettendoli davanti a qualcosa di ancora più difficile da comprendere... inizialmente forse la curiosità farà aumentare l'attenzione ma quando poi tutto diventa "normale" allora sommiamo distrazione e incomprensione e rischiamo veramente che il messaggio non passi (... magari ora sono distratti ma qualcosa captano tra una chiacchiera e l'altra) Per quanto riguarda l'atmosfera, i gesti, i suoni, ho assistito a Messe molto vissute da questo punto di vista senza bisogno di ricorrere ad una lingua morta che sinceramente non capisco che valore aggiunto possa dare. Alcuni gesti/simboli invece, sono d'accordo con te possono aiutare a sottolineare e meglio comprendere i momenti importanti del rito. |
Sentry ha scritto: | ||
Questa mi sembra un'affermazione applicabile a gente già "iniziata", non ai ragazzini del branco o del reparto... forse e dico forse potrebbe spronare gli R/S ma nella maggior parte dei casi secondo me ricadiamo in quello che ho scritto sopra. |
Sentry ha scritto: | ||
Si ma la questione è mooooolto differente. Se ascoltano musica di cui non capiscono il testo, poco male. Non capisco bene il paragone che fai... secondo me non capire la Messa non è come non capire i Beatles! E il fatto che molti ascoltino i Beatles senza capire una parola non gioca a favore di una Messa in latino che verrebbe seguita esattamente come una canzone inglese cioè senza capir nulla. |
Sentry ha scritto: | ||
Ehm, devo ammettere che su questo non sono assolutamente preparata... però, forse per deformazione scout mi piace molto più l'idea che Dio sta al centro... e il sacerdote "condivide" con il resto dei fedeli i gesti che è chiamato a celebrare per tutta l'assemblea. |
BOBOMAN ha scritto: |
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elfo ha scritto: |
A me la Messa tridentina piace. Certo non la proporrei in luogo di quella domenicale postconciliare, però se ve ne fosse l'opportunità magari la si potrebbe proporre anche ai ragazzi in qualche situazione particolare... non ci vedo niente di male. |
Sentry ha scritto: |
Per quanto riguarda la questione Ghiro, temo sia andata un po' oltre le mie conoscenze/capacità... da qui in poi ti posso seguire solo con un umile "secondo me" che ti ho già espresso. Non ho altri argomeni oltre a quelli che già ho espresso e per ribattere ai tuoi potrei solo, semplicemente riproporre i miei.
Magari ci si risente quando avrò assistito a questo tipo di rito per un po'... e quindi non sarà più, neanche per me, un "evento" più o meno folkloristico! |
BOBOMAN ha scritto: |
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BOBOMAN ha scritto: |
Messa cosi mi puo star bene,se la richiesta viene dai ragazzi mi sta bene,se i ragazzi vogliono poi continuare a seguire questo tipo di Messa mi sta bene,sempre che i Ragazzi poi lo facciano con scienza e piena coscienza
e non come un esercizio dimostrativo di qualcos'altro.Se invece la seguono per "far felice" un "Capo" e le sue personali "voglie" NON MI STA BENE. Son pero' convinto che una volta soddisfatta,quanto meno la curiosità,la maggioranza dei ragazzi non sia poi favorevole a ripetere l'esperienza. A me piaccion molto i canti Gregoriani....ma sono preghiere.....e spesso me ne dimentico Wink |
ghiro ha scritto: |
Non capisco su cosa basi le tue "convinzioni" dal momento che lo scoutismo cattolico è nato e cresciuto con la Santa Messa tridentina (anzi, su 100 anni di storia 60 sono stati vissuti prima della riforma liturgica post-conciliare eh!). E non mi sembra neanche un modo costruttivo di fare coeducazione quello di lasciar decidere così ciecamente tutto ai ragazzi, sopratutto in un tema così delicato come la fede. |
Citazione: |
non mi sembra neanche un modo costruttivo di fare coeducazione |
Citazione: |
Non capisco su cosa basi le tue "convinzioni" dal momento che lo scoutismo cattolico è nato e cresciuto con la Santa Messa tridentina (anzi, su 100 anni di storia 60 sono stati vissuti prima della riforma liturgica post-conciliare eh!). E non mi sembra neanche un modo costruttivo di fare coeducazione quello di lasciar decidere così ciecamente tutto ai ragazzi, sopratutto in un tema così delicato come la fede |
BOBOMAN ha scritto: | ||
Beh le mie convinzioni sono basate sull'esperienza personale,sull'aver avuto esperienza sul campo,sull'aver fatto un "pochino" di Scoutismo che anche se la maggior parte non di matrice cattolica contemplava un aspetto religioso liturgico,sul conoscere "benino" il Mertodo (quello di Gilwell ergo B.-P.)sull'osservare ed ascoltare i ragazzi.....sull'avere 4 figli....quest'ultima aiuta un pochino ![]() ![]() Sui 100 anni possiam ricalcolare un po e sviluppare il discorso. Sia sul piano della Riforma Liturgica.....che parte comunque da lontano,per mettere una forte base nel '48 ....tieni conto che il concilio di Trento ben poco cambio/innovo' nella Liturgia quindi un forte bisogno di cambiamento era sentito da tutte le parti e SOPRATTUTTO DAI GIOVANI,i giovani fecero molto,diedero un enorme contributo al necessario cambiamento. Sia sui calcoli riguardanti lo Scoutismo Italiano e Cattolico in specie. La Riforma Liturgica fu inoltre approvata da Oltre 2000 Vescovi solo 4 votarono contro. Vorrei inoltre sottolineare che l'AUTOEDUCAZIONE non é anarchia......certo bisognerebbe applicare il Metodo quello "buono" ![]() E poi i ragazzi non decidono ciecamente,se i presupposti Metodologici sono stati impostati "comme il faut" DECIDONO CON LA TESTA.......LA LORO e attenzione.......possono anche decidere di seguire la Tridentina....non lo escludo....ne dubito ![]() |
francesco.c ha scritto: |
cominciamo dall'inizio ?
cosa intendiamo con il termine buon AE ? quale il ruolo del capo Riparto nel guidare i propri ragazzi nelle tematiche delicate ? Temo che la Fede di qualcun altro non sia un qualcosa sulla quale noi si possa metter mano direttamente, ammesso sia giusto ipotizzare di farlo, possiamo però contribuire affinchè essa si sviluppi in Libertà. Identificare con precisione il ruolo di ciascuno penso possa essere un buon primo passo per affrontare un tale argomento. Il resto verrà da se... |
Codice di diritto canonico ha scritto: |
CAPITOLO I
IL ROMANO PONTEFICE E IL COLLEGIO DEI VESCOVI Can. 330 - Come, per volontà del Signore, san Pietro e gli altri Apostoli costituiscono un unico Collegio, per analoga ragione il Romano Pontefice, successore di Pietro, ed i Vescovi, successori degli Apostoli, sono tra di loro congiunti. |
Motu proprio: Summorum Pontificum ha scritto: |
Art. 1. Il Messale Romano promulgato da Paolo VI è la espressione ordinaria della “lex orandi” (“legge della preghiera”) della Chiesa cattolica di rito latino. Tuttavia il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII deve venir considerato come espressione straordinaria della stessa “lex orandi” e deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico. Queste due espressioni della “lex orandi” della Chiesa non porteranno in alcun modo a una divisione nella “lex credendi” (“legge della fede”) della Chiesa; sono infatti due usi dell’unico rito romano. |
frageorges ha scritto: | ||||
Anche se sono assolutamente favorevole a lasciare a tutti la libertà di celebrare secondo il rito che più aggrada, trovo tuttavia che gli ambienti in cui si esalta il rito pre-conciliare siano sempre un po' faziosi e pronti a distorcere certe verità. Ad esempio: Il Codice di Diritto Canonico, seguendo l'impostazione del Concilio Vaticano II, ha voluto mettere l'accento sull'equilibrio tra Papa e Collegio episcopale: la parola del Papa non vale più di quella del Collegio episcopale, come quella del Collegio episcopale non vale più di quella del Papa. Del resto il Collegio episcopale è l'insieme dei vescovi in comunione con il Pontefice. Entrambi hanno quella che si dice una "potestà suprema e piena". C'è dietro un'idea di comunione e non di maggiore o minore "potere". |
frageorges ha scritto: |
Poi, i due riti (pre- e post-conciliare) non sono affatto sullo stesso piano. La forma ordinaria è quella postconciliare, il rito più antico "deve venir considerato come espressione straordinaria...". Mi chiedo: e se in una comunità (fosse anche un reparto) questa diventa forma ordinaria, consueta della celebrazione? Non si starebbe abusando della facoltà concessa dal Papa?
Poi, l'attuale Pontefice non ha affatto corretto il tiro della riforma post-conciliare, tant'è che continua a celebrare nella forma ordinaria della Messa. Non mi pare di aver mai visto il Papa celebrare con il rito pre-conciliare... ma sicuramente mi sono distratto. Poi, la forma ordinaria della Messa non è banalmente opera di liturgisti post-conciliari, ma è stata approvata e promulgata da niente meno che un Pontefice: Paolo VI. Ovviamente questi sono solo puntini sulle "i". Tuttavia mi risulta fastidioso il sottile trasformare la realtà a vantaggio della propria ideologia (per quanto animata da santo zelo). Se io volessi celebrare secondo il rito antico mi limiterei a dire che è lecito farlo e che per me è fruttuoso. Ma tutta questa esaltazione e contrapposizione con la forma ordinaria, che (si legge tra le righe) non sarebbe degna della Messa, mi sembrano assolutamente fuori luogo. Un punto a favore dei "fans" del rito pre-conciliare: si interessano a fondo del valore e del significato dei gesti liturgici dell'antico rito e della "lex credendi" che vogliono esprimere. Peccato però, che questo non lo fanno per il rito post-conciliare. Vogliamo fare un esempio? Viene spesso posto l'accento (mi pare anche in questo thread) su ciò che il celebrare "coram populo" non riesce ad esprimere. Mai ho sentito nominare ciò che invece il "coram Deo" non riesce ad esprimere (che è poi la motivazione della scelta liturgica fatta). La liturgia post-conciliare è altrettanto ricca di quella pre-conciliare. Per esperienza devo però dire che è molto più complessa da attuare e richiede molta più fatica al sacerdote e alla comunità celebrante. |
ghiro ha scritto: |
Non lo metto in dubbio, seppur non con i termini con cui tu interpreti il Codice, che mi sembra richiamino più una sorta di sinodalità senza tener conto della gerarchia. |
Citazione: |
Perdonami, magari è solo una mia impressione, ma da qui si evince un tuo atteggiamento un pò 'partitico' alla questione |
gufopreciso ha scritto: | ||
Guarda che le parole di frageorges si riferiscono credo alla tua espressione per la quale "la parola di un papa vale più di quella di un concilio". |
Codice di Diritto Canonico ha scritto: |
Can. 331 - Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l'ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori, è capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale; egli perciò, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente.
Can. 333 - §1. Il Romano Pontefice, in forza del suo ufficio, ha potestà non solo sulla Chiesa universale, ma ottiene anche il primato della potestà ordinaria su tutte le Chiese particolari e i loro raggruppamenti; con tale primato viene contemporaneamente rafforzata e garantita la potestà propria, ordinaria e immediata che i Vescovi hanno sulle Chiese particolari affidate alla loro cura. §2. Il Romano Pontefice, nell'adempimento dell'ufficio di supremo Pastore della Chiesa, è sempre congiunto nella comunione con gli altri Vescovi e anzi con tutta la Chiesa; tuttavia egli ha il diritto di determinare, secondo le necessità della Chiesa, il modo, sia personale sia collegiale, di esercitare tale ufficio. §3. Non si dà appello né ricorso contro la sentenza o il decreto del Romano Pontefice. |
gufopreciso ha scritto: | ||
Perdonami, ma a me sembra che quello con un atteggiamento un pò partitico sia tu. Condivido frageorges nel dire che per entrambe le modalità esistono aspetti positivi e negativi ed è appunto "partitico" come dici tu evidenziare solo i positivi di uno e i negativi dell'altro... |
ghiro ha scritto: |
- davvero l’attiva partecipazione è la verbosità di formule stanche (che neanche mancavano nel rito tridentino, se pur in misura minore)? - davvero l’attiva partecipazione è quella di chi, quando in alcuni prefazi, si dice “per Cristo nostro Signore”, risponde meccanicamente “amen”? - davvero l’attiva partecipazione è recitare tutti insieme – come all’asilo – la colletta o l’epiclesi, confondendo il sacerdozio ministeriale con quello comune? - davvero l’attiva partecipazione è passare dall’altare alle chitarre per animare la celebrazione (come nei villaggi turistici?!?)? - davvero l’attiva partecipazione è quella del ragazzo che, durante la liturgia della Parola, sghignazza con il compagno… di banco? - davvero l’attiva partecipazione è quella di chi fa a gomitate con l’altro per portare le offerte all’altare? - davvero l’attiva partecipazione è quella di chi declama letture che neanche capisce e mai ha visto prima? - davvero l’attiva partecipazione è dimenticarci che il Signore è realmente sull’altare e collezionare quante più strette di mano possibile? - davvero l’attiva partecipazione è sentire tante parole, le solite parole, con la solita lingua, con i soliti ritmi, le solite chitarre, la solita musica… in cui si cerca Dio e si trova ancora l’uomo (il solito uomo)? Forse, infatti, ma è un mio modestissimo parere, partecipa più 'attivamente alla S.Messa: - la persona che medita i misteri dolorosi mentre si rinnova il Sacrifico della Croce - il bambino che è richiamato dalla campanella all’elevazione, ed è incuriosito da tutte quelle genuflessioni (“forse che sia qualcosa di importante? qualcosa di più un semplice raccontino?”) - chi, ancora, recita nell’intimo le sue preghiere adorando, riparando, propiziando ed impetrando; - chi non capisce quello che si dice, ma sa quello che succede (e oggi? si sa quello che succede? Questa è la vera conoscenza; la sintassi e la grammatica non salvano…) - chi sa che oltre la balaustra non c’è il “caos” del mondo, ma il “cosmo” di Dio - chi sta lì a guardare, senza farsi troppe domande, ma senza fare neanche troppe storie quando c’è da inginocchiarsi… |
Ape Laboriosa ha scritto: |
Ragazzi, la Chiesa vive nel presente, non nel passato: l'adattamento ai tempi è la caratteristica che le ha permesso di superare i secoli e i millenni e che le permetterà di andare avanti ad aeterno... perché non ammettere la nostra ignoranza e non iniziare a informarci seriamente? |
Ape Laboriosa ha scritto: |
potrei farti una conferenza sui motivi che hanno spinto il Vaticano II a modificare la liturgia, e un'altra conferenza su perché questa, OGGI, è la migliore per noi contemporanei |
Citazione: |
Poi qualcuno mi sa dire e citare dove sta scritto nei documenti del concilio vaticano II che il sacerdote deve essere rivolto verso "l'assemblea"??
non trovo dove dice che la comunione possa riceversi in piedi, oppure sulle mani?o ancora dove sta scritto che si dovevano togliere le balaustre del presbiterio? |
Ape Laboriosa ha scritto: |
Caro Ghiro,
dopo aver letto le tue affermazioni posso essere sicura di dire il giusto, se affermo che tu, del rito cattolico, hai capito poco o nulla. La verbosità, la meccanicità di gesti e parole, la confusione tra sacerdozio ministeriale e comune... tutti questi problemi sorgono con l'ignoranza del rito, l'incomprensione di ciò che si sta facendo. Se i tuoi ragazzi (o forse tu stesso?) hano problemi a comprendere una ritualità spontanea e "semplice" come quella del rito post-conciliare (che non manca affatto di solennità e di intimità... inizio a chiedermi dove diamine sei andato a messa in tutti questi anni!), dicevo, se non capiscono questo rito... figuriamoci il tridentino, che rispondeva a esigenze praticamente di un'altra epoca! Ragazzi, la Chiesa vive nel presente, non nel passato: l'adattamento ai tempi è la caratteristica che le ha permesso di superare i secoli e i millenni e che le permetterà di andare avanti ad aeterno... perché non ammettere la nostra ignoranza e non iniziare a informarci seriamente? Per concludere, Ghiro: potrei farti una conferenza sui motivi che hanno spinto il Vaticano II a modificare la liturgia, e un'altra conferenza su perché questa, OGGI, è la migliore per noi contemporanei. Mi limiterò a consigliare a te e ai tuoi esploratori di trovare un assistente spirituale SERIO e BEN PREPARATO sulla liturgia, che possa spiegare a voi tutti il significato di una liturgia che non potete certo apprezzare se non capite a fondo. ...ah, dimenticavo: studio liturgia al Pontificio Istituto Liturgico Sant'Anselmo di Roma, al corso per diventare Operatori Liturgici della pastorale... quindi so benissimo di cosa parlo, riferendomi all'ignoranza. |
ghiro ha scritto: | ||
Ciao, rientro nel forum dopo un bel pezzo, un saluto a tutti! Recupero questa ormai datata discussione che ancora mi sta a cuore, visto che il post di Ape mi solletica. Dunque, cara Ape, senza alcuna ironia ti rispondo che certamente hai ragione, sono ignorante. Non studio in nessun Pontificio Istituto, non sono un liturgista, beh in due parole...non sono uno dei tanto decantati (nel nostro ambiente Agesci ma non solo) "cattolici adulti". Mi accontento di essere un cattolico, punto e basta. Dunque non aggiungo altre speculazioni intellettuali a quelle già fatte in questo thread anche da me, sebbene ci sarebbe da aprire conferenze certo: bensì come tale, cioè come semplice cattolico, usando quella facoltà di osservazione e deduzione ben esercitata da anni di scoutismo, mi guardo intorno e vedo distintamente la devastazione che c'è nella nostra Santa Chiesa... e vedo quelle rovine fumanti tra cui noi, come educatori cristiani, ci affanniamo, in prima linea per spostare le macerie che hanno seppellito i nostri ragazzi. Quella macerie si chiamano Tradizione, pilastro portante e fondante della barca di Pietro. Come tanti Padri e Santi (e dunque la Tradizione stessa) ci insegnano, non ci sono verità diverse per ogni epoca, ma c'è un'unica Verità, e la sua solenne e sacra espressione ne è la Sacra Liturgia. Quel "passato" che oggi calpestiamo, è carico di benedizioni: santi, beati, missionari, conversioni, congregazioni, vocazioni, seminari, cristianizzazione degli usi e dei costumi. Proprio oggi, in tempi così difficili per un Cattolico, abbiamo una pesantissima responsabilità: come educare alla vera Fede i nostri esploratori e le nostre guide? Solo non seppellendo quel passato in cantina tra i brutti ricordi, ma rispolverandone la gloria e la santità. Allora, solo allora, magari dopo aver goduto della sacralità e della santità (efficaci, che ci piaccia o meno) di una S.Messa nella forma straordinaria del rito romano, i ragazzi saranno veramente liberi di scegliere se essa è la forma di spiritualità che più fa per loro e che vorranno seguire: proprio come vuole il nostro Santo Padre Benedetto XVI, che ci ha ribadito con il Summorum Pontificum, che il rito esiste in due forme. Ed è quindi prima di tutto un dovere educare a questo i nostri scout. Che ci piaccia o meno. |
paciock87 ha scritto: | ||||
E' un dovere fare un proposta scout cattolica ai nostri ragazzi, seguendo il Metodo della nostra Associazione. Non c'è scritto da nessuna parte che si devono conoscere tutti i riti, le tradizioni e le sfumature della Chiesa Cattolica. |
ghiro ha scritto: |
... E ogni tanto una orecchio a quello che dice il Papa diamocelo. |
elfo ha scritto: |
A me la Messa tridentina piace. Certo non la proporrei in luogo di quella domenicale postconciliare, però se ve ne fosse l'opportunità magari la si potrebbe proporre anche ai ragazzi in qualche situazione particolare... non ci vedo niente di male. |