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Marm
Ora creiamo il contesto, un bel caso ipotetico, che visto la situazione in cui ti sei voluto mettere posso immaginare io attingendo a tutta la mia fantasia: un ragazzo musulmano, figlio di madre cattolica e padre musulmano, chiede di entrare nel tuo reparto. La prima cosa che gli fai presente è che l'AGESCI è un gruppo cattolico. I genitori rispondono che nonostante l'educazione ricevuta ritengono ora opportuno educare il figlio alla religione cristiana. Il figlio dimostra qualche timore, il cambiamento gli fa paura, ma vuole comunque tentare. Contando anche sull'appoggio dei genitori, la tua staff fa entrare il ragazzo in reparto. Circa un paio di settimane dopo l'ingresso il reparto è in uscita. Si farà una bella camminata, una bella attività di qualche tipo e poi la messa. Ovviamente non è possibile cambiare programma dell'uscita. Il ragazzo però ancora non se la sente di partecipare alla messa, ha dimostrato interesse alle attività di catechesi, ma ha ancora bisogno di tempo per superare problemi immaginari o reali che si sta facendo. Io lo terrei fuori dalla chiesa e mentre gli altri fanno messa parlerei con lui delle difficoltà che ha incontrato. In tutta questa faccenda l'assistente ecclesiastico deve essere concorde con la mia proposta, altrimenti non se ne fa nulla. Ora o mi fai notare che l'A.E. dovrebbe essere un pazzo per appoggiare una cosa del genere oppure mi spieghi cosa invece faresti tu... |
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rinoceronte caparbio
Ma io non educo il figlio alla religione cristiana: sfrutto il metodo (in questo caso agesci) per farlo divenire un uomo/donna della partenza!! Se la famiglia accetta l'integralità della proposta educativa AGESCI, il ragazzo seguirà l'integralità educativa. Non si sente pronto? Scusa e i ragazzi che a 15 anni non capiscono l'utilità della messa (figli di capi scout che hanno aperto il gruppo), cosa ci faccio? Perchè loro a messa e lui no? NO: tutti a messa, con la peculiarità di ciascuno, chi crede, chi meno, chi lo ritiene utile o meno. Non mettiamo in secondo piano l'esempio: un caposquadriglia/pattuglia che va a messa NONOSTANTE il piede tenero sappia che non crede in Dio, vale più di mille discorsi che posso fare io reparto. Allo stesso modo, il musulmano sarà l'esempio della volontà di aderire a questo tipo di proposta. Se non se la sente di venire alla messa, come posso chiedergli di cucinare alla trapper le luganeghe (tipo di salsiccia MOLTO in voga - e molto buona - delle mier parti)? Stessa cosa: non è a scatole! Poi, se sceglie di divenire cristiano, bene: la mia evangelizzazione ha avuto una serie di frutti. Ricordo che il patto associativo è rivolto ai capi!! |
Marm ha scritto: |
Da quel che ho appreso oggi l'accoglienza non si nega, ma il ragazzo almeno nella forma deve partecipare a tutte le attività proposte, altrimenti non se ne fa nulla. Beh, mi sembra una condizione abbastanza vincolante e un concetto neppure troppo complicato per esser scritto da qualche parte. |
porcellinopacifico ha scritto: |
per quanto rigarda la mia esperienza di genitore di figlie non cattoliche, ma cristiane, in agesci, direi che in assoluto è più importante la sostanza ( che può essere anche un rito vissuto intensamente dai ragazzi, ma anche e soprattutto in branca r/s, oltre al servizio, testimonianza e figure significative).
La forma la puoi imporre obbligtoriamente a tutti, ma non serve anzi in alcuni momenti può risultare controproducente |
gufopreciso ha scritto: |
nel mio clan qualche anno fa c'è stata per 3 anni una ragazza mussulmana. Ovviamente non ha preso la partenza, ma la testimonianza e la crescita che ha avuto lei e tutto il Clan è stata impagabile. |
Marm ha scritto: | ||
Colpo di scena... Mi son letto con una certa cura il manuale metodologico di recente... e sono abbastanza sicuro che rover e scolte, a differenza di lupetti e esploratori, dovrebbero essere "già in marcia" sul sentiero fede, pronti ad essere testimoni di una scelta già fatta. Per cui una persona musulmana in clan dovrebbe essere fuori dagli schemi. |
gufopreciso ha scritto: |
sicuramente un ragazzo non cattolico non lo porterei a Messa perchè questo sarebbe certamente un atto non corretto. |
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La Comunità R/S propone un cammino di crescita dove il messaggio di Gesù, Dio e uomo, è annunciato (evangelizzazione), conosciuto e approfondito (catechesi), celebrato (liturgia) e vissuto (testimonianza) alla luce dell’insegnamento della Chiesa. |
BOBOMAN ha scritto: |
L'ho già detto in altro topic ma lo ripeto...
AGESCI non può che essere fumosa perchè definendo tale argomento confermerebbe la sua anticostituzionalità rispetto alla costituzione WOSM che prescrive che le associazioni ad essa appartenenti non facciano distinzioni/discriminazioni di sesso,tendenze sessuali,razza,o religione tra i suoi associati (giovani e adulti)che sono poi gli associati delle singole associazioni nazionali.... questo vale anche per le federazioni,escamotage che permette ad alcune nazioni di avere piu associazioni iscritte quando invece WOSM ratifica che UNA sola associazione è permessa per ogni nazione,ma questo fà parte di concessioni dovute a sviluppi storici del movimento. WOSM è anche chiara sull'aspetto della federazione ,ogni associazione facente parte di queste federazioni si deve attenere alle direttive costituzionali,ossia non fare distinzioni o discriminazioni....ergo il patto associativo AGESCI non è costituzionale.....ma qui si chiudono tutti e due gli occhi per motivi politico/religiosi, e ci si fà scudo con il GEI....."tanto ci sono loro che compensano"....no ognuno si deve attenere in egual modo. Inviterei tutti a leggere "God in the open Scout Group" di John Thurman,che affronta in modo esimio l'argomento anche se non affrontando la "Outlanders Promise". |