francesco.c ha scritto: |
la soluzione del problema, che esiste e non solo in AGESCI, a mio avviso è da ricercare altrove.
Andando a vedere i dati dei censimenti ci accorgiamo facilmente "dovremmo" essere pieni di adulti, l'associazione con la minore presenza di adulti per ragazzo ci da comunque 1 a 10 le altre sono in media 1 adulto ogni 4,5 ragazzi che vorrebbe dire su un riparto di 20 avere almeno 4 "adulti". Domande dove stanno ? che fanno ? perchè sono solo censiti e non stanno in branca a lavorare ? che inseriamo a fare degli "adulti" se poi non ci danno il livello di qualità di cui i nostri ragazzi hanno bisogno ?Se abbassiamo il livello della qualità dei capi oggi, fra 15 anni potremo stare solo peggio, tutti pronti a cantare, ma quando si tratta di servire... sul breve periodo non c'è bisogno di adulti, secondo me, c'è un forte bisogno di rover e scolte che sentano il desiderio di "servire per davvero" (come diceva la canzone del centenario ) |
AndreaColaiacomo ha scritto: |
Sì, ai genitori ci abbiamo pensato, ma spesso il loro servizio è legato alla permanenza del figlio.
La cosa potrebbe essere utile se il genitore accettasse di fare servizio in una branca diversa da quella in cui è il figlio/a. Abbiamo già avuto esperienze con i genitori, ma purtroppo senza molto successo. Comunque questa è già una proposta per il verso giusto. Noi stiamo pensando prima di tutto di rivolgerci alle altre parrocchie della città, ma dobbiamo trovare il modo di presentare l'attività del capo scout...e qui sta il difficile |