Triste ma Vero: i capi si estinguono e si vede
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Scout C@fé: Il Forum degli Scout -> Comunità Capi

#1: Triste ma Vero: i capi si estinguono e si vede Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Lunedì 22 Settembre 2008, 13:20
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Riporto dall'home page della Stampa di oggi un articolo di Galeazzi e Quesitonio:

Scout, il branco resta senza capi

Allarme dei cattolici dell’Agesci: calano le “vocazioni” degli educatori
GIACOMO GALEAZZI, PIER FRANCESCO QUESITONIO
ROMA
Crisi di vocazioni tra i capi scout: l’associazione cattolica Agesci perde i suo i «quadri». A Torino chiude un gruppo scout all’anno. Un’emergenza condivisa su scala nazionale dal movimento che sta soffrendo un po’ ovunque per un netto calo di adesioni alla classe dirigente dello scautismo. L’impegno richiesto ai capi educatori è faticoso. Lontano dalla mondanità, costante e quotidiano e troppo spesso non conciliabile con il lavoro e la vita privata. Se a 21 anni, in media, i ragazzi concludono il loro percorso formativo nello scautismo e scelgono di cominciare quello da educatori scout, a 24 in molti decidono di abbandonare del tutto. Travolti da nuove esperienze, studi all’estero, soprattutto, e svaghi di ogni tipo, e dal mondo del lavoro più difficile da gestire e progettare rispetto ad alcuni anni fa. Emblematico il caso torinese. I numeri parlano, a Torino, di nove gruppi chiusi dal 1998 al 2008. Tre sono spariti, e assorbiti da altri gruppi dello stesso quartiere, mentre gli altri sei si sono fusi, creandone tre nuovi. Dei 30 gruppi del 1998, ne sono rimasti 24. E’ sceso anche il numero dei ragazzi censiti nei gruppi che da 3100 del 1998 è passato a 2500, di cui 360 capi educatori. Le «zone», ovvero le sovrastrutture associative che comprendono i gruppi scout, fino al 1995 erano quattro.
Una per ogni punto cardinale, e raccoglievano anche tre gruppi dell’hinterland. Nel ‘98 sono state unificate nella Zona Metropolitana. «Occuparsi di ragazzi più giovani è un impegno gravoso che richiede una convinzione forte - osserva il “patrono” dello scautismo in Curia, il vescovo torinese Renato Boccardo, 54 anni, segretario generale del Governatorato vaticano, assistente religioso di campeggi degli scout, soprattutto sui monti di Quibolar, vicino Bardonecchia -. Nell’odierna società individualista e deresponsabilizzante cresce la titubanza e l’esitazione di fronte all’impegno di farsi carico dell’educazione degli altri. Così magari si preferisce la pizza con gli amici ai due, tre incontri settimanali all’Agesci». A fare concorrenza non sono solo gli impegni di studio, lavoro, famiglia ma anche le esperienze formative all’estero come l’Erasmus. «Sono formule più finalizzate al singolo, mentre il capo scout impara a stare con gli altri, aiuta a crescere mentre cresce lui stesso - precisa il vescovo Boccardo -. Questa interazione ricompensa dei sacrifici e educa al senso di responsabilità, alla generosità, alla gratuità, ai valori dimenticati. La “crisi vocazionale” è dovuta al timore delle responsabilità verso i più giovani e all’impegno nella comunità capi». E proprio la mancanza di vocazioni per svolgere «il mestiere del capo» come lo chiamava, non a caso, il fondatore Robert Baden Powell, a preoccupare. La contromossa adesso è fare di necessità virtù», secondo il principio «meno capi, ma più bravi». «La flessione di questi anni - afferma Federico Savia, responsabile della Zona metropolitana - è figlia di una crisi generale dell’associazionismo e si spiega soltanto in parte con la chiusura dei gruppi. Le richieste di ingresso dei ragazzi nei gruppi aumentano tutti gli anni». Ci sono alcuni gruppi scout che hanno liste di attesa lunghe anni. I genitori iscrivono i loro figli nel «branco» a tre anni per sperare di avere un posto quando il pargolo compirà l’età minima, 8 anni. «Fare il capo educatore scout è impegnativo - continua Savia - è una scelta di sacrificio. Lo scautismo non è superficiale, occorre dedicare tempo per la progettazione del lavoro con i ragazzi, per seguire la loro crescita, per mantenere costanti i rapporti con le famiglie».
Una proposta che a Torino lo scautismo vuole offrire concretamente alla città attraverso un maxi-progetto con il comune. La realizzazione di un’area verde attrezzata, intitolata a Baden Powell e gestita dagli scout, da utilizzare come spazio di incontro e di attività. Un’area, adiacente al futuro Parco Dora, sulle sponde del fiume all’altezza dell’ospedale Amedeo di Savoia, dove sarà anche autorizzato il campeggio e potrebbe diventare una delle tappe della futura via Francigena, in attesa dell’ostensione della Sindone. Se ne parlerà giovedì in consiglio comunale. E’ torinese anche la presidente del comitato nazionale dell’Agesci, Paola Stroppiana, medico del Mauriziano. «La situazione di Torino è simile a quella delle grandi città italiane - ammette - mentre nelle province e nel Centro Sud la situazione è decisamente migliore. A livello nazionale ci sono 180 mila censiti: il numero dei capi, purtroppo tende a diminuire».
La crisi di vocazioni è evidente. «L’associazione chiede che i capi educatori abbiano concluso i due campi scuola del loro iter di formazione e certamente gli impegni per un educatore scout sono notevoli. Numerose riunioni settimanali, la rinuncia alle proprie ferie per andare ai campi estivi, garantire disponibilità e continuità almeno annuale. Questo spaventa - puntualizza -. E’ impopolare oggi, impegnarsi per gli altri. Lo scautismo fa scoprire che la felicità è fare la felicità degli altri».



Che ne dite?

#2:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Lunedì 22 Settembre 2008, 13:35
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che è molto vero.

#3: Re: Triste ma Vero: i capi si estinguono e si vede Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 01:48
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Non mi convince molto come analisi...

actaris ha scritto:
Riporto dall'home page della Stampa di oggi un articolo di Galeazzi e Quesitonio:

Scout, il branco resta senza capi

Allarme dei cattolici dell’Agesci: calano le “vocazioni” degli educatori
GIACOMO GALEAZZI, PIER FRANCESCO QUESITONIO
ROMA
Crisi di vocazioni tra i capi scout: l’associazione cattolica Agesci perde i suo i «quadri». A Torino chiude un gruppo scout all’anno. Un’emergenza condivisa su scala nazionale dal movimento che sta soffrendo un po’ ovunque per un netto calo di adesioni alla classe dirigente dello scautismo. L’impegno richiesto ai capi educatori è faticoso. Lontano dalla mondanità, costante e quotidiano e troppo spesso non conciliabile con il lavoro e la vita privata. Se a 21 anni, in media, i ragazzi concludono il loro percorso formativo nello scautismo e scelgono di cominciare quello da educatori scout, a 24 in molti decidono di abbandonare del tutto. Travolti da nuove esperienze, studi all’estero, soprattutto, e svaghi di ogni tipo, e dal mondo del lavoro più difficile da gestire e progettare rispetto ad alcuni anni fa. Emblematico il caso torinese. I numeri parlano, a Torino, di nove gruppi chiusi dal 1998 al 2008. Tre sono spariti, e assorbiti da altri gruppi dello stesso quartiere, mentre gli altri sei si sono fusi, creandone tre nuovi. Dei 30 gruppi del 1998, ne sono rimasti 24. E’ sceso anche il numero dei ragazzi censiti nei gruppi che da 3100 del 1998 è passato a 2500, di cui 360 capi educatori. Le «zone», ovvero le sovrastrutture associative che comprendono i gruppi scout, fino al 1995 erano quattro.
Una per ogni punto cardinale, e raccoglievano anche tre gruppi dell’hinterland. Nel ‘98 sono state unificate nella Zona Metropolitana. «Occuparsi di ragazzi più giovani è un impegno gravoso che richiede una convinzione forte - osserva il “patrono” dello scautismo in Curia, il vescovo torinese Renato Boccardo, 54 anni, segretario generale del Governatorato vaticano, assistente religioso di campeggi degli scout, soprattutto sui monti di Quibolar, vicino Bardonecchia -. Nell’odierna società individualista e deresponsabilizzante cresce la titubanza e l’esitazione di fronte all’impegno di farsi carico dell’educazione degli altri. Così magari si preferisce la pizza con gli amici ai due, tre incontri settimanali all’Agesci». A fare concorrenza non sono solo gli impegni di studio, lavoro, famiglia ma anche le esperienze formative all’estero come l’Erasmus. «Sono formule più finalizzate al singolo, mentre il capo scout impara a stare con gli altri, aiuta a crescere mentre cresce lui stesso - precisa il vescovo Boccardo -. Questa interazione ricompensa dei sacrifici e educa al senso di responsabilità, alla generosità, alla gratuità, ai valori dimenticati. La “crisi vocazionale” è dovuta al timore delle responsabilità verso i più giovani e all’impegno nella comunità capi». E proprio la mancanza di vocazioni per svolgere «il mestiere del capo» come lo chiamava, non a caso, il fondatore Robert Baden Powell, a preoccupare. La contromossa adesso è fare di necessità virtù», secondo il principio «meno capi, ma più bravi». «La flessione di questi anni - afferma Federico Savia, responsabile della Zona metropolitana - è figlia di una crisi generale dell’associazionismo e si spiega soltanto in parte con la chiusura dei gruppi. Le richieste di ingresso dei ragazzi nei gruppi aumentano tutti gli anni». Ci sono alcuni gruppi scout che hanno liste di attesa lunghe anni. I genitori iscrivono i loro figli nel «branco» a tre anni per sperare di avere un posto quando il pargolo compirà l’età minima, 8 anni. «Fare il capo educatore scout è impegnativo - continua Savia - è una scelta di sacrificio. Lo scautismo non è superficiale, occorre dedicare tempo per la progettazione del lavoro con i ragazzi, per seguire la loro crescita, per mantenere costanti i rapporti con le famiglie».
Una proposta che a Torino lo scautismo vuole offrire concretamente alla città attraverso un maxi-progetto con il comune. La realizzazione di un’area verde attrezzata, intitolata a Baden Powell e gestita dagli scout, da utilizzare come spazio di incontro e di attività. Un’area, adiacente al futuro Parco Dora, sulle sponde del fiume all’altezza dell’ospedale Amedeo di Savoia, dove sarà anche autorizzato il campeggio e potrebbe diventare una delle tappe della futura via Francigena, in attesa dell’ostensione della Sindone. Se ne parlerà giovedì in consiglio comunale. E’ torinese anche la presidente del comitato nazionale dell’Agesci, Paola Stroppiana, medico del Mauriziano. «La situazione di Torino è simile a quella delle grandi città italiane - ammette - mentre nelle province e nel Centro Sud la situazione è decisamente migliore. A livello nazionale ci sono 180 mila censiti: il numero dei capi, purtroppo tende a diminuire».
La crisi di vocazioni è evidente. «L’associazione chiede che i capi educatori abbiano concluso i due campi scuola del loro iter di formazione e certamente gli impegni per un educatore scout sono notevoli. Numerose riunioni settimanali, la rinuncia alle proprie ferie per andare ai campi estivi, garantire disponibilità e continuità almeno annuale. Questo spaventa - puntualizza -. E’ impopolare oggi, impegnarsi per gli altri. Lo scautismo fa scoprire che la felicità è fare la felicità degli altri».
Che ne dite?


A parte che dare quest'enorme importanza all'Erasmus come causa di mortalità dei capi mi sembra esagerato, in fine dei conti si tratta di un'esperienza di pochi mesi (tanti capi conosciuti hanno sospeso il servizio per quei 6-9 mesi e poi sono rientrati). Crisi dell'associazionismo? Negli ultimi anni le associazioni sono aumentate notevolmente...e ridurre lo scautismo solo ad una forma di associazionismo è decisamente limitato.
Poco tempo...sicuramente sì rispetto ad una volta.
Che sia impopolare impegnarsi per gli altri credo non sia una novità del giorno d'oggi; forse però una volta c'erano meno scout, ergo i capi erano veramente gente che si sbatteva..oggi una crescita quantitativa di scout non corrisponde ad una crescita qualitativa (soprattutto fra i capi).

Credo anche che si tenda a dare molta meno autonomia ai ragazzi e quindi si "perde" più tempo a fare cose che non servirebbe fare. Invce che fare riunione di reparto tutte le settimana si potrebbe lasciare più tempo per riunioni ed uscite di sq, invece che organizzare le riunioni di reparto a staff si dovrebbe lasciarle in mano ai ragazzi, invece che fare strani cammini psicologici/catechistici di CoCa si potrebbero fare meno riunioni con essa (poi, se qualcuno vuole intraprendere cammini vari, libero di farlo nel suo tempo...). Si risparmierebbero molto meno tempo ed energie.

#4:  Autore: newlucio MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 09:03
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credo, per esperienza personale, che sicuramente oggi sia molto piu difficile dare disponibilità per n-anni..
io ho avuto due capi riparto - uno per 4 anni e l'ultimo anno è cambiato. oggi, tra laurea triennale e quindi possibilità di master in un'altra città, o lavoro del tutto, è piu difficile che un ragazzo di 22 anni si assuma una responsabilità del genere...

se sei un ragazzo del sud è probabile che andrai a studiare fuori e questo fa si che la tua disponbilità come capo in quella città sia di almeno 3 anni, ma al termine della laurea...

concordo sul fatto che si fanno duemila inutili riunioni psico-patiche organizzate dalla zona, dalla regione, che poi alla fine fanno impazzire i capi... faccio il capo scout per stare con i ragazzi, non per sorbirmi l'ennesimo inutile sermone di turno di una psicologa o altro..

lucio

#5: verità? Autore: RaffaeleResidenza: Matera MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 09:21
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Sono d'accordo sia con l'articolo che parla di una situazione tipica delle grandi città e sono d'accordo con Aureliano che chiede più spazio e più autonomia per le squadriglie e per i ragazzi.
Parlo della mia esperienza personale, in passato, quando ero ragazzo, avevamo pochi capi volenterosi e non sempre presenti e senza iter di formazione capi... Ci vedevamo quasi tutti i giorni in sede e tutte le domeniche c'era uscita di squadriglia di mezza giornata. Eravamo veramente la "banda" di BP. Oggi se i capi non sono brevettati oppure se non sono in cammino nel loro iter, difficilmente possono ricoprire l'incarico di capo unità. Inoltre si è più attenti al linguaggio, alla sicurezza, a trovare sempre i bagni o strutture adeguate anche per i campi di reparto (?), alla pedagogia, all'attenzione al ragazzo,... l'allegra "banda" è diventata un qualcosa da tenere sempre sotto controllo e difficilmente mandiamo i ragazzi da soli in uscita. Cosa sta succedendo? Stiamo diventando sempre più genitori possessivi nei riguardi dei nostri "figli"?
La mia Co.Ca. censisce regolarmente 30 capi e ha 5 unità... in ogni staff c'è una marea di adulti, per non parlare dei capi a disposizione... ma i "manovali dello scautismo" sono sempre gli stessi. E allora? perchè chiamarli tutti capi? In un reparto che si rispetti bastano un capo, una capo e un aiuto, il resto lo fanno i ragazzi e la cogestione è appannaggio del Consiglio Capi. E tutti gli altri adulti? Fungono da logisti o tecnici in alcune attività. Sostanzialmente non ci dovrebbero essere problemi e la cosa anzi sembrerebbe positiva, invece tanti adulti che si alternano e che dicono comunque la loro... quando ci sono... non rendono chiara la proposta metodologica ai ragazzi che disorientati non sanno a chi capo rivolgersi. Mi è capitato quest'estate al campo estivo... siamo andati in paese per partecipare alla S.Messa e poco prima della Messa, 10 minuti prima, vedo sgattaiolare dal gruppo un caposquadriglia e due esploratori che si infilano in un bar e acquistano tre gelati. Enro nel bar e chiedo il motivo di questo arbitrio illogico visto che eravamo in procinto di entrare in chiesa e che all'esterno c'era tutto un reparto che aspettava, quando poi il gelato potevo acquistarlo io per tutti a fine Messa con la cassa del campo. Mi hanno risposto candidamente che avevano chiesto il permesso al capo "Tizio" che aveva dato il suo consenso. Ma il capo "Tizio" era venuto al campo a trovarci e si era fermato con noi solo due giorni e i ragazzi sapevano che io avrei detto di no subito.
Nel reparto i capi devono essere autorevoli, carismatici e poco numerosi perchè la proposta sia univoca sempre e la crescita e il dialogo con i ragazzi sia completo nel Consiglio della legge e nel consiglio Capi... Tante riunioni di staff sacrificano i rapporti con i ragazzi.
Quando poi si chiede a questo numero enorme di capi a disposizione di prendersi le proprie responsabilità e aprire un altro branco o reparto in un'altra parrocchia ecco che saltano fuori i tanti impegni di lavoro e familiari e piuttosto che vivacchiare in una Co.Ca. numerosa si cede il passo e si va via.
Non so se sono andato fuori tema...
Raffaele

#6:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 10:08
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Per fortuna noi non abbiamo il problema di raffaele natale, cioè dei duecentomila capi a disposizione, che subentrano a metà campo o a metà anno, come fanno altri gruppi... Da noi si entra solo all'inizio ed è tradizione ormai consolidata, pronta ad eccezzioni, ma è così da sempre, per tutti... E non esiste la figura del "Capo a disposizione"...

Per quanto riguarda i capi erasmus ei lavori fuori, da noi è una realtà vera... Capi che fanno spola con Milano, capi in erasmus, capi che studiano fuori, capi che ogni anno gli rinnovano il contratto e non sanno mai come continuerà il loro futuro a lavorativo... La precarietà anche influisce sulla disponibilità dei capi...

Invece sul fatto che prima era diverso, prima era tutto più semplice, ma mi spiace dire che i tempi erano diversi... Le leggi erano meno restrittive ei genitori erano meno restrittivi, era tutto più tranquillo... A me me ne frega poco che BP diceva quello, che sarebbe più educativo quell'altro, io, come Capo, devo essere sicuro di fare un servizio sereno, cioè un servizio dove ogni giorno non rischio la galera...
Faccio un esempio: prima, almeno dai racconti di mio padre e di vecchi capi, si facevano molte riunioni di squadriglia senza Capi in sede, senza neanche avvisarli, molti gruppi tutt'ora lo fanno, ma ora questo non è più fattibile... Perchè se un ragazzo si fa male ed io non c'ero la colpa me la becco io suo Capo, il prete in quanto responsabile dei locali e tutta la Coca... Noi ci dobbiamo tutelare...
L'iter formativo è necessario per un'associazione da 180mila iscritti che deve salvaguardarsi dagli "imbecilli", cosa tra l'altro non del tutto funzionante, visto che in giro ne è pieno lo stesso...

#7:  Autore: chiurlox MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 10:45
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Sono pienamente d'accordo con Raffaele e con Aureliano.
1 Vera autonomia delle sq.
2 C.R. Unico coadiuvato da 1-max due aiuti.
3 Uscite di sq. all'aperto
4 Curare meglio l'alta sq. facendo uscite e attività impegnative
5 Ridurre le uscite di riparto lasciando spazio e tempo alle riunioni di sq. ed alle uscite
6 poi (opinione personale) unità monosessuate

#8:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 12:46
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b'è, se tu capo (impersonale) vai alle riunioni di squadriglia, oltre a darti dell'idiota, ti dico che sbagli proprio metodologicamente.

#9: duecentomila capi? Autore: RaffaeleResidenza: Matera MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 13:53
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Vorrei chiarire (a Paciock87 in particolare), che non ci sono duecentomila capi nella mia Co.Ca. che si alternano al campo e a metà anno. Esistono da noi staff nutrite in cui due sono i capi canonici che assicurano la continuità non solo nell'arco dell'anno ma anche durante le attività estive e sempre. Ci sono poi capi a disposizione e aiuti che hanno meno tempo a disposizione e ci sono quando possono sia durante l'anno che al campo. Quello che dico io è che possiamo utilizzare queste risorse al meglio ma il rischio è disorientare il ragazzo perchè potrebbe approfittare di capi o adulti che dir si voglia più accondiscendenti dei soliti capi costituenti la diarchia. In altri termini io e mia moglie siamo i capi reparto e quando diamo disponibilità lo diamo per un minimo di tre anni, gli altri adulti, se ci sono, li coinvolgiamo altrimenti facciamo da soli senza problemi.
Il problema reale è censire tanta gente di cui puoi fare poco affidamento col rischio comunque di non aprire unità l'anno successivo perchè sono oberati da tanti impegni... ma nel Masci non vogliono andarci ed il Capo Gruppo si ostina a considerarli in Co.Ca. sperando in disponibilità maggiori in futuro.
Inoltre la nostra Co.Ca. è molto anziana, nel senso che avere 45 anni significa essere uno dei più giovani... le nuove leve frequentano università al Nord e rimpinguano le Co.Ca. di Milano, Bologna, Roma e altre grandi città universitarie. I nostri "decani" hanno tutti problemi di salute, non possono fare i Capi Clan altrimenti non si fa la route però vogliono essere considerati e vogliono far parte della Grande Famiglia...
Buona Caccia
Raffaele

#10:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 15:50
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Raffaele Natale ha scritto:

Inoltre la nostra Co.Ca. è molto anziana, nel senso che avere 45 anni significa essere uno dei più giovani...


Oh, io non ho ancora manco 34,5 anni..... Laughing Laughing Laughing

( siamo nello stesso Gruppo )

Tornando In Topic, le problematiche sono tante ma sono per lo più autoinflitte. Il mio Capo Reparto lo vedevo solo il sabato e tutti i mesi c'erano almeno 2 uscite. Per prendere la seconda tappa ho fatto un hyke di 15 km, ora con il Clan stiamo festeggiando in staff perchè siamo riusciti a programmare un'uscita con tenda e zaino di ben 4km al massimo...
Ma se noi accettiamo di farci carico di parte dell'Educazione di ragazzi i cui genitori ci dicono chiaro e tondo che per loro lo scoutismo è una fesseria mica sono loro il problema, siamo noi.
I genitori sono esigenti?
E a noi che ci frega?
Se decidiamo di inchinarci al primo tizio che capita poi che senso ha lamentarsi che per fare il CR servono 20 ore a settimana?
Credo che sarebbe molto più utile alla causa se il Centrale trovasse il modo di farsi firmare un'ampia liberatoria da tutti i genitori come conditio sine qua non per accedere al censimento.
Ed iniziare ad essere sicuri che i ragazzi a noi affidati lo sono per completare il tipo di educazione scelto dalla Famiglia e non come parcheggio a basso costo per genitori 'allegri'.

#11:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 16:20
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rinoceronte caparbio ha scritto:
b'è, se tu capo (impersonale) vai alle riunioni di squadriglia, oltre a darti dell'idiota, ti dico che sbagli proprio metodologicamente.


Ma chi ha detto che va alle riunioni di sq.?

Per quanto riguarda la sicurezza...è vero che oggi (forse!) ci sono leggi più restrittive, ma non possiamo nemmeno ridurci a fare le uscite di reparto in salotto...anche perché i ragazzi chiedono Avventura, e dove non la trovano cominciano le defezioni...(chiaro che non bisogna sconfinare nell'incoscienza, ma quello valeva anche una volta...)

#12:  Autore: gufoprecisoResidenza: Genova-Voltri MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 18:53
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EDIT: eppure mi diceva che questo post non era stato postato... ho cancellato il messaggio.

L'ultima modifica di gufopreciso il Mercoledì 24 Settembre 2008, 19:15, modificato 1 volta

#13:  Autore: gufoprecisoResidenza: Genova-Voltri MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 19:13
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paciock87 ha scritto:
sul fatto che prima era diverso, prima era tutto più semplice, ma mi spiace dire che i tempi erano diversi... Le leggi erano meno restrittive ei genitori erano meno restrittivi, era tutto più tranquillo... A me me ne frega poco che BP diceva quello, che sarebbe più educativo quell'altro, io, come Capo, devo essere sicuro di fare un servizio sereno, cioè un servizio dove ogni giorno non rischio la galera...
Faccio un esempio: prima, almeno dai racconti di mio padre e di vecchi capi, si facevano molte riunioni di squadriglia senza Capi in sede, senza neanche avvisarli, molti gruppi tutt'ora lo fanno, ma ora questo non è più fattibile... Perchè se un ragazzo si fa male ed io non c'ero la colpa me la becco io suo Capo, il prete in quanto responsabile dei locali e tutta la Coca... Noi ci dobbiamo tutelare...


Non te la becchi tu la colpa... E comunque il discorso sicurezza è troppo ingigantito... agire in sicurezza, in legalità e garantiti è iustissimo per carità, ma ciò non significa necessariamente vivere nell'ovatta. Si riesce perfettamente a fare le nostre attività senza "metterci nei casini" detto terra terra. E questo ce l'ha spiegata approfonditamente il nostro RR che è avvocato penalista.

Detto questo noi siamo uno di "quei gruppi". Non ci sogniamo minimamente di andare alle riunioni di sq (altrimenti non sarebbe di sq), a meno che non sia strettamente necessario, lo chieda la sq, o al limite passare per portare qualcosa. Talvolta capita che ogni tanto magari vedi la sede aperta e passi a salutare e vedere com'è. Com'è giusto. Detto questo i Capi e i Vice hanno le chiavi della sede, e fanno riunione da soli e si vedono in sede ogni volta che lo ritengono necessario senza dircelo. Per quantoo riguarda uscite di sq di un giorno o anche di bivacchi con pernotto l'unica cosa è il programma che devono portare prim in Conca, se ne parla, lo si vede, lo si "lima" se è necessario. Una volta autorizzati partono... senza di noi. Idem le missioni. Per quanto riguarda il discorso genitori è giusto parlare con loro, spiegare, anche venire in contro... ma ad un certo punto la scritta luminosa EXIT è ben visibile. Noi educhiamo in un certo modo, con certi obiettivi e con certi metodi: aperti a tutti ma non per tutti. E amici come prima.

Per quanto riguarda il discorso dell'articolo, bè che io sappia comunque il Piemonte non è mai stato famoso per la diffusione dello scautismo... Generalmenre le motivazioni sono vere, ma comunque è un problema che a Genova non percepisco... da noi lo scautismo è molto diffuso e ben radicato.

#14:  Autore: pacioResidenza: spotorno sv MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 21:20
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non di solo reparto vive un gruppo
anzi

#15:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Mercoledì 24 Settembre 2008, 22:05
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aureliano ha scritto:
rinoceronte caparbio ha scritto:
b'è, se tu capo (impersonale) vai alle riunioni di squadriglia, oltre a darti dell'idiota, ti dico che sbagli proprio metodologicamente.


Ma chi ha detto che va alle riunioni di sq.?


paciock87 ha scritto:

prima, almeno dai racconti di mio padre e di vecchi capi, si facevano molte riunioni di squadriglia senza Capi in sede, senza neanche avvisarli, molti gruppi tutt'ora lo fanno, ma ora questo non è più fattibile.

mi sembrava di aver capito ciò....

comunque confermo che molti capi vanno SEMPRE alle riunioni di sq...tant'è vero che uno al convegno regionale veneto EG (poareto) si è beccato una bella ramanzina perchè si lamentava che i capi facevano sempre fatica, dovendo andare sempre alle 6 riunioni di sq di quel reparto...

#16:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 00:03
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rinoceronte caparbio ha scritto:
aureliano ha scritto:
rinoceronte caparbio ha scritto:
b'è, se tu capo (impersonale) vai alle riunioni di squadriglia, oltre a darti dell'idiota, ti dico che sbagli proprio metodologicamente.


Ma chi ha detto che va alle riunioni di sq.?


paciock87 ha scritto:

prima, almeno dai racconti di mio padre e di vecchi capi, si facevano molte riunioni di squadriglia senza Capi in sede, senza neanche avvisarli, molti gruppi tutt'ora lo fanno, ma ora questo non è più fattibile.

mi sembrava di aver capito ciò....

comunque confermo che molti capi vanno SEMPRE alle riunioni di sq...tant'è vero che uno al convegno regionale veneto EG (poareto) si è beccato una bella ramanzina perchè si lamentava che i capi facevano sempre fatica, dovendo andare sempre alle 6 riunioni di sq di quel reparto...


Shocked Shocked

#17:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 01:03
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eh appunto..

#18:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 10:29
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Non dico di partecipare alle riunioni di squadriglia... Ma quando i ragazzi la fanno è il Capo che deve aprire la sede ed è il capo che deve stare a disposizione... Di solito o sta in zona o sta in sede di Noviziato a studiare...
E' ovvio che non partecipa alla riunione, se no che riunione di sq è?

#19:  Autore: newlucio MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 12:07
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paciock87 ha scritto:
Non dico di partecipare alle riunioni di squadriglia... Ma quando i ragazzi la fanno è il Capo che deve aprire la sede ed è il capo che deve stare a disposizione... Di solito o sta in zona o sta in sede di Noviziato a studiare...
E' ovvio che non partecipa alla riunione, se no che riunione di sq è?


scusa paciock ma non potreste dare le chiavi ai csq? oppure, nel caso di una parrocchia, semplicemente presentare al sacrestano i csq che così sa a chi dare (e soprattutto a chi chiedere) le chiavi per aprire la sede..

non so che sistemazione abbiate voi, ma penso che il fatto di affidare le chiavi ai ragazzi, oltre che sviluppare la responsabilità dei csq, semplifichi di molto la vita a quei poveri aiuti o capi universitari e non...

è un discorso che abbiamo già fatto piu volte.. sviluppare l'autonomia significa anche (egoisticamente!) avere molto meno lavoro! BP era un vero genio!

#20:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 12:37
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paciock87 ha scritto:
Ma quando i ragazzi la fanno è il Capo che deve aprire la sede ed è il capo che deve stare a disposizione...


e da quando in qua?
si dà la chiave al csq e finita lì.

#21:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 13:24
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Non credo che sia il possesso della chiave il punto.
Io credo che i capi vadano via perché l'associazione si è infilata in un circolo vizioso:
Il diminuire delle attività basate sullo scouting e la necessità di essere assai più presenti in sede per cause autoinflitte rende il servizio più pesante, i ragazzi diventano meno responsabili e i capi vanno via stroncati, magari sostituiti da capi di provenienza extrassociativa meno capaci di sfruttare subito gli strumenti del metodo e le attività basate sullo scouting diminuiscono...

#22: estinzione dei capi Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Giovedì 25 Settembre 2008, 15:44
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actaris ha scritto:
Non credo che sia il possesso della chiave il punto.
Io credo che i capi vadano via perché l'associazione si è infilata in un circolo vizioso:
Il diminuire delle attività basate sullo scouting e la necessità di essere assai più presenti in sede per cause autoinflitte rende il servizio più pesante, i ragazzi diventano meno responsabili e i capi vanno via stroncati, magari sostituiti da capi di provenienza extrassociativa meno capaci di sfruttare subito gli strumenti del metodo e le attività basate sullo scouting diminuiscono...


Quoto.

O meglio: non quoto affatto.

Nel senso che mentre è vero che il problema non sono le chiavi della sede, è anche vero che sempre più spesso sono i capi che non vogliono dare queste benedette chiavi ai ragazzi! Perchè il timore di incorrere in responsabilità, che non hanno, li fa masochisticamente optare per il "..o ci sono anch'io o niente riunione". Ed ecco allora che ci si sente obbligati ad "essere presenti in sede per cause autoinflitte"

Ora voglio saper da costoro: di cosa avete paura nel dare le chiavi della sede alla vostra squadriglia?

Avete paura che in sede fumino? Lo possono fare anche fuori!
Avete paura che in sede si droghino? Lo possono fare anche fuori!
Avete paura che in sede si lascino andare a pratiche sessuali? Lo possono fare anche fuori!
Avete paura che si facciano male? Possono uccidersi anche fuori!
Avete paura che i genitori non li lascino venire se non c'è un capo presente? Non c'è un capo quando sono fuori a passeggio o vanno al cinema /discoteca!

Non mi viene in mente altro, al momento, ma se ci sono altre opzioni ditemelo!

Perchè alla fine il discorso è quasi sempre questo: " Io non mi prendo la responsabilità di quello che fanno i ragazzi in sede quando non ci sono io"

MA CHI TE LA CHIEDE QUESTA RESPONSABILITA'

Come dice Gufo Preciso, se avete di questi timori, informatevi presso un esperto dell'associazione o, se non vi fidate perchè parte in causa, da un avvocato, e vedrete che il 90 % delle vostre paure svaniranno come neve al sole.

Basta fare attenzione, lasciando ai ragazzi quella autonomia di cui hanno tanto bisogno, il godimento della quale non rientra necessariamente sotto la nostra responsabilità, per cui non abbiamo il diritto di toglierglela!

Si possono fare tranquillamente tutte le attivita previste dallo scoutismo, basta metterci il senno del "bonus pater familiae", come diceva il mio docente di diritto (non sò se ho scritto bene, ripeto, in latino mi hanno bocciato) ossia il buon senso del padre di famiglia, il quale insegna ai propri figli ad usare l'acqua calda senza scottarsi!


Piuttosto diciamocela tutta.
Purtroppo la società non lascia al giovane il tempo e la tranquillità che servirebbero per gestire serenamente il suo "essere Capo".
Fino al completamento degli studi, anche universitari, i nostri capi riescono a essere presenti nei gruppi con notevole frequenza. Quando però il percorso di vita chiede di più, spesso, troppo spesso, la prima vittima di questa necessità è lo scoutismo. Ed ecco allora che capi giovani, appena brevettati, al momento di impegnarsi nel mondo del lavoro o nel formare una famiglia, abbandonano lo scoutismo - solo per quest'anno, il tempo di sistemarmi e poi rientro - e difficilmente lo rivedremo in Co. Ca.

Non ne faccio loro una colpa, ovviamente, ma questo è quello che ho notato intorno a me, quanto nelle riunioni di zona mi accorgo che ogni anno, un capo "si è sposato e ha preso un periodo di riflessione", l'altro "ha trovato lavoro e per quest'anno non si è censito", qualcuno "si è trasferito in altra città e per ora non è in nessun gruppo.

Quanti di questi, dopo la fatidica "pausa" rientreranno in un gruppo scout.
Basta vedere i censimenti e, tranne qualche eccezione, l'età dei capi si ferma intorno ai 25/28 anni, poi, ripeto, con qualche eccezione, c'è il vuoto.
Dove finiscono tutti questi capi?

Un abbraccio.

#23: dove finiscono? Autore: RaffaeleResidenza: Matera MessaggioInviato: Lunedì 29 Settembre 2008, 13:55
    —
Ciao Stambecco Sincero,
in genere si rientra in associazione quando si hanno figli da far entrare in branco... ops. Così si scavalca la lista, quando c'è e pensando positivamente, si trova l'occasione per rimettersi in gioco... ma fino a quando? Finchè ci sono i propri figli o... "Se piace a Dio per sempre?".
Buona Caccia
Raffaele

#24: Re: dove finiscono? Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Lunedì 29 Settembre 2008, 21:26
    —
CIAO RAFFAELE!!!!

Raffaele Natale ha scritto:
in genere si rientra in associazione quando si hanno figli da far entrare in branco... ops.
Qualcuno si, "approfitta" dei figli per riavvicinanrsi allo scoutismo, e ben vengano, ma quanti sono???

Raffaele Natale ha scritto:
Così si scavalca la lista,
Eh, eh, eh!


Raffaele Natale ha scritto:
quando c'è e pensando positivamente, si trova l'occasione per rimettersi in gioco... ma fino a quando? Finchè ci sono i propri figli o... "Se piace a Dio per sempre?".
Già, appunto, fino a quando??

Ed è un vero peccato perchè così tanta "forza" va a farsi benedire!

#25: Re: dove finiscono? Autore: BOBOMANResidenza: Far West MessaggioInviato: Lunedì 29 Settembre 2008, 23:24
    —
Raffaele Natale ha scritto:
Ciao Stambecco Sincero,
in genere si rientra in associazione quando si hanno figli da far entrare in branco... ops. Così si scavalca la lista, quando c'è e pensando positivamente, si trova l'occasione per rimettersi in gioco... ma fino a quando? Finchè ci sono i propri figli o... "Se piace a Dio per sempre?".
Buona Caccia
Raffaele


Oppure ,avendo fatto l'Indiano......"Io ??? Scout???...roba che si mangia??? ", e a figli già entrati ,i figli ti chiedono spiegazioni sul come mai quello che hanno trovato in un "MAGICO" cartone:Libri ,fazzolettoni,anche beige con strane toppe scozzesi e laccetti in cuoio con tre perline di legno Wink ,foto,fischietti(che sulle foto erano indossati da ragazzi),coperte "intarsiate" di Patch,cappelloni con piume colorate(rossa,verde,kingfisher blue),.....ecc. ecc.
non "racconta" quello che viene fatto vivere a loro............
Paesi stranieri,Jam,Scout di tutto il mondo in visita,avventure in posti fantastici(e ce ne sono anche in Italia),ecc.ecc.
Sui quei libri si parla di Gioco in mano ai ragazzi,di fascino,mistero e grandi avventure...................
E allora scatta il "Papà ma non puoi fare qualcosa anche tu........?",sai già che sarà una lotta contro i mulini a vento...contro teste di legno montate su molle.........ma ci provi .......con ancora piu forza che nel passato.................
Ma alla fine ...............siamo in tre ....IO, MAMMATE e TE......IO nel Far West.....Mammate.......nella nebbia Padana.....e TE...sotto l'ETNA fumante..............

Che famo????

Snoaring Bear

Orso ronfante

Orig.Gil.'85

#26:  Autore: panocia MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 08:04
    —
actaris ha scritto:
Raffaele Natale ha scritto:

Inoltre la nostra Co.Ca. è molto anziana, nel senso che avere 45 anni significa essere uno dei più giovani...


Credo che sarebbe molto più utile alla causa se il Centrale trovasse il modo di farsi firmare un'ampia liberatoria da tutti i genitori come conditio sine qua non per accedere al censimento.


A proposito, qualcuno di voi fa firmare una liberatoria a inizio anno? A me piacerebbe farlo ma non so bene cosa si dovrebbe scrivere...

#27: liberatoria Autore: RaffaeleResidenza: Matera MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 09:01
    —
Ciao Panocia,
ti ho inviato la liberatoria che generalmente utilizziamo nel nostro reparto (gruppo)... fammi sapere se la ricevi.
Buona Caccia

#28:  Autore: elfo MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 09:06
    —
Sarei curioso di sapere cosa c'è scritto nella liberatoria...

Comunque penso che o serve o non serve, e se serve dovrebbe essere unica per tutta l'Associazione.

#29:  Autore: Auryn MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 10:50
    —
noi facciamo firmare quella per i dati personali, ma non so se il testo viene dal nazionale o è elaborato dal mio capogruppo...

#30:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 13:01
    —
C'è una liberatoria della privacy che il nazionale manda, mentre poi ogni gruppo agisce per farsene una sua per eventuali foto da mettere sul sito...

torniamo in topic però...

#31:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 19:08
    —
Ecco a voi un capo che ha cercato di rientrare ma poi si è dovuto arrendere all'evidenza: bimbo piccolo e altri impegni non mi hanno consentito di andare al di là di due o tre riunioni di coca come capo a disposizione.
Giustamente non ci ho fatto una buona figura, ma va anche detto che la differenza di vita rispetto a 20 anni fa è enorme e comprendo le difficoltà di restare in sella quando si cresce.
Intanto una grande differenza la fa a vivere con una casa propria. La spesa, le bollette, pulire, stirare, eccetera, fanno una grande differenza rispetto a quando tornavo dalle uscite e la cena era in tavola. Ora devi fartela e non puoi vivere sempre aprendo il frigo e sgranocchiando patatine.
Sembra una banalità ma non lo è. Aggiungeteci il peso del lavoro e le sue responsabilità e comincia a diventare dura fuggire dall'ufficio tardi e andare a riunione, andare a letto tardi e poi alzarsi presto.
Sarebbe interessante conoscere come si organizzano in tal senso, che so...Raffaele o Pacio, che hanno un'età nella quale mi specchierei volentieri per capire dove sto sbagliando...
Come fate a tenere in equilibrio tutto?
Sad

#32:  Autore: francesco.cResidenza: Pomezia 1 MessaggioInviato: Martedì 30 Settembre 2008, 19:41
    —
Ciao udb se ti può essere utile ti racconto la mia (modello alcolisti anonimi Very Happy)... rientrato in servizio da maggio, 38 anni, sposato con una persona che non aveva mai preso in considerazione lo scautismo fino a quando non mi ha visto tornare a casa in calzoncini, un figlio di 3 anni, faccio il consulente e spesso mi "sparpaglio" per il mondo causa lavoro.
in pattuglia con il capo riparto ci capiamo molto bene, siamo nella stessa situazione Very Happy per un pelo non mi è toccata la zucchinona quest'anno, non credo che l'anno prossimo sarò cosi fortunato Confused
a casa all'inizio è stato difficile, con la riapertura la moglie l'abbiamo infilata a fare la magazziniera di gruppo Laughing
è difficile, tornare a casa e prepare da mangiare, ma il cucciolo è felicissimo quando me lo porto a vedere i posti delle uscite o del campo, la moglie ha capito di cosa parlassi quando ha conosciuto i ragazzi. ha deciso che il marito stava sacrificando se e la famiglia per dare a 'sti giovanotti qualche possibilità in più ed oggi mi è vicina. le ho raccontato come ciò che sono è frutto del servizio svolto dai miei capi e... probabilmente ha cominciato a spiegarsi un pò di cose
piano piano riuscirò anche a farle vedere che la spiaggia di torvajanica spesso si riempie di bisonti Cool
tieni duro, la famiglia non è un peso, ma una sorgente di stimoli
buona Strada


L'ultima modifica di francesco.c il Mercoledì 01 Ottobre 2008, 12:05, modificato 1 volta

#33:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Mercoledì 01 Ottobre 2008, 07:58
    —
Ringrazio a nome di tutti gli alcolisti Francesco per la sua bella testimonianza Laughing

Quando siamo andati all'inaugurazione dei giardini Baden Powell lei non era così felice di vedermi "conciato così, mi fai vergognare".
La mia strada è parecchio in salita, giacchè non ho stimoli da parte della famiglia ma freni.
La motivazione purtroppo è che l'esperienza di mia moglie (mai stata Scout), è segnata dall'incontro con brutti gruppi Scout in occasione di Taizè, eccetera e ne ha tratto un'immagine pessima.
Il nostro cucciolo ha 20 mesi, e credo davvero sia troppo piccino. Avrò bisogno di un paio di anni ancora, quando avrà una vita sua più strutturata, fatta di asilo e giochi potrebbe anche cambiare qualcosa.
Smile

#34:  Autore: chiurlox MessaggioInviato: Mercoledì 01 Ottobre 2008, 09:39
    —
Parlando una volta con la moglie del mio ex capo clan gli chiesi:
Ma come fa Paolo a venire in attività con due bimbi piccoli (5-3 anni) ed il terzo in arrivo? e tu non dici niente?
Lei candidamente ha risposto:
A Paolo fa bene e fa bene anche alla nostra famiglia, ci dona serenità e io? io penso che se tu voglia veramente bene a una persona non devi opporti, ma invogliarla e infine spero che la testimonianza della nostra famiglia sia un esempio per i ragazzi.

#35: forza Autore: RaffaeleResidenza: Matera MessaggioInviato: Mercoledì 01 Ottobre 2008, 09:42
    —
Carissimo Uomo del Bosco,
ti capisco e mi rendo conto delle tue difficoltà... sono contento per Francesco.C che è riuscito a coinvolgere anche la moglie. Il mio è un caso tutto particolare, nel senso che è mia moglie che mi tira in associazione e tiene viva la fiamma. Lei è casalinga perchè da noi al sud anche con il diploma puoi fare solo le pulizie in casa d'altri, per cui tempo ne trova per dedicarsi all'associazione a tempo pieno, inoltre quando avevamo le bambine piccole, nate a distanza di due anni l'una dall'altra, mia moglie è stata fuori per 4 anni ed io, che lavoravo in albergo con turni che coprivano le 24 ore, non avevo nemmeno il tempo di veder crescere le mie figlie. Ora lavoro in un istituto scolastico superiore e il mio orario è 8,00 - 14,00. Non dò disponibilità per ore aggiuntive, dopo le 14,00, non avendo telefonino, non sono reperibile da nessuna parte e posso dedicarmi ai miei tanti interessi. Ora che le mie figlie sono grandi (19 e 17 anni), una delle quali studia fuori sede, abbiamo ancora più tempo da dedicare ai ragazzi. Molti ci invidiano per l'impegno, ma posso assicurarti che vivere solo lo scautismo può essere troppo limitativo... le mie ferie sono per i campi scout, i miei fine settimana sono per l'associazione... coltivo altri interessi tra cui la filatelia ed il collezionismo... ovviamente scout. Faccio tante escursioni trekking... e, nonostante il mio stipendio non sia elevato, riesco a contenere le mie e le esigenze della mia famiglia in maniera molto scout. E' questo che vorresti per la tua famiglia Uomo del Bosco?, effettivamente come me ci saranno anche altre persone che vivono intensamente la loro dimensione scout, ma, aggiungo, non sempre la cosa si rivela positiva per quanto gratificante nel servizio ai ragazzi... di oggi.
Buona Caccia e Buona Strada
Raffaele
Bigio - Il lupo grigio

#36:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Sabato 04 Ottobre 2008, 00:31
    —
Oggi, riflettendo sui salti mortali che abbiamo dovuto fare per raggranellare un degno numero di rover e scolte per il pernottamento di stanotte, mi è venuta in mente una consideraziona piuttosto banale:
quando io ero esploratore e poi rover impiegavo nello scoutismo molto più tempo dei miei Capi di allora.
Oggi, da Ex CR e da MdN, so di impegnare nell'Agesci quasi il triplo delle ore dei miei ragazzi...
mah...

#37:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Domenica 05 Ottobre 2008, 23:46
    —
in realtà da ragazzo (almeno per la mia esperienza) non sapevo quanto tempo occupassero i miei capi...il mio clan da 28 persone ognuno dei 4 capi clan aveva 7 ragazzi da seguire per la PP, e almeno due volte l'anno mi trovavo col capo...

#38:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 08:18
    —
actaris ha scritto:
Oggi, riflettendo sui salti mortali che abbiamo dovuto fare per raggranellare un degno numero di rover e scolte per il pernottamento di stanotte, mi è venuta in mente una consideraziona piuttosto banale:
quando io ero esploratore e poi rover impiegavo nello scoutismo molto più tempo dei miei Capi di allora.
Oggi, da Ex CR e da MdN, so di impegnare nell'Agesci quasi il triplo delle ore dei miei ragazzi...
mah...

Che ci sia una tendenza alla buracrazia non è una novità. Riunioni a vari livelli si accalcano sull'agenda fino allo sfinimento. E non dimentichiamo che inserire tutte le richieste e gli appuntamenti religiosi ai quali "non possiamo esimerci", alla fine distrugge.
Più essenzialità, più scouting, meno religione.

#39:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 09:14
    —
Uomodelbosco,
io concordo con te,
purtroppo la tua è già un'analisi dei fatti, mentre la mia considerazione si riferisce alla mera osservazione dei medesimi.
Il mio CR era un amico di famiglia con cui sono tutt'ora in contatto ed in confronto. Quando ero esploratore, ero in sede minimo 3 volte a settimana ( riunione di squadriglia, alta squasriglia, Reparto ) più tutte le altre attività annesse e connesse.... E il mio capo lo vedevo al Sabato e ad Alta e so che in Sede poi non ci andava più... Ora, i miei rover vengono in sede per i 90 minuti di riunione settimanali e poi chi si è visto si è visto. Io, invece, sono sottoposto agli stessi impegni che vi potete immaginare e questo mese, ad esempio, tutti e 4 i week end sono 'occupati' dall'agesci...
E questo senza punto considerare la 'qualità' del tempo impiegato...

#40:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 12:08
    —
Da qual che vedo, un pò defilato, al dire il vero, ti dò ragione, Actaris.
Oggi fare il Capo è parecchio più pesante, indubbiamente, e a mio avviso si ritorna sempre lì: diminuisce lo scouting e l'uomo auspicato da B.P. diventa un ragazzo qualsiasi ritenuto non in grado di cavarsela neppure in sede. Questo fa si che i Capi diventino dei badanti che passano il tempo e si esauriscono a spronare un gregge svogliato. Gregge cresciuto così, peraltro, proprio per la mancanza di coraggio dei Capi nel dare autonomia.
Alla fine il gregge si disperde e il Capo si dispera.
Questo però è voluto, è il Capo che si taglia le gambe da solo.
A questo aggiungici la parte religiosa, che spesso per quantità di richieste di aderenza soffoca lo scouting, ed ecco che un Capo dopo un paio di anni è bello che bollito.
Ach...non riesco a non analizzare i fatti...sarà che ho avuto ottimi Capi? Wink

#41:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 13:38
    —
Laughing
Si, è vero, questi sono problemi quasi del tutto auto inflitti.
Ma DAI CAPI...
Che può fare il singolo capo? Sciopero?
Nella mia co.ca. ci sono un mucchio di capi che spingerebbero volentieri sul pedale dello scouting a scapito di altro, ma poi bisogna fare i conti coi genitori che alle riunioni informative manco vengono e quando vengono si alzano in piedi affermando che "mia figlia da sola non va da nessuna parte" A me verrebbe da aggiungere:" Manco a casa, perchè ora te la riporti via e addio!" Ma bisogna essere pazienti e mediare, mediare, mediare, finchè, dicotomicamente, si arriva al punto da festeggiare per 45 minuti di strada notturna senza zaino percorsi da un clan...
Ecco perchè mi piacerebbe davvero tanto che il Centrale assieme a tutti i begli articoli e resoconti, mi inviasse un qualche forma di brochure informativa - liberatoria da far firmare ai genitori e che mi autorizzi, la prossima volta che una mamma mi compare avanti seccata, alle 4 del pomeriggio della domenica che ho passato con suo figlio invece che con la mia zita, a lamentarsi del fatto che ha piovuto sul capino del suo piccino, a qualche forma di civile rappresaglia....
Non ne posso più di:
*è umido
*fa freddo
*attenzione ai fulmini
*attenzione alle valanghe
*ma all'uscita di squadriglia non vai anche tu?
*ma la route mica la fate a piedi?
*mia figlia è stata bocciata per colpa degli scout ( la figlia è venuta 1 volta al mese alla sola riunione di Clan, mai vista in uscita, vista spesso il sabato pomeriggio a zonzo....)
*che bisogno c'è di uscire con questo tempo? Dite il Rosario in Chiesa
*...e che problema c'è? Basta che tutti i pomeriggi vai in sede!...
e potrei continuare per secoli...

Va bene che lo scoutismo non può essere regolamentato più di tanto, ma lasciando tutta 'sta libertà ci ritroviamo clan che fanno attività d'alta squadriglia e a ruota ( verso il basso ) per le altre unità.
Questo non è un problema dei Capi, ma dell'Associazione, che dovrebbe tutelare, informare, con la consueta morbidezza, ma mettere anche un robusto paletto ogni tanto...

#42:  Autore: elfo MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 14:03
    —
actaris ha scritto:
ma mettere anche un robusto paletto ogni tanto...


Insomma, stai pensando a una cosa del genere:



Wink

#43: capi .... Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 14:57
    —
Io non ho aspettato i "paletti" dell'Associazione:

arrow """"""".....Io sottoscritto/a
Cognome………………………………….Nome……………………………………
Nato/a il……………………a…………………………..residente a ………………
In Via/P.za………………………………………………n………..cap……………..
Tel………………………….cell……………………………………………………….

.................... esercente la patria potestà del minore sottoindicato, premesso che:

• sono a conoscenza delle finalità educative dell’A.G.E.S.C.I. ed ho valutato gli impegni che mio/a figlio/a dovrà assumere;

• sono consapevole della necessità di dover reciprocamente collaborare con i responsabili di branca anche in considerazione dell’autoeducazione che vede il/la ragazzo/a quale unico/a protagonista della scelta scout;

• assicurerò la puntuale partecipazione alle riunioni riservate ai genitori organizzate dai responsabili di branca allo scopo di intraprendere un dialogo costruttivo per la crescita di mio/a figlio/a;

• assicurerò, altresì, la partecipazione di mio/a figlio/a alle attività, alle riunioni settimanali, alle uscite di reparto e di squadriglia, ai “campi” invernale ed estivo, ai pernottamenti in tenda e/o in accantonamento, alle proposte di servizio, ai momenti di vita parrocchiale;

• garantirò l’utilizzo dell’uniforme prevista dalle norme associative;

• verserò la quota associativa entro i termini stabiliti;

C H I E D O

L’iscrizione a codesto Gruppo del/la minore. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nato/a il . . . . . . . . . . . . . . a. . . . . . . . . . . . . . .

Roma, ------------------------------------------""""""""" Exclamation



Scarno? Troppo Permissivo? Troppo restrittivo?

Non credo, dato che in tanti anni di esistenza del gruppo, è stato necessario solo 3 o 4 volte rammentare a un genitore (che poi è quasi sempre e solo uno dei due che si lamenta) che aveva acconsentito a tutto quello di cui poi si era lamentato.
Il semplice "ricordare" la carta firmata, è stato sempre sufficiente a far dire al genitore "lamentoso" che sì, forse era il caso che il proprio pargolo/a vivesse lo scoutismo vero, e non quello che lui si era immaginato (scoutismo=parcheggio=bambagia=comodità).

Non solo, per la partecipazione al campo estivo/invernale:

arrow """""" dichiara di autorizzare il/la suddetto/a minore a partecipare al campo scout che si svolgerà a ........................ dal 17 al 26 luglio 2008, impegnandosi a dotarlo/a dell’equipaggiamento necessario, a fargli/le praticare le vaccinazioni antitifica ed antitetanica e a consegnarne i relativi certificati nonché il certificato di sana e robusta costituzione fisica e la fotocopia del documento sanitario.
I sottoscritti dichiarano di essere a conoscenza che il/la minore:
- svolgerà attività proprie del metodo scout quali: campismo, pionieristica, escursioni, ecc.;
- viaggerà con mezzi pubblici e privati , anche a piedi, sarà esposto/a a sforzi fisici, dormirà sotto la tenda e preparerà egli/ella stesso/a i suoi pasti.;
Consentono pertanto che lui/lei partecipi alle suddette attività.

In caso di malattia, ferite o traumi contratti dal minore durante la sua permanenza al campo o route o durante il viaggio, con la presente diamo in anticipo il nostro consenso a praticargli/le tutte le cure mediche necessarie e autoriziamo l’eventuale ricovero in ospedale, consapevoli e fiduciosi che saranno tentati tutti gli sforzi necessari per avvertirci dell’accaduto. Exclamation

Queste, in sintesi, le dichiarazioni che facciamo leggere e firmare ai genitori i quali, in ogni caso, non potranno mai accusarci di non averli informati con esattezza di quello che sarebbe andato a fare il proprio pargolo agli scout!

E aggiungo: se qualcuno fosse in condizioni di aggiungere, togliere, modificare o comunque migliorare i "moduli" che ho riportato, farebbe un bel servizio a tutti noi.

Un abbraccio

#44:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 15:30
    —
Ti ringrazio, stambeccosincero, porterò il tuo modulo a Staff e spero di poterlo consegnare ai novizi direttamente il giorno dei passaggi, con preghiera di farlo firmare ai genitori, vedremo cosa ne viene fuori...
Ma, anche se con il tuo modulo dovessi riuscire a sistemare le 'mie' faccende, resta comunque un problema nazionale e credo che vada risolto a livello nazionale...

#45:  Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 16:03
    —
actaris ha scritto:
Ti ringrazio, stambeccosincero, porterò il tuo modulo a Staff e spero di poterlo consegnare ai novizi direttamente il giorno dei passaggi, con preghiera di farlo firmare ai genitori, vedremo cosa ne viene fuori...
Ma, anche se con il tuo modulo dovessi riuscire a sistemare le 'mie' faccende, resta comunque un problema nazionale e credo che vada risolto a livello nazionale...


Sono d'accordo con te, però non aspettiamo che "il Nazionale" si muova: intanto andiamo avanti noi, con proposte e suggerimenti, magari parlandone con gli incaricati di zona, sensibilizzando coloro che sono preposti ai vertici dell'Associazione e che forse, non essendo a diretto contatto con i ragazzi e con i genitori, non percepiscono in pieno la necessità di soddisfare una simile esigenza.

Comunque, al di fuori di qualsiasi modulo o autorizzazione, resta sempre il dialogo con i genitori, i quali dovrebbero sentirsi coinvolti nello scoutismo, anche se solo emotivamente.

#46:  Autore: Auryn MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 18:16
    —
sull'argomento "i capi si estinguono" c'è pure una doppia intervista sul Donna Moderna in edicola Shocked

#47:  Autore: elfo MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 18:45
    —
Auryn ha scritto:
sull'argomento "i capi si estinguono" c'è pure una doppia intervista sul Donna Moderna in edicola Shocked


Non sarà mica i capi si stingono...?

#48:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Lunedì 06 Ottobre 2008, 19:40
    —
Quello che dice Stambeccosincero lo stiamo per applicare anche noi, mettendo in grassetto "mi impegno a versare tutte le quote associative"... Manco vivessi in una zona con famiglie con problemi economici, alcune manco sanno che esiste il discount...



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