#1: essere capi educatori Autore: (M) furetto laborioso, Residenza: siracusaInviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 14:19 Negli ultimi anni la presenza complessiva degli scouts in Regione ha subito una flessione, seppure non drastica. Analizzando i dati si può constatare che i numeri dei ragazzi che si censiscono nei gruppi restano più o meno invariati, aumentano però, nello stesso tempo, quelli di coloro che lasciano lo scoutismo lungo il percorso: alcuni abbandonano perché hanno fatto altre scelte, molti perché non si divertono più, non vi trovano più stimoli per crescere a loro agio con gioia.
Grande importanza per il futuro dei nostri ragazzi, e per poter aprire le porte a nuove accoglienze, è il ricordarsi di essere CAPI EDUCATORI non solamente persone che “tengono” dei ragazzi. Questo nostro essere è oggi difficile da realizzare, gli impegni, le pressioni esterne, il lavoro o lo studio spesso fuori dalla propria città……ci hanno fatto in parte perdere l’entusiasmo, la passione, però è su questo aspetto che dobbiamo camminare: per poter riuscire a farlo dobbiamo lavorare sulla FORMAZIONE PERMANENTE .
I ragazzi cambiano continuamente, il nostro metodo, se usato con intelligenza e creatività, è in grado di adattarsi alle nuove realtà, compito nostro è quindi: essere preparati, conoscere i nostri ragazzi e cambiare con loro, adattando a loro e per loro il nostro lavoro; questo non vuol dire cambiare i nostri valori di fondo, cambiare il nostro Essere ma piuttosto il nostro modo di agire.
Dobbiamo essere convinti delle scelte che sono alla base dell’essere Scout cattolici, dell’essere Capi, bisogna aver sempre presenti le scelte del PATTO ASSOCIATIVO e su queste confrontarci personalmente, nelle Co.Ca. e nei vari livelli delle nostre strutture.
Il luogo principe in cui crescere come Capi é la COMUNITA’ CAPI che non deve essere solo la sede dove preparare attività o risolvere problemi contingenti; per fare in modo che ciò avvenga è essenziale la figura del CAPO GRUPPO, che deve essere un buon animatore di adulti per aiutare i Capi a migliorare sempre più nel loro ruolo. Particolare attenzione e cura deve essere prestata ai CAPI DI PROVENIENZA EXTRASSOCIATIVA, sempre più presenti nei nostri Gruppi, per introdurli in modo ancor più approfondito al nostro metodo e alle scelte di base dello scoutismo
Altro luogo deputato alla formazione permanente è la ZONA ed in essa è importante, in analogia alla figura del Capo Gruppo, il ruolo del RESPONSABILE DI ZONA che è inoltre il garante del nostro essere Associazione e del rispetto delle regole che ci uniscono.
Sia il Responsabile di Zona che il Capo Gruppo sono QUADRI, e quindi, come ovviamente tutti gli altri Quadri, hanno il doppio compito di appoggiare i Capi nel loro fare educazione e di verificare ed aiutare ad essere un’unica Associazione e non una federazione di Gruppi.
Lo STILE DEL NOSTRO AGIRE ha come obiettivo l’ essere di esempio sia per i ragazzi che per l’esterno dell’Associazione, essere Scout deve essere sempre un segno distintivo: la gente sa - e deve continuare a essere così - che su uno scout si può sempre contare.
Noi siamo Scout cattolici e quindi dobbiamo sempre lavorare, o direttamente nelle unità e nei gruppi o al limite come supporto, con gli ASSISTENTI ECCLESIASTICI per aiutarci a incontrare Gesù e a crescere nella Fede usando il metodo scout; certamente anche loro dovrebbero conoscerlo ed utilizzarlo per far sì che l’educazione che impartiamo sia globale e non riservare loro il momento “catechistico” separato dal resto delle attività.
E’importante aver chiaro che il nostro educare seguendo il METODO SCOUT deve formare ragazzi e ragazze ad essere buoni cittadini sia nell’oggi che quando saranno gli uomini e le donne che agiranno nel domani, il nostro educare ha infatti una grande VALENZA POLITICA. Proprio per questa valenza la nostra Associazione deve avere la capacità di farsi conoscere anche al di fuori del nostro ambito d’azione, dobbiamo portare i nostri valori e le nostre peculiarità all’esterno, nel far questo dobbiamo saper accogliere le ricchezze che altre Associazioni o Organizzazioni ci offrono essendo, nello stesso tempo, consci e pienamente responsabili delle enormi potenzialità della nostra proposta. Macramè ci ha mostrato la strada per relazionarci positivamente con enti e altre Associazioni, dobbiamo continuare a lavorare sempre più e meglio sull’ESSERE IN RETE con altre realtà - in primis con le famiglie, le realtà ecclesiali le Associazioni a noi più vicine - anche per far capire l’importanza che l’AGESCI ha (o potrebbe avere) nel nostro Paese.
#2: Autore: uomodelbosco, Inviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 15:02 Belle parole, ma il problema per me resta sempre lo stesso: cercano Scoutismo, trovano oratorio e dopo un pò se ne vanno.
#3: Autore: (M) furetto laborioso, Residenza: siracusaInviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 15:05 e non ti sei chiesto mai il perchè succede?
#4: Autore: uomodelbosco, Inviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 16:36 In parte è dovuto al fatto che molti Capi non hanno visto che uno Scoutismo "annacquato" e quindi lo ripropongono prendendolo per buono.
In parte perchè c'è sempre meno voglia di essere denunciati da genitori iperprotettivi che hanno il bimbo-bello-pucci-pucci con un ginocchio sbucciato.
In parte perchè è comodo. Un pomeriggio chiusi in sede è molto più facile di uno passato nei boschi.
In parte perchè si perdono le competenze e i Capi semplicemente non sanno come si fa a fare questo o quello.
In parte perchè fare i Capi è un'attività ad alto rischio burn-out e con poco ricambio.
In parte perchè se abiti in una grossa città non hai spazi verdi adatti all'attività a portata di mano e non sempre c'è la possibilità di spostarsi per raggiungerli.
In parte perchè ci si concentra troppo sulla "C" e l'attività diventa catechismo.
#5: Autore: Sentry, Inviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 18:00 Concordo con almeno 5 o 6 "in parte" di uomodelbosco!
Aggiungerei però anche:
in parte perchè si è persa la magia dello scoutismo (giochi, riti, cerimonie, racconti)
in parte perchè i capi sempre più spesso sono genitori (se non nonni) e non più fratelli maggiori
forse:
in parte perchè le CoCa sono formate non da capi che vivono insieme lo scoutismo ma da direttori di branche che vanno al consiglio d'amministrazione per difendere gli interessi del proprio reparto produzione
in parte perchè sono obiettivamente cambiati gli stili di vita e per i capi giovani è sempre più difficile conciliare studio, lavoro ecc con tempi e luoghi dettati dallo scoutismo (e spesso da generazioni precedenti di capi che hanno esigenze e stili di vita completamente diversi)
#6: Autore: uomodelbosco, Inviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 18:42 Che altro aggiungere?
Siamo una bella coppia, Sentry ed io
#7: Autore: rikkitikkitavi, Inviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 19:21 quoto in pieno entrambi...
#8: Autore: pacio, Residenza: spotorno svInviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 22:21 in parte perchè con la scusa dei riti, delle tradizioni e del "perchè si fa così"....lo socutismo vive più sull'isola che non c'è che nella propria realtà e non solo non è "riconoscibile" ( niente a che vedere con l'uniforme ) ma è meno che mai incisivo: non cambia una virgola di ciò che gli sta intorno.
altro che lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato: sta diventanto sufficiente non peggiorarlo piùdi tanto.....
#9: Autore: newlucio, Inviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 23:30 cari fratelli scout,
concordo anch'io sull'analisi di sentry e uomodelbosco... però mi permetto anche di dissentire; mi spiego: il riparto che ho trovato è un classico riparto (o reparto che di si voglia) comatoso, tipico dell'agesci - ragazzi e ragazze che vedono nello scoutismo un'alternativa alla pallacanestro al piu; essendo molto giovane e da una realtà scoutistica completamente differente, ho manifestato subito la mia voglia di far cambiare regime; ho avuto la fortuna di trovare dei capi (gruppo e riparto) molto disponibili e che si sono lasciati coinvolgere dall'entusiasmo; risultato: ragazzi sempre piu contenti e che chiedono di fare uscita ogni momento... imputo gran parte della responsabilità alle scelte educative dell'agesci e dei suoi capi. i ragazzi rimangono gli stessi, con gli stessi problemi di sempre - sono i capi a non essere piu gli stessi, e questo deriva dalle scelte politiche (visto che la scelta "politica", in senso lato, è una scelta dell'agesci) della principale associazione scoutistica italiana; sarò estremista, può darsi, ma il problema per me rimane la coeducazione e tutte quelle scelte stile figli dei fiori (come la eliminazione della corte d'onore e l'introduzione della autovalutazione dei ragazzi) che hanno di fatto snaturato il metodo scout.
cosa ne pensate?
buona caccia
lucio
#10: Autore: (M) furetto laborioso, Residenza: siracusaInviato: Lunedì 10 Marzo 2008, 23:34 concordo con te
#11: Autore: Sentry, Inviato: Martedì 11 Marzo 2008, 00:48 CONCORDO! (chi è abbastanza vecchio per capire di cosa parlo pronunci questo concordo come l'alieno di Navigater per favore )
Dissento solo sulla critica alla coeducazione che dal mio punto di vista SE (e dico SE) gestita bene è una grande risorsa!
Aggiungo:
in parte perchè in AGESCI si fa troppa politica e poco scoutismo [politica associativa (millemila strutture), politica in senso lato ma non dei ragazzi (mille impegni sul territorio ma nel 90% dei casi impegni dei capi e non dei ragazzi) purtroppo ultimamente sempre più spesso politica partitica (che tristezza immensa)]
#12: Autore: uomodelbosco, Inviato: Martedì 11 Marzo 2008, 08:54 Quoto a nastro ogni parola!! Purtroppo!!
Ma ora il problema è: che fare?
#13: Autore: aureliano, Residenza: Fra Bolzano e Trento...Inviato: Martedì 11 Marzo 2008, 12:28 Quoto gran parte di quanto si è detto, aggiungendo:
-in parte perché si tende a non dare più la gestione del "Grande Gioco" ai ragazzi
#14: Autore: Sentry, Inviato: Martedì 11 Marzo 2008, 13:50
uomodelbosco ha scritto:
Ma ora il problema è: che fare?
1) Beh, dove la CoCa è composta da gente ragionevole provare a parlare, discutere, tornare in dietro!
2) Dove la CoCa è composta da gente ragionevole e furba, provare a riprendere in mano i libri di BP, o almeno la nostra legge, patto associativo, metodi di branca ecc
3) Dove la CoCa è formata da una serie infinita di Tabaqui anche un po' vecchiotti (non anziani, proprio VECCHI!), aspettare che si sfianchino sperando che i ragazzi li distruggano prima che loro distruggano definitivamente lo scoutismo. E soprattutto che si stanchino prima che i nuovi Capi che salgono nuovi nuovi dal Clan si convincano che lo scoutismo è quella cosa noiosa che propongono loro!
4) Più in generale... non farsi sopraffare dalle mille strutture e riunioni extra che di scout hanno poco! Non intendo "disertare tutto" ma dare a tutto la giusta importanza mettendo al primo posto i ragazzi, sempre! Altra cosa utile secondo me sarebbe "obbligare" tutti i vari quadri a tornare con i ragazzi almeno un anno ogni tot, in modo che quando parlano di aria fritta sappiano che è aria fritta che alla base serve poco! (qui però si apre un capitolo/abisso di cui abbiamo già discusso ampiamente altrove)
5) Dove la CoCa è assolutamente non ragionevole le possibilità purtroppo sono poche:
a) ricondursi al punto 3 e sperare di non esaurirsi prima di quegli pseudo-capi
b) giocare al meglio almeno nella proprio branca
c) se proprio non se ne può più, magari perchè si è già esaurito anche il punto b nei limiti del possibile, uscire! E in questo caso ci sono altre due possibilità:
c.1) dare la propria disponibilità in zona e andare a far servizio in qualche altro gruppo (con tutte le difficoltà che ciò comporta)
c.2) smettere del tutto, sapendo che esiste un bellissimo gioco che purtroppo non è più possibile giocare perchè qualcuno ha usato lo stesso nome per impacchettare un gioco diverso e molto più scarso (esattamente come hanno fatto con il vecchio Twister).
#15: Autore: uomodelbosco, Inviato: Martedì 11 Marzo 2008, 16:22 Condivido abbastanza il punto di vista di Sentry, l'unico problema è che se la Coca non è ricettiva diventa una strada da esaurimento nervoso.
Non sarebbe male avere vecchi (anagraficamente) Capi che hanno vissuto lo Scoutismo vero, ma diventa una corsa contro il tempo