un'altra messa è possibile?
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Scout C@fé: Il Forum degli Scout -> Si avvicinò e camminava con loro

#1: un'altra messa è possibile? Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 12:39
    —
da
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/170066
Sandro Magister ha scritto:
La sperimentazione è già in corso. Al posto del prete ci sono uomini e donne designati dai fedeli. E tutti assieme pronunciano le parole della consacrazione, anch'esse variate a volontà. A giudizio dei domenicani olandesi, è questo ciò che vuole il Concilio Vaticano II...
...In Olanda, a Nimega, nella chiesa dei frati agostiniani, ogni domenica la messa è presieduta assieme da un protestante e da un cattolico, che a turno curano uno la liturgia della Parola e il sermone, l’altro la liturgia eucaristica. Il cattolico è quasi sempre un semplice laico, e spesso è una donna. Per la preghiera eucaristica, ai testi del messale si preferiscono i testi composti dall’ex gesuita Huub Oosterhuis. Il pane e il vino sono condivisi da tutti.
Nessun vescovo ha mai autorizzato questa forma di celebrazione. Ma padre Lambert van Gelder, uno degli agostiniani che la promuove, è sicuro d'essere nel giusto: "Nella Chiesa sono possibili diverse forme di partecipazione, noi siamo parte della comunità ecclesiale a tutti gli effetti. Non mi considero affatto scismatico"...
La proposta dei padri domenicani è che, in mancanza di un prete, sia una persona scelta dalla comunità a presiedere la celebrazione della messa: “Non fa differenza che sia uomo o donna, omo o eterosessuale, sposato o celibe”. La persona prescelta e la comunità sono esortati a pronunciare insieme le parole dell'istituzione dell'eucaristia: “Pronunciare queste parole non è una prerogativa riservata al prete. Tali parole costituiscono la consapevole espressione di fede dell’intera comunità”....

Che ne pensate?

#2:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 13:10
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Fantastico! Lo trovo molto stimolante e "riavvicinante".
Peccato però che è visto solo come emergenza, se hai una chiesa e un prete, dovresti andare lì...

#3:  Autore: pacioResidenza: spotorno sv MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 13:34
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fra non molto non si parlerà più di emergenza ma di nuova liturgia.
non c'è reversione sulla mancanza di vocazioni e di conseguenza si arriverà a questo e sicuramente altro.
se dio vuole si ritornerà a celebrare con le comunità di base.

#4:  Autore: paologenti MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 14:10
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io invece spero in grandi comunità e in grandi feste
con messe anche più lunghe ma che colgano a fondo il significato del rito.
Dio vuole che tutti quanti crediamo..
in qualche modo dice "Se solo uno di voi crede in me, il regno dei cieli è vicino, ma a maggior ragione, più persone credono in me, più il regno dei cieli è vicino, se tutti un giorno crederete in me, il regno dei cieli sarà arrivato"
o almeno, questo è quello che penso io..

altrimenti dove è andata a finire la testimonianza?

no, io credo che un tempo, al tempo degli apostoli, si stava in piccole comunità per rischio di morte, ora come ora, a costo di farci uccidere dai talebani, penso sia il tempo di uscire allo scoperto.. come stanno facendo i monaci rossi......
quella è fede.. in fondo è sempre meglio che non credere a nulla, eguardate che forza che hanno.

#5:  Autore: Finrod91Residenza: Ancona MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 14:40
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bella l'idea della concelebrazione di protestanti e cattolici insieme......sul resto ho alcune riserve

#6:  Autore: koalasereno MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 18:23
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non avevo mai sentito questa cosa.... in ogni caso non penso che sia una brutta idea.... perchè, in fondo,un sacerdote è un uomo esattamente come tutti gli altri, quindi, di conseguenza, anche una persona qualunque potrebbe fare le cose che fa.... un dato di reciproco avvicinamento è la celebrazione protestanti-cattolici insieme, anche se, da quanto ho capito, questo nuovo tipo di celebrazione si avvicina più all'etica protestante che a quella cattolica... potrebbe essere un primo passo verso un rinnovamento della chiesa?
trovo che un modo simile di celebrare la liturgia sia più 'moderno' e sotto un certo punto di vista più interessante.... forse perchè se c'è gente laica, allora è vicina alla realtà della gente.... però, d'altra parte, temo che se si diffonderà una cosa del genere verrà svalutata la figura del sacerdote..... o è solo una mia impressione... e poi sono curiosa di vedere come reagisce il papa conservativo cha abbiamo davanti a una cosa così innovativa..

#7:  Autore: pacioResidenza: spotorno sv MessaggioInviato: Giovedì 04 Ottobre 2007, 20:36
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a me piace molto dipiù l'idea che quando 2 si riuniscono nel suo nome, lui è in mezzo a loro.
le grandi manifestazioni di massa non lasciano quasi niente nell'intimo.
la vera testimonianza te la giochi nel confronto diretto con l'altro, non con l'esposizione al grande pubblico.
io credo invece che la nuova chiesa inizierà solo dalle piccole comunità, da piccoli gruppi di persone che credono davvero, che si stimano, che sono capaci di chiedersi scusa, che condividono anche solo una parola o un aiuto.
l'esempio dei monaci rossi è importante, ma non deteminante.
ci vuole molto più coraggio e fede a mantenere saldi i propri prinicipi giorno per giorno nel proprio vissuto che partire per le crociate ( senza nulla togliere ai popoli che stannoi lottando per la libertà ).
sono d'accordo che la fede vada vissuta nella nostra vita in tutta la sua ampiezza.
non c'era uno che diceva "vi riconosceranno da come vi amate l'un l'altro"?
ma amare i propri simili è più facile se si và in spagna contro franco o in montagna con i partigiani.
è meno facile ( perchè si è soli ) amare il tuo coinquilino.
logicamente al di là del concetto di vita.

#8:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Venerdì 05 Ottobre 2007, 00:44
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Sinceramente non capisco molto il senso: snaturare un certo tipo di celebrazione in favore di un mezzo miscuglio.

Io sono dell'opinione che anche solo per una predica, ci vuole una cultura teologale alle spalle.

Sono comunque il primo a dire che la liturgia non la conosco: forse se ci fosse una cultura in questo senso, a capire il perchè a volte ci si alza e a volte no...

Mi ritrovo con pacio nell'ultimo messaggio.

#9:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Venerdì 05 Ottobre 2007, 15:40
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uomodelbosco ha scritto:
Fantastico! Lo trovo molto stimolante e "riavvicinante".
Peccato però che è visto solo come emergenza, se hai una chiesa e un prete, dovresti andare lì...

ma, ad esempio, anche solo una volta, in qualche occasione particolare, se ci sono del gruppo dei ragazzi cristiani non cattolici, si potrebbe anche fare no?
e se non c'è l'AE al campo?
non si può celebrare lo stesso la messa?
dall'emergenza si imparano tante cose che poi possono servire nella vita di tutti i giorni

#10:  Autore: scoiattolo parsimonioso MessaggioInviato: Venerdì 05 Ottobre 2007, 16:00
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Mah... Anche nella fede sta entrando la cultura del "fai da te"...
Come l'omeopatia, come l'istruzione, ormai ogni cosa è giusta se fatta come sta comoda all'uomo. Essere di una fede, di qualsiasi fede, comporta dei doveri oltre che diritti. Può stabilire questi doveri, tra cui quello per noi cattolici di santificare le feste, solo chi ha una cultura di base tale da valutare e decidere. In pratica, o diventiamo tutti vescovi oppure ci adeguiamo a quello che questi, dopo aver meditato per centinaia di anni e sempre confrontandosi, decidono sia meglio per la comunità.
Tutto il resto sono forme di aggregazione che tendono a rabbonire le coscienze, non a rinvigorire lo spirito.
E' sempre facile percorrere la via comoda, bisogna faticare per percorrere quella giusta.

#11:  Autore: Finrod91Residenza: Ancona MessaggioInviato: Venerdì 05 Ottobre 2007, 19:29
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scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Mah... Anche nella fede sta entrando la cultura del "fai da te"...
Come l'omeopatia, come l'istruzione, ormai ogni cosa è giusta se fatta come sta comoda all'uomo. Essere di una fede, di qualsiasi fede, comporta dei doveri oltre che diritti. Può stabilire questi doveri, tra cui quello per noi cattolici di santificare le feste, solo chi ha una cultura di base tale da valutare e decidere. In pratica, o diventiamo tutti vescovi oppure ci adeguiamo a quello che questi, dopo aver meditato per centinaia di anni e sempre confrontandosi, decidono sia meglio per la comunità.
Tutto il resto sono forme di aggregazione che tendono a rabbonire le coscienze, non a rinvigorire lo spirito.
E' sempre facile percorrere la via comoda, bisogna faticare per percorrere quella giusta.


quoto quoto quoto

#12:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Sabato 06 Ottobre 2007, 10:13
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scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Mah... Anche nella fede sta entrando la cultura del "fai da te"....
io direi piuttosto: «Guida la tua canoa»
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Può stabilire questi doveri, tra cui quello per noi cattolici di santificare le feste, solo chi ha una cultura di base tale da valutare e decidere. In pratica, o diventiamo tutti vescovi oppure ci adeguiamo a quello che questi, dopo aver meditato per centinaia di anni e sempre confrontandosi, decidono sia meglio per la comunità....
qui effettivamente sta IL PROBLEMA: io, chiaramente non credo nel vingolo del magistero, ma tutti siamo comunque responsabili per le nostre scelte, non possiamo delegarle a nessuno.
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Tutto il resto sono forme di aggregazione che tendono a rabbonire le coscienze, non a rinvigorire lo spirito.
queste afformazioni sono applicabili a tutti e a nessuno: per me non esiste la FORMA VALIDA e quella NON VALIDA, è la sostanza,lo spirito con cui la vivi, che la rende ricca di valori o completamente vuota di senso.
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
E' sempre facile percorrere la via comoda, bisogna faticare per percorrere quella giusta
La via comoda non è necessariamente quella sbagliata, quella faticosa non è necessariamente quella giusta. E chi ti dice, comunque, che sia comodo cercare di darsi delle risposte proprie? A volte è molto faticoso te lo assicuro. Per quanto riguarda una celebrazione religiosa è, poi, sicuramente più comodo (ma come dicevo non è per questo né più giusto né più sbagliato) farsela preparare da altri che darsi da fare e cercare di partecipare attivamente alla sua celebrazione.

#13:  Autore: scoiattolo parsimonioso MessaggioInviato: Sabato 06 Ottobre 2007, 12:17
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Mi dispiace, ma il guidare da sè la propria canoa in ambito spirituale non lo ritengo possibile. Vivere la spiritualità per come la si sente è giustissimo, ma purtroppo non è sempre la cosa che viene meglio senza il confronto e l'aiuto del prossimo.

Quello che tu, porcellino, dici è ancora una volta razionalmente ineccepibile, ma praticamente impossibile.

Non so se te ne sia reso conto, ma viviamo in un mondo in cui il "guidare da sè la propria canoa" è troppo spesso scambiato con il "fare come ci pare" o meglio "fare come ci è comodo". Esempio tipico il ragazzo che ti dice io credo nel Dio della Chiesa Cattolica ma non credo nell'andare a messa tutte le domeniche. Questo estremo liberismo, o meglio, libertinaggio che caratterizza tutti gli ambiti del vivere quotidiano, e che imperversa anche nella fede, sarà il tallone di Achille della società occidentale. Senza dei valori comuni, senza un'intesa spirituale oltre che civile e morale, la società è debole. L'Islam ce lo insegna. E l'Islam ci conquisterà proprio per questa estrema unione spirituale da cui scaturisce una grande forza.

Voglio capire che si può e si deve essere liberi di credere come si vuole, ma tante volte rinnegare la Chiesa in cui siamo cresciuti, cercare forme "alternative" di spiritualità mi sembra solo una via di comodo e un grande punto di debolezza per la nostra società. Ciò NON significa accettare tutto PASSIVAMENTE, ma deve tradursi in un'osservazione critica ed in un confronto costruttivo senza pretendere che la Chiesa ci segua "guidando la canoa" verso le spiagge più comode.

#14:  Autore: frageorges MessaggioInviato: Sabato 06 Ottobre 2007, 16:50
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koalasereno ha scritto:
e poi sono curiosa di vedere come reagisce il papa conservativo cha abbiamo davanti a una cosa così innovativa..

Beh, a dire il vero non è niente di così innovativo. Sono cose che succedono da almeno 50 anni, e la Chiesa ha già più volte espresso il suo giudizio su questo tipo di celebrazione. Pensate che sono cose addiritturate "codificate" nel Codice di Diritto Canonico (1983).

Visto che ho preso la parola volevo solo chiarire che nella concezione cristiana, fin dai primissimi tempi, solo i sacerdoti possono consacrare l'Eucaristia, in forza di uno speciale mandato e di una speciale consacrazione che avviene per l'imposizione delle mani di un apostolo, o di un successore degli apostoli (un vescovo).

Ciò significa che per i Cattolici, ma anche Ortodossi e (credo) Anglicani, se al campo non c'è l'AE si può pregare insieme, ma certo non si può celebrare la Messa. Quel pane e quel vino resterebbero tali e non diventerebbero in alcun modo Corpo e Sangue di Cristo.
Anzi, in genere si sconsiglia caldamente di organizzare momenti di preghiera con segni che potrebbero creare confusione su questo dato di fede. Cioè: se voglio parlare di condivisione eviterò di farlo spezzando un pane e distribuendone a tutti, ma troverò altri segni; infatti il significato del pane spezzato sull'altare è molto più profondo che non semplicemente la condivisione.

#15:  Autore: scoiattolo parsimonioso MessaggioInviato: Domenica 07 Ottobre 2007, 22:30
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porcellinopacifico ha scritto:
Per quanto riguarda una celebrazione religiosa è, poi, sicuramente più comodo (ma come dicevo non è per questo né più giusto né più sbagliato) farsela preparare da altri che darsi da fare e cercare di partecipare attivamente alla sua celebrazione.


Mi preme sottolineare, e mi sembra strano doverlo fare con una persona cresciuta scautisticamente in una realtà confessionale e cattolica, che il rito non viene mai "somministrato" ai fedeli, bensì è RICHIESTA, affinchè questo sia valido, la partecipazione e condivisione. Lo spezzare e distribuire il pane ed il vino, simboleggia anche la partecipazione attiva di tutti alla celebrazione.

Infine, se mi è permesso, dovendomi accostare ad un credo, preferirei rivolgermi a qualcuno che deriva tra una consolidata esperienza millenaria, piuttosto che a gente che vuole "seguire" i propri istinti (es. scientology dove il "fai da te" è la regola).

E l'ultima cosa: è vero che la via comoda non è necessariamente quella sbagliata e quella faticosa non è necessariamente quella giusta, ma purtroppo l'uomo è per istinto "fraccomodo" e potendo scegliere liberamente si finirebbe sempre e comunque a preferire il criterio della facilità a quello della giustizia. E spiritualmente, qualsiasi sia il credo, ciò è inaccettabile. Non a caso in tutte le religioni esistenti e riconosciute da centinaia di anni, la condivisione è il fulcro di tutto. Perchè insieme le difficoltà possono essere più facilmente superate.

#16:  Autore: pacioResidenza: spotorno sv MessaggioInviato: Lunedì 08 Ottobre 2007, 19:19
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dipende.
nella "via giusta"ci troviamo anche l'inquisizione.
il punto non è tanto il fatto di accettare o meno una fede.
il punto è come viverla quella fede:se da bigotti o da cristiani.
solo questione di intrerpetazioni.
quello che per te, caro scoiattolo, è libertinaggio per me può essere presa di coscenza.
chi può dire di avere ragione?
solo per il fatto di non essere sempre d'accordo con il ministero ( pur volendo rimanere nella chiesa) devo considerarmi tra gli scomunicati?
voglio proprio sperare di no.
e il fatto di chiedere una liturgia più "prossima", mi pone di fatto ai margini del cristianesimo?
è vero quello che tu dici. molto probabilmente questa forma di liberismo spartano che ci sta avvolgendo sarà un grosso scoglio da superare.
ma personalmente sono convinto che non possa fare che bene un pò di sana crisi, e proprio in funzione di questo, forse, possiamo auspicare una fede più autentica, più vissuta, più condivisa.
ma non subita.

#17:  Autore: scoiattolo parsimonioso MessaggioInviato: Lunedì 08 Ottobre 2007, 19:59
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Caro Pacio,
mi dispiace che tu abbia frainteso le mie parole. Io ho apprezzato molto le tue. Infatti, credo che una visione "critica" del ministero, che richiede e che si fondi su un approfondita conoscenza della materia da cui appunto scaturisce la critica, sia il culmine della formazione del buon cattolico. Mi spiego meglio: condivido pienamente l'idea di discutere, verificare, confrontarsi all'interno della Chiesa, da fedeli quali siamo. Può darsi che qualcuno avrà un panorama differente dagli altri e deciderà di vivere al di fuori di questa Chiesa, ma ne sarà pienamente convinto e saprà bene da cosa e da chi si è allontanato. Anche se resto sempre dell'idea che il buon cattolico debba sempre cercare di migliorare la Chiesa, senza mai arrendersi, anche ingoiando talvolta qualche rospo.

Il libertinaggio cui mi riferisco io, è un altro tipo di atteggiamento. Questo atteggiamento, oggi sempre più diffuso, è quello di voler piegare il ministero, senza conoscerne praticamente nulla, alle proprie convinzioni, spesso fondate su mere illusioni. Non che le proprie convinzioni siano sempre errate, ma la Chiesa, proprio perchè estremamente prudente e riflessiva ha dei tempi "biblici" che consentono di superare l'estrema mutevolezza del pensiero umano e guardare avanti. Questo tempo, a differenza di quel che si crede, non è tempo perso. E' tempo di studio, riflessione e discussione in cui è RICHIESTA la partecipazione di tutti. A cui il buon Cattolico DEVE partecipare, anche sgomitando, non voltando le spalle ed andando via.

Infine per quanto riguarda la liturgia più prossima, voglio dire un paio di cose. Innanzitutto celebrare senza sacerdote comporta la negazione di due sacramenti: l'eucarestia e la confessione. Comunque nulla nega di pregare insieme, non fa mica male. Inoltre anche su questo c'è un atteggiamento molto contaddittorio, anche su questo forum. L'introduzione della messa in latino, che tanto scandalo ha destato, ha come scopo proprio quello di consentire lo svolgimento di un rito comune a tutti e compreso da tutti i fedeli di lingua diversa. Nulla di reazionario. Solo voglia di unire e non di dividere né di escludere.

Allora la contraddizione è stridente: si cerca una forma di liturgia che possa essere "fai da te" proprio per unire i popoli senza i preti, poi la Chiesa inserisce un rito davvero UNIVERSALE ed unificante e ci si lamenta. Questa è una prima apertura cui chissà cosa seguirà. Ma la coerenza di chi si lamenta dov'è?

#18:  Autore: frageorges MessaggioInviato: Martedì 09 Ottobre 2007, 08:54
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scoiattolo parsimonioso ha scritto:
L'introduzione della messa in latino, che tanto scandalo ha destato, ha come scopo proprio quello di consentire lo svolgimento di un rito comune a tutti e compreso da tutti i fedeli di lingua diversa. Nulla di reazionario. Solo voglia di unire e non di dividere né di escludere.

Assolutamente OT, ma da molti post mi sembra che non sappiate affatto di cosa si sia parlato riguardo a questa fantomatica "messa in latino".

1.In occidente la Messa è sempre stata celebrata in latino circa dal III sec. fino agli anni '60.
2.Negli anni '60 c'è stata una (non la prima) "Riforma liturgica" che ha cambiato, tra l'altro, il rito della Messa per renderlo più adatto alle circostanze attuali senza cambiarne minimamente la sostanza. E' stato pubblicato un "Missale Romanum" IN LATINO che è il testo ufficiale per la Messa nella Chiesa Cattolica.
3.Questa Riforma ha anche concesso (e di fatto consigliato) che i riti fossero tradotti nelle lingue delle assemblee, per noi l'italiano. Ma la Messa in latino ha sempre continuato ad esistere e ad essere celebrata, soprattutto nei grandi santuari e nella grandi basiliche internazionali, ma non solo. Ad esempio io ricordo che da bambino (anni '80-'90, non sono così vecchio Wink ) andavo con la famiglia in vacanza in Spagna in un luogo molto turistico e in una piccola chiesetta veniva celebrata una messa in latino per gli stranieri.

4.Dalla Riforma Liturgica in poi, c'è sempre stato chi riteneva il rito precedente al Concilio migliore per vari motivi: più bello, più solenne, più partecipato, dava di più il senso del mistero, i testi erano migliori, ecc. Ora, possiamo giudicare queste persone dei nostalgici o dei reazionari o come vi pare: di fatto ci sono.
5.Per andare incontro alle richieste di questi fedeli era stata già concessa da tempo la possibilità di celebrare con il vecchio rito. Tuttavia non era semplice ottenerlo, perché si doveva aveva una licenza scritta dal Vescovo, trovare un sacerdote che fosse disponibile e che sapesse celebrare con il vecchio rito (oggi nessuno dei giovani sacerdoti lo conosce!): sostanzialmente per il clero era una scocciatura che veniva facilmente scartata. Risultato: queste persone venivano in qualche modo ghettizzate.
6.Il Papa Benedetto XVI ha voluto affrontare la situazione, e rispondere alle richieste di questi fedeli, rendendo più facile per loro l'accesso a queste celebrazioni. In pratica, ora i Vescovi sono tenuti ad offrire questo tipo di celebrazioni se ci sono dei fedeli che le richiedono, almeno in qualche luogo della Diocesi e i parroci sono tenuti ad essere disponibili con questi fedeli e ad essere "capaci" di celebrare con il vecchio rito.
7.NB: Benedetto XVI celebra sempre IN LATINO, perché le sue celebrazioni sono seguite in tutto il mondo e da popoli diversi, tuttavia NON USA MAI il vecchio rito, ma quello della Riforma liturgica (che è in latino!).

Come vedete il latino e il vecchio rito sono due problemi distinti, che però i media hanno mescolato: per ignoranza? per superficialità? per mala fede?
Ai posteri l'ardua sentenza.

#19:  Autore: pacioResidenza: spotorno sv MessaggioInviato: Martedì 09 Ottobre 2007, 12:32
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probabilmente perchè il vero motivo di fondo del ricordare la possibilità di celebrare la messa in latino è stato solo quello di recuperare gli scismatici di lefebvre.
niente di piùe niente di meno.
se si volesse davvero una lingua unica per tutti ( e soprattutto capibile, non misteriosa per i più ) se ne poteva scegliere un'altra più internazionale.
difatti mi pare che di messe in latino in giro se ne vedano davvero poche, per fortuna.
saranno ben contenti i francesi e noi con loro.
ma mi sa un pòdi "ricatto morale" tutta questa storia....anzi, forse di "rischiamento del barile"..... Wink

#20:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Mercoledì 10 Ottobre 2007, 09:44
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mi sembra che con la messa in latino, quella di Pio V per intendersi, i dubbi siano proprio sulla dimensione ecclesiale che sottostà alla liturgia: il celebrante è il tramite, colui che transmette il sacro (sacer-dote= che dà il sacro) ai fedeli che non sono necessariamente passivi, ma che, in qualche modo, non sono in contatto diretto con Dio, ma, per l'appunto, mediato. Il latino, in questo contesto, è un po' la ciliegina sulla torta: aumenta questo senso di necessità del tramite tra il singolo fedele e Dio, e aumenta il distacco tra il singolo fedele e chi conosce il latino, in generale, e il sacerdote in particolare.
Per quanto possa sembrare OT, quindi, il tema della messa di Pio V è invece assolutamente in tema: nel senso che va nella direzione opposta a quella della celebrazione condivisa proposta in apertura del topic. Se, per assurdo, la liturgia pre Vaticano II fosse celebrata anche in traduzioni in lingua corrente, io rimarrei comunque contrario, anche se ovviamente sarebbe già un po' meno peggio, proprio perché allontana il singolo fedele dalla celebrazione.
Un altro aspetto tutt'altro che trascurabile è l'importanza che ha assunto la liturgia della Parola nella Messa post Concilio Vaticano II: tant'è che quand'ero bambino, ahimè gli ultimi anni della messa in Latino, si diceva addirittura che la messa era valida purché si arrivasse al Credo cioè dopo la predica: che uno ascoltasse o meno la Parola di Dio era ritenuto secondario rispetto all'assistere ai Sacri Misteri.
Si dice, giustamente, che comunque non era mai stata abrogata quella liturgia, solo che era più difficile ottenerla in quanto ci voleva un'autorizzazione specifica del Vescovo: c'era bisogno d'altro? Se l'avesse ritenuto opportuno per la sua diocesi, il Vescovo avrebbe firmato l'autorizzazione.
E' proprio il significato di immagine che è il peggiore: le aperture del Vaticano sono più verso un rito antico e che riporta una dimensione ecclesiale che torna a dividere il popolo di Dio tra gli addetti ai lavori e gli altri, piuttosto che verso riti che, per necessità e/o per scelta, cercano di superare questa divisione con l'intento di suscitare nei fedeli un maggior senso di responsabilità e partecipazione.

#21:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Mercoledì 10 Ottobre 2007, 09:58
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porcellino pacifico ha scritto:
piuttosto che verso riti che, per necessità e/o per scelta, cercano di superare questa divisione con l'intento di suscitare nei fedeli un maggior senso di responsabilità e partecipazione.

Effettivamente, a pensarci bene, quanto hai spiegato va proprio nella direzione del distacco.
Non credo sia un caso che la tiepidezza partecipativa dei fedeli sia dovuta anche all'aspettare - consentitemi queste parole - "la pappa pronta" dal sacerdote.



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