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Bambini sempre più soli, che si nascondono dietro le cuffie dell’Ipod o il cellulare per colmare l’assenza dei genitori. Mentre gli adulti si allontanano sempre di più dai loro figli trovando in videogiochi, Ipod e pc una “giustificazione” al sempre minor tempo che dedicano loro, il cellulare diventa la “coperta di Linus” delle nuove generazioni, che permette di intensificare le relazioni a distanza con gli amici e sottrarsi al controllo degli adulti. Al tempo stesso, è proprio il cellulare ad assolvere la funzione di “controllo parentale”, visto che offre ai genitori la possibilità di rintracciare sempre i figli.
Secondo i dati del Rapporto, ben l’84% degli studenti tra gli 8 e i 15 anni ne possiede uno tutto suo, basti pensare che il primo telefonino arriva già all’età di 9/10 anni per ben la metà degli intervistati. I piccoli consumatori lo usano soprattutto per essere sempre rintracciabili dai genitori (46,6%), per comunicare cose utili (25,8%) o per essere sempre in contatto con gli amici (21,1%). Lo portano sempre addosso, soprattutto in tasca (76,6%), ma ritengono opportuno tenerlo spento a scuola (71%) o in chiesa (68%), perché potrebbe disturbare o semplicemente per rispetto (57%). Scelgono il cellulare sulla base dell’ultimo modello uscito sul mercato o quello visto nelle pubblicità oppure quello posseduto dall’amico (42,7%) e spendono mensilmente non più di 10 euro (51,9%), superando difficilmente i 20 euro (il 10,1% spende tra i 20 e i 30 euro). In generale, i ragazzi quanto usano i messaggini per comunicare? Il 39,2% di loro invia da 1 a 3 SMS al giorno, il 25% da 4 a 10. “Il quadro che emerge dall’indagine, che è la prima di questa ampiezza in Italia, - dichiara Antonio Longo, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino - è a tinte contrastanti: da una parte ci tranquillizza sull’uso che i nostri ragazzi fanno del cellulare, dall’altro evidenzia una sempre più crescente “solitudine” dei bambini, che vengono dotati da genitori di cellulare, Ipod, videogiochi, senza che si guardi all’uso che ne fanno. Gli adulti si liberano sempre più dei bambini e li consolano di disattenzione consegnando loro la nuova “coperta di Linus”, il cellulare. I ragazzi si chiudono dietro le cuffie dell’IPOD e del cellulare isolandosi da chi gli sta attorno e proiettandosi in un mondo spesso irreale. Dobbiamo recuperare la dimensione della presenza fisica e genitori, dei nonni, dei fratelli, senza demonizzare le nuove tecnologie ma anche senza usare queste per lavarci la coscienza”. |
rinoceronte caparbio ha scritto: |
Una mia lupetta (cucciola) alla sua prima caccia ci ha chiesto di poter chiamare casa.
Gliel'abbiamo fatto usare e dopo la chiamata l'abbiamo tenuto noi. Quando abbiamo rivisto la mamma, a quattr'occhi le abbiamo ricordato le parole che abbiamo usato alla riunione dei "nuovi" genitori ("il cellulare non si porta"). Con l'ok, avevamo inteso che la signora avesse capito. Se, magari. Seconda uscita: pronta la lupetta - notare il cambio - , prima di dormire: "posso?" "non ti preoccupare, ci pensiamo noi". Abbiamo realizzato che chiamava per far star tranquilla la mamma, non per lei (anzi). Risultato? il giorno seguente la madre era incavolata e spaventata (ma non era venuta prima pensando fosse successo qualcosa, vorrei sottolinearlo). Dopo aver speso 47 minuti (contati, giuro), la madre è rimasta impietrita di fronte alla mia (mia perchè gli altri 4 della staff si sono stufati e hanno sistemato altre cose) caparbietà -eh, eh- nel restare fermo sulla posizione del "non si porta il cellulare". Gran finale? partenza vdb: madre che saluta e io "spero non abbia il cellulare". "No, no!". 1° ispezione, cell che salta fuori. Lupetta salva, madre morta. |