stambeccosincero ha scritto: |
Premetto che non intendevo dire di essere favorevole alla “caccia al telefonino”. ho solo precisato che questa, come tante altre cose, rispecchia quel sentimento di sfida che tutti, e preciso, tutti gli adolescenti hanno nei confronti di quegli adulti che per qualsiasi motivo si trovano a frequentare e che ogni capo, secondo il mio modesto parere, dovrebbe accettare proprio per quel “mettersi in gioco” tanto sbandierato e troppo spesso accantonato in favore di quella mania di protagonismo e di egocentrismo che spesso i nostri capi invece dimostrano. |
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Aggiungo che il campo estivo, almeno per quanto mi riguarda, si fa per forza di cose lontano dai centri abitati, altrimenti difficilmente troverai luoghi incontaminati, fare escursioni lontano dalla gente e da eventuali presenze indesiderate, oppure la domenica avrai per ospiti al campo una mandria di gitanti con SUV al seguito e barbecue puzzolenti |
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In secondo luogo, in caso di necessità c’è si la Forestale o i Carabinieri ma se non hai il telefono mi spieghi come li chiami???. Facendo magari uno o due chilometri (visto che ti sei piazzato vicino al paese) a piedi di corsa? O con la macchina e perciò per sbrigarti corri e magari spacchi qualche sospensione (e sei quindi costretto a fermarti !!). |
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Per quanto concerne i genitori, io per mio conto mi arrabbio sempre quando mi telefonano al campo ma capisco che, con alcuni elementi, non posso essere troppo intransigente, pena discussioni varie o ostracismo |
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Per ultimo, ma non da ultimo: i capi sono responsabili civilmente e PENALMENTE per tutto quanto di spiacevole possa accadere al campo e, sinceramente, io non me la sento di mettere a repentaglio la mia libertà economica o addirittura personale solo per non portarmi il telefonino al campo: |
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E infine, d’accordo che sono volontario, d’accordo che ci rimetto di ferie, di soldi, di salute e altro, però penso che, almeno, avrò il diritto di sentire la mia famiglia, nei confronti della quale ho ben altre e forse più importanti responsabilità. |
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Per quanto concerne i genitori, io per mio conto mi arrabbio sempre quando mi telefonano al campo ma capisco che, con alcuni elementi, non posso essere troppo intransigente, pena discussioni varie o ostracismo Questo non lo capisco...se ci sono genitori di questo tipo forse è meglio che riflettano LORO su quel che si aspettano dagli Scout, non NOI che facciamo una proposta che prevede (tra l'altro) l'educazione all'essere indipendenti. |
leo79 ha scritto: |
Ma hai mai avuto a che fare con i genitori apprensivi?
In linea teorica sono concorde con te, ma con la pratica non posso che concordare con stambeccosincero! |
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Quando arrivo a vedere il campo, in genere, una delle prime cose che faccio e' verificare la copertura del segnale, non perche' è una clausola per fare il campo li o meno, ma perchè è una delle cose più utili quando sei nelle peste, non dirmi che dobbiamo essere autonomi, perche' dal punto di vista medico non possiamo esserlo.
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Riguardo ai capi che chiamano casa... io non avevo la morosa durante i campi, per cui non avevo "necessita" di chiamare, ma ho visto che i capi con famiglia hanno realmente altri tipi di bisogni, il gioco sta nel farli capire ai ragazzi (e non nasconderli).
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Riguardo al gioco/sfida, un adolescente che non sfida l'ordine precostituito è preoccupante! Non scherzo, bisogna capire il perche' non lo fa.
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uomodelbosco ha scritto: | ||
Se non siamo capaci di tranquillizzare i genitori sul fatto che il metodo è fatto in certo modo, e non è quello che pensano i genitori, allora meglio sarebbe non fare scoutismo ma oratorio. Ripeto: noi facciamo questo e quello in questo modo così e cosà. I genitori che non sono d'accordo non devono fare altro che portare i figli in altro ambito educativo più consono alle loro esigenze. |
uomodelbosco ha scritto: |
Pulcino impulsivo, posso capire che esistano situazioni simili, ma il problema è sempre lo stesso: fino a dove è necessario essere rigidi per essere educativi?
Cosa può raccontare un ragazzo, dopo una giornata di campo, che la famiglia deve assolutamente sapere per stare tranquilla? Che ha mangiato abbastanza? Che non faceva troppo freddo? Che se pioveva sono stati tutti al calduccio nei sacchi a pelo? Il problema dei telefonini è la punta dell'iceberg e interroga il senso stesso dell'educazione Scout. Cosa si aspetta un genitore dalla partecipazione del proprio figlio agli Scout? Dice un proverbio cinese: "Se vuoi il bene per i tuoi figli, fagli provare un pò di freddo e un pò di fame". Se un genitore è disposto a fare questo, allora il senso del campo giunge alla sua pienezza: essenzialità, piccole scomodità da condividere, nostalgia della famiglia, crescita interiore si intrecciano per iniziare a plasmare il futuro uomo che saprà distinguere l'essenziale dal futile e comincerà ad assumersi le sue piccole responsabilità SENZA I GENITORI (cosa che, ovviamente non accade se li sente tutti i giorni). Se invece, un genitore non ci sente e non si riesce a cavare il ragno dal buco, forse è il caso di spiegare loro cosa è lo scoutismo e in che cosa si differenzia dagli altri metodi. "Lo scoutismo è per tutti, ma non tutti sono per lo scoutismo". Se un genitore non accetta il metodo, può benissimo cercarne un altro, ma non abbia la pretesa di piegarlo alle proprie paure. |
pulcinoimpulsivo ha scritto: |
anche invitarli a portare i figli da un'altra parte se non gli vanno bene le regole mi pare eccessivo: posso "perdere" un ragazzo per colpa di sua madre? |
uomodelbosco ha scritto: | ||
Si, puoi perderlo, il rischio esiste, ma allora domandiamoci quanta voglia aveva quel ragazzo di essere Scout e quanta, invece, era la spinta dei genitori a parcheggiarlo lì (uso appositamente "parcheggiarlo", dato che se fossero genitori con ben chiaro cosa sia lo scoutismo sarebbero i primi ad adeguarsi ai suoi meccanismi). Se essere Scout è crescita, è meglio rischiare, e vedrai che se ci tiene sarà proprio il ragazzo a dire a sua madre che non vuole il telefonino. |
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se è il genitore a costringere, per così dire, il ragazzo ad andare contro le indicazioni dei capi, perchè scaricare la colpa su questo ragazzo e convincere i genitori a portarlo da un'altra parte? |