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Scout C@fé: Il Forum degli Scout -> Comunità Capi

#1: Scouting oggi... Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Giovedì 12 Aprile 2007, 22:36
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Allora, non so se questo topic andrà avanti, ma visto che stavamo ingiustamente occupando quello sulla formazione capi (che è più incentrato sull'iter formativo) e che il buon vecchio Wink Rinoceronte ci ha fatto giustamente notare che eravamo OT, al limite possiamo proseguire qui.
Il nome del topic non è un granché...se qualcuno ha un'idea migliore lo dica ad un mod così lo cambia (chiamarlo "scouting" mi pareva troppo riduttivo...si parla anche di altro).

Ripesco un po' di affermazioni:

uomodelbosco ha detto:

Ieri sera stavo leggendo il Libro dei Capi e mi sono imbattuto in questo pensiero che vorrei condividere con voi:

<<Noi non siamo un club, nè una scuola di catechismo, ma una scuola dei boschi. Dobbiamo andare all'aperto ancora di più, per la salute del corpo come dell'anima, dello Scout come del Capo>>

Ritengo che i due passaggi fondamentali di questo pensiero siano:
1) Lo scoutismo passa attraverso lo Scouting e da li al pensiero di Dio. Non passa attraverso la catechesi diretta (stile oratorio).
2) La formazione che ne deriva coinvolge parimenti il ragazzo e l'adulto, mettendoli entrambi su di un cammino di crescita. Quindi non solo il ragazzo, ma anche il Capo beneficia di questa progressione.


aureliano (cioé il sottoscritto Wink ) ha detto:

Guarda, tocchi dei punti fondamentali.

Il primo è sicuramente il progressivo abbandono dello scouting e della vita all'aria aperta, di cui tanto si è parlato e tanto si dovrebbe ancora parlare, e la sua sostituzione con -a mio parere- troppa psico-pedagogia, carte su carte e chiacchiere su chiacchiere...

Il secondo: lo scoutismo educa alla spiritualità (=al pensiero di Dio) o alla confessionalità? E qui si torna ai due topic sulla scelta cristiana e sullo scoutismo confessionale.Ma anche sulla catechesi che troppo spesso è poco vissuta e troppo spiegata...

E, più in genere, sfiori un punto per me cruciale: la complicazione di un Grande Gioco che, secondo me, in quanto tale dovrebbe essere semplice.


giacco ha detto:

Sono daccordo ma le prime persone che devono vivere in tal modo sono i capi e le devono vivere in toto con convinzione.

Il mio akela è tornato dal cfm a gennaio,non hanno fatto nemmeno un passo perche c'era troppo freddo,in un cfm lupi non hanno giocato all'aperto.
l'ultima caccia fatta con il branco HO insistito perchè si andasse a piedi anche e pioveva a dirotto(più di una ora di cammino sotto l'acqua battente) i genitori daccordo e un po invidiosi,i fratellini carichi come delle molle e non volevano tornare a casa,alcuni membri della coca invece mi a rimproverato di essere stato "IMPRUDENTE" i bambini si potevano ammalare (l'unico che si è ammalato e stato Kaa 22 anni tirocinante).
Abbiamo celebrato una "messa da campo" sotto l'acqua,Baloo ne è rimasto enstusiasta e noi tutti ancor di piu.

termino: Non so nello scoutismo quanto sia importante la teoria,ma sono certo che la pratica è molto imortante.
siamo noi capi i primi a doverci mettere in gioco ed interrogarci se VERAMENTE accettiamo di vivere "all'aria aperta" e questo quanto è importante per noi.

uomodelbosco ha detto:

Se è vero che oggi è più difficile trovare le condizioni adatte per fare dello scouting, soprattutto per chi ha la sfortuna di vivere in un gruppo di città, allora è altrettanto vero che è urgente per la formazione capi risalire alle fonti e pensare molto di più alle carenze in tal senso piuttosto che infarcire ulteriormente le teste dei Capi di nozioni psico-pseudo-pedagogiche.
Ritengo che qui ci stiamo giocando il futuro stesso dello scoutismo.
Possiamo ancora definirlo tale se togliamo la natura e l'attività all'aperto? Ecco che come un castello di carte tutto crolla: viene meno la voglia di fare uscite, che diventano solo un problema e un motivo di sfogo selvaggio. Ecco che l'uniforme perde via via il suo significato in un gruppo che fa dell'attività indistinguibile da altre proposte simili per i giovani.
E qui mi chiedo ancora di più: ma i ragazzi sono interessati alla natura? Desiderano ancora l'avventura nei boschi? O sono gli pseudo-Capi Scout a renderli animali da tana?


actaris ha detto:

Le attività di Scouting ( costruire una bussola e usarla ad esempio ) li attirano come mosche sul miele. Secondo la mia esperienza le ragazze di 13-14 anni sono le più interessate allo scouting.
Il punto relativo alla formazione è determinante: non nell'insegnare lo scouting ai capi, ma nel ricordargli che lo strumento del metodo principe è lo scouting.

#2:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Giovedì 12 Aprile 2007, 23:24
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Ho modificato il titolo del topic cos' si capisce subito il tema "scouting".

#3:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 08:22
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actaris ha scritto:
Il punto relativo alla formazione è determinante: non nell'insegnare lo scouting ai capi, ma nel ricordargli che lo strumento del metodo principe è lo scouting.


Ritengo invece sia fondamentale anche l'insegnamento dello scouting ai Capi. Viviamo tempi estremamente civilizzati, e praticamente nessuno al giorno d'oggi ha dimestichezza con queste cose.
Quanti Capi conoscono sufficiente topografia per gestirne l'attività?
Quanti riescono a gestire un campo nell'essenzialità?
B.P. diceva che qualunque sciocco può stare sotto ad una tenda, ma solo uno Scout organizza dal nulla un campo con quel che c'è...
Questo come esempio, ma i problemi nascono ben prima. Pensando di partire in auto per l'uscita per esempio.

#4:  Autore: giacco MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 09:43
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credo sia vero che molti capi non conoscano sufficentemente topografia o non riescano a gestire un camp basato sull'essenzialita,ma la cosa piu importante è se credono che questo tipo di proposta sia fondamentale,se condividono in toto il metodo,se ci credono davvero.

Se credi nell'essenzialità,per una uscita,non oleggi un pulman gran turismo se devi fare 30Km e quindi ti da la possibilità di viaggiare tranquillo ed alzarti2 ore dopo(o quantomeno se condiviso e ne vale la pena crei una sorta di autofinanziamento),ma ,tu capo, ti sbatti come un pazzo per sfruttare mezzi pubblici o ti trovi un altro sistema di trasporto valorizzando la tua scelta.

E' si importante saper fare,ma ritengo sia decisamente più importante credere in quello che vorresti fare

#5:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 10:37
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giacco ha scritto:
E' si importante saper fare,ma ritengo sia decisamente più importante credere in quello che vorresti fare


Certo che devi crederci, ma se ci credi e non sai? Puoi anche farti una cultura personale, ma una formazione Capi attraverso questi argomenti penso possa essere più formativa.
Alzi la mano chi si sente in grado di fare dell'ottima attività scouting...
Io non la alzo...

#6:  Autore: giacco MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 11:06
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sicuramente una formazione ci deve essre,ma penso ce se credi in qualcosa fai "del tuo meglio",e non parlo quindi dell'ottimo,per arrivare a fare cio in cui credi.

Poi si cadrebbe nella questione tempo,capacità,ecc.ecc. ma si va oltre.

#7:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 11:57
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Sono d'accordo.
Occorrerebbe almeno definire un minimo di competenze che un Capo Scout, per potersi definire tale, dovrebbe possedere (e mettere in pratica).

#8:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 11:58
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giacco ha scritto:


E' si importante saper fare,ma ritengo sia decisamente più importante credere in quello che vorresti fare


Quoto in toto...

Ammettiamolo, è difficile avere competenze in tutti gli ambiti dello scouting.
Magari posso essere un drago in campismo ma capirci poco in topografia.

Però, se sono cosciente dell'estrema importanza dello scouting, ai ragazzi non farò mancare né gli ambiti che conosco (le nozioni le trapasserò io

Wink ) né quelli che non conosco. Come? Be' innanzitutto in staff non sono da solo, magari qualcun'altro può supplire alle mie carenze.
Oppure, posso invitare qualche altro Capo o qualche "esperto" che "trapasserà" (detta così è inquietante...) ai ragazzi le tecniche che io non conosco.
Mi pare -ma non sono sicuro- che lo stesso BP proponeva una cosa del genere.

Quindi secondo me non è necessario conoscere a fondo tutto lo scouting, ma è necessario essere coscienti della sua importanza.

Aggiungo: sul fatto di insegnarlo ai campi scuola sono un po' dubbioso...forse invece sarebbe il caso di aumentare i vari campi di specializzazione per i capi, che si occupano proprio di insegnare tecniche scout.
Sarei invece favorevole ad accogliere la proposta che era stata fatta su questo forum (forse l'aveva fatta actaris Question ), quella (se ben ricordo) di una sorta di challenge alla fine dei campi di formazione, per verificare la competenza tecnica dei capi.

#9:  Autore: tuittResidenza: Canobbio (Lugano - Svizzera) MessaggioInviato: Venerdì 13 Aprile 2007, 12:45
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aureliano ha scritto:
[... né quelli che non conosco. Come? Be' innanzitutto in staff non sono da solo, magari qualcun'altro può supplire alle mie carenze.
Oppure, posso invitare qualche altro Capo o qualche "esperto" che "trapasserà" (detta così è inquietante...) ai ragazzi le tecniche che io non conosco.
Mi pare -ma non sono sicuro- che lo stesso BP proponeva una cosa del genere.

Quindi secondo me non è necessario conoscere a fondo tutto lo scouting, ma è necessario essere coscienti della sua importanza.


Approvo in pieno, è quello che io (capo non credente) faccio, occupandomi della parte tecnica e lasciando ad altri la parte spirituale...;)

#10:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Sabato 14 Aprile 2007, 13:23
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Ritengo fondamentale che la formazione si occupi di inchiodare nel cervello degli aspiranti capi la crucialità dello scouting. Dopotutto, la percentuale di capi extrassociativi è elevata e non si può pretendere che contemporaneamente sappiano che lo scouting è il principale strumento educativo e siano a conoscenza di tecniche complesse
Nel 2007, per fortuna o purtroppo, fare scouting non implica conoscenze esageratissime: anche il semplice orientamento di una cartina o la costruzione di una latrina non sono più alla portata di molti.
Oggettivamente, acquisire una serie di competenze tecniche di base ( nodo parlato, legatura quadrata, uso della bussola, pronto sococorso e cucina al campo ) è fattibile anche per un capo di provenienze extrassociativa, se appena appena la CoCa funziona.
D'altro canto, se ai vari CFx il tempo è investito soprattutto in menate psicopedagogiche si ottiene un doppio errore: lo scouting si estingue e la pretesa di trasformare una casalinga o uno studente di giurisprudenza in uno educatore professionale in due settimane porta a disastri.
Lo scouting è uno strumento perfetto: non richiede all'utente molte competenze teoriche e genera il risultato positivo semplicemente permettendo ai ragazzi di praticarlo.
L'Analisi dei gruppi adolescenziali, tanto per dirne una, invece richiede al capo un sacco di tempo e di carte e risultati solo casualmente utili, a causa della complessità dello strumento e dell'assenza pratica di formazione. Spero che nessuno possa credere che la messa in scena di un psicodramma al CFM dia all'allievo capo gli strumenti per improvvisarsi analisti. Viceversa, la costruzione di un ponte su un ruscello di strumenti ne fornisce a iosa....

#11:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Sabato 14 Aprile 2007, 16:12
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actaris ha scritto:
Ritengo fondamentale che la formazione si occupi di inchiodare nel cervello degli aspiranti capi la crucialità dello scouting.


Sono d'accordissimo, ma insegnare la crucialità dello scouting è ben diverso da insegnare le tecniche dello scouting...personalmente sarei contrario ad un campo scuola che si trasforma in un campo di competenza, anche se concordo pure sul fatto che troppo spesso vengono insegnate "menate psicopedagogiche" come dici tu.

Io credo che il Metodo sia un'ottima ricetta psicopedagogica in sé, il problema è che spesso si tende ad affiancargli altre ricette psicopedagogiche che troppo spesso tendono a sostituirlo lentamente.

Comunque, mi piacerebbe tornare anche su un altro punto che ha dato il via a questo topic e che è strettamente collegato allo scouting:


giacco ha detto:

Citazione:
Sono daccordo ma le prime persone che devono vivere in tal modo sono i capi e le devono vivere in toto con convinzione.

Il mio akela è tornato dal cfm a gennaio,non hanno fatto nemmeno un passo perche c'era troppo freddo,in un cfm lupi non hanno giocato all'aperto.
l'ultima caccia fatta con il branco HO insistito perchè si andasse a piedi anche e pioveva a dirotto(più di una ora di cammino sotto l'acqua battente) i genitori daccordo e un po invidiosi,i fratellini carichi come delle molle e non volevano tornare a casa,alcuni membri della coca invece mi a rimproverato di essere stato "IMPRUDENTE" i bambini si potevano ammalare (l'unico che si è ammalato e stato Kaa 22 anni tirocinante).
Abbiamo celebrato una "messa da campo" sotto l'acqua,Baloo ne è rimasto enstusiasta e noi tutti ancor di piu.


...la sopravvalutazione dei pericoli:

un paio di anni fa discutevo con alcuni amici (non scout) che mi diedero dell'incosciente (in quel periodo ero aiuto capo reparto) perché lasciare andare una squadriglia in missione da soli era per loro inconcepibile.
Detto da gente che aveva poco più di 20 anni mi sembrò un po' deludente, soprattutto tenendo conto che i genitori erano entusiasti delle missioni di sq. Però non sempre è così...ma siamo davvero degli incoscienti?


Question

#12:  Autore: actarisResidenza: Villanova 1 MessaggioInviato: Sabato 14 Aprile 2007, 17:02
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Caro Aureliano,
il Problema è nell'informazione dei genitori.
Se ci fosse la sana abitudine, ogni Autunno, di spendere una mezz'ora nell'esplicitare il concetto di Proposta Educativa, il problema non si porrebbe proprio.
Purtroppo, ( scusatemi se mi autocito dal mio blog ), al genitore che in riunione dice chiaro e tondo alla CoCa che suo figlio 14enne da solo con la sua squadriglia non va da nessuna parte è sempre più raro trovare Capigruppo che spieghino il concetto di proposta educativa: io vendo scarpe, come ti viene in mente di domandarmi un panino al prosciutto?
Ossia: il metodo AGESCi, nero su bianco, prevede così, così e così ( e i manuali di branca EG, noviziato e Clan cantano chiaro ).
Se non ti sta bene c'è l'Azione Cattolica.
Punto.
Dopodiché le uscite di squadriglia, gli hyke eccetera se non si fanno è per pigrizia dei capi.
E' da incoscienti montare una tenda sul letto di un torrente, è da incoscienti mandare una squadriglia di notte su un burrone,
ma se la tenda montata in luogo sicuro si allaga non solo non c'è problema, ma è un prezioso strumento educativo: ti assicuro che i piedi bagnati fanno venire il raffreddore ma ti insegnano un sacco di cose.
Se la squadriglia si perde la notte in un bosco di 2x2 Km dopo che il capo ha informato della loro presenza Forestale e Carabinieri ed è sicuro dell'assenza di pericoli reali ( burroni, animali feroci, malintenzionati ecc ) e magari può contattare il Capo Sq. in caso di emergenza, non solo non c'è nulla di male, ma i ragazzi vivranno un'esperienza di cui saranno eternamente grati.
Tutto ciò, ovviamente, implica il pieno accordo delle famiglie...
Oltre la capacità del capo di sporcarsi le manine con la terra...

#13:  Autore: ZioResidenza: Genova & Milano MessaggioInviato: Sabato 14 Aprile 2007, 18:15
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aureliano ha scritto:
Aggiungo: sul fatto di insegnarlo ai campi scuola sono un po' dubbioso...forse invece sarebbe il caso di aumentare i vari campi di specializzazione per i capi, che si occupano proprio di insegnare tecniche scout


Prima di aumentare gli stage per capi forse sarebbe il caso di cominciare ad utilizzarli: è sconcertante il numero di campi annullati per mancanza di iscritti...

#14:  Autore: gabriella60Residenza: to MessaggioInviato: Domenica 15 Aprile 2007, 01:18
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actaris ha scritto:
E' da incoscienti montare una tenda sul letto di un torrente, è da incoscienti mandare una squadriglia di notte su un burrone,
ma se la tenda montata in luogo sicuro si allaga non solo non c'è problema, ma è un prezioso strumento educativo: ti assicuro che i piedi bagnati fanno venire il raffreddore ma ti insegnano un sacco di cose.
Se la squadriglia si perde la notte in un bosco di 2x2 Km dopo che il capo ha informato della loro presenza Forestale e Carabinieri ed è sicuro dell'assenza di pericoli reali ( burroni, animali feroci, malintenzionati ecc ) e magari può contattare il Capo Sq. in caso di emergenza, non solo non c'è nulla di male, ma i ragazzi vivranno un'esperienza di cui saranno eternamente grati.

Penso che conoscere un po di psicopedagogia serva molto garantisco, ma è verissimo che vivere lo scauting è ciò che insegna non solo le tecniche ma anche tutte quelle cose che ci formano, viverle è la maniera più semplice per impararle.
personalmente parlo per esperienza, non sono dell'agesci ma penso che alla fine i problemi siano comuni.
una proposta, perchè non promuovere campi tecnici extra scaut con invito a tutti coloro che ( associazioni a parte anzi se sono diverse meglio c'è anche uno scambio costruttivo) vogliono"imparare giocando" ciò che non sanno, per dare di più ai propri ragazzi? organizzando per esempio dei corsi come campismo, cucina scaut,trapperismo, orienting,costruzioni , animazione eccetera, con un numero per ogni corso con un numero massimo di iscritti , in un periodo lontano da campi, esami, ecc. può essere un campo di tre/ quattro giorni, io mi occupo di una cosa simile ma con gli esploratori/trici ( non nel senso che organizzo, ma faccio parte di una staff nel , chiamiamolo laboratorio, di cucina scaut, dove i ragazzi/e costruiscono con la nostra guida cucine sopraelevate, forni interrati, ecc

#15:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Lunedì 16 Aprile 2007, 07:58
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Quoto Actaris in toto...assolutamente d'accordo.

zio ha scritto:
Prima di aumentare gli stage per capi forse sarebbe il caso di cominciare ad utilizzarli: è sconcertante il numero di campi annullati per mancanza di iscritti...



Non sono a conoscenza di questo tipo di problema, ma forse fa proprio parte del fatto che a parte pochi casi lo scoutismo sta perdendo le sue specificità riducendosi ad un fatto semi-oratoriale.
Com'è e come non è (pseudo Capi o genitori mannari) guardate questo:

http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-iggulden_conn_iggulden_hal/sku-12368380/il_pericoloso_libro_delle_cose_da_veri_uomini_.htm

Per chi non lo sapesse questo libro nella sola edizione inglese ha venduto 500.000 copie. Gli autori sostengono che bisogna togliere i ragazzi dai videogames per portarli nei boschi.
Strabiliante deduzione.
Ma non erano gli scouts a fare questo? Ci facciamo scippare così?
L'ho già scritto in altro post e lo ribadisco: questi sono anni nei quali ci stiamo giocando il futuro dello Scoutismo con la "S" maiuscola...se non recuperiamo l'essenza dello Scoutismo ci riduciamo a niente...

#16:  Autore: giacco MessaggioInviato: Lunedì 16 Aprile 2007, 08:39
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Aureliano scrive:
...la sopravvalutazione dei pericoli:

un paio di anni fa discutevo con alcuni amici (non scout) che mi diedero dell'incosciente (in quel periodo ero aiuto capo reparto) perché lasciare andare una squadriglia in missione da soli era per loro inconcepibile.
Detto da gente che aveva poco più di 20 anni mi sembrò un po' deludente, soprattutto tenendo conto che i genitori erano entusiasti delle missioni di sq. Però non sempre è così...ma siamo davvero degli incoscienti?


Partendo dal presupposto che non tutto il popolo del mondo è obbligato a condividere il metodo e che non tutti siamo nati per dientare scout,non credo assoutamente che noi si sia degli incoscenti,ma anzi,noi capi ci dobbiamo sbattere come dei muli,ma con il sorriso sulla bocca,per far si che i genitori,il popolo mondiale, capisca che non stiamo li con le mani in mano ma facciamo (scusatemi se lo ripeto)"del nostro meglio" affinchè i pericoli siano limitatissimi.
Sbaglia comunque chi annuncia la completa assenza di pericoli.

Quindi sono completamente daccordo con Actaris: l'informazione ed il apporto con i genitori è fondamentale.
Io da genitore devoavere una fiducia illimitata per affidare mio figlio ad un gruppo di "ragazzi" per un campo di 15 giorni,e mi devo comunque trovare davanti delle persone DECISE che mi diano VERAMENTE la sensazione di credere in quello che fanno.
Se un capo è titubante perche piove e riflette ai genitori l'insicurezza per un hyke,come puo il genitore essere tranquillo?

#17:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Lunedì 16 Aprile 2007, 13:04
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actaris ha scritto:
Caro Aureliano,
il Problema è nell'informazione dei genitori.
Se ci fosse la sana abitudine, ogni Autunno, di spendere una mezz'ora nell'esplicitare il concetto di Proposta Educativa, il problema non si porrebbe proprio.
Purtroppo, ( scusatemi se mi autocito dal mio blog ), al genitore che in riunione dice chiaro e tondo alla CoCa che suo figlio 14enne da solo con la sua squadriglia non va da nessuna parte è sempre più raro trovare Capigruppo che spieghino il concetto di proposta educativa: io vendo scarpe, come ti viene in mente di domandarmi un panino al prosciutto?
Ossia: il metodo AGESCi, nero su bianco, prevede così, così e così ( e i manuali di branca EG, noviziato e Clan cantano chiaro ).
Se non ti sta bene c'è l'Azione Cattolica.
Punto.
Dopodiché le uscite di squadriglia, gli hyke eccetera se non si fanno è per pigrizia dei capi.
E' da incoscienti montare una tenda sul letto di un torrente, è da incoscienti mandare una squadriglia di notte su un burrone,
ma se la tenda montata in luogo sicuro si allaga non solo non c'è problema, ma è un prezioso strumento educativo: ti assicuro che i piedi bagnati fanno venire il raffreddore ma ti insegnano un sacco di cose.
Se la squadriglia si perde la notte in un bosco di 2x2 Km dopo che il capo ha informato della loro presenza Forestale e Carabinieri ed è sicuro dell'assenza di pericoli reali ( burroni, animali feroci, malintenzionati ecc ) e magari può contattare il Capo Sq. in caso di emergenza, non solo non c'è nulla di male, ma i ragazzi vivranno un'esperienza di cui saranno eternamente grati.
Tutto ciò, ovviamente, implica il pieno accordo delle famiglie...
Oltre la capacità del capo di sporcarsi le manine con la terra...


Sì hai perfettamente ragione.


Citazione:
aureliano ha scritto:
Aggiungo: sul fatto di insegnarlo ai campi scuola sono un po' dubbioso...forse invece sarebbe il caso di aumentare i vari campi di specializzazione per i capi, che si occupano proprio di insegnare tecniche scout


Prima di aumentare gli stage per capi forse sarebbe il caso di cominciare ad utilizzarli: è sconcertante il numero di campi annullati per mancanza di iscritti...


Guarda, i campi a cui mi sarei iscritto volentieri hanno riempito la lista in pochissimi giorni, anzi ogni volta mi dico che devo muovermi prima per le iscrizioni...poi chiaro che dipende da campo a campo...


Citazione:
una proposta, perchè non promuovere campi tecnici extra scaut con invito a tutti coloro che ( associazioni a parte anzi se sono diverse meglio c'è anche uno scambio costruttivo) vogliono"imparare giocando" ciò che non sanno, per dare di più ai propri ragazzi? organizzando per esempio dei corsi come campismo, cucina scaut,trapperismo, orienting,costruzioni , animazione eccetera, con un numero per ogni corso con un numero massimo di iscritti , in un periodo lontano da campi, esami, ecc. può essere un campo di tre/ quattro giorni, io mi occupo di una cosa simile ma con gli esploratori/trici ( non nel senso che organizzo, ma faccio parte di una staff nel , chiamiamolo laboratorio, di cucina scaut, dove i ragazzi/e costruiscono con la nostra guida cucine sopraelevate, forni interrati, ecc


In Agesci ci sono dei campi di competenza...l'idea di farne alcuni interassociativi però devo dire che mi stuzzica alquanto...


Citazione:
Partendo dal presupposto che non tutto il popolo del mondo è obbligato a condividere il metodo e che non tutti siamo nati per dientare scout,non credo assoutamente che noi si sia degli incoscenti,ma anzi,noi capi ci dobbiamo sbattere come dei muli,ma con il sorriso sulla bocca,per far si che i genitori,il popolo mondiale, capisca che non stiamo li con le mani in mano ma facciamo (scusatemi se lo ripeto)"del nostro meglio" affinchè i pericoli siano limitatissimi.
Sbaglia comunque chi annuncia la completa assenza di pericoli.


Certo...un fattore rischio c'è sempre, così come è verissimo che di capi incoscienti ce ne sono...
Concordo anche sul fatto che bisogna spendere del tempo all'inizio dell'anno per spiegare la proposta. Noi lo facciamo sempre, chiaro che con i lupetti la cosa è più facile. Wink
Tuttavia il genitore iperprotettivo c'è sempre, ed a volte dispiace vedere un ragazzetto smanioso di scoutismo "ritirarsi" solo per le paranoie (sacrosante per carità!) del proprio genitore...chiaro che il primo responsabile dell'educazione dei figli è proprio lui, quindi le modalità di educazione del figlio se le sceglie lui, però in questi casi (rari fortunatamente!) il dispacere rimane, forse per non essere riusciti a far passare la proposta?Be' in fin dei conti, come dice giacco: "non tutto il popolo del mondo è obbligato a condividere il metodo e che non tutti siamo nati per dientare scout"

Oh, parlo da 25enne lontano dall'avere figli...magari col tempo cambierò idea... Very Happy

#18:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Lunedì 16 Aprile 2007, 13:30
    —
aureliano ha scritto:
Oh, parlo da 25enne lontano dall'avere figli...magari col tempo cambierò idea...


Guarda: il mio piccolo ha tre mesi, e quando lo guardo mentre dorme e penso a tutti i pericoli che lo aspettano nella vita sento l'istinto di protezione salire.
Forse domani cambierò idea, non so chi potrò essere tra dieci o quindici anni, ma se penso ai rischi che ho corso io anche solamente quando ho cominciato ad andare in bici senza le ruotine, e poi anche da adulto con sport piuttosto "estremi", mi rendo conto che non è certo lo scoutismo il pericolo maggiore.
Genitori così protettivi nascondono lacune personali, non lo fanno per preteggere il loro figlio, che, anzi, ne guadagnerebbe.
Poi c'è sempre l'incidente, per carità, e il Capo incoscente. Quest'ultimo mi preoccupa di più, e di nuovo torniamo alla formazione Capi.
Siamo sicuri che i genitori chiedono Capi psicologi o catechisti?
Non è che a loro basta un ambiente sano, ma che lo sia veramente, per la crescita spirituale e fisica dei piccoli? Non è che il resto poi viene da solo?

#19:  Autore: gabriella60Residenza: to MessaggioInviato: Domenica 22 Aprile 2007, 02:50
    —
ei ma qui non si continua e il discorso si faceva interessante,
quando si hanno dei figli penso sia naturale temere il mondo per loro, l'ho fatto anche io , ma poi crescono e siamo noi a doverci svezzare da loro, compito molto arduo e difficile, ma bisogna pensare a quando eravamo noi quelli che volevano volare liberi, l'importante è insegnargli ad usare le ali poi....penso che attraverso le tecniche scaut, anzi non penso, sò, ho visto, i ragazzi imparano ad usare quelle ali e con molta serenità imparano a cadere e a rialzarsi, è logico che un capo debba conoscere i limiti della sicurezza per poter far volare liberi i suoi pargoli, capi o genitori sprovveduti non possono dire di aver insegnato ad indossare le ali dell'indipendenza, ma solo di avergli detto la ci sono delle ali fai o peggio guarda che se cadi e ti fai male te le tolgo o no????

#20:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Lunedì 23 Aprile 2007, 13:43
    —
Mi sto domandando...
quanto pesa sulle scelte di un Capo di fare attività pseudo-scout, la spada di Damocle delle sanzioni penali se accade qualcosa?

#21:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 00:16
    —
Parli delle responsabilità penali?
Conosco i capi reparti di verona che anni fa hanno perso tre guide il quel campeggio, su quella sopraelevata...

#22:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 08:08
    —
rinoceronte caparbio ha scritto:
Parli delle responsabilità penali?
Conosco i capi reparti di verona che anni fa hanno perso tre guide il quel campeggio, su quella sopraelevata...

credo non sia opportuno fare riferimento a tragici incidenti effettivamente accaduti. Purtroppo possono effettivamente capitare.
Da parte di tutti i capi ci vuole sempre gran senso di responsabilità e competenza: poi l'imprevisto può sempre accadere. Bisogna solo cercare di minimizzare la probabilità che accada: a Milano, dove vivo, spostarsi in bici può essere un rischio mortale, in questo istante mia figlia è uscita per andare a scuola, 3 media, con la bici: io la porto in città a pedalare da qundo andava all'asilo e ho cercato di insegnarle la prudenza e il codice, non mi sognerei mai di inpedirle l'uso della bici.
Fare scoutismo rinunciando anche solo parzialmete allo scouting è semplicemente un controsenso.
Informando i genitori, con chiarezza e competenza come è già stato sottolineato, è importante evidenziare anche che non esistono ambiti a rischio zero. Se alla fine non sono convinti mi dispiace per i loro figli, ma per quale motivo, per le loro paure, i miei figli devono rinunciare allo scouting?
Loro hanno diritto di preoccuparsi, ma hanno l'alternativa di ritirare i figli, noi e i nostri figli abbiamo il diritto di fare scoutismo!

#23:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 09:06
    —
porcellinopacifico ha scritto:
Loro hanno diritto di preoccuparsi, ma hanno l'alternativa di ritirare i figli, noi e i nostri figli abbiamo il diritto di fare scoutismo!


Sono d'accordo, però non dimentichiamo che le disgrazie accadono davvero e FORSE per imperizia dei capi che, guarda un pò, non conoscono più la tecnica.
L'episodio citato da Rinocerontecaparbio non lo conosco, ma ognuno di noi può raccontare, almeno per sentito dire, di incidenti anche gravissimi, e la mia piccola esperienza mi ha portato a pensare che la Madonna degli Scouts non solo esiste, ma ha anche un gran da fare.
E ritorniamo a B.P.
L'istituzione della scuola Capi di Gilwell era finalizzata proprio a fare acquisire tecniche ai Capi digiuni di tali rudimenti, e non già come mi sembra ora per chi porta i legnetti, ad avere degli educatori spesso del tutto sprovveduti di scouting che, al limite, dovrebbero frequentare campi specifici a parte.
E ritorniamo al punto di partenza: non solo se non recuperiamo lo scouting non possiamo definirci Scout, ma diventiamo anche pericolosi perchè impreparati.

#24:  Autore: jumpjack MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 09:23
    —
aureliano ha scritto:

un paio di anni fa discutevo con alcuni amici (non scout) che mi diedero dell'incosciente (in quel periodo ero aiuto capo reparto) perché lasciare andare una squadriglia in missione da soli era per loro inconcepibile.
Detto da gente che aveva poco più di 20 anni mi sembrò un po' deludente, soprattutto tenendo conto che i genitori erano entusiasti delle missioni di sq. Però non sempre è così...ma siamo davvero degli incoscienti?
Question

l'altro giorno, al raduno di Circo Massimo, cui ho assistito come "esterno", mi è quasi preso un colpo quando ho visto tre lupetti che, arrampicatisi fin vicino a me in cima alla "gradinata" di erba, hanno poi cominciato a scendere a rotta di collo giu' per la discesa, con la loro Akela che li guardava sorridente dal basso, senza dirgli niente! Shocked
Ho pensato: "Ma è pazza??? Ora si sfracellano!!" Shocked

Non ne è cascato manco uno! Very Happy
Sapevano esattamente come fare per scendere di corsa da una collina senza spataccarsi! Shocked
I miei ragazzi del catechismo si sarebbero rotti tre gambe ciascuno dopo due passi! Laughing Laughing

E' stata una visione molto istruttiva, per me. Smile

#25:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 09:28
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Alla base di Bracciano c'è una piccola casetta con sopra 3 piastroni di marmo con su scritti tutti gli Scout morti in Italia, mentre facevano scoutismo... Adesso pare brutto fare statistica su queste cose, ma noi adesso siamo 200mila, un tempo non eravamo così tanti, anzi, eravamo molto di meno, ma ci sono stati altrettanti morti... E gli ultimi ragazzi morti sono proprio le ragazze del Verona 8 nel 1999 e un ragazzo nel 2001...
Quindi non è vero che lo Scoutismo ora è più pericoloso, perchè ci sono capi meno competenti... Anzi è il contrario... Si è più sicuri adesso che quando faceva scoutismo mio padre, che li mandavano in Hike in gommone sul lago di Bracciano... Lago famoso per mulinelli e quant'altro...
Io sono sicuro che tutti i Capi prendono tutte le precauzioni dovute, anche troppe, per fare in modo che i loro bimbi stiano sempre bene... Magari può capitare uno più trasandato su questo aspetto, ma per fortuna la Staff è formata da più persone...

#26:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 09:51
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paciock87 ha scritto:
Adesso pare brutto fare statistica su queste cose, ma noi adesso siamo 200mila, un tempo non eravamo così tanti, anzi, eravamo molto di meno, ma ci sono stati altrettanti morti...


Non dimentichiamo che se è vero che lo scoutismo attuale è molto molto all'acqua di rose, ne deriva che un auumento del numero degli Scouts non necessariamente fa aumentare gli incidenti, anzi...

#27:  Autore: giacco MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 11:02
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vorrei fare alcune piccole precisazioni:


1°- cerchiamo di rispettare quello che è lo scoutismo (gioco,avventura,strada)vissuto nella sua completezza e non trasformiamoci in psicopedagoghi da sede. Questo comporta sicuramente dei fattori di rischio.

2°- Quando si fa attività con ragazzi e ci si assumono quindi delle responsabilità,bisogna essere sempre molto attenti,ma questo non vuol dire che i ragazzi debbano essere segreati n una stanza.Bisogna invece dimostrare ai genitori che si fa il possibile perchè i pericoli siano molto limitati.

3°- Siamo veramente convinti che andare a gicare al parco cittadino sia meno pericolso che giocare in un bosco? andare soli al cinema di sera sia meno rischioso rispetto ad un hike?fare una vacanza al mare in appartamento sia meno a rischio incidenti ripetto ad una route estiva? Personalmente sono decisamente piu tranquillo se mio figlio alle VDB è in un bosco,potra anche essere morso da una vipera o cadere facendosi male,ma omunque DEVO fidarmi che è stato fatto il possibile perchè questo non accada.

4°- CAPI SVEGLIAMOCI TUTTI E METTIAMOCI IN GIOCO noi dobbiamo sempre e comunque essere l'esempio,se noi abbiamo timore di qualcosa e non ci sentiamo sicuri,non Dobbiamo costringere i ragazzi a fare quella determinata cosa (se sono contrario agli hike in quanto pericolosi,perchè devo farci andare i ragazzi?)

5°- forse i tempi sono cambiati ma ho come l'impressione che i giovani, così anche i nostri capi fatichino un pochetto ad assumersi delle responsabilità,molto bravi a parole e teoria ma uando bisogna decidere e fare si tirino un po indietro (so che con questa frase mi tirerò contro l'ira di molti,ma dico quello che penso,sempre)

Concludo: Lo scouting è una scuola di vita che ti insegna,non solo a costruire una sopraelevata o a fare dei nodi,ma a superare le difficolta quando ti si presentano, a saper collaborare, a saper valutare i pericoli questi,credo, siano anche i punti forti dello scouting

#28: Scouting oggi Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 11:36
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Devo sempre "pescare" nelle mie esperienze personali.

Mio figlio, oggi in Co. Ca., da quando è nato, dentro casa: si è infilato la chiave dell'armadio in un occhio (ed è svenuto) - corsa in ospedale; è caduto dalla sedia e gamba piegata - sospetta rottura - corsa in ospedale; ha bevuto detersivi - corsa in ospedale; devo continuare???

Ora, se vogliamo dare corda ai denigratori, bene, ma se vogliamo veramente parlare parliamo: il farabutto di cui sopra, mio figlio, da quando è negli scout, e sono 13 anni, ha solo riportato graffi alle gambe ed abbronzature invidiabili, anche se "abbronzature scout", e questo perchè i capi sono stati previdenti (prevenire è meglio che curare/reprimere) ed hanno ridotto al minimo i rischi, favorendo una partecipazione consapevole dei rischi stessi ai ragazzi ai quali non sono stati evitati i rischi, cercate di capirmi, ma sono stati ridotti in modo tale che il giovane capisse cosa stava facendo, quali rischi correva e come comportarsi in caso di necessità: quindi non evitare il pericolo, ma imparare ad affrontarlo, così che tutti i lupetti possano scendere a ruzzoloni da un pendio senza farsi un graffio.
Compito poi inderogabile, di noi capi, e il verificare che "il gioco valga la cendela" e quindi sopralluogo al campo per prevenire e non rischiare di trovarsi a dover "vietare" zone del campo e limitare gli spazi a disposizione a causa di situazioni non correttamente valutate in sede di sopralluogo.
Certo, la spada di Damocle della responsabilità civile/penale c'è, c'è sempre stata e sempre ci sarà; ma è la stessa spada cui qualunque persona maggiorenne si troverà a sottostare svolgendo qualsiasi attività con dei minori, sia al campo scout, che in parrocchia, che a scuola.

#29:  Autore: jumpjack MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 11:44
    —
giacco ha scritto:
vorrei fare alcune piccole precisazioni:


1°- cerchiamo di rispettare quello che è lo scoutismo (gioco,avventura,strada)vissuto nella sua completezza e non trasformiamoci in psicopedagoghi da sede. Questo comporta sicuramente dei fattori di rischio.

Scusate ma sia in questo thread che "nella vita reale" noto una certa "avversione" o disinteresse per la piscologia dei ragazzi.

Sinceramente non riesco a capire come si possa svolgere una qualunque attività educativa con bambini e ragazzi, senza cercare di "pensare con la loro testa".Eppure non faccio altro che vedere gente che parla con bambini e ragazzi senza avere la minima idea o preoccupazione di come si sente il bambino nel sentirsi dire certe cose! Shocked
Non credo lo facciano per cattiveria... semplicemente, non pensano a come si sente un ragazzo quando gli dici una cosa. O, forse, non ricordano come si sentivano loro da piccoli quando qualcuno gli diceva quella cosa.
E' cosi' difficile? Shocked
Per esempio, mi fa irritare parecchio sentire un adulto dire a un bambino di 10 anni "questa cosa non la puoi fare perche' no, punto e basta", cosi' come mi dava fastidio quando me lo dicevano.
O, peggio ancora, detesto vedere un papa' a un supermercato "sopprimere" la "voglia di fare" della sua bambina di 6 anni, che cerca di rendersi utile mettendo la spesa sul nastro mettendoci ovviamente due ore. "Lèvati, faccio io!" è una risposta terribile! Shocked
Se davvero per qualcuno è cosi' difficile capirlo, forse davvero allora gli educatori dovrebbero seguire corsi di psicologia infantile!

#30:  Autore: giacco MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 12:27
    —
jupjack scrive:

Scusate ma sia in questo thread che "nella vita reale" noto una certa "avversione" o disinteresse per la piscologia dei ragazzi.

Sinceramente non riesco a capire come si possa svolgere una qualunque attività educativa con bambini e ragazzi, senza cercare di "pensare con la loro testa".Eppure non faccio altro che vedere gente che parla con bambini e ragazzi senza avere la minima idea o preoccupazione di come si sente il bambino nel sentirsi dire certe cose!
Non credo lo facciano per cattiveria... semplicemente, non pensano a come si sente un ragazzo quando gli dici una cosa. O, forse, non ricordano come si sentivano loro da piccoli quando qualcuno gli diceva quella cosa.
E' cosi' difficile?
Per esempio, mi fa irritare parecchio sentire un adulto dire a un bambino di 10 anni "questa cosa non la puoi fare perche' no, punto e basta", cosi' come mi dava fastidio quando me lo dicevano.
O, peggio ancora, detesto vedere un papa' a un supermercato "sopprimere" la "voglia di fare" della sua bambina di 6 anni, che cerca di rendersi utile mettendo la spesa sul nastro mettendoci ovviamente due ore. "Lèvati, faccio io!" è una risposta terribile!
Se davvero per qualcuno è cosi' difficile capirlo, forse davvero allora gli educatori dovrebbero seguire corsi di psicologia infantile!



Bravo complimenti hai centrato nel segno.
Lo scouting porta oltre a quello che tu scrivi.
Il ragazzo DEVE vivere le proprie esperienze,deve saper valutare i rischi ed i pericoli(sempre nel limite del possibile),deve sapere che ha dei diritti e dei doveri,deve sapere he ha delle responsabilita verso se stesso e verso altri(potremmo proseguire ancora parecchio).

Quello che io sostengo è che il nostro mezzo per mettere in atto questa scuola di vita,non è certo chiaccherare con loro in una sede,ma è vivere con loro queste esperinze sul camp (gioco,avventura,strada).

Per quello che rigurda gli esempi da te fatti,sono pienamente daccordo che vengano che ad ogni si o no ci debba essere una motiazione,o il faccio io sia terribile.
prsonalmente cerco di parlare molto con mio figlio,ma purtroppo a volte,con mio sommo dispiacere, un no è un no perche ci sono delle regole che ad una età sono comprensibili ad atre età non completamente.
Ecco dove la teoria si discosta dalla pratica.

MA STIAMO PARLANDO DI FIGLI NON DI SCOUT.

#31: scouting oggi Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 13:28
    —
Attenzione, parliamo sempre dei nostri ragazzi, non di bambini di 2,3,4 o 5 anni di età.

Non esiste "si fa così e basta": se ci sono delle regole queste vanno spiegate, utilizzando il linguaggio che il giovane capisce, il suo, "con parole sue" e non è una battuta; una volta, in una situazione estranea allo scoutismo, un bambino che non capiva cosa gli stavo spiegando, mi ha detto, con quella spontaneità che solo loro hanno: "dimmelo con parole piccole". E solo allora mi sono accorto che ero io a non parlare la sua lingua e non era lui che non capiva la mia.
Questo dovrebbe farci pensare che i giovani, ed i giovanissimi, hanno capacità inimmaginabili, che non adulti non comprendiamo, che abbiamo purtroppo dimenticato con l'età, e non parlo solo per me....

Torniamo quindi ai primi passi, inchiniamoci noi, di fronte ai ragazzi, abbassandoci per sentire cosa dicono e non restiamo invece in piedi, in attesa che salgano fino a noi: troppo spesso siamo noi adulti che creiamo delle barriere solo per poter dire : "ti insegno io a superarla".

Non trovo comunque giusto fare, a priori, una così netta distinzione tra "figli" e "scout": se hai un figlio scout e magari nel tuo branco o reparto, ti trovi nei guai.
L'alternativa, come al solito, stà nel mezzo, nel comportarsi da genitore seguendo i principi scout, nel dosare ambedue le componenti senza eccedere nell'uno o nell'altro attegiamento; facile a dirsi, direte voi, lo so, io ho provato e con notevole difficoltà a volte ci sono riuscito ma a volte no, però questo mi ha permesso di rendermi conto dove sbagliava il genitore e dove invece lo scout, dove lo scout doveva farsi da parte e dove invece il genitore doveva tacere. Ripeto, non è stato facile, ma penso di esserci riuscito, se non altro posso dire di aver dato il mio meglio. Un pò pochino, dirà qualcuno; può darsi, ma chi ha la medicina migliore, la metta al centro, così possiamo curarci tutti.

#32:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 13:39
    —
giacco ha scritto:
MA STIAMO PARLANDO DI FIGLI NON DI SCOUT.


E' questa la differenza.
Se dò a mio figlio la possibilità di giocare in giardino, sale su un albero e si rompe una gamba, la massimo me la vedo con sua madre Laughing
Se porto dei rgazzi nei boschi, pur avendo avvisato i genitori del tipo di attività che faremo, se uno di loro torna con un cerotto i genitori cercheranno di vendere la mia pelle ben disseccata...
Si dice giustamente che un capo deve saper calibrare l'attività in sicurezza.
Ma se si parte da quel punto di vista non si finisce più. Appena succede qualcosa è certo che si andrà a cercare un colpevole (il capo) in qualche defaillance. E, lo sappiamo, le attività vere sono irte di pericoli.
Abbiamo voglia a spiegare ai genitori che PUO' succedere qualcosa. I guai accadono sempre agli altri, poi quando capitano a loro figlio sei morto.

#33:  Autore: giacco MessaggioInviato: Martedì 24 Aprile 2007, 14:03
    —
uomodelbosco scrive:
Se dò a mio figlio la possibilità di giocare in giardino, sale su un albero e si rompe una gamba, la massimo me la vedo con sua madre.

Battuta: e gia questa è una rogna non da poco!!!!!!!(es. ma dove gurdavi,stai attento!!!!!,con gli altri sei cosi bravo tuo figlio non lo controlli)



stambeccosicero scrive:

Non trovo comunque giusto fare, a priori, una così netta distinzione tra "figli" e "scout"

Attenzione:io non parlo di tuoi figli scout.

Parlo invece di rapprto diverso che hai con i tuoi figli (che siano o no scout) e con i ragazzi con cui fai attività.
Le "regole" date dalla famiglia di un ragazzo che fa scoutismo,non sempre vanno a pari passo con lo scoutismo,ma in questo caso tu capo, segui comunque la tua strada.(se nella famiglia esistono no immotivati,tu capo comunque ascolti e parli con il ragazzo).

La cosa piu difficile da fare è saper ascoltare con orecchi di chi ti parla,perchè counque si è portati a voler aver ragione.
Davanti a molti io passo per stupido perche mi metto sempre nei panni dell'altro (ma poi non me ne frega niente di quello che mi dice la gente alle spalle) che sia bamibino o adulto.

P.S. Chi fa del suo meglio non ha mai fatto un po pohino,ha fatto del suo meglio e per lui è il massimo

#34:  Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 12:15
    —
giacco ha scritto:

Attenzione:io non parlo di tuoi figli scout.


Hai ragione. Forse mi sono espresso male.

C'è una netta differenza tra come ci comportiamo con i nostri figli e come ci comportiamo invece con gli scout in attività, per non parlare poi degli atteggiamenti che teniamo nei confronti dei nostri figli scout.

Il comportamento base, comunque, è sempre improntato sul massimo dialogo: il "così è e basta" non lo uso in attività come non lo uso a casa con i miei figli.
E' ovvio che le regole date in famiglia saranno diverse da quelle date nello scoutismo ma solo perchè diverse sono le situazioni e le attività svolte. I concetti fondamentali sono sempre gli stessi.
C'è un filo conduttore comune, di "vita" oserei dire, valido in entrambe le situazioni: il rispetto del prossimo, l'aiutare chi è in difficoltà, etc.. Non è forse vero che gli articoli della legge si adattino tranquillamente alla vita di tutti i giorni? O no ? E allora, se pure con qualche differenza che oserei definire "fisiologica", lo scout è "scout" sempre, e quindi anche fuori dell'attività, e quindi anche in tale situazione non potrà fare a meno di comportarsi da scout.
Quindi tanta differenza, tra l'atteggiamento da tenere con un figlio e quello da tenere con uno scout, non la rilevo, se non, ripeto nella particolarità delle varie situazioni.

Se poi vogliamo allargare il discorso alle problematiche relative alle paure, ansie e preoccupazioni di alcuni genitori che temono pericoli vari durante le attività, io sono sempre del parere che il ragazzo rischi di più nell'andare al cinema, magari usando i mezzi pubblici, in una città come Roma, con tutti i problemi legati al traffico, all'attraversare una strada, alla presenza sul territorio di violenti, prepotenti, imbroglioni e delinquenti vari, che non facendo un hike notturno in un bosco dove al massimo potrà incrociare qualche animale selvatico che con molta probabilità scapperà prima ancora che l'esploratore si accorga di lui.
A me è successo che un ragazzo si ferisse o scottasse al campo o durante le attività, ma mai nessun genitore si è mai lamentato della pericolosità delle attività o dei luoghi da noi frequentati. Fortuna?? Non lo so, certo che a sentire alcuni di voi mi viene una certa apprensione.
Io, da parte mia, affronto sempre i genitori, durante la "chiacchierata" di inizio anno, esponendo quali saranno le attività e i pericoli, elencando anche gli incidenti che ci sono stati in precedenza, in modo che sappiano con esattezza cosa andranno a fare i loro figli, e più di una volta mi sono sentito rispondere "meglio così si sveglia un poco" (riferito al figlio/a). Fortuna???.
Anche in questo caso, quindi, bisogna usare il linguaggio adatto, quello "del genitore"?? Forse sì, e dico questo perchè mi rendo conto che, come ha detto qualcuno in precedenza, un genitore la pensa in maniera diversa da un capo scout, con differenti livelli di apprensione e di paura, e non sempre sono le mamme a spaventarsi, anzi, certi padri sono di un pesante.....!!!!

(Sono finito Off topic?? Sì, sono finito Off Topic)

#35:  Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 12:24
    —
giacco ha scritto:

Attenzione:io non parlo di tuoi figli scout.


Hai ragione. Forse mi sono espresso male.

C'è una netta differenza tra come ci comportiamo con i nostri figli e come ci comportiamo invece con gli scout in attività, per non parlare poi degli atteggiamenti che teniamo nei confronti dei nostri figli scout.

Il comportamento base, comunque, è sempre improntato sul massimo dialogo: il "così è e basta" non lo uso in attività come non lo uso a casa con i miei figli.
E' ovvio che le regole date in famiglia saranno diverse da quelle date nello scoutismo ma solo perchè diverse sono le situazioni e le attività svolte. I concetti fondamentali sono sempre gli stessi.
C'è un filo conduttore comune, di "vita" oserei dire, valido in entrambe le situazioni: il rispetto del prossimo, l'aiutare chi è in difficoltà, etc.. Non è forse vero che gli articoli della legge si adattino tranquillamente alla vita di tutti i giorni? O no ? E allora, se pure con qualche differenza che oserei definire "fisiologica", lo scout è "scout" sempre, e quindi anche fuori dell'attività, e quindi anche in tale situazione non potrà fare a meno di comportarsi da scout.
Quindi tanta differenza, tra l'atteggiamento da tenere con un figlio e quello da tenere con uno scout, non la rilevo, se non, ripeto nella particolarità delle varie situazioni.

Se poi vogliamo allargare il discorso alle problematiche relative alle paure, ansie e preoccupazioni di alcuni genitori che temono pericoli vari durante le attività, io sono sempre del parere che il ragazzo rischi di più nell'andare al cinema, magari usando i mezzi pubblici, in una città come Roma, con tutti i problemi legati al traffico, all'attraversare una strada, alla presenza sul territorio di violenti, prepotenti, imbroglioni e delinquenti vari, che non facendo un hike notturno in un bosco dove al massimo potrà incrociare qualche animale selvatico che con molta probabilità scapperà prima ancora che l'esploratore si accorga di lui.
A me è successo che un ragazzo si ferisse o scottasse al campo o durante le attività, ma mai nessun genitore si è mai lamentato della pericolosità delle attività o dei luoghi da noi frequentati. Fortuna?? Non lo so, certo che a sentire alcuni di voi mi viene una certa apprensione.
Io, da parte mia, affronto sempre i genitori, durante la "chiacchierata" di inizio anno, esponendo quali saranno le attività e i pericoli, elencando anche gli incidenti che ci sono stati in precedenza, in modo che sappiano con esattezza cosa andranno a fare i loro figli, e più di una volta mi sono sentito rispondere "meglio così si sveglia un poco" (riferito al figlio/a). Fortuna???.
Anche in questo caso, quindi, bisogna usare il linguaggio adatto, quello "del genitore"?? Forse sì, e dico questo perchè mi rendo conto che, come ha detto qualcuno in precedenza, un genitore la pensa in maniera diversa da un capo scout, con differenti livelli di apprensione e di paura, e non sempre sono le mamme a spaventarsi, anzi, certi padri sono di un pesante.....!!!!

(Sono finito Off topic?? Sì, sono finito Off Topic)

#36: SCOUTING OGGI Autore: stambeccosinceroResidenza: Roma MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 12:33
    —
Scusate ho fatto un po di danni, non mi sono accorto di averla già inviata. Cosa dire? Forse hanno ragione i miei ragazzi nel dire che son "vecchio e rimbambito" (ma forsa fa più comodo anche a me ammetterlo).

#37:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 13:29
    —
Come diceva quella vecchia volpe di un Generale? "Ask the Boy"....

Rientrando in topic, mi sembra che qui siamo tutti più o meno convinti dell'importanza dello scouting, della sua funzione educativa ecc... ecc...

Però nel "mondo reale" quest'idea è in netta minoranza.

Nella mia CoCa io e la capofuoco abbiamo rotto le scatole ad oltranza su questo punto (nonché sull'uniforme...), ma in diversi ci hanno considerato degli integralisti che la pensano all'antica (per dirla tutta, io ho 25 anni e lei ne ha 29...). Fra chi la pensava così c'è gente che non sa fare un nodo piano e chi , l'estate scorsa a metà agosto con quasi 30 gradi, mi stava dando dell'incosciente perché volevo far lavare mezzo branco nella fontana del cortile della casa delle vdb senza creare la fila ai lavandini del bagno interno ("perché sennò prendono freddo"...con quasi 30 gradi? Shocked )... questo per dire che la mentalità dello scoutismo in pantofole è diffusa come un cancro nello scoutismo, perlomeno in alcune delle associazioni (e non sto facendo generalizzazioni...parlo di molti casi conosciuti, non solo nel mio gruppo).
Per quello concordavo sul dire che troppo spesso ci si riduce a mere menate psicopedagogiche, che saranno sì importanti, ma che non devono finire con l'imprigionare l'essenza dello scoutismo.

Forse il problema si risolverebbe se molti capi si rendessero conto che il loro servizio sarebbe migliore in associazioni di altro tipo... (oggi mi sento un po' intollerante...)

#38:  Autore: giacco MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 14:53
    —
[quote="stambeccosincero"]
giacco ha scritto:

Attenzione:io non parlo di tuoi figli scout.


Hai ragione. Forse mi sono espresso male.

C'è una netta differenza tra come ci comportiamo con i nostri figli e come ci comportiamo invece con gli scout in attività, per non parlare poi degli atteggiamenti che teniamo nei confronti dei nostri figli scout.

Il comportamento base, comunque, è sempre improntato sul massimo dialogo: il "così è e basta" non lo uso in attività come non lo uso a casa con i miei figli.


Pienamente daccordo .
Anche io sono contrario al cosi e basta, ma alcuni dei nostri ragazzi questa situazione la vivono nelle loro famiglie,l'importante è proprio non farla vivere anche durante le nostre attività,ma soprattutto far capire ai ragazzi che loro sono veramente una forza per se stessi e per gli altri,con il dialogo? beh certo,ma credo che lo couting in questo sia veramente una potenza.

Per la vecchiaia, Tranquillo alcuni lupi mi chiamano NONNO Chil

#39:  Autore: chiurlox MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 16:29
    —
Nel mio gruppo si fa uno scouting di buon livello. (parlo di esploratori)
1 uscita al mese di riparto sempre con pernottamento
1 uscita al mese di sq. con pernottamento (solo da settembre-ottobre e da Marzo-giugno, i restanti mesi di domenica e basta)
1 uscita di alta sq. ogni 2 mesi sempre con pernottamento
campo invernale in accantonamento, campo di pasqua in tenda, campetto di sq. in tenda, campo estivo.
Pernottamento in tenda o in rifugi (telo personale o solamente il sovrattelo della tenda senza la "casetta")
Sempre cucina sul fuoco, con pentole o alla trapper (brace)
Hike di sq. fatti al campo estivo di due giorni
Certo alcuni genitori si sono lamentati sulla pericolosità presunta di alcune attività, ma una volta spiegato con chiarezza e con decisione quello che vogliamo fare e come lo vogliamo fare facendo vedere che tutto è programmato e non facciamo le cose tanto per fare, ma che dietro ad ogni attività c'è stata una meticolosa preparazione, sicuramente stroceranno il naso la prima volta ma manderanno il proprio figlio in attività, il tutto poi quando il ragazzo torna entusiasta dall'uscita, o dal campo, con che coraggio il genitore dice al figlio "no tu non devi andarci più"
Le cose devono essere fatte con la testa, ma devono essere fatte, altrimenti possiamo fare grandissime e meravigliose chiaccerate pedagogiche riempirci la bocca di sproloqui sul metodo, ma non applicare il vero metodo.
Riscoprire la scienza dei boschi....costruire con il froissartage il proprio angolo al campo... esplorare piccoli boschi, risalire un torrente questo è soddisfazione per i ragazzi, non i giochetti che non hanno un fine se non quello di far passare del tempo.
Queste cose potranno sembrare anacronistiche, ma sono la base dello scoutismo, senza queste elementari cose non si fa scoutismo.
é difficile partire da zero in gruppi che non hanno mai fatto questo, ma bisogna iniziare un passo alla volta e sopratutto farlo con continuità (e non fare il c.r. un anno o due solamente , ma almeno chiudere un ciclo), insegnare ai propri aiuti e insegnare ai capi sq. ed ai vice, puntando sul trapasso delle nozioni e spronando i ragazzi a lavorare in sq. così non solo si cementifica il legame tra loro, ma si fa veramente come aveva ingegnosamente pensato B.P.

#40:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Giovedì 26 Aprile 2007, 17:57
    —
chiurlox ha scritto:
non i giochetti che non hanno un fine se non quello di far passare del tempo.


Forse è così nel tuo gruppo... Mai sentito parlare di attività tappa-buchi... I buchi, se capitano, li tappano i bans, servono proprio a quello...

Ma tutto questo tempo? Sono una media di 2 uscite e mezzo al mese, 4 campi l'anno, con inoltre, penso, le riunioni... Ma uno può fare qualcos'altro oltre scout? Oppure se si è scout, si fa solo quello?

#41:  Autore: tuittResidenza: Canobbio (Lugano - Svizzera) MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 07:17
    —
Però, impegnativo il tutto!

Quanto al termine "scouitismo in pantofole"... beh, penso che sia proprio un termine perfetto, che devo, purtroppo, condividere.

...eh, non ci sono più i giovani di una volta (detto a 29 anni è grave...)

#42:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 08:37
    —
chiurlox ha scritto:
Nel mio gruppo si fa uno scouting di buon livello. (parlo di esploratori)
Riscoprire la scienza dei boschi....costruire con il froissartage il proprio angolo al campo... esplorare piccoli boschi, risalire un torrente questo è soddisfazione per i ragazzi, non i giochetti che non hanno un fine se non quello di far passare del tempo.

Che bello! Il calendario mi ricorda quello del mio riparto ASCI di 35 anni fa. Sono perfettamente d'accordo sullo scouting, ma ci andrei piano a tacciare tutto il resto di inconsistenza. Anche se rimango d'accordo con te sulla centralità del metodo. Tra l'altro, secondo me, questo discorso è collegato con lo spirito dell'uniforme, che, come ho già sostenuto in quel topic
porcellinopacifico ha scritto:
come tutto lo scoutismo, l'orgoglio dell'uniforme nasce sicuramente al campo, su un sentiero, nel bosco e non davanti al monitor.

#43:  Autore: chiurlox MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 09:36
    —
per pacio, nel riparto ci sono ragazzi che vengono alle uscite e fanno ttranquillamente anche altre cose come nuoto, atletica, suonare chitarra sax, andare a sciare, giocare a basket ecc.
Quindi non fanno solamente scout........
L'importante è che i giochi tappa buchi non siano per tappare i buchi di tutta un'attività.......
Per porcellino pacifico:
Il resto non è che è inconsistente, ma inutile solo a se stesso. deve essere integrato con il metodo scout.
Certo le attività sono impegnative, ma danno un risultato stupefacente.

#44:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 12:33
    —
paciock87 ha scritto:
I buchi, se capitano, li tappano i bans, servono proprio a quello...


Dissento totalmente: TUTTO è educazione: anche un bans. Se si usa un bans SOLO per far passare il tempo, se è veramente questa la nostra idea...b'è, interroghiamoci sul PERCHE' facciamo i bans...

#45:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 14:44
    —
rinoceronte caparbio ha scritto:
Dissento totalmente: TUTTO è educazione: anche un bans. Se si usa un bans SOLO per far passare il tempo, se è veramente questa la nostra idea...b'è, interroghiamoci sul PERCHE' facciamo i bans...


Infatti quando organizzi una caccia metti in scaletta anche i Bans, vero?

#46:  Autore: chiurlox MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 15:02
    —
paciock87 ha scritto:
rinoceronte caparbio ha scritto:
Dissento totalmente: TUTTO è educazione: anche un bans. Se si usa un bans SOLO per far passare il tempo, se è veramente questa la nostra idea...b'è, interroghiamoci sul PERCHE' facciamo i bans...


Infatti quando organizzi una caccia metti in scaletta anche i Bans, vero?


Certo in scaletta si mettono anche i bans, il gioco antiorario per far fare qualcosa ai ragazzi che arrivano prima in sede/tana mentre si attende l'ora per iniziare attività, di solito si mettono anche attività in più in caso alcune durino di meno di quello preventivato durante in programamzione.
Poi se si fanno bene, altriemnti si usano per la prossima volta.

#47:  Autore: mariseResidenza: Bari MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 15:17
    —
Quante volte si lasciano i rover o le scolte a far fare qualche bans mentre noi capi ci organizziamo per la successiva attivita- che so...ci travestiamo, ripassiamo la scenetta del lancio, prendimo i materiali, ecc-
...Anche in questo caso sono educativi? Rolling Eyes

#48:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 16:38
    —
Non penso che un ban sia educativo o meno a seconda che venga messo in scaletta oppure no...
Un ban è educativo di per sé, se gestito correttamente.

Però siamo OT...

#49:  Autore: chiurlox MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 17:39
    —
LA corretta programmazione fa parte dello scouting ed è il mezzo con cui riusciamo a far vedere ai genitori che curiamo i minimi dettagli nel programmare e promuovere attività

L'ultima modifica di chiurlox il Venerdì 27 Aprile 2007, 18:03, modificato 1 volta

#50:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 17:59
    —
rinoceronte caparbio ha scritto:
paciock87 ha scritto:
I buchi, se capitano, li tappano i bans, servono proprio a quello...


Dissento totalmente: TUTTO è educazione: anche un bans. Se si usa un bans SOLO per far passare il tempo, se è veramente questa la nostra idea...b'è, interroghiamoci sul PERCHE' facciamo i bans...


Li ho sempre detestati...è sempre così poco il tempo per fare belle attività, che ridursi a fare dei bans.... Confused

#51:  Autore: gabriella60Residenza: to MessaggioInviato: Venerdì 27 Aprile 2007, 22:51
    —
un bans è una danza mimata fondamentalmente è nato per intrattenere, per l'intervallo, sostanzialmente però può avere delle forti valenze educative;ed alla partecipazione, ed alla diversità, ed motoria,ed alla fantasia, ed al buonumore, e posso continuare anche dndo le specifiche, e sono contraria alle attività inventate sul momento oppure messe tanto per occupare spazio , improvvisare non è educare ma fa parte dell'animazione, uno/a scaut deve programmare tenendo conto degli oiettivi che vogliamo mirare insieme ai ragazzi/e anche un bans serve allo scopo diversamente do ragione a uomodelbosco, diventano odiosi e tolgono tempo ad attività più mirate,questo secondo me

#52:  Autore: hobbit MessaggioInviato: Sabato 28 Aprile 2007, 16:43
    —
tempo dietro ho fatto fare un bans alla ptg scoiattoli perchè erano sempre pronte a ridacchiare ma quando c'era da fare ..... bene è andata bene perchè finalmente hanno fatto qualchecosa insieme e l'hanno fatta bene e a loro abbiamo sottolineato questo, da all'ora provano più interesse

#53:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Lunedì 04 Giugno 2007, 15:48
    —
Eh no no no...
un topic così interessante abbandonato così a lungo non va bene... Wink

Date un'occhiata QUI

(vediamo se ho inserito correttamente il link...sono un po' impedito...)

credo sia un raccontino leggibile sotto vari punti di vista...non ultimo: lo scouting per "essere preparati"...

#54:  Autore: aurelianoResidenza: Fra Bolzano e Trento... MessaggioInviato: Lunedì 04 Giugno 2007, 15:50
    —
Ps: mitico!
Ho inserito il link correttamente! cheers

#55:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Lunedì 04 Giugno 2007, 17:50
    —
Bello....
Direi che nel racconto c'è un mondo di verità e di scoutismo vero, facciamone tesoro, che parlare sono capaci tutti, ma essere utili nel momento del bisogno...

#56:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Giovedì 22 Novembre 2007, 11:22
    —
se un thread è sentito spesso si fa sentire in diversi topic.
dal momento che rinoceronte si lamenta, per la verità poco ascoltatato, che si in comunità capi: relazioni interne si va OT direi di riprendere questo topic.
BOBOMAN ha scritto:
Lo so i genitori son diventati una brutta bestia.....non fanno più i genitori di una volta.

Io, genitore, capo non in servizio da più di 20 anni ti quoto al 100%. Ma riconosco pure che a volte anche i capi più determinati si trovano a fronteggiare genitori altrettanto "combattivi" e poi alla fine ragionano sul fatto che devono intervenire in quel deteminato contesto anche se, di quel contesto, non condividon tutto e allore scendono a una sorta di compromesso...
Citazione:
E comunque Scout è questo,non ho capito perchè si chiede a chi la pensa come noi di uscire o ravvedersi ed invece chi stravolge il "Grande Gioco" debba rimanere....ma createvi qualcos'altro...non avrete piu uniformi da odiare,metodi e tradizioni da rispettare,ne paure verso i genitori,le sedi ve le lasciamo i nostri ragazzi si accontentano anche dei giardinetti ...
sono d'accordo al 100%
Citazione:
Ma vi piace proprio chiamarvi Scout che non volete mollare il nome????....Chiamatevi Avventurieri,Pirati,Volontari di pace,insomma chiamatevi un po come volete....ma se tutto cio che veramente è stato,è,e sempre sarà Scout vi va stretto ...mollate l'osso e cambiate...se è per i ragazzi..."chi mi ama mi segua".
a dire il vero parole del genere me le sono sentite dire in altri contesti, cioè non a proposito del "fare scoutismo". In "questo" contesto ti condivido al 100%
Non in tutti i gruppi, ma il problema del proporre una sorta di scoutismo annacquato penso che esista in Agesci (non conosco a sufficienza le altre associazioni per poterlo dire).
A questo proposito rilevo due punti che in Agesci mi risultano problematici
1 - La confessionalità, al di là dei suoi pro e contro, finisce quasi inevitabilmente a diventare centrale rispetto allo SCOUTING
2 - L'Associazione, molto sviluppata, offre da una parte molte opportunità di crescita e formazione per i capi, dall'altra rischia a sua volta di fare il "buco nero" e di risucchiare forze e impegno e di diventare anch'essa un po' il perno del discorso, il tutto sempre a scapito dello SCOUTING

#57:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Giovedì 22 Novembre 2007, 12:14
    —
porcellino pacifico ha scritto:
La confessionalità, al di là dei suoi pro e contro, finisce quasi inevitabilmente a diventare centrale rispetto allo SCOUTING
2 - L'Associazione, molto sviluppata, offre da una parte molte opportunità di crescita e formazione per i capi, dall'altra rischia a sua volta di fare il "buco nero" e di risucchiare forze e impegno e di diventare anch'essa un po' il perno del discorso, il tutto sempre a scapito dello SCOUTING

Quoto al 100%!
Stiamo diventando una associazione che si parla addosso, si perde in mille questioni di principio e non fa più scoutismo.

#58:  Autore: BOBOMANResidenza: Far West MessaggioInviato: Giovedì 22 Novembre 2007, 17:40
    —
B I N G O

#59:  Autore: rikkitikkitavi MessaggioInviato: Giovedì 22 Novembre 2007, 22:27
    —
quoto quoto quoto boboman uomodelbosco e porcellinopacifico

#60:  Autore: rinoceronte caparbio MessaggioInviato: Venerdì 23 Novembre 2007, 00:18
    —
penso che il problema dello scouting stia nel fatto che i capi non sanno come mettere gli spunti e gli obiettivi nello scouting.

ma secondo me l'agesci li strumenti per poter fare questa possibilità li da.

#61:  Autore: porcellinopacificoResidenza: Milano MessaggioInviato: Venerdì 23 Novembre 2007, 09:04
    —
rinoceronte caparbio ha scritto:
...secondo me l'agesci li strumenti per poter fare questa possibilità li da.
...ecco vedi che concordiamo Very Happy tu parli di POSSIBILITA' e ti quoto al 100%: peccato che se sono cristiano e non cattolico non posso fare il capo scout in agesci per via della famosa C, mentre se non sfrutto questa "POSSIBILITA'" (lo scouting) allora il capo in agesci lo posso benissimo fare in barba alla G e alla S
lo scouting in un'associazione scout NON DEVE ESSERE UNA POSSIBILITA' è il perno centrale del metodo

#62:  Autore: scoiattolo parsimonioso MessaggioInviato: Sabato 24 Novembre 2007, 00:18
    —
Mi preme sottolineare come il problema della spiritualità che diviene il perno dello scouting è solo dell'AGESCI. Vivere in casa della Chiesa è chiaro che abbia provocato "piegare" il metodo alla fede. E molti di voi sanno quanto tenga io alla Chiesa ed alla religiosità...

Ci sono realtà minori in cui lo scouting c'è ed è bello vivo. Certo bisogna adeguarlo ai tempi che viviamo...

Aureliano, grande il link. Ottima la storia dei nodi...

#63:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Lunedì 26 Novembre 2007, 15:32
    —
Ma lo scouting è il perno centrale del metodo... C'è qualche gruppo che fa cose non-scouting oggi nei gruppi agesci? (per favore non elencate le cose scouting che non fanno, grazie)

#64:  Autore: rikkitikkitavi MessaggioInviato: Lunedì 26 Novembre 2007, 17:28
    —
ti posso dire quello che ho visto nel mio ex gruppo e nei gruppi vicini che conosco

-campo invernale di reparto: non se ne parla l'ultimo l'abbiamo fatto 5 anni fa
-campi estivi di reparto: massimo 10 giorni, ma una volte ne facevamo 15-20!!! seeeeee pazzi adesso mandiamo su qualche ex o qualche genitore a piantare il campo 2-3 giorni prima così guadagnamo tempo!!!
-riunioni durante l'anno: sempre in sede!! ma fuori all'aperto no eh?
-attività di clan: riunione! e che pizza co ste riunioni!! perlomeno in branco si gioca in clan si parla...e le uscite? bè 1-2 l'anno non di più i ragazzi hanno da studiare...e il servizio? eh no non si può...studiano tutti fuori
-autofinanziamento: vendiamo i calendari scout fatti dalla nuova fiordaliso...bè certo...e poi? mah organizzeremo una cena per i genitori e ci facciamo pagare la quota...

questi sono alcuni esempi ripeto di cose viste da me e in altri gruppi quindi non è una generalizzazione
e sono sicura che ci sono gruppi che lavorano bene che hanno ancora ben chiara la loro identità scout...però che all'interno di un movimento che parte da una stessa base (BP) i gruppi facciano un po' a modo loro mi fa riflettere

#65:  Autore: paciock87Residenza: Romano MessaggioInviato: Lunedì 26 Novembre 2007, 23:21
    —
rikkitikkitavi ha scritto:
-campo invernale di reparto: non se ne parla l'ultimo l'abbiamo fatto 5 anni fa
-campi estivi di reparto: massimo 10 giorni, ma una volte ne facevamo 15-20!!! seeeeee pazzi adesso mandiamo su qualche ex o qualche genitore a piantare il campo 2-3 giorni prima così guadagnamo tempo!!!
-riunioni durante l'anno: sempre in sede!! ma fuori all'aperto no eh?
-attività di clan: riunione! e che pizza co ste riunioni!! perlomeno in branco si gioca in clan si parla...e le uscite? bè 1-2 l'anno non di più i ragazzi hanno da studiare...e il servizio? eh no non si può...studiano tutti fuori
-autofinanziamento: vendiamo i calendari scout fatti dalla nuova fiordaliso...bè certo...e poi? mah organizzeremo una cena per i genitori e ci facciamo pagare la quota...


E questo è non-scouting?

#66:  Autore: scoiattolo parsimonioso MessaggioInviato: Martedì 27 Novembre 2007, 07:55
    —
paciock87 ha scritto:
rikkitikkitavi ha scritto:
-campo invernale di reparto: non se ne parla l'ultimo l'abbiamo fatto 5 anni fa
-campi estivi di reparto: massimo 10 giorni, ma una volte ne facevamo 15-20!!! seeeeee pazzi adesso mandiamo su qualche ex o qualche genitore a piantare il campo 2-3 giorni prima così guadagnamo tempo!!!
-riunioni durante l'anno: sempre in sede!! ma fuori all'aperto no eh?
-attività di clan: riunione! e che pizza co ste riunioni!! perlomeno in branco si gioca in clan si parla...e le uscite? bè 1-2 l'anno non di più i ragazzi hanno da studiare...e il servizio? eh no non si può...studiano tutti fuori
-autofinanziamento: vendiamo i calendari scout fatti dalla nuova fiordaliso...bè certo...e poi? mah organizzeremo una cena per i genitori e ci facciamo pagare la quota...


E questo è non-scouting?


Bhè, certo non è nemmeno lo scouting più estremo...
Certo è già qualcosa ma si potrebbe fare di più. Sia sulla frequenza delle attività (problema che riguarda un pò tutti...) che sulla tipologia. Ad es. cena ecalendari vanno bene, ma non ci si può limitare a quello.

#67:  Autore: uomodelbosco MessaggioInviato: Martedì 27 Novembre 2007, 08:41
    —
Citazione:
adesso mandiamo su qualche ex o qualche genitore a piantare il campo 2-3 giorni prima così guadagnamo tempo!!!

Questo è non scouting per esempio

#68:  Autore: rikkitikkitavi MessaggioInviato: Martedì 27 Novembre 2007, 12:15
    —
paciock87 ha scritto:


E questo è non-scouting?


esattamente
in tutto questo manca il contatto con la natura, l'abilità manuale, il servizio,la fatica del cammino...
se poi queste cose non sono fondamentali allora io evidentemente non ho capito niente

#69:  Autore: Lupo GrigioResidenza: GELA MessaggioInviato: Giovedì 03 Gennaio 2008, 17:25
    —
Gela: NATALE 2007

A tutti i fratelli scouts e sorelle guide


PENSIERI E PROGETTI

Carissimi,
l’anno sociale trascorso è stato caratterizzato dalle celebrazioni per il Centenario dello Scautismo mondiale, questo ci ha fatto vivere attività e momenti particolari che resteranno impressi nella mente e nei cuori di tutti noi e dei giovani che frequentano i Gruppi scouts di ogni colore.
L’anno che stiamo per intraprendere, si capisce bene, non può essere da meno, non può essere più povero di attività interessanti e, nello stesso tempo, educative e utili per tutti qui giovani che Dio vorrà mandare in tutte le unità scouts e guide. Dobbiamo essere pronti ad accoglierne il maggior numero possibile derivante, anche, dal fatto che la pubblicità mondiale dell’anno trascorso è stata martellante e tanti sono rimasti favorevolmente impressionati o hanno scoperto per la prima volta lo Scautismo. Per parte mia debbo dire che la partecipazione, assieme a Lucia, al Jamboree mondiale 2007 è stata motivo di tanti pensieri su ciò che oggi è lo scautismo in Italia e nel mondo.
Adesso qualche pensiero per il nuovo anno sociale e, direi anche, per il futuro, per fare in modo che lo Scautismo che pratichiamo non sia solo un mero esercizio tecnicistico privo di quell’anima che, invece deve ispirare ogni nostra azione.
Nelle seguenti poche parole la sintesi dei miei pensieri:

LO SCAUTISMO

La tecnica migliore per condurre i giovani sul sentiero dell’educazione scout è quella del seguire gli orientamenti di metodo che ci ha passato B.P. attraverso i suoi libri. Ogni unità di un Gruppo Scout può vivere un anno di attività solo applicando quel metodo. I libri di B.P. devono, però, essere letti e riletti ogni anno e sicuramente si troveranno sempre nuove idee per i nostri giovani. Non tralasciamo niente di ciò che ci è stato passato, perché se si comincia a togliere qualcosa il meraviglioso mosaico sarà per sempre deturpato dai buchi che vi abbiamo aperto e, certamente, niente di uguale si potrà collocare al loro posto perché sempre di dimensioni e contenuti differenti. E questo va dalla più piccola alla più grande cosa, se posso fare degli esempi: “Non posso togliere la Storia della Giungla dai lupetti perché non so raccontarla bene. Non avrebbe neanche più senso la parola <Lupetti-Branco-VV.LL.> , devo, piuttosto, allenarmi meglio a raccontarla e col tempo sarà sempre meglio”; “Non posso togliere la vita all’aperto in inverno perché c’è maltempo, devo, piuttosto, fare in modo che ognuno abbia un buon equipaggiamento per affrontare le intemperie atmosferiche”; “Non posso togliere l’uniforme (che ricordo è un mezzo educativo fondamentale, di visualizzazione delle mete, di corretta immagine sia all’interno che all’esterno) perché costa troppo, devo fare in modo che ognuno la possa avere abituandolo al risparmio, al non sperpero, a compiere attività di autofinanziamento per far fronte alla situazione”, e chi più ne ha più ne metta.
Naturalmente tutto deve essere condito con la necessaria Metodologia (modo di applicare il Metodo) che abbiamo appreso dalla tradizione dei migliori Capi che sono passati nelle Associazioni Scout Italiane.

DOMANDE E RISPOSTE ESSENZIALI

Lo Scautismo, però, non è solo attività di gioco o di preparazione al lavoro, lo Scautismo è anche poter rispondere, agevolmente, alle domande che nascono spontanee in tutti gli uomini (nei diversi livelli di età e di preparazione intellettuale) a cui noi dobbiamo dare risposte certe, prima a noi stessi e poi agli altri in special modo ai giovani, e non fumose elucubrazioni mentali che creano ulteriori disagi e facili disadattamenti sociali.
La prima risposta essenziale è quella su cosa e su chi è impiantato il nostro tipo di educazione. Dobbiamo essere molto chiari: “ L’educazione scout che pratichiamo è quella derivante dall’adesione massima alla Promessa e alla Legge scout. Alla Promessa che vuol dire essere cosciente di credere in Dio e nella sua creazione e compiere tutte le azioni conseguenti per essere d’esempio ai giovani; avere in sé il miglior concetto di Patria e di appartenenza e saperlo passare, senza cavilli o vergogne, ai giovani in modo che ne comprendano le tradizioni e i futuri sviluppi; diffondere il concetto di <famiglia tradizionale> senza indugiare su altre forme relative di famiglie alternative; essere disponibili, sempre e continuamente, al servizio nella società senza scadere nel servilismo (per tornaconto) o nella supplenza alle istituzioni dello Stato. Alla Legge Scout che vuol dire essere positivi in qualsiasi momento, essere ottimisti e far nascere quell’ottimismo creativo (l’ottimismo spinge a continuare, ad andare avanti, a trovare nuove strade) necessario nella vita quotidiana e imparando a navigare in mezzo ad un mare di altre proposte spesso devianti, sconce, massificanti, distruttive, che la vita di tutti i giorni ci propone. Questo significa creare il Carattere Forte, significa far uscire dalle nostre unità uomini e donne preparati ad affrontare la vita e che, con una grossa percentuale, ci sostituiranno in futuro nel compito, oneroso ma gratificante, di capo di scouts.
La seconda risposta essenziale è quella sul destino della vita che, nelle fasi della crescita, si affaccia in modo progressivo nella mente di tutti. Da questo deriva ogni nostra caratterizzazione educativa in dipendenza dal tipo di concetto che trasferiamo ai giovani. Ormai quasi tutti i giovani, frutto della non-educazione familiare, che si avvicinano allo scautismo hanno solo una cognizione materialistica della vita e dell’agire in essa, il dio-denaro la fa da padrone e orienta tutte le azioni umane e tutti i parametri di giudizio conseguenti. Per alcuni l’uomo non sarebbe che un animale prodottosi nel corso dell’evoluzione e che non risponde a nessun disegno divino, né ad alcuna finalità prestabilita. Il ruolo degli umani non sarebbe differente o superiore a quello di tanti altri animali e finalizzato solo alla riproduzione. Questa affermazione non esige nessuna risposta ne esige, addirittura, una domanda. Questo è l’atteggiamento di chi teme sempre qualcuno o qualcosa, di saperne sempre di meno degli altri, di chi non riesce a pensare una società con delle regole di vita. Lo Scautismo ha le regole di vita, sono espresse nella Legge e Promessa, ma sono inutili se noi adulti non le facciamo diventare nostra vocazione di vita in modo da trasferirle, senza imporle, a tutti i giovani che vengono a contatto con noi. Il destino dell’uomo non può essere solo l’annullamento della vita, sarebbe proprio come equiparare l’uomo ad una pietra, ad un animale, ad una pianta, l’uomo invece per il solo fatto che riesce a distinguere, a pensare, a giudicare, a creare, a ridere, a piangere, è qualcosa di diverso e, anche se non siamo capaci di capirne bene il reale significato, destinato a qualcosa di più alto. Queste certezze, personali ed educative, ci portano ad incidere nel carattere dei giovani e a non dare risposte cosiddette “relative” come ad esempio:” Ognuno ha diritto ad essere libero” certo ma rispettando la libertà degli altri che spesse volte ci obbliga ad una regola comune per saper vivere assieme. In altra maniera sarebbe libertinaggio e anarchia; “Ognuno ha diritto di pensarla come vuole” certo ma se tali pensieri cozzano con i nostri principi (e lo Scautismo ha i suoi principi) non si può più parlare che ogni cosa è relativa, io posso riconoscere che esiste l’omosessualità, che esistono coppie di fatto omosessuali o eterosessuali, che esiste la possibilità di abortire, di creare in laboratorio embrioni che poi vengono uccisi per trarne solo ciò che mi è necessario, che c’è brutalità nelle azioni umane, che c’è corruzione, che c’è delinquenza-mafia-favoreggiamento, che c’è prostituzione, e che posso capirne le origini e finanche rispettare gli agenti, ma non posso dire che sono solo alcuni degli stili di vita che ogni persona può scegliere liberamente, o che il Cristianesimo è uguale all’Islam, al Confucianesimo, al Buddismo, ecc. Dobbiamo essere chiari in questo e saperlo trasferire ai nostri giovani.
Molti lavorano per inculcare queste idee negative, sono partiti dalla “morte di Dio” per arrivare alla “morte dell’uomo” l’insigne scrittore e filosofo dei nostri tempi Pietro Barcellona scrive:” Dopo la morte di Dio, la fine delle ideologie, si compie l’ultimo atto:la morte dell’uomo. Quest’essere misterioso che ha saputo istituire fra il mondo fatale del sacro-religioso e il mondo della necessità naturale, uno spazio tipicamente proprio dove il pensiero apre la porta alla coscienza, al sapere della vita, e all’interrogazione sull’origine del mondo, viene cancellato dalla provetta che permette la produzione della vita senza l’uomo…. l’omologazione universale è certamente il progetto alternativo a quello che faticosamente i grandi pensatori della tradizione occidentale hanno provato a costruire:una storia della salvezza possibile che dia un senso agli esseri viventi umani rispetto alla cieca necessità naturale o alla passiva dipendenza da un inesorabile destino“

COCLUSIONE

Abbiamo, dunque, bisogno di certezze e soprattutto abbiamo bisogno di “essere certi” noi per primi mettendo in pratica ciò che è contenuto nelle iniziali dell’I.P.I.S.E. (speciale riconoscimento che si tramanda da Capo a Capo con inizio direttamente da B.P. che si richiede solo quando, nella propria maturazione di vita, si ritiene che lo Scautismo è l’unica propria vocazione di servizio e che la si accetta per tutta la vita) e cioè:
I= Ideale; P= Possibilità; I= Interesse; S= Servizio; E= Esempio

BUONA STRADA A TUTTI



Salvatore Vitale
Scout



Scout C@fé: Il Forum degli Scout -> Comunità Capi

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