polvansen ha scritto: |
La Chiesa non esclude i divorziati, e nemmeno i divorziati risposati. Chiede loro un serio itinerario penitenziale... A me così in effetti risulta. |
marco76 ha scritto: |
"Noi oggi abbiamo il pensiero della spiritualità, ci preoccupiamo di quanto
spiritualità possiamo dare hai nostri ragazzi, ma molte volte non ci accorgiamo della QUALITÀ che noi diamo. Allora io oggi vi dico, preferisco avere delle persone che diffondano la spiritualità nel movimento, piuttosto che avere dei preti addormentati dal loro orgoglio, che diffondono noia e stanchezza". |
polvansen ha scritto: | ||
Perdonami... ma in Italia c'era un comico (una specie, insomma) che diceva cose tipo: è meglio essere belli, ricchi e in buona salute che brutti, poveri, e malati. Veramente, cosa ha detto di straordinario, oltre a denunciare una scarsa qualità dei suoi preti, affermando peraltro una sua precisa inefficienza? Senza nulla togliere a lui e al discorso, che sicuramente era ben più articolato... |
uomodelbosco ha scritto: |
Io non trovo nulla che mi chiarisca questo punto. Tu riesci ad essere più preciso? Mi sembra di aver capito che potevi dettagliare in cosa consiste il cammino penitenziale.
Te ne sarei grato. |
uomodelbosco ha scritto: |
Mah... non mi sembra così risibile. E nemmeno così scontato.
Soprattutto non trovo scontato che un Vescovo esca con queste frasi. A volte, davvero, un pò di umiltà ci permetterebbe di imparare dagli altri. |
polvansen ha scritto: | ||
Non so... a me non dice niente in tutto. Dice che è meglio la qualità della quantità, e che è meglio avere persone che portano la spiritualità nel movimento piuttosto che dei preti scarsi... Ti giuro, io di significativo trovo solo questa esternazione non da poco sulla qualità dei sacerdoti. Cos'altro ha detto di notevole? Di certo non trovo riferimenti al divorzio... Non volevo certo riderne, l'accostamento a Catalano era solo per rendere immediatamente il motivo della mia scarsa adesione al quoting successivo. |
polvansen ha scritto: | ||
Come dicevo altrove, ritengo che la Chiesa semplicemente non possa considerare "finito" un matrimonio. Quindi il mio cammino dopo che io non ho più la possibilità di vivere quel matrimonio, per essere nella Chiesa, credo non possa comprendere una seconda relazione more uxorio. Mi aspetto, ad esempio, che mi si chieda di vivere l'eventuale nuova relazione, in piena continenza (per usare una parola ecclesiale), rispettando la castità che a ciascuno è richiesta in modo differente, che per due persone conviventi non sposate (in generale: vale anche per una convivenza prematrimoniale) si traduce in astinenza completa dai rapporti sessuali... per dirne una. Capisco bene che non è una richiesta da poco, ma non ci vedo discriminazione alcuna, anzi un discorso coerente. Scomodo, se vogliamo, ma coerente. |
uomodelbosco ha scritto: |
Dici che è coerente...spiegami quale coerenza ci sia in una richiesta così. |
Citazione: |
...e comunque non è un cammino penitenziale, e infatti, come tale, mira solamente alla punizione. |
polvansen ha scritto: |
Come dicevo altrove, ritengo che la Chiesa semplicemente non possa considerare "finito" un matrimonio. |
frageorges ha scritto: |
Mi pare che il concubinato non sia il matrimonio... Cioè: se l'unione tra l'uomo e la donna è concubinato (diremmo oggi un DICO ) può essere rotta; se è un matrimonio no. |
porcellinopacifico ha scritto: |
Gesù, che in genere tutela il debole contro il forte e che si mostra più volte contrario al formalismo a favore di una religiosità spirituale e di sostanza, in questo passo dice più o meno così
se ti sei sposato ufficialmente non devi divorziare; ma se invece convivi da 30 anni con una donna con la quale hai fatto 5 figli, be' in questo caso mollala pure che tanto non è tua moglie |
polvansen ha scritto: | ||
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porcellinopacifico ha scritto: |
se ti sei sposato ufficialmente non devi divorziare; ma se invece convivi da 30 anni con una donna con la quale hai fatto 5 figli, be' in questo caso mollala pure che tanto non è tua moglie
Da notare che il termine concubinato è la traduzione italiana, quindi di per sé già un’interpretazione, del greco πορνεία(porneia) che significa prostituzione o comportamento dissoluto. |
polvansen ha scritto: |
Si può inquadrare in questo termine una convivenza di 30 anni con una donna con la quale hai fatto 5 figli? |
porcellinopacifico ha scritto: |
accetta l’idea che un marito possa ripudiare la moglie, anche se, sicuramente, non sembra indicare che sia una soluzione ideale. |
porcellinopacifico ha scritto: |
se ti sei sposato ufficialmente non devi divorziare; ma se invece convivi da 30 anni con una donna con la quale hai fatto 5 figli, be' in questo caso mollala pure che tanto non è tua moglie |
polvansen ha scritto: |
Ma allora cosa significa precisamente quell'eccezione che è stata ribadita due volte? (Era sempre la stessa parola?)
E come arriva la Chiesa a stabilire invece l'assoluta indissolubilità, escludendo anche questa eccezione? |
Citazione: |
Il fatto che non sussista il sacramento del matrimonio, non credo che porterebbe alla conclusione "mollala pure". Questa mi pare un'estensione scorretta. Non mi pare che la Chiesa ammetta tali rifiuti delle proprie responsabilità. |
porcellinopacifico ha scritto: |
La parola dell'eccezione è sempre la stessa, i motivi della Chiesa non li conosco, non faccio ipotesi su cose di cui non so. So che altre chiese, tra cui l'ortodossa, come ho già detto, antica e apostolica quanto la cattolica, danno una lettura simile alla mia (che quindi non mi sono inventato di sana pianta). |
Citazione: |
Sì è un estensione scorretta nel senso che la chiesa cattolica ti vincolerebbe alle tue responsabilità di padre, ma in teoria non di marito e comunque se tu lasciassi quella donna, pur curandoti di lei e dei tuoi figli come per l'appunto dopo un divorzio, potresti sposarti in chiesa con un'altra. |
Citazione: |
se uno si sposa civilmente, è come se non si sposasse, cioè per la chiesa vive in concubinato. Poi può divorziare |