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Da Avvenire, Umberto Folena
Il successo di Halloween è una sfida del secolarismo consumista Prendi una festa cristiana, rubale il senso e il gioco (sporco) è fatto Prego, don Giovanni Gusmini, si accomodi. Le cediamo volentieri questo spazio. L'articolo lo scriva pure lei, perché noi meglio non potremmo fare. Meglio di lei, don Giovanni, parroco di Selvino, val Seriana, provincia di Bergamo. Esasperato dall'overdose di Halloween, don Giovanni ha scritto che… Ma procediamo con ordine. Selvino da tre anni è la capitale di Halloween. Centinaia di turisti, manifestazioni a iosa, tre giorni di carnevalata celtica. Direte: che male c'è? Possibile che i cattolici non siano mai contenti di nulla e abbiano sempre da lamentarsi di qualcosa? Possibile che con tutti i problemi ben più seri, dalla fame alla guerra, perdano tempo con un'innocua festicciola che fa tanto divertire i bambini? E fatturando la bazzecola di 260 milioni di euro fa compiere un balzo al Pil? Le scriviamo tutte subito, le controdeduzioni di rito che ci pioveranno in capo stamattina, tanto prevedibili quanto zuppe, loro sì, di moralismo demagogico. In realtà don Giovanni, nel volantino distribuito a messa domenica scorsa, si dimostra un acuto, profondo analista, lui sì senza fette di bresaola sugli occhi. E allora diamogli tutto lo spazio che merita. Don Giovanni, prego si accomodi. «Dal momento che il nostro paese è diventato largamente famoso per essere teatro di una delle più note feste di Halloween - scrive il nostro valoroso don - penso sia doveroso illustrare alla gente di cosa effettivamente si tratti. E ciò senza nascondere la preoccupazione che una delle più care feste della tradizione cristiana, dedicata alla meditazione nel senso cristiano della morte e della vita eterna, si sia ormai radicalmente trasformata in un carnevale di mostri e fantasmi (…). Il cristianesimo aveva cercato di dare un senso alla morte e alla vita eterna che riflettesse la luce della morte e della resurrezione di Gesù. Oggi pare in atto un processo che sta percorrendo lo stesso sentiero in una direzione esattamente opposta: nel giorno in cui dobbiamo pensare nel silenzio della pre ghiera alle anime dei nostri cari, popoliamo invece le nostre vie di spettri che invocano fracasso e oscurità». Don Giovanni Gusmini, con la saggezza del pastore che vive accanto alla sua gente, dentro la storia, dentro i tempi, e non in un salotto laical-chic, ha capito il gioco vero, il gioco profondo, il gioco sporco del secolarismo. Togli a un popolo i suoi simboli svuotandoli di significato, e lo avrai in pugno. Poiché lo scopo della consumerist society è ridurre tutto a consumo, e l'unico suo valore è il denaro, spremiamo Ognissanti trasformandolo in una carnevalata-bis. Così quel poco di sacro e pietoso (da pietas) che ancora riempie i cuori degli italiani, conservandoli persone pensanti e non consumatori burattini, a poco a poco potrebbe finalmente svanire. Se il vicesindaco di Selvino casca dal pero e si mostra assai contrariato, va capito: lui conta le palanche, i dané, non ha certo tempo per inezie come i sentimenti e la religione, i valori e la tradizione. Ah, questa Chiesa che con le sue ossessioni impoverisce la comunità! Intanto però qualche segnale di rinsavimento giunge, e non solo da qualche parroco assennato. Il cimitero del Villaggio Operaio di Crespi d'Adda - sempre nel Bergamasco - da anni per Halloween viene preso d'assalto da satanisti giocherelloni e altri curiosi in cerca di emozioni forti. Bambinate su cui sorvolare? Non esattamente, se la polizia comunale ha deciso di presidiare dalle 22 alle 5 il cimitero. Che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità. Ecco, a noi pare che in gioco ci sia per l'appunto l'umanità. |
ciquay ha scritto: |
Però quanto ci piace il panino di McDonald o i vestiti a basso costo della Benetton |
20coccy03 ha scritto: |
ma halloween lo accetto se le persone poi,il giorno dopo,coltivano anche la NOSTRA tradizione...allora sì...ci sto...mi diverto anche io... ma prima di andare a cercare ciò che sta fuori,guardiamo bene ciò che abbiamo sotto gli occhi... |
Jack Mariello ha scritto: |
Guarda io penso che sia una festa inutile certo piace ai bambini ma dove lasciamo il vandalismo che ne scaturisce? |
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ciquay ha scritto: Però quanto ci piace il panino di McDonald o i vestiti a basso costo della Benetton Infatti la Benetton è Italiana... |
Citazione: |
In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti: all'incirca nel 2300 a.C. questa popolazione iniziò a spostarsi dall'area del Mar Mediterraneo fino alle coste più settentrionali nelle isole Britanniche. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro capodanno. In gaelico Samhain significa infatti fine dell'estate (Sam + Fuin). A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal sacro falò curato dai Druidi a Tlachtga, vicino alla reale collina di Tara.
Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celta, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale, che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo: in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti (Tir na n'Og) si assottigliava ed i vivi potevano accedervi. I celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l’usanza del trick-or-treating. Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti. Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccoso: "Dolcetto o scherzetto?" ("Trick or treat" nella versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. |