Pier Paolo Pasolini, da Il Caos, in Tempo Illustrato, 15 Febbraio 1969... ha scritto: |
Le città (…) deserte; tutti gli italiani (…) raccolti intorno ai loro televisori.
Il festival di Sanremo e le sue canzonette sono qualcosa che deturpa irrimediabilmente una società. Quest'anno, poi, le cose sono andate ancora peggio del solito: perché c'è stata una contestazione, seppure appena accennata, al festival. Ciò che si contesta sono infatti i prezzi dei biglietti per ascoltare quelle povere creature che cantano quelle povere idiozie: e si protesta moralisticamente contro il privilegio di chi può pagare il prezzo di quei biglietti. Non ci si rende conto che tutti i sessanta milioni di italiani, ormai, se potessero godere di questo famoso privilegio, andrebbero ad assistere in carne ed ossa allo spettacolo di Sanremo. Non è questione di essere in pochi a poter pagare quelle miserabili ventimila lire, ma è questione che tutti, se potessero, le pagherebbero. Tutti, operai, studenti, ricchi, poveri, industriali, braccianti… |