20coccy03 ha scritto: |
scusa la mia ignoranza,ma in questi giorni sono stata troppo presa da dei progetti da realizzare che non mi sono molto guardata intorno |
Citazione: |
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Paolo Onofri con la moglie (Ansa) PARMA - Questa è una storia orrenda. Dove niente è come sembra, dove il tempo che passa sembra una sentenza, dove un padre preferisce la tutela del proprio ego alla salvezza di suo figlio. Il giardino segreto di Paolo Onofri è un magazzino lungo e stretto, ai piedi di un palazzo a tre piani dalle facciate color senape. Lo aveva acquistato nel 2002, un saldo della Cisl che chiudeva la sua sede. Non lo sapeva nessuno, neppure sua moglie Paola. Via Jacchia, quartiere Montanara, settima circoscrizione di Parma, periferia più che decorosa e meno di un chilometro dall’ufficio postale diretto dal papà di Tommaso. Dove pochi giorni fa c’era Claudio, un suo collega con l’hobby della chitarra da suonare per osterie, che diceva: «Se dovessi scrivere una canzone per Paolo, comporrei la ballata dell’uomo comune». ■ Il rapimento di Tommaso, la cronistoria Lo sgabuzzino era diventato un salotto senza finestre, appena due fessure che si affacciano sulla rampa del garage. Appeso alla parete c’è il diploma dell’Herbalite world team, accanto il gagliardetto della finale di Coppa delle Coppe vinta dal Parma a Wembley. Sopra ad un bancone di legno sono appoggiati dei raccoglitori, sul muro di fronte c’è una libreria con l’enciclopedia del Personal computer, un paio di vocabolari, testi new age. Le poltrone sono vecchie ma eleganti, c’è anche un tappeto, la luce arriva da una lampada di vetro soffiato. C’era anche un computer seminuovo nel mezzo della stanzetta. Lo hanno preso tre giorni fa i poliziotti. Dentro c’erano 391 fotografie, 92 file e decine di filmati scaricati da Internet. Roba pesante, da vomito. Pedofilia spinta, con bimbi violentati, giovanissime orientali incitate ad accarezzarsi tra loro, infanzia costretta a pose oscene da pornostar, questa roba. Il sospetto era arrivato subito. Venerdì, subito dopo il sequestro, Onofri aveva consegnato il suo Pc alla polizia con qualche esitazione. Erano stati notati dei file cancellati. Dalla cantina della sua vecchia casa in via Olimpia era spuntato un altro computer, del quale i familiari ignoravano l’esistenza. Anche lì c’era qualcosa che non andava. E poi, il diario della moglie: alcune frasi, a quanto pare, avrebbero attirato l’attenzione degli inquirenti spingendoli ad approfondire le indagini sul papà di Tommaso. Infine, la scoperta del rifugio. Paolo Onofri ha detto che stava raccogliendo materiale per denunciare il traffico di minori sul web. Nel lunghissimo interrogatorio di mercoledì notte gli è stato spiegato che quello schifo non era la priorità, che in questo momento conta soltanto ritrovare un bimbo scomparso, suo figlio, e forse è il caso di raccontare per bene le sue attività. Di cominciare a collaborare, che qui il tempo passa troppo veloce. Lui si è imbestialito. Se era un patto paradossale quello che gli è stato proposto, collaborazione piena con gli investigatori in cambio di una semplice reprimenda per le sue attività online, l’ha rifiutata. Da ieri risulta iscritto nel registro degli indagati, alla voce «detenzione di materiale pedo-pornografico», e riesce difficile pensare a un contrappasso più infamante, per il padre di un bambino che non si trova più. La pedofilia non ha niente a che fare con il sequestro di Tommaso, questa è la parola d’ordine degli inquirenti. Alcuni investigatori non erano d’accordo con la scelta di formalizzare l’accusa contro Onofri, scelta che inevitabilmente significa l’addio alla speranza di una visita guidata nei segreti di quest’uomo. Ma era difficile far finta di niente davanti alla porcheria di quei filmati. Muro contro muro, da oggi. Si indaga su Onofri, ma le sue perversioni non c’entrano. Sarà. E si spera, si spera che sia davvero così. Meglio l’attuale vuoto pneumatico di questo schifo, che però rappresenta l’unica scoperta investigativa a nove giorni dal sequestro. Il ragionamento di un investigatore: «Se troviamo la cassaforte scassinata a casa di un rapinatore di banche, è automatico mettere le due cose in collegamento. Se scopriamo certe porcherie indagando sulla scomparsa di un bimbo, non è che possiamo escludere a priori un movente legato alla pedofilia, sarebbe illogico». Paolo Onofri, dunque, gli occhi sempre più stretti, l’espressione sempre più stanca, le tasche del cappotto gonfie di pacchetti di Camel, e una serie di comportamenti strani che adesso vengono davvero paragonati a quelli che terrebbe un uomo comune nella sua situazione. La sera dopo il sequestro, con la moglie e i figli stravolti dall’angoscia, l’uomo comune tornerebbe a casa alle tre di notte, dopo aver girovagato per la campagne guidando e parlando al cellulare per ore, ripetendo il copione la sera seguente? Adesso, dopo questa scoperta è difficile non ripensare a quella frase pronunciata sabato mattina nell’aia della casa di Casalbaroncolo. «Perché hanno rapito mio figlio? Ma l’avete visto? È così bello. È biondo, riccio, non può passare inosservato. L’hanno preso perché è il bambino più bello». Forse era l’orgoglio di un padre, forse Onofri sa qualcosa che non vuole rivelare agli investigatori. È un uomo che guadagna 2.300 euro al mese quando va bene, ma presta 190 milioni di vecchie lire alla sorella Laura, e altre cifre di minore entità a due suoi colleghi. Conosce alcune persone che secondo un’indagine appena avviata dalla procura di Parma sarebbero coinvolte in un giro di riciclaggio. I libretti degli assegni dei detenuti del carcere di Parma che transitavano per l’ufficio postale di Montebello Sud diretto da Onofri sono stati inviati al Ris, per controllare le firme. Queste sono le uniche due piste plausibili rimaste in piedi, ed entrambe girano attorno al padre di Tommaso. |
wont-olla ha scritto: |
MOSTRI!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
Grillo Grintoso ha scritto: |
avrei la reazione istintiva di trucidare orribilmente quei maledetti appenderli per gli attributi e sgozzarli dalla testa ai piedi ma l'istino non va seguito a volte |
*Giuly* ha scritto: |
...dimenticavo... sei uno d loro! |