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Se un rover fa una domanda tra fede e politica?
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Autore Messaggio
franzos79





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MessaggioInviato: Martedì 20 Settembre 2011, 09:29    Oggetto: Se un rover fa una domanda tra fede e politica? Rispondi citando

Se un Rover molto attento alle vicende politiche viene dal capoclan e gli chiede "come mai la Chiesa non critica esplicitamente, con nome e cognome, le abitudini di alcuni politici italiani?". E il capoclan che gli deve rispondere? (tenendo conto che in età r/s la fede è molto influenzata da come la Chiesa si presenta o viene presentata dai mass-media)
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Marm



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MessaggioInviato: Martedì 20 Settembre 2011, 10:26    Oggetto: Re: Se un rover fa una domanda tra fede e politica? Rispondi citando

Bella domanda... specie se il ragazzo del clan fosse a conoscenza di come alcuni vescovi si sono espressi contro Vendola..

Per la Chiesa, criticare un personaggio politico è una mossa molto delicata e pericolosa, perché le ritorsioni politiche possono essere estremamente dannose (ad esempio una campagna mediatica che metta in costante risalto particolari notizie), ma anche perché potrebbe essere vista come una ingerenza nella politica italiana.

Lo scopo della critica dovrebbe essere quella di agire sulla persona, non quella di ammaestrare le folle. Se La Chiesa nota qualcosa che non gli piace nel comportamento di una certa persona, non dovrebbe dichiararlo pubblicamente, ma dirglielo per vie più private.

Quando invece si vuole ammonire una classe sociale, allora è bene ricordare i valori a cui si deve attenere ed evidenziare i comportamenti scorretti che andrebbero evitati, ma fare nomi e cognomi non centra nulla con lo scopo.

Eppoi, perché mai la Chiesa dovrebbe fare nomi e cognomi? Specialmente quando quelle persone sono a capo di un partito e si identificano con esso. Sulle faccende politiche non tollererei che si figuri come pastore delle masse e le orienti al voto. Spetta ai cittadini informarsi e capire da soli che certi personaggi sono falsi e quindi inaffidabili. Per i cittadini cattolici sono i criteri di giudizio ad essere orientati, ma l'elaborazione di un giudizio spetta ancora a loro.
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
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MessaggioInviato: Mercoledì 21 Settembre 2011, 12:19    Oggetto: Rispondi citando

Mi pare una interpretazione di Matteo 18 (15-20) che però dice anche che se un fratello non vuole ascoltare "dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano". E comunque su altri casi, vedi Eluana Englaro, la Chiesa ha fatto nomi e cognomi, idem per Welby
Non so, diventa difficile come capi, che facciamo parte della Chiesa, rispondere a certe domande dei ragazzi, e non per mancanza di fede o conoscenza, ma perchè certi modi di fare di alcuni membri della Chiesa sono difficilmente spiegabili o giustificabili.
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elfo





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MessaggioInviato: Mercoledì 21 Settembre 2011, 13:58    Oggetto: Rispondi citando

franzos79 ha scritto:
che facciamo parte della Chiesa


Appunto. In questa frase secondo me c'è già mezza risposta: il problema è che molti confondono la Chiesa con la Curia romana ("il Vaticano") o la CEI...
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
Messaggi: 324

MessaggioInviato: Mercoledì 21 Settembre 2011, 14:27    Oggetto: Rispondi citando

Appunto, la Chiesa siamo noi tutti, io, te, Agesci, CEI, Vaticano...
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Marm



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MessaggioInviato: Mercoledì 21 Settembre 2011, 20:44    Oggetto: Rispondi citando

franzos79 ha scritto:
Mi pare una interpretazione di Matteo 18 (15-20) che però dice anche che se un fratello non vuole ascoltare "dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano". E comunque su altri casi, vedi Eluana Englaro, la Chiesa ha fatto nomi e cognomi, idem per Welby
Non so, diventa difficile come capi, che facciamo parte della Chiesa, rispondere a certe domande dei ragazzi, e non per mancanza di fede o conoscenza, ma perchè certi modi di fare di alcuni membri della Chiesa sono difficilmente spiegabili o giustificabili.

Vero, però Welby ed Englaro non erano esponenti politici ed erano figure portate alla ribalta dai telegiornali. Un giudizio da parte dei vescovi sui temi che li hanno resti tristemente famosi, quando queste problematiche sono riflessione di tutti, non mi sembra inconcepibile. E a quel punto dire o no i nomi non avrebbe fatto alcuna differenza.

Alzando la voce contro un politico, invece, si prende automaticamente una posizione partitica, che ritengo non spetti alla Chiesa.

Riguardo al passo del vangelo... non so... non me lo immagino Gesù a criticare i sacerdoti del tempio in diretta nazionale a reti unificate, penso che se è lecito esternare la propria critica a una comunità, questa comunità deve essere quella che vive con l'interessato, vicina anche fisicamente, e che può avere un ruolo attivo.
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frageorges





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MessaggioInviato: Giovedì 22 Settembre 2011, 08:58    Oggetto: Rispondi citando

In realtà, mi pare che (soprattutto) in età da Clan si vorrebbe che la Chiesa si pronunciasse contro chi ha atteggiamenti che non condivido e tacesse su argomenti che invece condivido.
In realtà la Chiesa italiana ha scelto, nel dopo-DC, di non schierarsi politicamente con nessun partito ma di proporre a tutti i suoi valori (peraltro espressi neri su bianco da decenni anche su tematiche economiche, sociali, etiche, ecc.). Nel panorama attuale, infatti, bisogna ammettere che nessun partito si "identifica" pienamente con questi valori (neanche quelli che si dicono cristiani nel nome) e che tutti, o quasi, hanno cristiani impegnati tra le loro file.

Infine, la Chiesa non condanna mai il peccatore, ma sempre il peccato. Per capire: se la Chiesa si è espressa sul caso Welby (facciamo un esempio) non era per dire che Welby è all'inferno, ma che l'eutanasia è profondamente immorale.
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
Messaggi: 324

MessaggioInviato: Giovedì 22 Settembre 2011, 09:19    Oggetto: Rispondi citando

Farei molta attenzione a parlare di Welby ed eutanasia, perchè allora dobbiamo tirare fuori anche i motivi per cui a Welby non sono stati concessi i funerali, mentre all'avvocato bovio e a Mario Cal si.
Il catechismo della Chiesa Cattolica dice:
Citazione:
2278 L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'« accanimento terapeutico ». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.

e poi
Citazione:
2325 Il suicidio è gravemente contrario alla giustizia, alla speranza e alla carità. È proibito dal quinto comandamento.


Scusate ma davanti ai ragazzi la Chiesa si presenta come quella che propone i suoi valori, ma poi facendo la conta finale di cosa è riuscita ad ottenere vediamo che: le esenzioni ICI li è riuscita ad ottenere, un 8x1000 profondamente iniquo nei confronti delle altre confessioni religiose lo mantiene (mentre dovrebbe essere realizzato un 8x1000 stabile per tutte le organizzazioni nonprofit invece che un 5x1000 a singhiozzo) mentre sulle politiche famigliari, che son ben più importanti, è riuscita ad ottenere ben poco se il nostro paese, ad esempio nei servizi alle mamme e ai bambini, è molto più arretrato che paesi, semi-atei, del nord europa (si veda questa puntata di Presa Diretta
cliccando qui
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Michele





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MessaggioInviato: Giovedì 22 Settembre 2011, 10:04    Oggetto: Rispondi citando

Pacem in Terris:

Citazione:

83. Non si dovrà però mai confondere l’errore con l’errante, anche quando si tratta di errore o di conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L’errante è sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua dignità di persona; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità. Inoltre in ogni essere umano non si spegne mai l’esigenza, congenita alla sua natura, di spezzare gli schemi dell’errore per aprirsi alla conoscenza della verità. E l’azione di Dio in lui non viene mai meno. Per cui chi in un particolare momento della sua vita non ha chiarezza di fede, o aderisce ad opinioni erronee, può essere domani illuminato e credere alla verità. (...)
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Michele





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MessaggioInviato: Mercoledì 28 Settembre 2011, 11:10    Oggetto: Rispondi citando

Bè, direi che la cronaca ha dato la migliore risposta. Noterai che Bagnasco ha citato una precedente presa di posizione del gennaio di quest'anno.
Sono contento, inoltre, che sia rimasto nella linea da me citata sopra, parlando dell'errore ma non nominando un singolo errante.
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elfo





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MessaggioInviato: Mercoledì 28 Settembre 2011, 23:34    Oggetto: Rispondi citando

Michele ha scritto:

Sono contento, inoltre, che sia rimasto nella linea da me citata sopra, parlando dell'errore ma non nominando un singolo errante.


Sì, il problema però è che dall'altra parte continuano a fare i finti tonti dicendo "sta parlando con tutti, si riferisce a tutti...", e si continua ad ignorare l'elefante in salotto...
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Michele





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Messaggi: 130

MessaggioInviato: Giovedì 29 Settembre 2011, 11:15    Oggetto: Rispondi citando

elfo ha scritto:
Michele ha scritto:

Sono contento, inoltre, che sia rimasto nella linea da me citata sopra, parlando dell'errore ma non nominando un singolo errante.


Sì, il problema però è che dall'altra parte continuano a fare i finti tonti dicendo "sta parlando con tutti, si riferisce a tutti...", e si continua ad ignorare l'elefante in salotto...


Non è mica una novità.

Luca 7 ha scritto:

31A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? 32Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!


Marco 9 ha scritto:

9E diceva: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».


L'importante però è che il cristiano non venga meno al suo dovere di annunciare il Vangelo e di ricordare a tutti qual è la retta via;

Ezechiele 33 ha scritto:

8Se io dico all'empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l'empio dalla sua condotta, egli, l'empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te.
9Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo.
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
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MessaggioInviato: Domenica 02 Ottobre 2011, 21:39    Oggetto: Rispondi citando

Pur apprezzando l'appello di Bagnasco, a mio parere arriva un po' in ritardo (anche se forse questo era il momento giusto?) e comunque l'appello andrebbe fatto anche a quella parte della Chiesa che continua a non volere mettere in pratica quanto portato avanti con il Concilio Vaticano II.
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Michele





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Messaggi: 130

MessaggioInviato: Lunedì 03 Ottobre 2011, 18:46    Oggetto: Rispondi citando

franzos79 ha scritto:
Pur apprezzando l'appello di Bagnasco, a mio parere arriva un po' in ritardo (anche se forse questo era il momento giusto?)


Come già detto, Bagnasco ha citato il proprio intervento di fine gennaio 2011 (sono sicuro che ti ricorderai quali erano le notizie da prima pagina in quel periodo).

A degli educatori probabilmente interessa in particolare la seconda parte, qui sotto, in cui Bagnasco affrontava, con evidente preoccupazione, l'effetto esempio.

Citazione:
...
La collettività, infatti, guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale. La vita di una democrazia – sappiamo – si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative. «Muoversi secondo una prospettiva di responsabilità − ammoniva il Papa in occasione dell’ultima Settimana Sociale − comporta la disponibilità ad uscire dalla ricerca del proprio interesse esclusivo per perseguire insieme il bene del Paese» (Benedetto XVI, Messaggio alla 46a Settimana Sociale dei cattolici italiani, 12 ottobre 2010). Come ho già avuto modo di dire, «chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda (cfr art. 54)» (Prolusione al Consiglio Permanente, 21-24 settembre 2009, n. Cool. Dalla situazione presente – comunque si chiariranno le cose – nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, né per ritenersi vincitore. Troppi oggi – seppur ciascuno a modo suo – contribuiscono al turbamento generale, a una certa confusione, a un clima di reciproca delegittimazione. E questo − facile a prevedersi − potrebbe lasciare nell’animo collettivo segni anche profondi, se non vere e proprie ferite. La comunità nazionale ha indubbiamente una propria robustezza e non si lascia facilmente incantare né distrarre dai propri compiti quotidiani. Tuttavia, è possibile che taluni sottili veleni si insinuino nelle psicologie come nelle relazioni, e in tal modo – Dio non voglia! – si affermino modelli mentali e di comportamento radicalmente faziosi. Forse che questo non sarebbe un attentato grave alla coesione sociale? E quale futuro comune potrà risultare, se il terreno in cui il Paese vive rimanesse inquinato? È necessario fermarsi − tutti − in tempo, fare chiarezza in modo sollecito e pacato, e nelle sedi appropriate, dando ascolto alla voce del Paese che chiede di essere accompagnato con lungimiranza ed efficacia senza avventurismi, a cominciare dal fronte dell’etica della vita, della famiglia, della solidarietà e del lavoro. Come Pastori che amano la comunità cristiana, e come cittadini di questo caro Paese, diciamo a tutti e a ciascuno di non cedere al pessimismo, ma di guardare avanti con fiducia. È questo l’atteggiamento interiore che permetterà di avere quello scatto di coscienza e di responsabilità necessario per camminare e costruire insieme.

Così, non possiamo non porre mente particolare alle giovani generazioni e al dovere educativo che investe in primissimo luogo la famiglia, e irrinunciabilmente i genitori, sostenuti dai parenti, in particolare dai nonni. La Chiesa è consapevole di questo diritto, primordiale perché naturale, dei genitori quali essenziali educatori dei loro figli, e si concepisce anzitutto al loro servizio, e questo fa con profondo rispetto e la premura che viene da un patrimonio umano e religioso a tutti noto. A sua volta, la Chiesa stessa ha un irrinunciabile mandato educativo, che intende assolvere con dedizione assoluta e santità di vita. Certamente l’istituzione scolastica fa tutto quello che può, specialmente attraverso l’impegno serrato di una moltitudine di docenti e operatori, competenti e generosi. Eppure, questo dispiegamento di disponibilità pare non bastare, tanto è grande e delicata oggi «la sfida educativa». Per questo deve entrare in campo la società nel suo insieme, e dunque con ciascuna delle sue componenti e articolazioni. Se la scuola – come oggi si intende – dev’essere «comunità educante», bisogna convincersi con una maggiore risolutezza che la società nel suo complesso è chiamata ad essere «comunità educante». Affermare ciò, a fronte di determinati «spettacoli», potrebbe apparire patetico o ingenuo, eppure come Vescovi dobbiamo caricarci sulle spalle anche, e soprattutto, questo onere di richiamare ai doveri di fondo, di evidenziare le connessioni, di scoprire i pilastri portanti di una comunità di vita e di destino. Se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati cioè guasti dal di dentro, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà, si oscura la dignità delle persone, si manipolano le mentalità, si depotenziano le energie del rinnovamento generazionale. È la speranza, pane irrinunciabile sul tavolo dei popoli, a piegarsi e venire meno. Il cuore dei giovani tende − per natura − alla grandezza e alla bellezza, per questo cerca ideali alti: bisogna che essi sappiano che nulla di umanamente valevole si raggiunge senza il senso del dovere, del sacrificio, dell’onestà verso se stessi, della fiducia illuminata verso gli altri, della sincerità che soppesa ogni proposta, scartando insidie e complicità. In una parola, di valori perenni. Gesù è il modello affascinante, l’amico che non tradisce e viene sempre incontro, che prende per mano e riaccende ogni volta la forza sorgiva che sostiene la fiducia verso la realizzazione di sé e la vera felicità. Questo – come adulti e come giovani − abbiamo bisogno di vedere e di sentire sempre, oltre ogni moralismo ma anche oltre ogni libertarismo, l’uno e l’altro spesso dosati secondo le stagioni.

Bisogna che nel suo complesso il Paese ringiovanisca, torni a crescere dal punto di vista culturale e quindi anche sociale ed economico, battendo i catastrofismi. Cambiare in meglio si può e si deve. Le cortine fumogene svaniscono, arroganze e supponenze portano a poco. I sacrifici che i cittadini stanno affrontando acquistano un senso se vengono prospettati obiettivi credibili e affidabili. Tra questi, c’è l’orizzonte di una maggiore giustizia sociale e di una modernizzazione effettiva in ogni articolazione pubblica, anche quella a beneficio dell’utenza più larga, specialmente se perseguita nel rispetto delle regole, e respingendo il malaffare e le intimidazioni di ogni mafia. Come è obiettivo inderogabile l’avvio delle riforme annunciate, applicandosi in un’ottica puntigliosamente coinvolgente tutte le forze politiche, ciascuna secondo la misura intera nella parte assegnata dai cittadini. Bisogna avere fiducia nelle nostre qualità e potenziare la capacità elaborativa di ogni sede responsabile, affinando l’attitudine a captare umori e orientamenti per poterli comporre in vista di una mediazione d’insieme la più alta possibile. Un Paese complesso richiede saggezza e virtù.
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
Messaggi: 324

MessaggioInviato: Martedì 04 Ottobre 2011, 10:19    Oggetto: Rispondi citando

Sarebbe da leggere anche questo forse Hans Kung - Salviamo la Chiesa, ci sono tante cose di cui come Chiesa dovremmo riflettere e specialmente dovremmo agire (tipo il ruolo delle donne nella Chiesa attuale).
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