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Reparti paralleli: chiedo l'aiuto del pubblico
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Autore Messaggio
gufopreciso



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MessaggioInviato: Mercoledì 11 Mag 2011, 10:42    Oggetto: Rispondi citando

rinoceronte caparbio ha scritto:

Ecco un caso di un reparto parallelo.
[...]
Nella pratica:
Attività insieme: lancio impresa di squadriglia, lancio alta squadriglia, lancio rover in servizio, lancio specialità, uscita di reparto autunnale insieme, campo invernale - 28,29,30 dicembre - insieme (stessa casa, gioco insieme, consiglio della legge separati, cerimonie insieme, un pomeriggio divisi), san giorgio di zona insieme, campo estivo insieme (geograficamente) con alcuni momenti separati.

Attività separate: riunione di reparto divisi (sabato ore 14.30-17...17.30), uscita di reparto in primavera divisi, missione di squadriglia e uscita di squadriglia divisi (chiaramente ogni squadriglia va da se).

Ogni tot inter staff, ogni più tot staff di reparto (nel senso che quando ci capita facciamo staff tutti e 6, noi 3 ci si sente di più).
La PPU,specialità, competenze, imprese vengono gestite dalla singola staff. Ci si confronta tutti e sei però su ogni cosa richieda una riflessione.


Molto simile, per quanto riguarda noi:

GENERALMENTE: Campo Invernale, Campo Estivo, 1 Bivacco (di solito gennaio o febbraio), Attività di gruppo/Zona, Alta Sq di parallelo. Riunioni settimanali (sabato o mercoledì), il resto dei bivacchi separati. Da progetto qualche riunione la si fa assieme, ma comunque sono la minoranza perciò posso dire che "generalmente" la si fa separata. Il Consiglio Capi generalmente separato (ovviamente facendo attività separate) ma si fa anche assieme... Chiaramente dipende dalle situazioni e dalle cose... Noi ConCa lo facciamo praticamente tutte le settimane, di fatto 2 volte si inizia assieme ma poi alla fine ci si separa discutendo alcune cose di competenza, e 2 li si fa proprio da soli... Imprese generalmente sono di singolo reparto. L'Impresa di parallelo è "eccezionale", non dev'essere la norma nè essere "annuale". Direzioni, il dicorso è più fluido... ci vediamo più frequentemente assieme rispetto poi alle attività dei ragazzi (perchè comunque siamo reparti paralleli, con lo stesso progetto e che arriveranno a fare il campo assieme), ma anche separati soprattuto per le cose più "logistiche" e ordinarie... Se dovessi fare un paragone, durante l'anno circa il 70-80% delle attività è separato... all'incirca? (escludendo il campo estivo)

arkypita ha scritto:
Quanto conta la componente affettivo/sessuale nel rendere attrattiva la proposta scout per un ragazzo/a di 14-15 anni?


Onestamente? è superficiale. é una componente importante che certamente l'associazione riconosce e con la scelta della coeducazione noi affrontiamo in maniera costruttiva per i ragazzi... ma non è affatto una componente realmente attrattiva.
Riguardo all'"unire maschi e femmine"... bah... in realtà non è questa la coeducazione... Rischiamo poi di confondere obbiettivo e strumento, "unire/fare assieme" non è ciò che dovrebbe caratterizzare...

Citazione:
Ecco, questo tipo di contributo mi è molto utile, infatti noi non abbiamo idea di come sia la gestione di un reparto parallelo. Nel senso.... cosa cambia? Sai farmi un esempio di "attività tipo" del reparto femminile e del reparto maschile? L'idea che mi son fatto è che cambi poco o nulla dal punto di vista delle attività, molto di più dal punto di vista dei rapporti.


In realtà cambia molto anche dal punto di vista delle attività, proprio perché sono un reparto maschile ed uno femminile. Non faranno le stesse attvità ma divisi, faranno anche attività diverse... il cosa? Non c'è un attività tipo.... qui si "ask the boys", lavora come hai sempre fatto cogestendo con il Consiglio Capi e ti accorgerai che le differenze verranno da sé... Osserverai inoltre come esploratori e guide saranno più "liberi" e più "naturali"... in particolar modo gli esploratori che lasceranno venire alla luce aspetti del loro carattere che tu conoscevi, ma che prima li camuffavano e nascondevano... (ad esempio noterai che quelli più grandi diventeranno più paterni e legheranno di più con i piccoli).

Citazione:
Sempre nella discussione "squadriglie miste" ci sono qua e là alcuni interventi di EG (per esempio quello di titti91, probabilmente al 4°anno nel momento in cui scriveva) che ci mettono a risalto alcune delle esigenze (ask the boys) che non possiamo ignorare:

Citazione:
Assolutamente no... non sono affatto d'accordo con le Sq Miste... però i reparti misti si, anzi non riuscirei a pensare di stare per 4 anni in un reparto solo femminile


[...]

Adesso lancio la domanda più forte: voi pratichereste l' "ask the boys" come elemento che aiuta la CoCa nella decisione?


"Ask the boys" non significa però meramente fare "quello che i ragazzi chiedono" ma anche e soprattutto fare "quello che i ragazzi vogliono/hanno bisogno veramente" che spesso non rimane in superficie e sta al Capo capirlo sotto. E questo caso è un esempio lampante. Spesso i nostri ragazzi su questi argomenti sono "conservatori" nel senso che tendono a considerare quello che fanno come "giusto" e altre ipotesi di cambiamento (ma anche per cose stupide) li lasciano spiazzati... è normale... voglio dire...
L'esempio di quella guida che dice "non riuscirei a pensare di stare 4 anni in un reparto solo femminile" è un pensiero che viene dalla sua esperienza di aver vissuto 4 anni di reparto misto, non viene invece da una riflessione profonda che sarebbe anche difficile aspettarsi in prima battuta senza un percorso sotto. Questo è un punto importante... Se ponessi la domanda ai miei ragazzi ti risponderebbero allo stesso modo ma inverso "non riuscirei a pensare di stare 4 anni in un reparto misto"... E nella mia esperienza parlando coi ragazzi in Zona (dove abbiamo sia reparti misti che paralleli) in prima battuta i ragazzi hanno difficoltà a capire l'altra tipologia... "si ok... ma è bello come facciamo noi, non mi piace l'altro" indipendentemente da quale tipologia vivano.

Ora però ti fornisco un altro strumento di valutazione. Io sono Capo Reparto da 4 anni, prima delle attuali direzioni ero rover in servizio e c'erano direzioni diverse nelle quali "purtroppo" si faceva troppo parallelo (nel mio gruppo c'è sempre stato il parallelo dal '75 aiutato dal fatto che erano i due riparti preesistenti n ASCI e AGI)... in pratica era quasi un "grosso reparto misto"; la Capo Reparto era entrata nello scautismo da adulta proveniente dall'AC e aveva fatto per 6 anni Akela in un branco misto non riusciva a capire l'importanza del parallelo... una volta mi arrivò a dire "dovremmo fare una sede unica perché non c'è alternativa al fatto che diventerà un misto"... al che rabbrividì sai perchè io avevo vissuto da esploratore il parallelo sia perché ci credo fermamente.... Da 4 anni abbiamo "rotto" quel meccanismo portandoci ad essere realmente - nuovamente - due reparti paralleli... inizialmente quei ragazzi che avevano vissuto un esperienza di fatto mista (le attività si facevano quasi tutte assieme, perfino le promesse!, ecc) erano restii "ma anche oggi facciamo riunione da soli?" e così via... ora invece dicono il contrario "non la facciamo assieme alle guide, vero?" "siamo solo noi a bivacco vero?"... L'anno scorso ad un bivacco esploratori dopo il silenzio dei ragazzi chiaccheravano tra loro e li ascoltai (è importante che loro non parlavano con noi, ma parlavano tra loro stessi)... stavano parlando del fatto che era bello fare attività parallele, ovvero sia separate che assieme, perché era importante stare solo tra maschi perché "è liberatorio essere noi stessi senza dover pensare alle ragazze, è invitabile che quando ci sono loro ci comportiamo diversamente per fare "bella figura" soprattutto noi grandi, e poi possiamo fare quelle cose che alle guide non piacciono" ecc... Il senso era quello, ma hanno detto molte più cose. Ecco nel loro discorso hanno messo perfettamente in luce qual è la grandezza del parallelo, avrei voluto registrarli. Questo è veramente "ask the boys" come sottolineavo prima... se avessimo detto 4 anni fa "faremo solo bivacchi separati, va bene?" avrei avuto un coro di "no!", ma poi hanno capito che in fondo era quello che volevano veramente. Ho avuto modo di parlare anche con ragazzi anche di altre regioni in vari eventi... Non ho mai trovato ragazzi che passati dal misto al parallelo (ovviamente con un pò di tempo, non basta 1 anno per "valutare") volessero tornare indietro, mentre ho trovato ragazzi che passati dal parallelo al misto si lamentavano del fatto di non poter più fare come prima.

Quindi attenzione. Sicuramente parlane coi ragazzi e soprattutto coi genitori per spiegare la scelta... Ma la scelta puramente educativa dev'essere presa dalla Direzione e dalla CoCa (perchè è una scelta che la CoCa deve fare propria e sposare) sulla base di una riflessione sulle potenzialità dello strumento.

E non è come cambiare il nome, non si può e non si deve pensare che basti un anno o pochi mesi per valutare la positività della scelta, occorre il tempo giusto perchè si depositi.

Citazione:
sia per addolcire un po' la pillola nel caso di un eventuale transizione facendo vedere a loro che l'esperienza che hanno vissuto è stata positiva (e lo è stata). La mia impressione è che entrambi i reparti potrebbero averne giovamento, ma non posso ignorare che per qualcuno dei più grandi sarebbe un brutto colpo.


Su questo punto ti dico che non dev'essere assolutamente un punto da valutare nella scelta per tutte le motivazione di cui sopra: il duro colpo sarà legato solamente all'abitudine, sarà farcita di discorsi sulla sessualità ma in realtà è solo una maschera. La vera sostanza è "abbiamo sempre fatto così, quindi è giusto così", tutto il resto è aria fritta che "sparano"...

Lo sarà, e lo dovrà invece essere nell'attuazione del passaggio che dovrà necessariamente essere graduale. All'inizio si farà molta attività assieme di parallelo inserendo attività più semplici come Riunioni separate, per poi gradualmente (per lo meno in 2 anni) arrivare a proporre prima un'Impresa di singolo reparto, poi 1 bivacco, poi 2, ecc.... I ragazzi dovranno capire (e lo faranno) che continueranno certo ad avere i momenti vissuti assieme, ma scoprire che lo spazio sempre maggiore che si concede a loro "monosessualmente" li arrichisce e li farà sentire più liberi. E di conseguenza capiranno anche come il confrontarsi con l'altro sesso è anche costruttivo e non solo ormonale.... Fidati, non vorranno più tornare indietro.
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