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Scoutismo ed omosessualità
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Autore Messaggio
Marm



Età: 43
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MessaggioInviato: Giovedì 16 Settembre 2010, 23:31    Oggetto: Rispondi citando

Terrible ha scritto:
Rinoceronte, è per dire che come ribadito da piu persone, come recita il punto 4 della legge, La guida e lo socut sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout. L'atteggiamento che secondo te si dovrebbe avere nei confronti degli omosessuali non è da fratello o amico, ma da censore. E la chiesa dovrebbe smetterla di fare l'inquisitrice. Adesso potrai sfoderare tutti gli scritti che ti pare ma su uesto argomento in particolare e sulla sessualità in genere la Chiesa propugna un modo di pensare maturato migliaia di anni fà e che è stato scritto nei testamenti dagli uomini. Ma forse per la chiesa vorrebbe dire ammettere un errore e questo sarà una cosa che mai accadrà.

Sicchè criticare il sesso prematrimoniale sarebbe un concetto obsoleto. Prova a pensarci un attimo e domandati quali sono le cose più importanti in una vita di coppia.
Spero che il sesso non occupi il primo posto, se è così possiamo andare avanti.
Immagino però che secondo te praticare sesso prima del matrimonio sia utile alla coppia per intrecciare e rendere profondo il reciproco legame. Ci si conosce meglio, si impara a donarsi all'altro... eccetera.
In un'epoca come la nostra, in cui è considerato assurdo non praticare sesso prima del matrimonio, come mai i divorzi sono tanto e sempre più frequenti?

Permettimi una ipotesi, il sesso è un ottimo collante, ma si esaurisce nel tempo. E in una giovane coppia il sesso può portare a trascurare altri aspetti della relazione, aspetti che poi si rivelano quando il sesso non è più una attrattiva sufficiente, mettendo in crisi la coppia che nel frattempo non ha saputo prepararsi o forse neppure accorgersi del problema.
Se ti sembra una ipotesi fantastica, non lo è di certo per me, che conosco persone le quali convivono pur non avendo la minima intenzione di sposarsi e di passare assieme il resto della loro vita. Cogliere l'attimo per complicarsi il futuro.

Per il resto, non è facile dire chi sia amico e chi no se non siamo d'accordo su quale sia il modo di aiutare.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 38
Segno zodiacale: Ariete
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MessaggioInviato: Venerdì 17 Settembre 2010, 00:18    Oggetto: Rispondi citando

Terrible ha scritto:
L'atteggiamento che secondo te si dovrebbe avere nei confronti degli omosessuali non è da fratello o amico, ma da censore.

Cortesemente mi dici dove ho scritto questo? E che atteggiamento secondo me ci dovrebbe essere? Porta fatti.

Citazione:
Adesso potrai sfoderare tutti gli scritti che ti pare ma su uesto argomento in particolare e sulla sessualità in genere la Chiesa propugna un modo di pensare maturato migliaia di anni fà

Quindi il modo di pensare della chiesa di migliaia (sottolineo che prima tu hai parlato del medioevo...) di anni fa non va bene. Ma l'opinione di un tizio che è stato crocifisso - ironia mode on: un motivo ci sarà stato - sempre più o meno in quegli anni è illuminante.

Simpatico che il tizio l'abbia fondata quella chiesa....
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
Messaggi: 324

MessaggioInviato: Sabato 18 Settembre 2010, 15:33    Oggetto: Rispondi citando

[quote "Marm"]
Penso semplicemente che recitando il "Credo" si manifesti il proprio credere nella Chiesa, ovviamente non in tutto quello che è stato scritto nei secoli, ma nei documenti ufficiali direi di si.[/quote]

Fra i documenti ufficiali della chiesa c'è il Codice di diritto canonico, canone 1084 " “L’impotenza a compiere l’atto sessuale antecedente e permanente, sia da parte dell’uomo che da parte della donna, sia assoluta sia relativa, per sua stessa natura dirime il matrimonio" insomma ovvero l'impotenza è autonomo impedimento dirimente del matrimonio, qualora sussista prima delle nozze e sia incurabile. E' questo il caso di un paraplegico di Viterbo che voleva sposare la sua fidanzata, ma in quanto impotente a seguito di un incidente tale matrimonio gli è stato negato (http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_07/matrimonio_paraplegico_viterbo_077d3190-34bf-11dd-befe-00144f02aabc.shtml). Se sei un capoclan di Viterbo come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

Oppure spiega perchè al Sig. Welby (di Roma) sono stati negati i funerali (http://www.radioradicale.it/il-vicariato-di-roma-sospende-i-funerali-per-welby-cerimonia-laica-domenica-mattina), mentre al sig. Bovio (di Milano) invece sono stati concessi (http://milano.blogosfere.it/2007/07/il-funerale-di-corso-bovio-scatena-una-polemica-sul-suicidio-visto-dalla-chiesa.html). Se sei un capoclan di Roma o Milano come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

I documenti che tu dici ufficiali sono scritti da uomini della Chiesa che, come tutti gli uomini, possono pure sbagliare in quello che scrivono ed in come agiscono. Dunque non guardiamo alla Chiesa ed ai suoi documenti come qualcosa di infallibile e inamovibile, cerchiamo invece di capire a fondo il messaggio di Cristo contenuto nei Vangeli.
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Terrible



Età: 50
Segno zodiacale: Toro
Registrato: 24/09/06 14:26
Messaggi: 17
Residenza: Falconara Marittima

MessaggioInviato: Sabato 18 Settembre 2010, 15:59    Oggetto: Rispondi citando

Rinoceronte, tutti i tuoi interventi sono da censore, inutile che ne richiami qualche pezzo qua e là

La Chiesa è stata appunto fondata da Cristo sulla base della lieta novella. La visione dei Vangeli è quella di un Dio compassionevole e non giudicatore come appariva nel vecchio testamento. Ma purtroppo si sono accumulati nei secoli opinioni personali di chi la bibbia la leggeva dandone una interpretazione personale che non è detto rispecchiasse quello che con le scritture si voleva far passare. La forza delle scritture stà proprio nella sua molteplicità di interpretazioni che nel corso dei secoli sono state fatte rispettando le esigenze ed il pensiero dell'epoca. E' per qusto che la Chiesa è in continuo movimento e ha subito tante trasformazioni da Pietro.

Come diceva Franzos, si può sbvagliare interpretazione e questo mi ci può stare perchè siamo umani, ma la cosa peggiore non è fare errori, ma non ammettere di averli commessi.
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akela_xx



Età: 39
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MessaggioInviato: Sabato 18 Settembre 2010, 20:12    Oggetto: Rispondi citando

ma forse stiamo andando al di là dell'argomento del topic..
un conto è la fratellanza e l'amicizia che come scout proviamo verso un'altro scout.. o verso chiunque, almeno in teoria.. un conto è dire che sulla base della nostra fratellanza dobbiamo permettere a chiunque di fare il capo scout.
e qui non si sta negando un diritto che è di tutti.. non è un diritto di tutti fare il capo!

io posso anche essere amico di tale persona.. provare stima e affetto.. ma se poi va in giro con la maglietta "boia chi molla" e ha faccetta nera come suoneria del cellulare, e mi chiede di fare il capo coi ragazzi... bè lo prenderei da parte e gli direi fraternamente che l'agesci è antifascista e che non può fare il capo in agesci.

che esempio di ideale di uomo positivo a cui tendere sarebbe, per i ragazzi?.. testimonianza...

ok, è diverso.. ma rende l'idea.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 38
Segno zodiacale: Ariete
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Messaggi: 3920

MessaggioInviato: Sabato 18 Settembre 2010, 20:50    Oggetto: Rispondi citando

Terrible ha scritto:
Rinoceronte, tutti i tuoi interventi sono da censore, inutile che ne richiami qualche pezzo qua e là

wikipedia ha scritto:
Per censura si intende il controllo della comunicazione o di altre forme di libertà (libertà di espressione, di pensiero, di parola|) da parte di una autorità.

Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato all'ambito della comunicazione pubblica, per esempio quella per mezzo della stampa o altri mezzi di comunicazione di massa; ma si può anche riferire al controllo dell'espressione dei singoli.


Cortesemente, dimmi dove ti ho tagliato, ho preso punto per punto tutti i tuoi interventi.

Naturalmente, quelli che ritenevo interessanti: il resto è la TUA interpretazione. Perchè continui a ripetere che la chiesa sbaglia e tu sei nel giusto.

Mi sfugge quindi perchè chiedi di poter essere un educatore in un'associazione che vive nell'interpretazione che tu contrasti.
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Sentry





Registrato: 24/10/04 21:22
Messaggi: 524

MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 11:20    Oggetto: Rispondi citando

Salve a tutti,
premesso che vi ho perso di vista per qualche giorno e questo post si è allungato a dismisura perciò non l'ho letto/studiato tutto prima di rispondere, aggiungo qualche osservazione a ciò che ho letto.

Come spesso accade credo che il problema non sia sostanziale ma di forma.
Partiamo da qui:
Citazione:
la qualità di quello che un capo trasmette ai suoi ragazzi è proporzionale non soltanto alla sua competenza pedagogica ma alla serenità e alla maturità della sua vita personale e familiare. Un capo che vive una situazione conflittuale a casa non potrà che esportare malcontento e conflitto!

*competenza pedagogica???? E chi la valuterebbe??? Non parlatemi di CFM e CAM perchè quelli assolutamente non valutano la competenza pedagogica, in cinque giorni è buona se riesci a scovare i casi clinici (sui quali per altro non hai nessuna voce in capitolo... nel giro di 3-4 anni avranno la nomina a capo comunque se la loro CoCa la chiede)... ma tutto il resto è poco più di buon-senso. Oltretutto "competenza pedagogica" non vuol dire "capacità d'empatia" o cose del genere.
* serenità e maturita? E queste chi le valuterebbe? Conosco un sacco di capi comunque NON omosessuali che non metterei mai in questa categoria!!!
*Un capo che vive una situazione conflittuale a casa non potrà che esportare malcontento e conflitto! Forse è vero... ma avete mai sentito di un capo che viene allontanato perchè non va d'accordo con la moglie/marito? Il problema è che al posto di "situazione conflittuale" dovremmo scrivere "quelle situazioni che a noi non piacciono"
Diciamo che come frase mi sembra un po' mal costruita... ma questo è altro argomento.

Tornando al topic:
Credo che una volta che un capo è entrato in CoCa non lo si possa sbatter fuori solo perchè non rispetta i canoni. Sarebbe bello se continuassimo VERAMENTE a considerarci in cammino anche in CoCa e non arrivati.
Se le CoCa si svuotassero magicamente di tutti quelli che in qualche modo sono fuori dal perfetto-cattolico probabilmente l'AGESCI si ridurrebbe di migliaia di unità, il problema è che se un capo non va a Messa per 10 anni, se un capo non si confessa dal giorno della partenza, se un capo ha rapporti prematrimoniali e chi più ne ha più ne metta, nessuno lo saprà mai (almeno se lui non vuole) e se anche lo sapesse, nessuno dirà mai nulla perchè queste cose "non si vedono".
Al contrario, il capo convivente o divorziato, come quello omosessuale ecc "si vedono", "fanno scalpore".
Secondo me in tutti e due i casi la risposta della CoCa dovrebbe essere la stessa: caro capo, hai scelto il patto associativo e di far servizio, bene... cominciamo a ragionare sulle cose che non ti tornano, che non condividi, o su quelle che condividi ma non sai gestire.

Citazione:
Don Emilio (nella sostanza):
Convivi? Allora fuori dalla comunità capi, non ci sono ragioni che tengano. Rientri quando ti sei sposato.

Scusate ma questo tipo di discorsi non lo capisco proprio. Non conosco questo Don Emilio ma so da chi NON mandare un ragazzo/capo con qualsiasi tipo di dubbio. Mi sembra una risposta molto poco utile alla crescita di chiunque.

Discorso profondamente diverso per il Clan. In clan il grande problema secondo me sono i capi. Mi spiego: spesso siamo portati a vedere la partenza come un traguardo da raggiungere, come un passaggio di branca e molti capi dimenticano che è una scelta e che devono educare alla scelta e che educare vuol dire anche sapere scegliere che la partenza non fa per me! O che la partenza fa per me ma la CoCa proprio no! Se mi accorgo che in clan c'è un ragazzo che tutto è men che potenziale-capo-scout dovrei cercare di indirizzarlo verso servizi-esperienze-confronti che gli facciano trovare una strada adatta a lui (e non parlo solo dei casi limite).

Tanto è vero che:
akela_xx ha scritto:
gufopreciso ha scritto:
akela_xx ha scritto:
ma la cosa mi pare incompatibile con il patto associativo e conseguentemente con la partenza

Intanto per cominciare il Patto Associativo nulla ha a che vedere con la Partenza.
Il Patto Associativo è un documento che chi entra in Comunità Capi è tenuto a condividere e sottoscrivere, non un partente.

e come fai a differenziare la Partenza dall'Uscita o saluto che dir si voglia?
regolamento metodologico ha scritto:

Art. 33
PARTENZA
[...]

ora finiamo offtopic.. ammetto di non essere "esperto" di metodo rs.. comunque..
nessun capoclan va a a chiedere al partente di sottoscrivere il patto associativo.. e ci mancherebbe.. ma secondo me la partenza è una Partenza se coincide coi valori del patto associativo.. altrimenti è un'uscita, che ha comunque pari dignità in quanto scelta matura e consapevole.


Un ragazzo può esser pronto per la partenza... condividere la scelta dei valori scout: la strada, la comunità, il servizio, la fede...
ma non quelli del patto associativo: la scelta politica, la scelta scout, la scelta di fede...
e soprattutto può essere in un momento della sua vita in cui (tanto per tornare in topic) si sente in cammino SERIAMENTE nel suo percorso di fede ma non abbastanza forte per testimoniarlo. Può essere un periodo della sua vita in qui testimoniare di essere in grado di far delle scelte lo può portare lontano dalla scelta scout per continuare la sua vita in un'altra direzione.
Chi saluta dubbi non ne ha... SA che non condivide l'idea del servizio, SA che non condivide la scelta di fede ecc.

akela_xx ha scritto:
ma forse stiamo andando al di là dell'argomento del topic..
un conto è la fratellanza e l'amicizia che come scout proviamo verso un'altro scout.. o verso chiunque, almeno in teoria.. un conto è dire che sulla base della nostra fratellanza dobbiamo permettere a chiunque di fare il capo scout. E qui non si sta negando un diritto che è di tutti.. non è un diritto di tutti fare il capo!

Certo, non è un diritto, è un METTERSI A SERVIZIO, una cosa che noi insegnamo ai nostri ragazzi. Se quel capo non è adatto a stare a contatto diretto con i ragazzi ciò non toglie che può essere una ricchezza per la CoCa (e non parlo di presenza fisica ma di idee), ciò non toglie che possiamo considerarlo un capo in cammino come dovrebbero esserlo tutti gli altri.

ciao ciao a tutti
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rinoceronte caparbio
Moderatore


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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 14:38    Oggetto: Rispondi citando

Sentry ha scritto:


Come spesso accade credo che il problema non sia sostanziale ma di forma.
Partiamo da qui:
Citazione:
la qualità di quello che un capo trasmette ai suoi ragazzi è proporzionale non soltanto alla sua competenza pedagogica ma alla serenità e alla maturità della sua vita personale e familiare. Un capo che vive una situazione conflittuale a casa non potrà che esportare malcontento e conflitto!

*competenza pedagogica???? E chi la valuterebbe??? Non parlatemi di CFM e CAM perchè quelli assolutamente non valutano la competenza pedagogica, in cinque giorni è buona se riesci a scovare i casi clinici (sui quali per altro non hai nessuna voce in capitolo... nel giro di 3-4 anni avranno la nomina a capo comunque se la loro CoCa la chiede)... ma tutto il resto è poco più di buon-senso. Oltretutto "competenza pedagogica" non vuol dire "capacità d'empatia" o cose del genere.
* serenità e maturita? E queste chi le valuterebbe? Conosco un sacco di capi comunque NON omosessuali che non metterei mai in questa categoria!!!
*Un capo che vive una situazione conflittuale a casa non potrà che esportare malcontento e conflitto! Forse è vero... ma avete mai sentito di un capo che viene allontanato perchè non va d'accordo con la moglie/marito? Il problema è che al posto di "situazione conflittuale" dovremmo scrivere "quelle situazioni che a noi non piacciono"
Diciamo che come frase mi sembra un po' mal costruita... ma questo è altro argomento.



Se è un'altro argomento non mettiamolo. Anche perchè sono completamente in disaccordo.

Citazione:
Se le CoCa si svuotassero magicamente di tutti quelli che in qualche modo sono fuori dal perfetto-cattolico probabilmente l'AGESCI si ridurrebbe di migliaia di unità


Che c'entra?

Non è questo il punto.
Il punto è capire se una persona con un'inclinazione sessuale verso il proprio sesso è adatta a educare dei ragazzi verso il contrario di quello che lui vive.

Sentry ha scritto:
Se quel capo non è adatto a stare a contatto diretto con i ragazzi ciò non toglie che può essere una ricchezza per la CoCa (e non parlo di presenza fisica ma di idee), ciò non toglie che possiamo considerarlo un capo in cammino come dovrebbero esserlo tutti gli altri.


La comunità capi è una comunità di servizio. Non di educazione.
In coca ci si sta perchè si vuole educare a qualcosa, e stare in questa comunità ti forma A questo.
Non si sta in coca per educare delle persone adulte.
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franzos79





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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 16:52    Oggetto: Re: Unica Vera Fede Rispondi citando

Secondo me il discorso che si è aperto sta prendendo una piega che non porterà a molto, l'unica cosa che secondo me dovrebbe forse essere chiara ai più è che la religione cristiana cattolica è quella che ci ha lasciato Gesù che è, a volte è cosa ben distante da tutti i dettami che si trovano nel catechismo della chiesa cattolica, etc.
Domandatevi come mai i giovani vanno sempre meno in Chiesa (anche quelli scout), perchè la Chiesa perde continuamente fedeli e praticanti, perchè non ci sono quasi più vocazioni.
Provate a rispondere ad un R/S che vi chiede una domanda su questi temi che già ho posto sul forum ma ovviamente nessuno ha risposto
Fra i documenti ufficiali della chiesa c'è il Codice di diritto canonico, canone 1084 " “L’impotenza a compiere l’atto sessuale antecedente e permanente, sia da parte dell’uomo che da parte della donna, sia assoluta sia relativa, per sua stessa natura dirime il matrimonio" insomma ovvero l'impotenza è autonomo impedimento dirimente del matrimonio, qualora sussista prima delle nozze e sia incurabile. E' questo il caso di un paraplegico di Viterbo che voleva sposare la sua fidanzata, ma in quanto impotente a seguito di un incidente tale matrimonio gli è stato negato (http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_07/matrimonio_paraplegico_viterbo_077d3190-34bf-11dd-befe-00144f02aabc.shtml). Se sei un capoclan di Viterbo come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

Oppure spiega perchè al Sig. Welby (di Roma) sono stati negati i funerali (http://www.radioradicale.it/il-vicariato-di-roma-sospende-i-funerali-per-welby-cerimonia-laica-domenica-mattina), mentre al sig. Bovio (di Milano) invece sono stati concessi (http://milano.blogosfere.it/2007/07/il-funerale-di-corso-bovio-scatena-una-polemica-sul-suicidio-visto-dalla-chiesa.html). Se sei un capoclan di Roma o Milano come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

Domandatevi perchè non tutte le riforme inserite nel Concilio Vaticano II sono state attuate all'interno della Chiesa?
Domandatevi perchè con tutti i dettami sulla morale sessuale la Chiesa Cattolica Romana ha avuto preti che hanno dato scandalo con la pedofilia in inghilterra, irlanda, stati uniti? Come mai?
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Marm



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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 17:04    Oggetto: Rispondi citando

franzos79 ha scritto:

Fra i documenti ufficiali della chiesa c'è il Codice di diritto canonico, canone 1084 " “L’impotenza a compiere l’atto sessuale antecedente e permanente, sia da parte dell’uomo che da parte della donna, sia assoluta sia relativa, per sua stessa natura dirime il matrimonio" insomma ovvero l'impotenza è autonomo impedimento dirimente del matrimonio, qualora sussista prima delle nozze e sia incurabile. E' questo il caso di un paraplegico di Viterbo che voleva sposare la sua fidanzata, ma in quanto impotente a seguito di un incidente tale matrimonio gli è stato negato (http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_07/matrimonio_paraplegico_viterbo_077d3190-34bf-11dd-befe-00144f02aabc.shtml). Se sei un capoclan di Viterbo come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

Questione molto spinosa, prima di dartene una risposta dovrei interpellare il mio assistente ecclesiastico. Al momento è anche possibile che qualcosa mi sfugga, ma per la chiesa questa regola evita che si uniscano in matrimonio persone che non possano consumarlo.
Il che mi sembra sensato pensando al significato che la chiesa da al matrimonio, che poi sarebbe anche il significato della cerimonia in se, almeno per quel che ne pensa il sacerdote celebrante...

Francamente non so bene se sia peccato e quanto sia grave che due persone che non possano avere rapporti sessuali completi convivano (forse il termine corretto diventerebbe "coabitino") e siano sposate civilmente (e magari abbiano dei figli adottati).
Ad occhio e croce non mi sembra una situazione tanto criticabile da un parroco.

franzos79 ha scritto:

2. Oppure spiega perchè al Sig. Welby (di Roma) sono stati negati i funerali (http://www.radioradicale.it/il-vicariato-di-roma-sospende-i-funerali-per-welby-cerimonia-laica-domenica-mattina), mentre al sig. Bovio (di Milano) invece sono stati concessi (http://milano.blogosfere.it/2007/07/il-funerale-di-corso-bovio-scatena-una-polemica-sul-suicidio-visto-dalla-chiesa.html). Se sei un capoclan di Roma o Milano come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

Sempre allo stesso modo: si vede caso per caso e si cerca di capire perché la chiesa abbia agito in quel modo.
Non ho seguito Bovio, ma Welby lo ricordo abbastanza bene. La giustificazione della chiesa è che non si possono fare i funerali allo stesso modo per due persone che si suicidano, l'una con un colpo di pistola in un momento di follia (e chi può dire che non fosse così?) e l'altra dopo aver desiderato la morte avendovi riflettuto a lungo. Al momento non ci vedo nulla di scandaloso o inspiegabile.

franzos79 ha scritto:

I documenti che tu dici ufficiali sono scritti da uomini della Chiesa che, come tutti gli uomini, possono pure sbagliare in quello che scrivono ed in come agiscono. Dunque non guardiamo alla Chiesa ed ai suoi documenti come qualcosa di infallibile e inamovibile, cerchiamo invece di capire a fondo il messaggio di Cristo contenuto nei Vangeli.



Tu però questo pezzetto del regolamento metodologico mica me l'hai ancora spiegata...
Citazione:

La Comunità R/S propone un cammino di crescita dove il messaggio di Gesù, Dio e uomo, è annunciato (evangelizzazione),
conosciuto e approfondito (catechesi), celebrato (liturgia) e vissuto (testimonianza) alla luce dell’insegnamento della Chiesa.


Tu dici di guardare al messaggio del vangelo, e questo è sacrosanto. Qui però dice anche che dobbiamo guardare agli insegnamento della Chiesa per poter vivere questo messaggio.
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Marm



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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 17:11    Oggetto: Re: Unica Vera Fede Rispondi citando

franzos79 ha scritto:
Domandatevi perchè non tutte le riforme inserite nel Concilio Vaticano II sono state attuate all'interno della Chiesa?

Boh, scegli una riforma non inserita e da la tua versione...


franzos79 ha scritto:
Domandatevi perchè con tutti i dettami sulla morale sessuale la Chiesa Cattolica Romana ha avuto preti che hanno dato scandalo con la pedofilia in inghilterra, irlanda, stati uniti? Come mai?

E ci sono pure stati preti che hanno ammazzato.
E quelli che non rispettano il voto di castità.
Cosa ne deduco? Forse che sono uomini anche loro?
Cosa ne dovrei dedurre secondo te?
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Marm



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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 17:33    Oggetto: Rispondi citando

Sentry ha scritto:

Citazione:
Don Emilio (nella sostanza):
Convivi? Allora fuori dalla comunità capi, non ci sono ragioni che tengano. Rientri quando ti sei sposato.

Scusate ma questo tipo di discorsi non lo capisco proprio. Non conosco questo Don Emilio ma so da chi NON mandare un ragazzo/capo con qualsiasi tipo di dubbio. Mi sembra una risposta molto poco utile alla crescita di chiunque.

Parliamo di ragazzi che han già preso la partenza e sono educatori di un gruppo scout. Perché questa risposta non ti sembra utile?
Siamo d'accordo che il capo la sua scelta l'ha già fatta. Chiedergli di fare questo è solo chiedergli di essere coerente con la scelta di fede che ha fatto, richiesta necessaria visto che l'azione educativa di un capo si basa sulla sua testimonianza.
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ghiro





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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 18:14    Oggetto: Rispondi citando

Marm ha scritto:
franzos79 ha scritto:

Fra i documenti ufficiali della chiesa c'è il Codice di diritto canonico, canone 1084 " “L’impotenza a compiere l’atto sessuale antecedente e permanente, sia da parte dell’uomo che da parte della donna, sia assoluta sia relativa, per sua stessa natura dirime il matrimonio" insomma ovvero l'impotenza è autonomo impedimento dirimente del matrimonio, qualora sussista prima delle nozze e sia incurabile. E' questo il caso di un paraplegico di Viterbo che voleva sposare la sua fidanzata, ma in quanto impotente a seguito di un incidente tale matrimonio gli è stato negato (http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_07/matrimonio_paraplegico_viterbo_077d3190-34bf-11dd-befe-00144f02aabc.shtml). Se sei un capoclan di Viterbo come gliela spieghi questa cosa ai tuoi R/S?

Questione molto spinosa, prima di dartene una risposta dovrei interpellare il mio assistente ecclesiastico. Al momento è anche possibile che qualcosa mi sfugga, ma per la chiesa questa regola evita che si uniscano in matrimonio persone che non possano consumarlo.
Il che mi sembra sensato pensando al significato che la chiesa da al matrimonio, che poi sarebbe anche il significato della cerimonia in se, almeno per quel che ne pensa il sacerdote celebrante...

Francamente non so bene se sia peccato e quanto sia grave che due persone che non possano avere rapporti sessuali completi convivano (forse il termine corretto diventerebbe "coabitino") e siano sposate civilmente (e magari abbiano dei figli adottati).
Ad occhio e croce non mi sembra una situazione tanto criticabile da un parroco.


Sarà un parroco un pò autodidatta allora perchè è decisamente grave! Si chiama concubinato ed è uno stato di peccato 'non assolvibile' in confessione (a meno che il penitente in questione non faccia proposito di sposarsi con l'altro/a partner coinvolta). Nella mia Coca per una cosa simile si stà fuori...
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franzos79





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Messaggi: 324

MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 18:42    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Marm, sul concilio vaticano II l'unico consiglio che ti posso dare, visto l'ampiezza del discorso che si aprirebbe, è la lettura della storia del concilio "Storia del Concilio Vaticano II" collana diretta dallo studioso cattolico Giuseppe Alberigo, scomparso qualche tempo fa e che non ha avuto la presenza di nessuna gerarchia ecclesiastica ai suoi funerali (http://bologna.repubblica.it/dettaglio/La-citta-che-fa-paura-ai-suoi-pastori/1416507) (http://www.stpauls.it/jesus/0709je/0709je32.htm).....
La collana è molto ampia oppure c'è anche un sunto più breve http://www.ibs.it/code/9788815105233/alberigo-giuseppe/breve-storia-del.html

Sulla mia domanda che ti ponevo e ponevo a tutti "Domandatevi perchè con tutti i dettami sulla morale sessuale la Chiesa Cattolica Romana ha avuto preti che hanno dato scandalo con la pedofilia in inghilterra, irlanda, stati uniti? Come mai?" io sicuramente non penso e non ne deduco che "sono uomini anche loro".
Ci sono comunque altre domande a cui non è stata data risposta: ad esempio dove è scritto nei vangeli che i preti non si possono sposare? Ma andrei offtopic mi sa, comunque chi voglia lo chieda ai propri AE di dire dove sta scritto nel vangelo che i preti non si possono sposare.

Ciao Ghiro,
non mi trovi molto concorde con le tue risposte. Dovrebbero stare fuori dalle comunità capi allora chi ha rapporti prematrimoniali, si masturba etc...e forse non dovrei dare la partenza a chi ha rapporti prematrimoniali?

La mia posizione che è lungi dall'essere di quelle "facciamo entrare tutti nelle comunità capi" è questa e la prendo dal bel documento sui capi in situazioni eticamente problematiche che trovate sul sito Agesci.it

Naturalmente, di fronte a una scelta in sostanziale contrasto con il Vangelo, ci si dovrà anche interrogare sulla compatibilità di quella scelta con il servizio educativo in AGESCI. In questo caso preferirei che la Comunità Capi non fosse tanto la titolare della decisione – quasi si sentisse chiamata ad emettere una sentenza – quanto piuttosto il luogo del dibattito e della condivisione della responsabilità sia verso il singolo
capo che verso i ragazzi. La Comunità Capi è l’ambiente nel quale il capo – trovandosi in questa situazione – può trovare fratelli e sorelle disponibili a condividere, con franchezza e comprensione, delle riflessioni che lo aiutino a prendere lui stesso responsabilmente una decisione nella linea di una doverosa sospensione o interruzione del servizio educativo diretto e/o della responsabilità associativa a livello di quadro o comunque in servizi che comportino la rappresentanza ufficiale dell’Associazione: sapendo che, anche qualora decidesse di sospendere i servizi suddetti, egli non perderebbe la stima, il sostegno e il riferimento costante degli altri capi.

Spero che nelle nostre comunità capi ci sia questa volontà di condivisione e franchezza, non tanto di dentro/fuori.

le situazioni familiari di difficoltà o di “irregolarità” non si possono affrontare solo in senso strettamente giuridico, come non si possono chiedere ad altri – nemmeno alla Chiesa – risposte e soluzioni standard che valgano per ogni caso. Anche quando esistono orientamenti e criteri precisi, ogni persona e ogni situazione merita una attenzione diretta. Una adeguata risposta pastorale e una eventuale soluzione del problema non potrà mai prescindere dalla fatica dell’ascolto, del discernimento, dell’accompagnamento personale: solo attraverso questa fatica le persone potranno ritrovare la comunione con Dio e sentirsi avvolti dalla sollecitudine della comunità.

Saluti a tutti
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paciock87



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MessaggioInviato: Domenica 19 Settembre 2010, 21:24    Oggetto: Re: Unica Vera Fede Rispondi citando

ghiro ha scritto:
Terrible ha scritto:
fondamentalismi religiosi


Ciao, cito questa parte in particolare del tuo discorso perché la religione Cristiana Cattolica o si accetta al 100% o non si accetta: non contempla un 'fai-da-te' della fede dove si prende quello che ci piace e si rifiuta quello che non ci piace. La scelta di fede nella partenza riguarda la scelta della fede Cristiana Cattolica Apostolica Romana, non una fede a caso o autoreferenziale. Forse il problema di oggi è che, con l'avvallo spesso persino di molti A.E. (posso testimoniarlo per mia diretta esperienza personale in gruppo), si da la partenza con troppa leggerezza: i pilastri fondamentali della fede (dogmatici, etici e morali) devono essere dei nodi da sciogliersi ben prima della partenza...altrimenti si crea un circolo vizioso in cui le nuovi generazioni di capi sono sempre meno irreprensibili sui temi di Fede, educando ragazzi come loro che a loro volta...ecc. ecc. e la catena continua. Se non si è d'accordo su questo mica che non si può fare comunque scoutismo, attenzione! C'è sempre il CNGEI!


Ma dove sta scritto? Sono d'accordo con la fede "fai-da-te", ma te vedo che applichi il metodo "fai-da-te"... Non sta scritto da nessunissima parte quello che dici...
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