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Ragazzi di altre religioni in reparto
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Autore Messaggio
Marm



Età: 43
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Messaggi: 984
Residenza: Veneto

MessaggioInviato: Martedì 13 Aprile 2010, 18:10    Oggetto: Ragazzi di altre religioni in reparto Rispondi citando

Chiedo scusa se l'argomento fosse già trattato, ho fatto una breve ricerca e non ho trovato nulla.

Adesso riporto in questa sede una discussione tra me e Rinoceronte Caparbio avvenuta in altro luogo, nella speranza che qui ci possa essere qualche capo "vicino" alla questione.
Parto da qui:

Citazione:
Marm
Ora creiamo il contesto, un bel caso ipotetico, che visto la situazione in cui ti sei voluto mettere posso immaginare io attingendo a tutta la mia fantasia: un ragazzo musulmano, figlio di madre cattolica e padre musulmano, chiede di entrare nel tuo reparto.
La prima cosa che gli fai presente è che l'AGESCI è un gruppo cattolico.
I genitori rispondono che nonostante l'educazione ricevuta ritengono ora opportuno educare il figlio alla religione cristiana. Il figlio dimostra qualche timore, il cambiamento gli fa paura, ma vuole comunque tentare.
Contando anche sull'appoggio dei genitori, la tua staff fa entrare il ragazzo in reparto.

Circa un paio di settimane dopo l'ingresso il reparto è in uscita. Si farà una bella camminata, una bella attività di qualche tipo e poi la messa. Ovviamente non è possibile cambiare programma dell'uscita.
Il ragazzo però ancora non se la sente di partecipare alla messa, ha dimostrato interesse alle attività di catechesi, ma ha ancora bisogno di tempo per superare problemi immaginari o reali che si sta facendo.

Io lo terrei fuori dalla chiesa e mentre gli altri fanno messa parlerei con lui delle difficoltà che ha incontrato. In tutta questa faccenda l'assistente ecclesiastico deve essere concorde con la mia proposta, altrimenti non se ne fa nulla.

Ora o mi fai notare che l'A.E. dovrebbe essere un pazzo per appoggiare una cosa del genere oppure mi spieghi cosa invece faresti tu...




Citazione:
rinoceronte caparbio
Ma io non educo il figlio alla religione cristiana: sfrutto il metodo (in questo caso agesci) per farlo divenire un uomo/donna della partenza!!
Se la famiglia accetta l'integralità della proposta educativa AGESCI, il ragazzo seguirà l'integralità educativa.

Non si sente pronto?
Scusa e i ragazzi che a 15 anni non capiscono l'utilità della messa (figli di capi scout che hanno aperto il gruppo), cosa ci faccio? Perchè loro a messa e lui no?

NO: tutti a messa, con la peculiarità di ciascuno, chi crede, chi meno, chi lo ritiene utile o meno.

Non mettiamo in secondo piano l'esempio: un caposquadriglia/pattuglia che va a messa NONOSTANTE il piede tenero sappia che non crede in Dio, vale più di mille discorsi che posso fare io reparto.
Allo stesso modo, il musulmano sarà l'esempio della volontà di aderire a questo tipo di proposta. Se non se la sente di venire alla messa, come posso chiedergli di cucinare alla trapper le luganeghe (tipo di salsiccia MOLTO in voga - e molto buona - delle mier parti)? Stessa cosa: non è a scatole!

Poi, se sceglie di divenire cristiano, bene: la mia evangelizzazione ha avuto una serie di frutti.

Ricordo che il patto associativo è rivolto ai capi!!


Intanto credo di non aver capito bene la parte sull'educazione alla religione cristiana, si farà anche nell'ottica della partenza, ma l'educazione alla fede cristiana si fa... ah.. edit forse adesso l'ho capita... no non intendevo che i genitori portino il figlio in reparto per insegnargli l'educazione cristiana, questa educazione può benissimo procedere anche per altre strade, mi serviva solo per far capire che ci si può attendere un reale cammino di fede dal ragazzo.
Poi potrei trovare curioso che un caposquadriglia non credente possa valer molto come esempio, se non per un cammino di fede che sta compiendo, per un suo impegno che sia evidente ai suoi squadriglieri.

Infine vorrei porvi la questione che più mi preme: la risposta al ragazzo è obbligatoriamente quella di imporgli di venire a messa? Credevo che il caso da me immaginato potesse essere un esempio del contrario.
Che pur di accogliere qualcuno di un altra religione fosse possibile rendere la nostra proposta educativa un po' più flessibile, a seconda delle esigenze del caso specifico. Senza sfondare nel "buonismo metodologico". O forse ci sono già dentro?
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elfo





Registrato: 05/03/07 11:40
Messaggi: 1399

MessaggioInviato: Martedì 13 Aprile 2010, 19:04    Oggetto: Rispondi citando

Sono d'accordo con quanto ha scritto Rinoceronte.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 38
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Messaggi: 3920

MessaggioInviato: Martedì 13 Aprile 2010, 20:44    Oggetto: Rispondi citando

siamo già nel buonismo: annacquiamo la nostra proposta.

Lo dicevo anche là: non puoi fare una scatola fede e una pioneristica: l'una è dentro l'altra, e viceversa.
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Marm



Età: 43
Segno zodiacale: Sagittario
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Messaggi: 984
Residenza: Veneto

MessaggioInviato: Martedì 13 Aprile 2010, 22:06    Oggetto: Rispondi citando

Credevo di avere una posizione condivisibile. O almeno ragionevole.
Ricordo che la questione dell'accoglienza venne fuori al mio CFM e appena posso ridarò una occhiata agli appunti.

Ho trovato un commento di BOBOMAN nella discussione sullo sbattezzamento, seppur di striscio la questione è stata affrontata pure lì, nell'ultima pagina. Diceva che l'accoglienza era rimasta una questione fumosa per l'agesci e in questo momento mi sento di condividere visto che nel patto associativo e nel regolamento metodologico non ho trovato nulla su come si debba conciliare accoglienza e educazione alla fede.
Di fatto c'è un conflitto perché se hai un ragazzo di un'altra religione non puoi aspettarti che condivida sin da subito la scelta cristiana. Da quel che ho appreso oggi l'accoglienza non si nega, ma il ragazzo almeno nella forma deve partecipare a tutte le attività proposte, altrimenti non se ne fa nulla. Beh, mi sembra una condizione abbastanza vincolante e un concetto neppure troppo complicato per esser scritto da qualche parte.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


Età: 38
Segno zodiacale: Ariete
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Messaggi: 3920

MessaggioInviato: Martedì 13 Aprile 2010, 22:15    Oggetto: Rispondi citando

la problematica, secondo me, è che non si è chiari fin dall'inizio.

Non posso pretendere che da un gioco a una riunione di reparto che si parla di nodi conosca già il nodo di salvataggio a tre corde...

Gradualità in tutto, ma anche partecipazione in tutto....
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porcellinopacifico



Età: 63
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Messaggi: 382
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MessaggioInviato: Martedì 13 Aprile 2010, 23:54    Oggetto: Rispondi citando

Marm ha scritto:
Da quel che ho appreso oggi l'accoglienza non si nega, ma il ragazzo almeno nella forma deve partecipare a tutte le attività proposte, altrimenti non se ne fa nulla. Beh, mi sembra una condizione abbastanza vincolante e un concetto neppure troppo complicato per esser scritto da qualche parte.
per quanto rigarda la mia esperienza di genitore di figlie non cattoliche, ma cristiane, in agesci, direi che in assoluto è più importante la sostanza ( che può essere anche un rito vissuto intensamente dai ragazzi, ma anche e soprattutto in branca r/s, oltre al servizio, testimonianza e figure significative).
La forma la puoi imporre obbligtoriamente a tutti, ma non serve anzi in alcuni momenti può risultare controproducente
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elfo





Registrato: 05/03/07 11:40
Messaggi: 1399

MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 00:14    Oggetto: Rispondi citando

Non disprezziamo e non sottovalutiamo mai la forma: nello Scautismo, intriso di simbolismo e cerimonie e attività pratiche, non fini a sé stesse ma parti di un Metodo fatto di imparare facendo, sporcarsi le mani, autoeducazione, stile, molto spesso la forma è sostanza.
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Marm



Età: 43
Segno zodiacale: Sagittario
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Messaggi: 984
Residenza: Veneto

MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 00:15    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
per quanto rigarda la mia esperienza di genitore di figlie non cattoliche, ma cristiane, in agesci, direi che in assoluto è più importante la sostanza ( che può essere anche un rito vissuto intensamente dai ragazzi, ma anche e soprattutto in branca r/s, oltre al servizio, testimonianza e figure significative).
La forma la puoi imporre obbligtoriamente a tutti, ma non serve anzi in alcuni momenti può risultare controproducente

Nel caso specifico il senso era che se il nuovo entrato non partecipa dapprima almeno formalmente alle attività, di certo non può coglierne la sostanza. Per il resto nulla da ridire.
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BOBOMAN



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Residenza: Far West

MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 00:50    Oggetto: Rispondi citando

L'ho già detto in altro topic ma lo ripeto...
AGESCI non può che essere fumosa perchè definendo tale argomento confermerebbe la sua anticostituzionalità rispetto alla costituzione WOSM che prescrive che le associazioni ad essa appartenenti non facciano distinzioni/discriminazioni di sesso,tendenze sessuali,razza,o religione tra i suoi associati (giovani e adulti)che sono poi gli associati delle singole associazioni nazionali....
questo vale anche per le federazioni,escamotage che permette ad alcune nazioni di avere piu associazioni iscritte quando invece WOSM ratifica che UNA sola associazione è permessa per ogni nazione,ma questo fà parte di concessioni dovute
a sviluppi storici del movimento.
WOSM è anche chiara sull'aspetto della federazione ,ogni associazione facente parte di queste federazioni si deve attenere alle direttive costituzionali,ossia non fare distinzioni o discriminazioni....ergo il patto associativo AGESCI non è
costituzionale.....ma qui si chiudono tutti e due gli occhi per motivi politico/religiosi, e ci si fà scudo con il GEI....."tanto ci sono loro che compensano"....no ognuno si deve attenere in egual modo.
Inviterei tutti a leggere "God in the open Scout Group" di John Thurman,che affronta in modo esimio l'argomento anche se non affrontando la "Outlanders Promise".
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gufopreciso



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MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 09:15    Oggetto: Rispondi citando

Comunque il patto associtivo pur ripetendo la scelta cristiana cattolica, sottolinea come si debba essere aperti e permettere l'ingresso di ragazzi di altre religioni.

Certamente occorrono degli adattamenti a livello della normale gestione: sicuramente un ragazzo non cattolico non lo porterei a Messa perchè questo sarebbe certamente un atto non corretto. Ma tutti quei momenti di spiritualità che viviamo quotidianamente al campo, alle attività ecc possono, senza dimenticare la nostra proposta, essere fatti in modo per includere e rendere partecipi tutti. Certamente con ragazzi cristiani di altre confessioni è più semplice, ma nel mio clan qualche anno fa c'è stata per 3 anni una ragazza mussulmana. Ovviamente non ha preso la partenza, ma la testimonianza e la crescita che ha avuto lei e tutto il Clan è stata impagabile.
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Marm



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MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 09:31    Oggetto: Rispondi citando

gufopreciso ha scritto:
nel mio clan qualche anno fa c'è stata per 3 anni una ragazza mussulmana. Ovviamente non ha preso la partenza, ma la testimonianza e la crescita che ha avuto lei e tutto il Clan è stata impagabile.

Colpo di scena...

Mi son letto con una certa cura il manuale metodologico di recente... e sono abbastanza sicuro che rover e scolte, a differenza di lupetti e esploratori, dovrebbero essere "già in marcia" sul sentiero fede, pronti ad essere testimoni di una scelta già fatta. Per cui una persona musulmana in clan dovrebbe essere fuori dagli schemi.
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gufopreciso



Età: 36
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MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 11:30    Oggetto: Rispondi citando

Marm ha scritto:
gufopreciso ha scritto:
nel mio clan qualche anno fa c'è stata per 3 anni una ragazza mussulmana. Ovviamente non ha preso la partenza, ma la testimonianza e la crescita che ha avuto lei e tutto il Clan è stata impagabile.

Colpo di scena...

Mi son letto con una certa cura il manuale metodologico di recente... e sono abbastanza sicuro che rover e scolte, a differenza di lupetti e esploratori, dovrebbero essere "già in marcia" sul sentiero fede, pronti ad essere testimoni di una scelta già fatta. Per cui una persona musulmana in clan dovrebbe essere fuori dagli schemi.


Perchè dovrebbe essere fuori dagli schemi proprio non lo concepisco.

Anzi:In una realtà sempre più multiculturale cogliamo come occasione di crescita reciproca l'accoglienza nelle Unità di ragazze e ragazzi di altre confessioni cristiane, nello spirito del dialogo ecumenico, e di altre religioni, nell'arricchimento del confronto interreligioso.
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elfo





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MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 12:02    Oggetto: Rispondi citando

gufopreciso ha scritto:
sicuramente un ragazzo non cattolico non lo porterei a Messa perchè questo sarebbe certamente un atto non corretto.


Se ha volontariamente deciso di frequentare un'associazione cattolica, consapevole di percorrere un cammino, è scorretto non portarlo.

Poi, seguendo questa linea di pensiero, dovresti dispensare l'Esploratore che si ritiene ateo, e perché no, il Rover a cui disgus ta pulire i bagni.
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Marm



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MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 12:07    Oggetto: Rispondi citando

Beh, nell'itinerario di fede per gli r/s sta scritto questo:
Citazione:
La Comunità R/S propone un cammino di crescita dove il messaggio di Gesù, Dio e uomo, è annunciato (evangelizzazione), conosciuto e approfondito (catechesi), celebrato (liturgia) e vissuto (testimonianza) alla luce dell’insegnamento della Chiesa.


E ricordo che al mio CFM l'interpretazione che mi venne proposta era quella che ho esposto prima, ossia di una scelta di fede già fatta sulla quale si possono anche avere dei dubbi, ma sulla quale si è già in cammino.
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paciock87



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MessaggioInviato: Mercoledì 14 Aprile 2010, 22:35    Oggetto: Rispondi citando

BOBOMAN ha scritto:
L'ho già detto in altro topic ma lo ripeto...
AGESCI non può che essere fumosa perchè definendo tale argomento confermerebbe la sua anticostituzionalità rispetto alla costituzione WOSM che prescrive che le associazioni ad essa appartenenti non facciano distinzioni/discriminazioni di sesso,tendenze sessuali,razza,o religione tra i suoi associati (giovani e adulti)che sono poi gli associati delle singole associazioni nazionali....
questo vale anche per le federazioni,escamotage che permette ad alcune nazioni di avere piu associazioni iscritte quando invece WOSM ratifica che UNA sola associazione è permessa per ogni nazione,ma questo fà parte di concessioni dovute
a sviluppi storici del movimento.
WOSM è anche chiara sull'aspetto della federazione ,ogni associazione facente parte di queste federazioni si deve attenere alle direttive costituzionali,ossia non fare distinzioni o discriminazioni....ergo il patto associativo AGESCI non è
costituzionale.....ma qui si chiudono tutti e due gli occhi per motivi politico/religiosi, e ci si fà scudo con il GEI....."tanto ci sono loro che compensano"....no ognuno si deve attenere in egual modo.
Inviterei tutti a leggere "God in the open Scout Group" di John Thurman,che affronta in modo esimio l'argomento anche se non affrontando la "Outlanders Promise".


Ci vuole coraggio a dire che è fumosa su questo argomento... Sono il primo a dire che l'Agesci dovrebbe dare più regole e direttive, invece che mantenersi sul solito "a discrezione della Coca"... Ma sull'argomento fede è chiarissima... Tant'è che c'è una C grossa come una casa nello stesso nome dell'associazione...
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