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Scoutismo confessionale?
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Autore Messaggio
aureliano



Età: 42
Segno zodiacale: Gemelli
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Residenza: Fra Bolzano e Trento...

MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 16:16    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:

penso più che altro a momenti di preghiera e/o meditazione comuni, ma anche questi limitati come in qualsiasi media giornata di campo attuale in Agesci. Poi ci potrebbero essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc.


Ma questo lo si può fare anche in Agesci.
Il fatto che i Capi Agesci siano testimoni dell'Annuncio di Cristo non significa che non ci possano
Citazione:
essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc.
;

Perché non sono d'accordo con la tua proposta:
non per principio, anzi, la mia riflessione iniziale da sé indica che non sono contrario per principio;
ma perché, come ho già detto, secondo me non è un'esigenza così sentita in Associazione.
Citazione:
Ok tuitt ed aureliano non condividono l'idea
Preferescisono o uno scautismo monoconfessionale o uno laico

Non è così, semplicemente penso che un'eventuale associazione,come chiamarla..."interconfessionale"?Sia in realtà molto ma molto simile a quella che comunemente viene chiamata "laica". Penso che le associazioni laiche (poi non so quali hai conosciuto tu) agiscano secondo i principi che tu proponi e che io -ben inteso- condivido, ossia:

Citazione:
Per quanto mi riguarda la parte confessionale (divisa per fede) la limiterei al minimo al limite zero, dipende dalla disponibilità e dalle esigenze delle singole confessioni, penso più che altro a momenti di preghiera e/o meditazione comuni, ma anche questi limitati come in qualsiasi media giornata di campo attuale in Agesci. Poi ci potrebbero essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc.


Molte delle cose che tu proponi possono già essere svolte in Agesci, molte altre magari no ma sono svolte dalle assoc. laiche.
Tu penso proponi una via di mezzo, e fai bene a sollevare la questione, magari si scopre che quest'esigenza, al contrario di come penso io, c'è.

Comunque, forse è il caso di andare passo passo, quindi riprenderei da:

Citazione:
la domanda del post, ristretta ai minimi termini è:
Non sarebbe più Scoutismo uno Scoutismo senza confessione alcuna? L'allargamento ad una religione è penalizzante?
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tuitt



Età: 45
Segno zodiacale: Cancro
Registrato: 21/06/06 12:37
Messaggi: 281
Residenza: Canobbio (Lugano - Svizzera)

MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 16:47    Oggetto: Rispondi citando

Un momento, io non è che rifiuto uno scoutismo pluriconfessionale, ma sono per uno scoutismo che sia, come tale SCOUTISMO e, a discrezione, permetta la messa, la preghiera musulmana, la contemplazione della natura, a seconda della scelta di ognuno.

Il fatto che ci sono tutte queste varianti, credo sia giusto permettere ad ognuno di professare la propria religione, ma trovo che sia una cosa che va oltre il fare scoutismo, se vogliamo un complemento/completamento.

Questa variabilità di differenze "religiose" rende molto difficile l'esercizio della spiritualità durante l'attività scout, di conseguienza la vedo molto dura...

Inoltre, se durante un' attività di gruppi cattolici viene organizzata la partecipazione alla messa, come sarebbe possibile organizzare ANCHE e SIMULTANEAMENTE le attività per le altre religioni/confessioni?
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 17:10    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
Per quanto mi riguarda la parte confessionale (divisa per fede) la limiterei al minimo al limite zero, dipende dalla disponibilità e dalle esigenze delle singole confessioni, penso più che altro a momenti di preghiera e/o meditazione comuni, ma anche questi limitati come in qualsiasi media giornata di campo attuale in Agesci. Poi ci potrebbero essere delle attività specifiche di conoscenza delle differenze e dei punti comuni tra le varie fedi, calibrate ovviamente in base a branca ecc. Per quanto rigarda ad es. le preghiere del musulmano o altro, il problema a dire il vero può già sussistere in Agesci: infatti mi risulta che, almeno in teoria non so in pratica, un ragazzo musulmano può già entrare in associazione, o mi sbaglio? E se vogliamo veramente accettarlo non dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, altrimenti che accoglienza è?


Il problema è che tu consideri che il metodo scout agesci sia una somma di scautismo e catechesi appiccicati insieme. Pur sapendo che ci sono esperienze di quel genere, non è quello che la nostra associazione si propone. Per capirci, in linea di principio non dovrebbe esistere "l'attività di catechesi": il capo propone il messaggio di Cristo attraverso tutte le attività scout. Non c'è una "propaggine religiosa" che può essere sostituita in relazione alle diverse religioni rappresentate, mentre tutto il resto è laica tecnica di scouting.

Un ragazzo di un'altra religione può essere tranquillamente accolto in agesci. Personalmente ho avuto in reparto un ragazzo mussulmano. Ma dev'essere ben chiaro a lui e alla sua famiglia che la proposta scout che gli verrà fatta è cattolica: magari non verrà a messa, ma resta il fatto che il messaggio che gli si trasmette attraverso le attività (non "di catechesi"... tutte!) è quello di Cristo (il figlio di Dio, non il profeta).
E riguardo al non venire a messa, anche questa scelta va ponderata per bene. Un ragazzo che abbia un suo cammino di fede differente, potrebbe certamente chiedere di non partecipare alle celebrazioni cattoliche perché segue appunto quelle della sua religione, ma i capi dovrebbero in quel caso assumersi la responsabilità di seguirlo in quel suo cammino, così come fanno con gli altri, così come fanno (o dovrebbero fare) nei confronti di chi attraversa un'esperienza di ateismo o simile, e così via. Insomma, il fatto che un ragazzo sia di altra religione (o di nessuna) non esime il capo dal suo dovere di accompagnarlo lungo il suo cammino spirituale. Quindi il capo dovrebbe pensarci bene, se si sente in grado di fare questo mestiere: il problema di accogliere, dal mio punto di vista, non è solo questione di apertura mentale o di generosità, ma anche di esserci preparati. Non solo, come tu dici, dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, ma da suoi educatori dovremmo anche essere in grado di accompagnarlo per la sua strada.

Tutto questo discorso, infine, vale per i ragazzi, che hanno il cammino scout da fare e che hanno tutti i diritti di farlo indipendentemente dalle scelte religiose. Quando poi si decide di diventare capi di QUESTA associazione, si passa dalla parte di coloro che testimoniano il messaggio di Cristo, e quindi non è pensabile non essere coerentemente di fede cattolica.
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 17:13    Oggetto: Rispondi citando

per quanto riguarda la mia idea, spero non diventi un'ossessione per voi, mi sono rispostato nella SCELTA CRISTIANA
Per quanto riguarda l'argometo più specifico di questo topic, non l'avevo afferrato bene, perché essendo fuori da molti anni, non sapevo che il problema fosse così grave.
Condivido in TOTO che l'attività scout deve essere innanzi tutto scout.
Credo poi che si possa gestire ANCHE un'educazione alla fede, anche confessionale,ma sempre e solo all'interno e in subordine al metodo di B.P.
Fare catechismo dagli scout, qualsiasi tipo di catechismo, secondo me è senza senso.
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porcellinopacifico



Età: 64
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MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 17:24    Oggetto: Rispondi citando

polvansen mi sono spostato su LA SCELTA CRISTIANA perché qui si sta seguendo un altro thread:


uomodelbosco ha scritto:
Ho un dubbio, nato proprio dal topic: a volte si tende troppo a fare attività religiosa (sminuendo la portata dello Scoutismo), o all'opposto, anche in gruppi confessionali, ridurla al minimo indispensabile o meno ancora (diventando una attività border-line all'interno di una struttura come la parrocchia).
Da qui: non è che lo Scoutismo risenta dell'apparato religioso?
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 18:17    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:

Credo poi che si possa gestire ANCHE un'educazione alla fede, anche confessionale,ma sempre e solo all'interno e in subordine al metodo di B.P.
Fare catechismo dagli scout, qualsiasi tipo di catechismo, secondo me è senza senso.


Esatto, il punto che vorrei definire è proprio questo.
Qual'è lo stato dell'arte dello scoutismo attuale in Italia?
Facciamo scoutismo (intendo vero: costtruzioni, strada, giochi, tracce, natura, ecc.ecc.) e all'interno di questo esiste una proposta di fede (qualunque essa sia), oppure stiamo facendo dell'oratorio che ogni tanto necessita di notti in tenda?
La differenza è importante.
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aureliano



Età: 42
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Residenza: Fra Bolzano e Trento...

MessaggioInviato: Giovedì 22 Marzo 2007, 20:14    Oggetto: Rispondi citando

Credo dipenda molto -troppo!- dai gruppi;

Ci sono parecchi gruppi che fanno Scoutismo;
ce ne sono troppi che fanno oratorio...
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rinoceronte caparbio
Moderatore


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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 01:38    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
E se vogliamo veramente accettarlo non dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, altrimenti che accoglienza è?


Non mi ricordo chi l'ha scritto, ma ci tenevo dire due parole.
Questo mi sembra un comportamento che va molto di moda in questo periodo, ovvero il "razzismo all'incontrario". Cioè: "povero, dato che è con noi dobbiamo dargli modo di fare ciò che vuole". E ci dimentichiamo di quello che dobbiamo proporre noi.
Boh, questa non mi sembra accoglienza: mi sembra acquiescenza all'altro.
Mi ritrovo molto in polvansen quando dice:
Citazione:
Non solo, come tu dici, dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, ma da suoi educatori dovremmo anche essere in grado di accompagnarlo per la sua strada.


personalmente, però, mi troverei spiazzato. Devo aiutarlo leggendo il corano? (purtroppo le mie domande sono molto pratiche...)
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porcellinopacifico



Età: 64
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Registrato: 08/03/07 19:46
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Residenza: Milano

MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 09:31    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
E se vogliamo veramente accettarlo non dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, altrimenti che accoglienza è?
l'ho scritto io e lo confermo
rinoceronte caparbio ha scritto:
"povero, dato che è con noi dobbiamo dargli modo di fare ciò che vuole". E ci dimentichiamo di quello che dobbiamo proporre noi.
Boh, questa non mi sembra accoglienza: mi sembra acquiescenza all'altro
Accogliere l'altro comporta anche accoglierlo come credente con la sua fede: che c'entra l'acquiescenza e il fare ciò che vuole? Usando questi termini ti metti nell'ottica di giudicare le altre, rispetto alla tua, fedi da un punto di vista morale, cioè la mia è buona la loro cattiva. Questo a me non sembra giusto.

rinoceronte caparbio ha scritto:
Mi ritrovo molto in polvansen quando dice:
Citazione:
Non solo, come tu dici, dobbiamo dargli la possibilità di dire le sue preghiere, ma da suoi educatori dovremmo anche essere in grado di accompagnarlo per la sua strada.
personalmente, però, mi troverei spiazzato. Devo aiutarlo leggendo il corano? (purtroppo le mie domande sono molto pratiche...)
infatti la mia proposta è diversa (vedi LA SCELTA CRISTIANA), mi sono spostato su LA SCELTA CRISTIANA perché qui si sta seguendo un altro thread:
uomodelbosco ha scritto:
Ho un dubbio, nato proprio dal topic: a volte si tende troppo a fare attività religiosa (sminuendo la portata dello Scoutismo), o all'opposto, anche in gruppi confessionali, ridurla al minimo indispensabile o meno ancora (diventando una attività border-line all'interno di una struttura come la parrocchia).
Da qui: non è che lo Scoutismo risenta dell'apparato religioso?
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polvansen





Registrato: 01/06/06 17:10
Messaggi: 680

MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 09:55    Oggetto: Rispondi citando

rinoceronte caparbio ha scritto:
personalmente, però, mi troverei spiazzato. Devo aiutarlo leggendo il corano? (purtroppo le mie domande sono molto pratiche...)

Devo avere a cuore che anche lui abbia qualcuno che lo aiuti a leggere il Corano. Devo occuparmi, anche indirettamente, del suo cammino.
Ed è così, ovviamente: siamo spiazzati in questo. Per me sta proprio lì la questione se sia il caso o meno di accogliere un ragazzo non cattolico. Prima di accoglierlo devo valutare se ne sono attrezzato/capace (come del resto prima di accogliere il ragazzo in sovrannumero, il ragazzo disabile, il ragazzo celiaco, il ragazzo particolarmente turbolento...). Se è vero che su ciascuno di loro devo costruire un progetto (integrale) sarebbe poco corretto accogliere ragazzi per i quali mi mancano completamente certi strumenti.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 10:42    Oggetto: Rispondi citando

aureliano ha scritto:
Credo dipenda molto -troppo!- dai gruppi;

Ci sono parecchi gruppi che fanno Scoutismo;
ce ne sono troppi che fanno oratorio...


Si, questo lo penso anch'io, ma mi chiedo quanto dipenda dagli pseudo-Capi-animatori-di-oratorio e quanto invece da una (forse) involuzione dello scoutismo.
Quanti Capi sono capaci di improvvisare un bivacco, di distinguere le bacche commestibili o capire un minimo di metereologia per evitare situazioni spiacevoli?
Questo come esempio, ma potremmo andare avanti.
A volte ho l'impressione che si riempia di catechesi e giochetti da oratorio lo spazio che il capo non è in grado di riempire con della vera attività scout.
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actaris



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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 12:23    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:

A volte ho l'impressione che si riempia di catechesi e giochetti da oratorio lo spazio che il capo non è in grado di riempire con della vera attività scout.


E' anche la mia esperienza.
Ma devo cincordare con Rinoceronte. L'Agesci è una realtà di cui magari si riuscisse a rispettare i 'regolamenti'....
Sforziamoci di mettere in pratica lo scoutismo cattolico, obiettivo da cui siamo piuttosto distanti secondo la mia esperienza...
E' inutile sbilanciarci nell'accoglienza di ragazzi che non sappiamo gestire ( parlando in generale ). Porte aperte, mani avanti...
Guardate, il discorso è lo stesso dei disabili: i gruppi che possono, in termini di risorse, progettualità e competenza, DEVONO accogliere. Gli altri se lo fanno, fanno danni.
Così anche noi: finchè siamo in Agesci facciamo scoutismo cattolico.
Ciò non toglie che l'idea di uno scoutismo religioso interconfessionale mi attiri molto.
Ma non in Agesci.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 13:30    Oggetto: Rispondi citando

porcellinopacifico ha scritto:
Accogliere l'altro comporta anche accoglierlo come credente con la sua fede: che c'entra l'acquiescenza e il fare ciò che vuole? Usando questi termini ti metti nell'ottica di giudicare le altre, rispetto alla tua, fedi da un punto di vista morale, cioè la mia è buona la loro cattiva. Questo a me non sembra giusto.


Il punto non è questo: il punto è che in nome dell'accoglienza totale si dimentica ciò a cui dobbiamo educare i ragazzi.
actaris ha scritto:
finchè siamo in Agesci facciamo scoutismo cattolico.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 14:20    Oggetto: Rispondi citando

actaris ha scritto:
uomodelbosco ha scritto:

A volte ho l'impressione che si riempia di catechesi e giochetti da oratorio lo spazio che il capo non è in grado di riempire con della vera attività scout.


E' anche la mia esperienza.
Ma devo cincordare con Rinoceronte. L'Agesci è una realtà di cui magari si riuscisse a rispettare i 'regolamenti'....
Sforziamoci di mettere in pratica lo scoutismo cattolico, obiettivo da cui siamo piuttosto distanti secondo la mia esperienza...
E' inutile sbilanciarci nell'accoglienza di ragazzi che non sappiamo gestire ( parlando in generale ). Porte aperte, mani avanti...
Guardate, il discorso è lo stesso dei disabili: i gruppi che possono, in termini di risorse, progettualità e competenza, DEVONO accogliere. Gli altri se lo fanno, fanno danni.
Così anche noi: finchè siamo in Agesci facciamo scoutismo cattolico.
Ciò non toglie che l'idea di uno scoutismo religioso interconfessionale mi attiri molto.
Ma non in Agesci.


Va bene che ci sia un Agesci che faccia scoutismo cattolico, ma la domanda (brutale) è questa: è o non è una "deviazione" pensare ad uno scoutismo confessionale?
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Venerdì 23 Marzo 2007, 16:39    Oggetto: Rispondi citando

rinoceronte caparbio ha scritto:
Il punto non è questo: il punto è che in nome dell'accoglienza totale si dimentica ciò a cui dobbiamo educare i ragazzi.
actaris ha scritto:
finchè siamo in Agesci facciamo scoutismo cattolico.


Vi rispondo in LA SCELTA CRISTIANA.
Qui rispondiamo alla domanda di uomodelbosco
Citazione:
è o non è una "deviazione" pensare ad uno scoutismo confessionale?
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