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Fenicottero



Età: 36
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Residenza: Parma

MessaggioInviato: Venerdì 29 Settembre 2006, 23:33    Oggetto: Rispondi citando

Tre ore fa hanno caricato Maria su un aereo.

L'hanno presa i carabinieri italiani.
Senza aspettare la decisione del tribunale.

Grazie di essere stati sempre coerenti, voi che sostenete il rispetto della legalità.

Per di più oggi e domani i giornalisti sono in sciopero. Bene. Così magari la gente lo verrà a sapere solo domenica. Se poi gliene fregherà qualcosa a qualcuno, o se non ci sarà qualcosa di più importante di cui parlare. Come i risultati delle partite, ad esempio.

Per me, comunque, non finisce qui.
Dio sa come vorrei essere a Cogoleto o all'aeroporto di Genova, adesso, o addirittura a Minsk a dire due paroline a chi so io.
Invece sono qui a casa mia costretto a elemosinare qualche notizia striminzita da Google News.
E per fortuna che qualcuno, evidentemente, non fa sciopero.
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akelacogoleto1



Età: 42
Segno zodiacale: Vergine
Registrato: 15/09/06 00:44
Messaggi: 60
Residenza: Cogoleto (GE)

MessaggioInviato: Domenica 01 Ottobre 2006, 11:53    Oggetto: Rispondi citando

ciao ragazzi... non riesco a commentare quello che è successo, ci sarebbe da scrivere un libro!

in comitato abbiamo fatto un "breve" sunto dell'intera vicenda, in modo da diffonderla finalmente nella sua interezza al mondo.
ci riserviamo ancora qualche canale di dialogo, e per questo non è ancora completa per non compromettere le nostre prossime azioni, ma è più che suficciente per capire quel che è successo e se leggiamo fra le righe riusciremo anche a trovare i nomi di chi è stato indifferente o colpevole.

nel frattempo vi metto in copia qui sotto una cosa interessante. ci fa capire che non siamo soli.


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lettera-denuncia dell'associazione "AMICI DEI BAMBINI"

30-09-2006

Maria: “Ha vinto il business delle vacanze, nessuno ha difeso la bambina”

L’associazione pronta con azioni legali contro lo Stato italiano – “Assenti le ong per la tutela dell’infanzia”


“Ha vinto il business delle vacanze. L’Italia si vergogni per come ha tradito Maria e tutti i bambini abbandonati come lei che chiedono una famiglia. Maria è stata trattata peggio di un criminale. E’ stata sacrificata in nome delle vacanze. E il piano del rimpatrio era così pianificato che si è atteso perfino lo sciopero dei giornalisti per agire in tutta tranquillità”.

Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, denuncia duramente il blitz notturno che ha portato al rimpatrio della bambina bielorussa, senza attendere il parere dalla Corte d’Appello di Genova, cui si era rivolta l’associazione presentando un “intervento adesivo” a sostegno della minore, affinché fosse garantito il suo diritto alla famiglia e ad essere ascoltata, in nome dell’interesse diffuso che riguarda non solo Maria ma anche migliaia di bambini abbandonati.

L’associazione intende ora agire con una serie di azioni legali attraverso un pool di esperti composto dagli avvocati del proprio Ufficio Diritti dei minori e da alcuni docenti universitari: è allo studio in particolare un’azione di responsabilità civile per danni contro lo Staùto italiano per aver negato il diritto alla difesa e altri diritti fondamentali che riguardano la minore.

“Perché non erano con noi in tribunale Unicef o altre organizzazioni internazionali che tanto hanno lottato per difendere i diritto dei minori? – conclude Griffini – Nessuno ha speso una sola parola per Maria. Questo caso è l’esempio di come i bambini abbandonati non esistano e i loro diritti siano continuamente calpestati”.
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ora che fare? direte in molti...
c'e' molto da fare perchè questa è stata una cosa talmente sporca che lascerà segno, macchia e puzza per molto tempo a chi ha omesso, chi è stato superficiale, chi indifferente, chi zelante...

il nostro obbiettivo non è la rivincita, l'azione punitiva.
il nostro obbiettivo è la piccola Vika
(questo il suo dolce nome).

e fidatevi, nulla è impossibile quando si muove lo spirito internazionale.


da parte nostra quel dolce caschettino biondo sarà sempre nei cuori del nostro branco nella consapevolezza che un giorno tornerà a sgambettare nei prati insieme a noi.


vi faremo sapere presto le novità.
grazie a tutti e tenete vivo blog e attenzione!

luca
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akelacogoleto1



Età: 42
Segno zodiacale: Vergine
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Messaggi: 60
Residenza: Cogoleto (GE)

MessaggioInviato: Domenica 01 Ottobre 2006, 12:25    Oggetto: Rispondi citando

articolo di oggi da uno dei pochi giornali che non ha fatto sciopero...

IL GIORNALE

«Maria sacrificata alla ragion di Stato»
Dopo la partenza della piccola, a casa dei Giusto prevale la disperazione e la sensazione di essere stati abbandonati dalle autorità

Monica Bottino
da Genova

«Dicono che la bambina in Bielorussia ha un fratello che l'aspetta. È vero che Maria ha un fratello: noi speriamo proprio che glielo facciano vedere perché se non fosse stato per noi oggi non lo riconoscerebbe nemmeno». Ha un filo di voce Chiara Bornacin, mentre pensa all'altra notte. L'ultima, la più terribile. Quella della sconfitta. Alessandro Giusto si sfoga, uscendo di casa per l'ennesima corsa dagli avvocati: «Il mio Paese mi ha tradito, lo Stato italiano non ha saputo difendere una bambina indifesa.
Nessuno si è mosso. Ho perso la fiducia nella giustizia».
Chiara è su a casa. «L'hanno portata via, nel freddo di Minsk, senza nemmeno lasciarle fare le valigie con i suoi vestiti pesanti - dice -. L'hanno portata via con i bermuda delle Winx che le piacevano tanto e avevamo comprato quest'estate... ma lassù fa freddo».
Seduta sul letto, gli occhi gonfi di pianto. Sono le undici del mattino e Chiara Bornacin non trova la forza di alzarsi. Il marito Alessandro è dagli avvocati, la mamma a casa.
La suocera, quello scricciolo di donna con un coraggio da leone, le accarezza la testa. La battaglia è durata settimane, adesso è solo il momento di chiudersi a ricordare. «È finita, non la vedremo più... - sussurra la nonna, Maria Bordi, ingoiando le lacrime -, come si sentirà adesso? Mi diceva: “Venite anche domani nonne, vero? Venite?... Voglio andare a casa dalla mamma e dal papà... perché non mi portano a casa?...”. L'abbiamo abbandonata... si sentirà tradita». Nell'appartamento al quinto piano c'è un silenzio pesante.
Rotto solo dal campanello del portone pigiato a ripetizione dai fotografi. Chiara fissa le gocce di pioggia sul vetro. E sfoglia l'album dei ricordi, l'estate dei Mondiali con Maria che fa il tifo per l'Italia e sventola la bandiera bianca, rossa e verde. Le vacanze al mare. E anche la voglia di insegnarle ad amare comunque la Bielorussia, il suo Paese. Dove Maria ha un fratellino più grande di due anni.
«Sappiamo che se non fosse stato per questo bambino meraviglioso Maria non sarebbe viva»,
si sfoga Chiara. Lui aveva sette anni e lei poco più di quattro quando stavano ancora con la madre. «Le maestre ci hanno raccontato la loro vita, Maria aveva una maestra buonissima nel primo istituto dove fu portata a quattro anni. Quando la conoscemmo fu quella donna a raccontarci la storia di Maria», prosegue Chiara. Una storia fatta di abbandono, perché la mamma di Maria e Ivan era una ragazza madre, sola e alcolizzata. Quando la bambina piangeva, lei le infilava in bocca la bottiglia della vodka.
E allora era il fratello a dire «mamma, no... ti prego». Il bambino fu trovato diverse volte a rubare nei negozi cose da mangiare da portare alla sorellina. Quando non riusciva, rovistava insieme a lei nella spazzatura, in cerca di qualche avanzo. Ma fu così che la salvò dalla morte, in quegli anni quando stretti come due cuccioli dormivano sotto i camion del deposito che avevano vicino a casa. Perché come due randagi sentivano il calore del motore spento dopo un lungo viaggio e superavano la notte gelida di Minsk.
«Una volta - racconta Chiara -, Maria vide un gatto che si riparava dalla pioggia sotto una macchina. Mi disse: “povero gatto, mamma lui proprio come me...”». Alla morte della madre i due fratelli furono separati, ma si trovavano in due «internat» vicini e per un certo periodo di tempo grazie al buon cuore di qualche maestra il sabato o la domenica venivano fatti incontrare. Fino a quando Maria non fu trasferita lontano, a Vilejka, appunto, visto che era considerata ritardata a causa dei disturbi del linguaggio.
Infatti dopo la sua nascita le condizioni della madre si erano aggravate e la donna non rivolgeva alla piccola nemmeno la parola. Maria, una volta in istituto, non parlò per un anno.
«Ci abbiamo messo tre anni a farle recuperare il rapporto con la mamma - dice Chiara Bornacin -, lei diceva mamma cativa ma noi le abbiamo fatto capire che la sua mamma era solo malata. E così le è anche venuto il desiderio di visitare la sua tomba, ma non l'abbiamo mai trovata».
Poi, grazie alle ricerche sul cognome,
la famiglia Giusto è riuscita a rintracciare il fratello di Maria, ospite anche lui in una famiglia sarda, per le vacanze. «Siamo andati a Cagliari e lo abbiamo preso con noi per dieci giorni - racconta - abbiamo girato tutta la Sardegna e mentre il maschietto si ricordava della sorella, lei non lo ricordava bene. Eppure è proprio grazie a lui se Maria è sopravvissuta». Ora Ivan si trova in una famiglia bielorussa, studia ed è amato. E potrebbe essere una buona soluzione anche per la bambina quella di trovare grazie al fratello il calore di una casa e non restare in istituto.
«Dicono che noi le facevamo odiare il suo Paese - si sfoga Chiara Bornacin -. Io mi sforzavo di imparare il bielorusso, basta andare di là nella sua stanza per vedere i libri che le compravamo in bielorusso. Il problema è che lei accostava il suo Paese alle terribili violenze subite...». Maria amava l'Italia e il calore dell'amicizia che aveva trovato qui. L'Italia l'ha tradita. Anche attraverso le persone più insospettabili. Come la suora che, al giudice dei minori che le chiedeva se c'era posto nell'istituto per far restare almeno una nonna con la bambina per la notte,
non ha avuto dubbi e ha detto: «no». Una durezza che contrasta con l'abito e con le virtù cristiane. Forse la carità si è fermata prima di Quinto.
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scricciolo



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MessaggioInviato: Lunedì 02 Ottobre 2006, 10:28    Oggetto: Rispondi citando

ho trovato questo articolo sul Giornale:

A quel che risulta al Giornale la vicenda ha dunque visto l'accelerazione improvvisa di venerdì sulla base di un compromesso tra Italia a Bielorussia. In cosa consiste il compromesso? La due parti avrebbero concordato che Maria non vada più in orfanotrofio ma che venga adottata dalla stessa famiglia bielorussa che ha adottato il fratello maggiore di Maria. Non è ancora chiaro in quali forme, ma ci si sarebbe anche accordati su aiuti economici da dare alla famiglia in questione perché prenda in custodia la piccola e la faccia crescere lontana da ambienti in cui non vuol più tornare per le violenze che ha denunciato. A quanto pare, ma anche qui si tratta di indiscrezioni non proprio precise, verrà data la possibilità ai coniugi italiani di tenersi in contatto con Maria e forse di poterla incontrare in futuro. I coniugi Giusto fino a ieri sera non erano al corrente dell'accordo segreto e questo suonava quantomeno strano. Ma altre fonti confermavano che il compromesso esiste ed è proprio in questi termini.

MA E' VERO????
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Lunedì 02 Ottobre 2006, 12:44    Oggetto: Rispondi citando

x scricciolo...

quel che tu hai scritto (e trovato scritto) è quanto di più contorno e manomesso che ci sia...
appena posso lascio la storia completa così capirai che quel che hai letto è assurdo...
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Lunedì 02 Ottobre 2006, 12:51    Oggetto: LA VERA STORIA DI VICKTORIA (la piccola "Maria") Rispondi citando

LA VERA STORIA DI VICA (la piccola "Maria")

Maria-Chiara Bornacin ed Alessandro Giusto raccontano !a loro storia, nonostante tutto, di amore nei confronti di Vica, bambina bielorussa con la quale formano ormai affettivamente una "famiglia" da tre anni.
Nell'estate 2003 hanno ospitato per la prima volta Vica nell'ambito di un progetto di soggiorni per risanamento a favore di bambini provenienti dalla zona di Chernobyl.
Infatti, la coppia sentiva il desiderio di aprire la propria casa ad un bambino bisognoso, per aiutarlo concretamente e seguire quella che da sempre entrambi consideravano una vocazione verso i più piccoli ed i più deboli.
Da allora ospitano ogni anno Vica per 2/3 mesi durante l'estate e 1/2 mesi durante l'inverno. Nonostante si fossero preparati a spiegare alla piccola che, in qualità di amici, sarebbero stati lieti di ospitarla nella propria dimora per regalarle una vacanza, da subito Vica ha iniziato a chiamarli mamma e papà e con il passare del tempo li ha sentiti tali in maniera sempre più profonda, riconoscendo la loro totale apertura nei suoi confronti.
Anche Maria-Chiara ed Alessandro sono stati travolti dall'affetto verso la bambina e progressivamente hanno iniziato a considerarla loro "figlia" al punto che, conclusosi il primo soggiorno, hanno subito avviato le pratiche per la sua adozione.
Vica ha dieci anni ed è orfana. Affidata dapprima ad un istituto dedicato a bambini fino ai sette anni, allo scadere di tale termine è stata trasferita nell'istituto di Vilejka per minori con problemi psico-fisici, dove si rimane fino ai diciassette anni di età; è stata dichiarata in stato di adottabilità dalle competenti autorità bielorusse.
Purtroppo, appena ottenuto il decreto di idoneità all' adozione presso il Tribunale dei minori di Genova nell'ottobre 2004 le adozioni sono state bloccate dallo Stato bielorusso senza fornire alcuna spiegazione plausibile.
II blocco è durato per più di un anno. II 12 dicembre 2005 infatti si è giunti alla firma di un protocollo bilaterale fra i 2 paesi che sanciva l'impegno da parte dello Stato bielorusso ad espletare le circa 150 pratiche di adozione giacenti presso il Centro Adozione di Minsk entro il primo marzo 2006, senza purtroppo considerare le altre circa quattrocentocinquanta pratiche già avviate, ma ancora giacenti in Italia. Pur essendo un risultato parziale, questo è stato accolto da tutte famiglie italiane con grande soddisfazione e soprattutto con la concreta speranza di un suo adempimento. In realtà, raggiunto il termine del primo marzo, nessuna adozione era ancora andata a termine. Oggi, nel mese di settembre 2006, solo un quarantina di pratiche adottive si sono concluse e l'inadempienza bielorussa nei confronti di un patto così specificamente siglato con le nostre autorità ha definitivamente disilluso le famiglie italiane sull'affidabilità di questo Sìtato e sulla sua capacità o volontà di rispettare le garanzie fornite.
Ricordiamo che la Bielorussia è una nazione messa al bando dall 'Unione Europea e dalla comunità internazionale, poiché non sono garantite le libertà fondamentali dell'uomo.
I problemi sono esplosi all'inizio di questa ultima estate, quando i sospetti dei due "genitori affidatari" della minore inerenti a possibili abusi subiti dalla piccola in istituto sono stati purtroppo tristemente confermati.
I sospetti erano iniziati due anni fa quando, in occasione di una visita medica, oltre ai soliti ematomi solitamente riscontrati all'arrivo in Italia su tutto il corpicino, era stata trovata una bruciatura di sigaretta nella zona inguinale. I medici non avevano dubbi e volevano subito far partire una denuncia alla questura competente, ma la coppia, su consiglio dell' associazione di volontariato italiana, aveva dovuto fermare questa iniziativa per paura che lo Stato bielorusso potesse risentirsi e comportarsi in maniera punitiva nei confronti della bambina e della famiglia, non facendoli più incontrare.
Da allora i due hanno tentato di tutelare la minore assicurandole, attraverso sostegni economici e raccomandazioni forniti durante i numerosi viaggi compiuti in Bielorussia, un riguardo particolare da parte dei responsabili dell'istituto nei confronti di Vica, ma tutto è stato invano.
Nel frattempo l'insofferenza per la mancata adozione, inspiegabile agli occhi di una bambina che aveva trovato finalmente una famiglia in cui sentirsi totalmente accolta ed amata, cresceva e la domanda "mamma, papà, perché non posso sempre stare in Italia con voi?" diventava sempre più ricorrente. La risposta da parte della coppia era sempre la stessa: "mamma e papà devono fare prima tanti documenti", ma incominciava a perdere di credibilità.
Nell' ultima telefonata prima della partenza per l'Italia, la bambina aveva dichiarato "mamma, ho trovato come stare sempre in Italia: vado al mare, bevo tanta acqua e muoio, così mi mettete accanto al nonno (il padre di Maria-Chiara, deceduto alcuni anni fa) mi portate tanti .fiori e ci vediamo tutti i giorni".
Appena sbarcata in Italia, durante il tragitto compiuto in autobus tra l'aeroporto ed il luogo d'incontro con le famiglie, una persona del direttivo dell'associazione di volontariato ha trovato in tasca di Vica numerosissime lamette da barba che la bambina aveva rubato al medico dell'istituto, poi consegnate alla coppia. I due dopo un po' di tempo hanno chiesto il motivo di quelle lamette e la risposta è stata agghiacciante: "se alla fine della vacanza mi fanno tornare in Bielorussia, mi faccio uscire tanto sangue, così muoio e posso rinascere nella pancia della mamma senza bisogno di fare tanti documenti".
A queste dichiarazioni sono poi succeduti episodi nei quali la piccola ha effettivamente tentato il suicidio, fortunatamente sventato dall'intervento di adulti.
Inutile dire come questo precipitare della situazione psicologica della bambina ha gettato i "genitori affidatari" in una profonda preoccupazione.
Preoccupazione che ha poi trovato una risposta nella tremenda confessione effettuata pochi giorni dopo alla "mamma affidataria" in un'occasione del tutto fortuita, il giorno prima di un incontro organizzato con un altro bambino di undici anni, affidato ad una famiglia del basso Piemonte ed in vacanza in una località vicina a Cogoleto e proveniente dallo stesso istituto di Vica. La sera prima dell'incontro infatti i due bambini, appresa la notizia che si sarebbero dovuti incontrare, hanno avuto improvvise crisi isteriche. Dopo molti sforzi per calmare la piccola, Maria-Chiara ha raccolto le confidenze di Vica riguardanti il motivo per cui si rifiutava di incontrare l'altro bambino ed inerenti a ripetute violenze fisiche, psicologiche e sessuali di gruppo subite ad opera di bambini coetanei, ma soprattutto di ragazzi più grandi, fino ai 20 anni, che usciti dall'istituto gravitano intorno ad esso in stato di delinquenza ed occasionalmente rientrano per molestare i più piccoli.
Queste rivelazioni sono state poi confermate anche dall'altro bambino, che alla rispettiva "mamma affidataria" ha confessato con inaudita violenza i "giochi" che è costretto a subire ed a ripercuotere sulle bambine più piccole.
Ecco spiegate le ragioni che stanno alla base del forte disagio manifestato dalla bambina.
Successivamente poi queste confessioni sono state rese anche in presenza di psicologi e psichiatri che da tempo seguivano la piccola ed hanno avuto riscontri anche con visite mediche specialistiche. L'unico modo per cercare di superare i traumi profondi subiti da Vica era allora l'adozione di terapie volte soprattutto a scongiurare gli intenti autolesionistici della minore, da svolgersi nell' ambiente italiano che con tanto amore l' ha accolta e che prevedevano il fondamentale sostegno da parte della "famiglia affidataria".
A questo punto i due coniugi, visti i fallimenti delle iniziative diplomatiche volte a risolvere il problema delle adozioni su larga scala, hanno chiesto con molta discrezione un intervento del Tribunale per i minorenni di Genova; nel contempo, la Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale ha aperto un autonomo fascicolo. Anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Torino ha aperto un fascicolo per il bambino ospitato nel basso Piemonte.
Il tutto è stato condotto con la massima riservatezza dalla famiglia genovese, ben conscia della delicatezza della situazione e di possibili minacce, puntualmente poi arrivate, di blocco delle adozioni e dei soggiorni terapeutici.
L'esito di questi procedimenti è stato un provvedimento emesso il 16 agosto 2006 dal Tribunale dei Minori di Genova, che prevedeva in via temporanea e provvisoria l'affidamento di Vica al Comune di Cogoleto con collocazione presso l'abitazione dei coniugi Giusto per l'adozione di terapie riabilitative con termine agli specialisti per presentare le loro relazioni entro il 30 ottobre al Tribunale per i minorenni di Genova; a seguito delle quali il Tribunale stesso avrebbe assunto le opportune decisioni. .
Subito il Comune di Cogoleto, da tempo al corrente della grave situazione di Vica, si è stretto attorno alla piccola e si è prodigato affinché venissero intraprese tutte le azioni possibili per tutelarla.
Purtroppo questa presa di posizione ha però urtato sensibilmente le autorità bielorusse, che hanno preso contatto con il Tribunale dei Minori e con organi politici italiani, prospettando l'interruzione dei soggiorni terapeutici.
Il console bielorusso, giunto subito a Genova con un ordine perentorio di rientro immediato per Vica, ha richiesto ed ottenuto dal Tribunale dei Minori di Genova di poter fare effettuare una visita sulla bambina da parte di una pediatra e di una psicologa bielorusse La visita si è svolta il 25 agosto presso il Comune di Cogoleto, sottoponendo la bambina ad uno stress altissimo, nonostante tutte le misure adottate dal Comune stesso per diminuirne l'impatto; la conclusione cui sono pervenute le due dottoresse bielorusse, dopo un solo incontro, è che la bambina sarebbe fisicamente trasportabile e che non potrebbe essere considerata attendibile, poiché non capace di intendere e di volere, per carenze cognitive. Quindi, il 26 agosto il console ha spostato la data di partenza di tutto gruppo dal 29 agosto all'8 settembre, data in cui lo stesso funzionario si diceva certo che sarebbe partita anche Vica in seguito, a suo dire, a precisi accordi presi con il tribunale dei Minori di Genova.
Il Tribunale, interpellato da! Comune di Cogoleto in merito alla presunta esistenza di un tale accordo, ha replicato con la raccomandazione di proseguire con le visite mediche programmate per accertare con maggiore precisione la condizione di Vica, la prima delle quali è stata effettuata il 4 settembre.
II 6 settembre ai coniugi Giusto è stato invece comunicato informalmente che la bambina sarebbe in effetti dovuta partire dopo due giorni, sulla base di garanzie fornite dallo stato bielorusso Tali garanzie prevedevano la possibilità di accompagnare la bambina in Bielorussia assieme a due medici italiani per valutarne la nuova sistemazione in una casa di cura, ma davano ben poche, se non inesistenti, certezze circa la prosecuzione dei rapporti tra la coppia e la bambina, subordinandoli ad una esplicita richiesta di Vica.
Sconfortati dall' incongruità di una tale decisione, sia perché toglieva alla minore quel minimo diritto ottenuto con tanta fatica ad avere adeguate terapie per i traumi subiti, sia perché con assoluta insensibilità "non concedeva alla bambina l'eventuale tempo necessario per prepararsi ad un evento per lei così traumatico vista la disastrosa situazione psicologica in cui si trovava, i "genitori affidatari" hanno così cominciato ad attendere con disperazione la notifica di un provvedimento che annullasse il precedente e desse nuove istruzioni sul rientro in Bielorussia.
II provvedimento è stato notificato alla coppia solo in data Il settembre; pertanto, il giorno previsto per la partenza, l' 8 settembre, la coppia ignorava ora e luogo di incontro per la partenza verso l'aeroporto, né sapeva della reale esistenza del provvedimento e quindi di un effettivo obbligo di riconsegnare la bambina.
Nonostante questa empasse formale riguardante problemi di notifica, la bimba ha manifestato una assoluta disperazione alla comunicazione dell' eventualità di essere staccata da quelli che lei considera i suoi genitori ed ha nuovamente minacciato di suicidarsi qualora questo fosse avvenuto.
Dopo lunga e dolorosa riflessione Alessandro si era deciso ad attendere la notifica del provvedimento per poi dargli esecuzione, in modo da poter continuare a coltivare la speranza di intrattenere ancora almeno contatti telefonici con la bambina, piuttosto che vedersela strappare, con la forza pubblica, per sempre. Successivamente a queste riflessioni, dopo essersi confrontati a lungo sul da farsi, Alessandro veniva a conoscenza del fatto che Maria Chiara, convinta di seguire e dare attuazione al supremo interesse della bambina, l'aveva nascosta in un luogo sconosciuto al marito stesso, prendendosi la responsabilità di non consegnare la bambina alle autorità bielorusse ed andando così incontro ad una verosimile denuncia per sottrazione di minore. Alessandro, pur contrario ad una simile e radicale soluzione, non ha potuto fare altro che dare tutto l'appoggio e la solidarietà morale possibile alla moglie.
A Maria Chiara non interessano le conseguenze penali previste da una tale imputazione, ma solamente il bene supremo di Vica
Non è possibile sacrificare la vita preziosa di una bambina di dieci anni, che almeno da due subisce inaudite violenze di ogni tipo e che manifesta tutta la propria sofferenza con continui intenti autolesionistici qualora venisse allontanata dalla sua "mamma" e dal suo "papà", nel nome di accordi diplomatici o convenzioni internazionali di alcun tipo.
E ora il vergognoso epilogo.
Con un inaudito spiegamento di forze militari, l’esposizione alla gogna mediatica delle povere nonne e ovviamente la costante presenza di qualche Giuda che confonde una dolce bambina di 10 anni con un boss mafioso, l’efficienza dell’apparato di polizia, sino a quel momento allo sbando, porta ai suoi effetti.
La pericolosa minore viene sottratta alle cure di alcuni monaci, che hanno accolto lei e le nonne, tradotta in un istituto lontana dai suoi affetti, strappata ad ogni contatto con la sua famiglia del cuore (veramente alle nonne vengono concesse 2 visite sotto sorveglianza come avviene normalmente con pericolosi criminali), ma la vergogna non finisce lì.
Alcune autorità italiane decidono di non aspettare neanche la comunicazione ufficiale dell’esito dell’appello e di nascosto, nel buio, la portano via, come braccio dello stato bielorusso.
Chi ha dato quell’ordine è il garante davanti a Dio e davanti agli uomini della salute e del futuro di Vica.
Quali reali interessi sono nascosti in questi ordini? Quali le garanzie? Il futuro di Vica o la certezza del mantenimento del lucroso business?
Vogliamo avere costantemente notizie circa lo stato di salute di Vica
Vogliamo la possibilità di metterci in contatto con lei.
Vogliamo la modifica di questo corrotto sistema di scambi tra Italia e Bielorussia.
Vogliamo tutela e garanzie da rispettare sempre per tutti i bambini indifesi.
Vogliamo credere ancora nel diritto e nella giustizia anche in Italia.
Vogliamo sapere come spiegare gli eventi di questa partenza improvvisa quando ci viene chiesto perché.
Vogliamo sapere perché l’avete fatto.


scusate se era un pò lunga ma era doveroso...

vi prego solamente di non travisare e diffondere lo scritto ritagliando, è una situazione troppo delicata.

grazie a tutti


luca
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Orso Laborioso



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MessaggioInviato: Lunedì 02 Ottobre 2006, 20:20    Oggetto: Rispondi citando

ho sentito ora alla radio che il governo Bielorusso ha proposto ai genitori di maria l'affido è vero o è la solita bufala per fare il lieto fine?
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Martedì 03 Ottobre 2006, 11:45    Oggetto: Rispondi citando


STASERA puntata di PORTA A PORTA dedicata alla vicenda di VIKA ("Maria")


per tutte le vostre domande...
potrete trovare risposta stasera a PORTA A PORTA, con Bruno vespa ci saranno in studio Alessandro e Chiara in una puntata dedicata alla piccola Vika. non perdetevela! so che ci sarà un bel dibattito perchè le personalità invitate potrebbero chiarire molto quel che è accaduto veramente (magari ponendo interrogativi a persone specifiche...) vedremo...


STASERA, in seconda serata, puntata di PORTA A PORTA dedicata alla vicenda di VIKA ("Maria")


spargete la voce!

luca
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Mercoledì 04 Ottobre 2006, 23:53    Oggetto: Rispondi citando

dal nostro sito: www.aiutiamomaria.info



LE DOMANDE SENZA RISPOSTA

(da un articolo di Ma. Zin. Sul SecoloXIX del 2 ottobre 2006)

La vicenda di Maria nasce molto prima della scelta estrema di Alessandro e Chiara Giusto. Ci sono domande che meritano una chiara risposta.

1. I coniugi Giusto hanno percorso tutte le strade legali. Ma sono stati osteggiati a diversi livelli e inascoltati da quasi tutte le istituzioni: perché?

2. Il ruolo delle associazioni del progetto Chernobyl. Dal giorno successivo alla pubblicazione della storia ancora anonima iniziano ad attaccare i Giusto: perché?

3. I casi segnalati al Tribunale dei minori di Genova, non tutti della gravità di quello di Maria, erano stati almeno 15 tra Genova, Savona e Pietra Ligure. Perché non viene aperta un'inchiesta a vasto raggio?

4. Perché dopo il provvedimento del Tribunale dei minori che imponeva la permanenza di Maria in Italia almeno sino al 30 ottobre, lo stesso (il 6 settembre) viene modificato?

5. Parallelamente alla pubblicizzazione della storia di Maria viene negato l'asilo anche a un bimbo di Savona: perché?

6. Analogo trattamento riceve dal Tribunale dei minori di Torino il bimbo ospite di una famiglia di Ovada, testimone e vittima, nello stesso istituto, delle stesse violenze raccontate da Maria. Perché?

7. Questo avviene dopo che il presidente del Tribunale dei minori Sansa, ha segnalato gli interventi pesanti delle autorità bielorusse?

8. Quando è stato deciso il blitz visto che la decisione della Corte di Appello è giunta solo sabato? Quale certezze o timori aveva l'autorità bielorussa?

9. Il Tribunale dei minori di Genova ha partecipato al vertice con ambasciatore e carabinieri il pomeriggio del blitz?

10. Se sì, perché? La decisione dell'appello avrebbe lasciato lo spazio a una impugnazione "europea" con Maria in Italia?


www.amicideibambini.it per sostenere la raccolta di firme digitali

se volete invece raccogliere firme a favore dei diritti della piccola "Maria" nei vostri paesi (firme cartacee) inviatemi una mail:

luca.nanni@gmail.com


a presto

luca
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Sabato 07 Ottobre 2006, 09:41    Oggetto: news Rispondi citando

qualcosa si sta muovendo. in questi giorni c'e' molto lavoro. contatti, lettere ecc.. in tanti stanno rispondendo all'appello lanciato dalla Vika.
aspettatevi nei prossimi giorni una sorpresona.

smentisco però che la triste vicenda di Vika sia già finita e che sia tutto a posto addirittura con una adozione avviata. (palle messe in giro per calmare gli animi!)
tanto è vero che non abbiamonessuna notizia della bimba. sappiamo solo, da fonti attendibili, che è in una struttura riabilitattiva dove ci sono 10 bambini !malati psichici! ?come lei? e che le è ststo regalato un gattino per distrarla dalla mancanza di una mamma e di un papà...
tutto comunque era già prescritto nell'ipotesi di cura che i medici bielorussi avevano consegnato al tribunale dei minori (si perlava di cura a base di sedativi, accarezzare conigli, doccia calda, due pasti al giorno, dare da mangiare a pesci rossi...) non è una barzelletta purtroppo!
nessuna comunicazione anche circa le sue condizioni di salute e su come si possa sentire dopo essere stata presa con la forza (abbiamo la conferma del taxista che è sconvolto) e trascinata di notte senza i suoi vestiti e il saluto dei cari su un aereo ediretto nel posto dove non voleva andare.
e nessuna comunicazione circa i suoi tentativi di suicidio promessi se l'avrebbero portata via (speriamo bene povere piccola...)

appena so qualcosa di atendibile vi faccio sapere...


segue una comunicazione del nostro comitato:
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ciao a tutti

volevamo comunicarvi che il nostro Comitato, ha chiamato il presidente del Mil (Movimento Indipendentista Ligure) e preso posizione circa la loro manifestazione a favore di Vika, che si terrà Domenica prossima a Genova.

Il Comitato ha chiarito al Mil che apprezza il suo sostegno a favore della piccola Vika ma che non parteciperà alla manifestazione in quanto il Comitato non aderisce a manifestazioni già organizzate ma piuttosto organizza lui stesso iniziative, collaborando sempre con la famiglia Giusto ed i suoi legali, con i quali condivide una linea ed ha un rapporto costante in amicizia.

Abbiamo inoltre fatto presente al Mil che dato il loro forte interessamento a questo tema, sicuramente il Comitato avrà cura di ravvisarlo qualora ci siano altre manifestazioni, contrariamente quanto fatto dal Mil stesso.


Comitato "Aiutiamo Maria"
www.aiutiamomaria.info

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Fenicottero



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MessaggioInviato: Sabato 07 Ottobre 2006, 12:18    Oggetto: Rispondi citando

Notizia appena arrivata:

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Sabato 7 ottobre 2006, alle ore 24.00, su Retequattro, secondo appuntamento con Kosmos-Un mondo di notizie, il programma di Giorgio Mule’, a cura di Antonello Sette.

Al centro della puntata, il caso della bambina bielorussa Maria.

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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Domenica 08 Ottobre 2006, 10:50    Oggetto: Rispondi citando

ieri ho visto Alessandro ed era decisamente un pò giù... gli ho dato qualche buona notizia ma come non capirlo... è incredibile pensare che da quando c'è stato il maledetto bliz, non hanno più avuto notizia di Vika.

nessuno sa dov'è
nessuno sa come sta
nessuno sa come si sente

si sentirà abbandonata?
o sarà felice come ci ha ripetuto alla nausea l'ambasciatore?


una delle più tristi e sconvolte è la nonna materna, a lei Vika continuava a ripetere "cattiva, cattiva!" l'ultima volta che si incontrarono.
Vika era nel poggiolo della casa delle suore a Genova quando vide al di sotto Alessandro che aspettava le nonne che erano andate a trovarla, quando lo vide urlò "Papà, Papà!!" ed una delle psicologhe invitò la nonna a allontanare la piccola perchè la vista del papà avrebbe turbato la sua psiche... (la nonna la allontanò alle parole della psicologa "guardi che non la rivede nemmeno lei domani!" , ma la psicologa sapeva già che la sera stessa Vika sarebbe stata portata all'areoporto..)
quella fu l'ultima volta che Alessandro vide Vika, la bimba partì la sera stessa all'insaputa di tutti, con i soli vestiti estivi...

sappiamo da una persona che era insieme a Vika nei due giorni passati a Genova che non ha dormito nessuna delle due notti e che spesso si svegliava urlando, piangendo, dicendo di volere tornare a casa. di giorno però si faceva forte e cercava addirittura di sollevare le nonne che quando l'hanno vista per quelle due orette al giorno ce la mettevano tutta per non piangere. ma se il primo giorno era più fiduciosa, il secondo giorno era già più irrigidita e noi che la conosciamo possiamo immaginare quanto Vika fa muro se qualcosa non gli va a genio... difatti quando le nonne l'hanno vista ce la descrivevano così: ascitutta, come se le cose le rimbalzassero, in realtà soffriva dentro!
sappiamo anche che il pomeriggio poco prima del bliz notturno aveva crisi di pianto e non riusciva a capire perchè non la venissero a prendere, diceva che quella non era casa sua e voleva tornare a Cogoleto da mamma e papà...
abbiamo inoltre la confessione del taxista che ha portato Vika in aeroporto, un uomo con la voce rotta dal pianto che ha raccontato quanto era agitata la piccola e quanto urlava e piangeva chiamando quelli che considera i suoi genitori.


se questa è giustizia,
noi tutti ci chiediamo perchè.




vi ho raccontato solo ora di questa cosa dato che ieri è stata resa pubblica della famiglia.
luca
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Domenica 08 Ottobre 2006, 11:07    Oggetto: Rispondi citando

scricciolo ha scritto:
ho trovato questo articolo sul Giornale:

A quel che risulta al Giornale la vicenda ha dunque visto l'accelerazione improvvisa di venerdì sulla base di un compromesso tra Italia a Bielorussia. In cosa consiste il compromesso? La due parti avrebbero concordato che Maria non vada più in orfanotrofio ma che venga adottata dalla stessa famiglia bielorussa che ha adottato il fratello maggiore di Maria. Non è ancora chiaro in quali forme, ma ci si sarebbe anche accordati su aiuti economici da dare alla famiglia in questione perché prenda in custodia la piccola e la faccia crescere lontana da ambienti in cui non vuol più tornare per le violenze che ha denunciato. A quanto pare, ma anche qui si tratta di indiscrezioni non proprio precise, verrà data la possibilità ai coniugi italiani di tenersi in contatto con Maria e forse di poterla incontrare in futuro. I coniugi Giusto fino a ieri sera non erano al corrente dell'accordo segreto e questo suonava quantomeno strano. Ma altre fonti confermavano che il compromesso esiste ed è proprio in questi termini.

MA E' VERO????



ora posso dirti che questo testo in parte era vero ma che in reltà è scritto inpropriamente perchè:

poco prima del ritrovamento della piccola in Val D'Aosta si stavano percorrendo molte strade... tra cui quella di riportarla in Bielorussia ma dandola in affido alla coppia che ora tiene il fratello maggiore (fatto conoscere a Vika da Ale e Chiara durante una vacanza in Sardegna assieme... considerando che hanno faticato non poco per trovarlo!), a quanto pare la coppia Bielorussa non se la sentiva di accogliere Vika, quindi Ale e Chiara gli avrebbero pagato il mantenimento, un pò come facevano con l'istituto (hanno sborsato parecchio a Vilejka per ristutturazione). c'era un qualche accordo ed avrebbero riconsegnato la piccola, ma le autorità (e qui non so bene chi..) gli hanno detto: troppo tardi! difatti nel pomeriggio trovarono Vika (quel troppo tardi era dovuto al fatto che avevano già la segnalazione dei pellegrini che avevano riconosciuto le nonne..). una volta trovata la piccola la parte Bielorussa si irridisce e non è possibile più nessun accordo per salvaguardare Vika. per la Bielorussia l'unico interesse è riportare Vika in patria, come sua bandiera in campo nemico, ed ora vediamo i risultati....

quindi qualcosa di vero c'è ma sono stati Ale e Chiara a proporre questa soluzione! non come dice l'articolo che non sapevano nulla....

ciao
luca
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Martedì 10 Ottobre 2006, 17:02    Oggetto: Rispondi citando

10 ottobre 2006
Maria: Lukashenko ordina nuove verifiche

Il presidente bielorusso Lukashenko ha ordinato un'inchiesta sulle condizioni di vita della piccola Maria nell'orfanotrofio di Vileika.
Secondo i coniugi Giusto, nell'istituto la bambina sarebbe stata maltrattata e abusata: il presidente bielorusso vuole sapere che cosa ci sia di attendibile nelle accuse in arrivo dall'Italia.

Lukashenko ha ordinato un supplemento di indagini e minaccia pene durissime in caso di accertate responsabilità, ma l'avvocato dell'ambasciatore Skripko, citando i rapporti medici, dice che Maria "non potrà essere acoltata per l'indagine per l'indagine sulle presunte violenze subite nell'orfanotrofio di Vileika."

(fonte: L'Unità)

Intanto ieri è stato presentato un esposto dai legali della famiglia Giusto alla Procura di Genova e al Consiglio Superiore della Magistratura con la richiesta di verificare se ci siano state ingerenze sul caso di Maria da parte delle istituzioni e se siano state eventualmente subite dal tribunale di Genova.

(fonte:Avvenire)

che vi dicevo? tutti i nodi vengono al pettine!
questo è un piccolo passo, ma non vi scoraggiate, presto ci sarà la resa dei conti!

ps: non ho grandi novità, o meglio...
confidiamo nel buon cuore di qualcuno
e del Signore naturalmente!

stateci vicini fratellini
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Fenicottero



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MessaggioInviato: Martedì 10 Ottobre 2006, 19:10    Oggetto: Rispondi citando

Ho appena finito di leggere gli articoli di oggi... Sono veramente incavolato nero...

Basta!
Sono stufo!

Ma a Vika non ci pensa nessuno???
Siamo solo noi 4 gatti che ci pensiamo???

Porca miseria, è una persona, una bambina!
Aveva trovato una famiglia, aveva trovato una casa, aveva trovato il suo paese, aveva trovato i suoi amici, aveva trovato persone che la amavano davvero.

E ora non può stare con loro?

La stanno "abituando a vivere in bielorussia".
Stanno distruggendo, anzi, cancellando la parte più bella della sua vita.
Lo stanno cancellando dalla sua mente.

Non dico che quelli che la seguono adesso siano dei mostri.
Sono persone che stanno eseguendo gli ordini.............. Evil or Very Mad

Davvero, Signore, aiutaci...
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