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Responsabilità penale
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elfo





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 02:46    Oggetto: Responsabilità penale Rispondi citando

Apro questo nuovo thread stralciandolo da altasquadriglia...questa "quasi" sconosciuta, per non andare off-topic, anche se apro con questo primo messaggio un po' ad absurdum!


paciock87 ha scritto:
Tutti i 18enni presenti sono responsabili penalmente...


Da un punto di vista squisitamente tecnico-giuridico (in realtà spero che non avvenga mai), sarebbe interessante vedere questo principio messo alla prova in Tribunale.

Penso che un buon avvocato di un Rover in servizio farebbe leva sulla Promessa e sulla Legge Scout: chi ha fatto la Promessa Scout si è impegnato ad osservare la Legge Scout, il cui punto 7 da Scautismo per Ragazzi recita "Lo Scout ubbidisce agli ordini dei suoi genitori, del Capo Pattuglia o del suo Capo senza replicare.", a questo punto sarebbe interessante capire se quando si Promette ci si vincola alla Legge "del Libro" o solo a quella della propria Associazione, poiché se il Capo Unità è AGESCI, la controparte potrebbe replicare che in realtà il ragazzo era vincolato al più pilatesco "La Guida e lo Scout sanno obbedire" che lascerebbe trasparire una certa discrezionalità nella sia pur presente "subordinazione", meglio ancora se il Capo è CNGEI con "L'Esploratore è coscientemente disciplinato", mentre se si tratta di un Capo FSE o Nuova ASCI ("Lo Scout ubbidisce prontamente") non vi sarebbero appigli di sorta.

Insomma, il buon vecchio caro "stavo solo eseguendo degli ordini", che in ambito Scout, anche se non necessariamente in questi termini, avrebbe pure senso visto che di fatto il Rover e la Scolta in servizio hanno poca o nessuna voce in capitolo sulle attività organizzate dai Capi. Sempre assumendo che l'ipotetico fatto di rilevanza penale sia accaduto durante una normale attività Scout, tutt'al più per errore o negligenza dei Capi, e non perché un Capo abbia detto al Rover in servizio: "Entra nelle tende e sgozza gli Esploratori", e questi abbia prontamente eseguito... (!)



Più realisticamente, vorrei riportare il succo di una riflessione fatta durante il CAM E/G al quale ho preso parte l'anno scorso: lo Scautismo espone i Capi, loro malgrado, al rischio di operare sul filo del codice penale; per esempio di per sé un hike potrebbe essere considerato abbandono di minore. L'unica cosa che possiamo fare è formare i ragazzi perché siano preparati ad affrontare le attività alle quali prenderanno parte. Tuttavia, se uno non intende assumersi questo rischio, non può fare il Capo Scout.
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Cervo Capace





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 10:03    Oggetto: Rispondi citando

Mah... In verità al CFM ci hanno detto tutt'altra cosa... È vero che in prima battuta tutti i maggiorenni sono considerati responsabili, poi, per la struttura che si è data l'AGESCI i responsabili civili e penali sono i Capi Unità, gli Aiuti hanno solo la responsabilità civile. L'unica cosa che rischiamo (a meno di non picchiare i ragazzi con l'accetta) è a titolo di colpa (cioè negligenza, imprudenza o imperizia); quello che dici tu di abbandono di minore non si configurerebbe in quanto l'hike è parte del metodo educativo dello scoutismo. Tuttavia i genitori devono essere informati che si svolgono attività di questo tipo (e infatti ci dicevano che è irrilevante far firmare un documento che tolga ai capi ogni responsabilità, piuttosto far firmare un documento tipo: sono a conoscenza che mio figlio/a agli scout partecipa ad attività come: ....)
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
Messaggi: 324

MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 10:06    Oggetto: Rispondi citando

Credo che sia opportuna leggere questa ottima guida sulla responsabilità giuridica del capo scout (scaricala qui) pubblicata dal comitato regionale agesci veneto. Al capitolo 9 si parla proprio di questo argomento. Ne estraggo una parte

Citazione:
Tendenzialmente si può dire che la responsabilità civile e penale non deriva automaticamente dall’incarico ricoperto, ma è necessario valutare di volta in volta chi ha compiuto il
fatto, chi ha assunto o condiviso la decisione che ha portato all’evento/danno, o chi ha omesso la vigilanza o la cura che aveva il dovere di adottare.


Sarebbe poi forse da valutare meglio l'iter formativo associativo (cft,cfm,cfa) in Agesci dove in pratica si parla di vocazione, metodo, riflessione sulle scelte ma invece tutto ciò che riguarda la tecnica del capo scout è lasciata da parte, anzi è lasciata alla formazione permanente del capo (perchè ovviamente il capo ha il tempo anche per questa....).
Forse un po' più di insegnamenti tecnici (topografia, pioneristica, alpinismo, primo soccorso, etc.) dovrebbe essere obbligatori e non lasciati alla libera volontà del capo di approfondire la propria formazione oppure lasciati alle memorie storiche di quando si era in reparto o r/s in servizio in reparto.
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franzos79





Registrato: 03/09/08 15:34
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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 10:26    Oggetto: Rispondi citando

Cervo Capace ha scritto:
Mah... In verità al CFM ci hanno detto tutt'altra cosa... È vero che in prima battuta tutti i maggiorenni sono considerati responsabili, poi, per la struttura che si è data l'AGESCI i responsabili civili e penali sono i Capi Unità, gli Aiuti hanno solo la responsabilità civile. L'unica cosa che rischiamo (a meno di non picchiare i ragazzi con l'accetta) è a titolo di colpa (cioè negligenza, imprudenza o imperizia); quello che dici tu di abbandono di minore non si configurerebbe in quanto l'hike è parte del metodo educativo dello scoutismo. Tuttavia i genitori devono essere informati che si svolgono attività di questo tipo (e infatti ci dicevano che è irrilevante far firmare un documento che tolga ai capi ogni responsabilità, piuttosto far firmare un documento tipo: sono a conoscenza che mio figlio/a agli scout partecipa ad attività come: ....)


Riporto dalla guida che ho citato
Citazione:
Così, per un fatto dovuto a mancata vigilanza o cautela saranno probabilmente responsabili i capi unità e gli aiuto capi presenti. al campo o all’attività (ma probabilmente non i rover e le scolte in servizio, se e in quanto non assumono una vera autonomia decisionale), perché, quali capi, avevano tutti il dovere di agire scrupolosamente.


e si aggiunge

Citazione:
una responsabilità civile dei capi gruppo o della Co.Ca. (o del Consiglio di Zona) potrebbe forse sorgere a titolo di cd. culpa in eligendo, nel caso l’evento dannoso si sia verifi cato in una Unità che Capi Gruppo, Co.Ca. o Consiglio di Zona abbiano deciso o acconsentito venisse affidata a persona – la cui condotta e inesperienza abbia provocato l’evento – palesemente e gravemente non idonea in base a circostanze oggettive o del tutto priva dei requisiti stabiliti dell’Associazione o non rientranti nelle eccezioni consentite (es. capi o accompagnatori tutti minorenni o del tutto privi di formazione o di esperienza scout).


E su questo ultimo discorso si aprirebbe un bel problema per tutti quei gruppi tenuti in vita con capigruppo prestanome, capiunità prestanome che magari non sono neppure in coca o sono in un'altra unità a fare servizio.

E comunque il discorso dovrebbe essere affrontato seriamente in associazione, anche perchè ci sono fatti accaduti dove dei capi sono stati condannati.

http://www.montagna.tv/cms/2010/01/15/scout-morto-in-cadore-un-anno-ai-capi/
http://qn.quotidiano.net/2000/09/29/1336921-Scout-morte-in-Valchiavenna-i-capi-patteggiano.shtml

Non basta l'assicurazione scout, i campi di specializzazione lasciati alla libera partecipazione dei capi secondo me. Ci vogliono nozioni di alpinismo, topografia, primo soccorso ben definite
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Cervo Capace





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 11:15    Oggetto: Rispondi citando

La formazione tecnica, indispensabile almeno dal reparto in su, dovrebbe essere inserita nell'iter di formazione (gli stage per capi spesso non si fanno per mancanza di iscrizioni!)
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falco impetuoso



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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 11:16    Oggetto: Rispondi citando

da noi non c'è "probabilmente"
c'è il capo unità e il capo gruppo responsabili
e sì è un tema da trattare
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franzos79





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 11:40    Oggetto: Rispondi citando

In molti dicono che è un tema da trattare, ma nel 2007 oltre 100 capi riuniti nel consiglio generale agesci hanno votato l'attuale iter che certo non prevede questa formazione tecnica che anche io ritengo assolutamente necessaria.

Fortunatamente abbiamo un fondatore che aveva previsto tutto dando la bella definizione di scoutismo sintetico verso cui ci stiamo allegramente dirigendo...

Personalmente temo che vi sia il pericolo che un certo tipo di “scautismo sintetico” si insinui nella nostra formazione scout prendendovi il posto del prodotto naturale descritto in Scautismo per Ragazzi.
Perciò insisterei presso i commissari di distretto affinché stiano attenti a questo pericolo nel corso delle loro ispezioni e correggano la tendenza dove essa venga rilevata. Per “scautismo sintetico” intendo il fatto che il metodo scout venga oscurato ricoprendo interamente la forma originaria mediante una massa di regole e di manuali d’istruzione tendenti a trasformare in una scienza per il capo e in programma scolastico per il ragazzo ciò che invece era originariamente, e deve rimanere, un gioco all’aria aperta.
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falco impetuoso



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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 11:46    Oggetto: Rispondi citando

il pezzo sullo scoutismo sintetico è molto bello
lo utilizzo spesso
certo è che se un capo ha una casa di proprietà
e il ragazzo incappa in un incidente
uno svenimento in route
una caduta
il genitore diventa una iena
in quel caso uno deve essere pronto a conoscere i suoi diritti e i suoi doveri
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franzos79





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 11:56    Oggetto: Rispondi citando

falco impetuoso ha scritto:
il pezzo sullo scoutismo sintetico è molto bello lo utilizzo spesso certo è che se un capo ha una casa di proprietà e il ragazzo incappa in un incidente
uno svenimento in route una caduta il genitore diventa una iena in quel caso uno deve essere pronto a conoscere i suoi diritti e i suoi doveri


I genitori fanno bene a diventare iene se un'associazione non prevede una formazione tecnica obbligatoria per i propri capi. Troppo facile dire "fai formazione permanente" quando un capo per fare cft (3-4 giorni), cfm (6 giorni), cfa (7 giorni), riunioni di staff, coca, zona, convegni metodologici di zona e regionali fa i salti mortali.
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Cervo Capace





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 12:06    Oggetto: Rispondi citando

Ecco, un'altra possibilità sono le riunioni di zona. Troppo spesso ci si perde in chiacchiere quando si potrebbe fare un po' di sana formazione Wink
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falco impetuoso



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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 13:26    Oggetto: Rispondi citando

pofferbacco mi trovo in accordo con entrambi!
effettivamente a volte si parla di tutto tranne che di scoutismo
parlo di quello spicciolo che serve ai capi

Wink vi capisco fratellini
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elfo





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 16:37    Oggetto: Rispondi citando

Personalmente credo che la struttura gerarchica, o verticale, dello Scautismo verrebbe presa in considerazione, scagionando o alleggerendo parecchio la posizione degli R/S in servizio.
Il problema sarebbe più che altro per i Capi Unità e gli Aiuti.

Secondo me informare i genitori è utile, mentre eventuali firme servono a poco, anche perché in certi casi si procede d'ufficio anche senza querela di parte, e la responsabilità penale non viene meno con un accordo tra le parti. Tutt'al più potrebbe evitare che un Capo Reparto venga denunciato perché fa lavare i ragazzi con l'acqua fredda (è successo a Sassari, poi la denuncia è stata ritirata...)

Bisognerebbe che l'attività Scout fosse riconosciuta legalmente, ma il Parlamento pare abbia altre questioni di cui occuparsi...

Ritengo invece importantissimo il discorso della Formazione Capi, proprio nell'ottica di limitare i rischi dovuti all'impreparazione. Il mio Capo Gruppo ha un manuale della formazione di Gilwell (dei tempi che furono), che sembra un corso universitario dove venivano affrontate tutte le discipline che concernono lo Scautismo. Sarebbe bellissimo se fosse ancora così, e anche qui in Italia.
Purtroppo nella realtà odierna è già difficile ottenere che i Capi facciano la formazione così com'è, spesso lasciando la conduzione nominale delle Unità a dei presta nome brevettati, come già ha fatto notare qualcun altro.
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BOBOMAN



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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 17:28    Oggetto: Rispondi citando

Elfo ha scritto:
Il mio Capo Gruppo ha un manuale della formazione di Gilwell (dei tempi che furono), che sembra un corso universitario dove venivano affrontate tutte le discipline che concernono lo Scautismo

study
dontknow
crybaby
e c'erano corsi per Istruttori,AE,impiegati gestionali, Comissari,Comissari di zona e via via,piu' un infinita' di altri corsi specialistitici.......compresi corsi di materia legale,da quello che implica organizzare un CE:rapporti con il proprietario del terreno,con gli agricoltori,
proprietari di animali,fornitori,enti preposti ectc etc,alle problematiche legali della sede:rapporti con i proprietari/sponsor,resposabilità terzi con i vicini,questioni con eventuali ditte fornitrici di materiali e imprese edili se previsti lavori e manutenzione,
e "last but not least" tutto quell'universo legale che implica il "lavorare" con i ragazzi.
Ovviamente non ho citato i corsi Woodbage e tecnici perchè dati per ovvii.
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stambeccosincero



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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 17:57    Oggetto: Responsabilità penale Rispondi citando

Parliamo delle vicende così come ci sono state passate dagli organi di informazione e quindi con il beneficio del dubbio!
OK. Tutti parlano di preparazione tecnica, di responsabilità diretta o indiretta, di partecipazione o meno alle decisioni importanti o alla organizzazione delle attività.
Un capo scout dovrebbe essere:
Medico magari chirurgo, esperto meteo, guida alpina e scalatore, speleologo, esperto in salvamento e magari sub con abilitazione al primo soccorso subacqueo, esperto nel settore della sopravvivenza ed esperto nel seguire tracce di animali commestibili, etc., etc.
Ma anche se così fosse, potrebbe incappare tranquillamente in qualche problema, magari provocato da qualche ragazzo del reparto ed incappare in conseguenze penali o civili.
Allora? Cosa fare?
Umiltà! Sì basta un poco di umiltà! L’umiltà di riconoscere i propri limiti e tirarsi indietro!
Tante volte io mi sono trovato in frangenti che presentavano un rischio troppo elevato per la preparazione dei ragazzi e, soprattutto mia. E allora ho cambiato il programma, ho variato l’attività, ho cambiato itinerario o destinazione, ammettendo semplicemente di non essere in grado di proseguire in quello che stavo facendo.
Ora, nel massimo rispetto di quei capi che purtroppo sono rimasti coinvolti i situazioni che ben conosciamo, e sentendomi comunque vicino a loro ed ai familiari dei ragazzi scomparsi, non posso accettare che, ad esempio, nel caso del giovane scivolato sul lastrone di ghiaccio, il capo, nonostante abbia visto che sotto il lastrone ci fosse un canalone di ghiaccio di 200 metri, abbia comunque deciso di continuare, limitandosi a scavare alcune nicchie nel ghiaccio per posizionare i piedi dei ragazzi, senza assicurare i giovani, al momento del superamento del passaggio critico, con una robusta bretella di sicurezza: il ragazzo sarebbe comunque scivolato ma sarebbe rimasto appeso alla fune di sicurezza, magari fino all’intervento dei soccorsi ma sicuramente non sarebbe precipitato per 200 metri.
Lo stesso dicasi per le tende sulle palafitte: dov’è l’applicazione del metodo nel far costruire le sopraelevate nel letto del fiume? Tale applicazione non avrebbe avuto la stessa valenza se le sopraelevate fossero state costruite magari a 100 metri da quel sito??
E allora, forse sembrerò crudo nelle affermazioni ma per favore, viva lo scautismo, viva l’avventura nei boschi, le gambe graffiate, gli arti rotti per una caduta o la bombola del gas che prende fuoco, ma pensate sempre che l’eventuale applicazione di una sanzione penale o civile è scaturita da un danno, a volte irreversibile, che non abbiamo saputo evitare: e non tiriamo sempre in ballo la (mancata) preparazione tecnica. Ricordiamoci anche del concetto del “bonus pater familiae” (spero sia scritto bene) cioè il concetto del buon padre di famiglia, che pensa sempre al bene della sua famiglia (la branca) e sa rinunciare (al suo orgoglio di capo) pur di non mettere a repentaglio la sicurezza dei suoi cari (i ragazzi).
E badate che chi scrive non è certo mai stato seduto in cambusa a guardare, anzi (ultimo campo rientrato con due costole rotte!!!!).
Un abbraccio a tutti
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elfo





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MessaggioInviato: Venerdì 04 Febbraio 2011, 18:29    Oggetto: Re: Responsabilità penale Rispondi citando

Stambecco, hai ragione, ma purtroppo io vedo sempre più spesso l'estremizzazione del tuo discorso, cioè attività prevalentemente in Sede per evitare rischi, Campi a fianco di una casa di appoggio dalla quale non ci si allontana per più di 200 metri e con riflettori accesi tutta la notte, e Hike con pernottamento a fianco alla stazione dei Carabinieri... (e no, non sono esempi inventati)
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