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Deterrenti
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Autore Messaggio
andreacola



Età: 40
Segno zodiacale: Leone
Registrato: 21/09/07 09:09
Messaggi: 9

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 09:34    Oggetto: Deterrenti Rispondi citando

Salve a tutti,
ultimamente nel mio gruppo si sta sollevando un dibattito sul come far rispettare le regole che ci sono e gli impegni presi, in particolare da parte dei ragazzi (quindi a scopo educativo).

Il problema fondamentale è il deterrente, provo a spiegarmi meglio.

Se non si porta a termine un impegno o viene infranta una regola (il cui significato sia stato già spiegato) devo poter intervenire sul ragazzo con una azione che gli faccia capire che ha sbagliato e che sia conseguenza del suo errore.

Nel nostro gruppo per molto tempo (ultimamente non più) c'era l'abitudine di lasciare a casa il ragazzo che avesse sbagliato, ma ci siamo accorti che non è un buon metodo.
C'è chi fa fare flessioni ma mi sembra un po' esagerato in quanto non siamo nell'esercito.
Non voglio perdere fiumi di parole su orecchie che si chiudono nel momento esatto in cui si comincia la "ramanzina"

Quindi rivolgo a voi il mio problema...quali deterrenti usare??
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 09:54    Oggetto: Rispondi citando

Dipende...
Puoi fare un esempio in modo da riflettere su qualcosa di più concreto?
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Veleno



Età: 46
Segno zodiacale: Capricorno
Registrato: 05/12/05 09:41
Messaggi: 307
Residenza: Genova

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 10:32    Oggetto: Rispondi citando

magari anche l'età a cui ti riferisci (branca) perchè c'è differenza tra parlare ad un lupetto o parlare con un rover! Va beh non sempre...
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andreacola



Età: 40
Segno zodiacale: Leone
Registrato: 21/09/07 09:09
Messaggi: 9

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 10:34    Oggetto: Rispondi citando

Non è facile come sembra...comunque ci provo:

ad esempio c'è la regola di non dire parolacce e un ragazzo invece ne dice. Bene, come posso "punirlo"?

oppure "caio" doveva preparare un gioco e non lo fa, come faccio a non fargliela passare liscia? ormai il danno è fatto, ma lui deve capire che ha fatto danno e in qualche modo "pagare".

"tizio" viene con l'uniforme in disordine, bene.. al momento lo faccio mettere in ordine, ma poi deve anche esserci una conseguenza per il fatto che non ci ha pensato da solo.

Quello che vorrei è colpire immediatamente dopo il "misfatto". Come è possibile pensare a premi per le cose ben fatte a mio avviso non bisogna tralasciare il bastone per colpire e raddrizzare subito le mancanze. Ma vorrei trovare il modo di colpire educando e allo stesso tempo senza troppe parole...ad azione corrisponde azione.

Un ulteriore esempio con uno scenario che avevo immaginato:
dobbiamo riordinare il magazzino. Viene dato l'incarico ad una squadriglia, ma questa non lo porta a termine. Posso farglielo mettere a posto magari durante un attività che a loro piace. In questo modo forse capiscono che dovevano organizzarsi magari a riunione di squadriglia e così non avrebbero saltato il torne...e nel frattempo loro imparano l'organizzazione del magazzino.

Spero di aver chiarito un po' le idee
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andreacola



Età: 40
Segno zodiacale: Leone
Registrato: 21/09/07 09:09
Messaggi: 9

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 10:36    Oggetto: Rispondi citando

tutte le età...
io mi occupo del clan, ma non mi dispiacerebbe trovare soluzioni (anche differenti) per tutte le branche.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 11:18    Oggetto: Rispondi citando

andreacola ha scritto:
Quello che vorrei è colpire immediatamente dopo il "misfatto". Come è possibile pensare a premi per le cose ben fatte a mio avviso non bisogna tralasciare il bastone per colpire e raddrizzare subito le mancanze. Ma vorrei trovare il modo di colpire educando e allo stesso tempo senza troppe parole...ad azione corrisponde azione.


Più che punire direi che bisogna fare in modo che la mancata esecuzione della tale cosa o l'esecuzione di una cosa da non fare abbiano delle conseguenze tangibili, possibilmente mettendo in difficoltà il passaggio successivo.
Faccio un esempio:
Tizio, della squadriglia X si incarica di riparare la tenda danneggiata durante l'ultima uscita.
Al momento di partire per una nuova uscita si scopre che quel lavoro non è stato fatto.
Ipotesi:
1)Un altro Scout, di fretta e furia, ripara alla bell'emeglio la tenda (il messaggio che passa è: chissenefrega, qualcuno c'è sempre che provvede al mio posto, l'importante è che la cosa sia stata fatta).
2)La tenda non viene riparata, non si accettano cose raffazzonate e si va lo stesso all'uscita. Di notte piove e la squadriglia si inzuppa. In piena notte cerca rifugio presso le altre squadriglie, che previdenti hanno le tende in ordine e non accolgono nessuno dei "profughi". La notte diventa un problema umido e buio (il messaggio che passa è: se qualcuno non fa il proprio dovere le conseguenze possono andare ben oltre alla piccola noncuranza diventando un problema, oltre che per se stesso, anche per gli altri. Devo imparare ad essere più preciso e meritare fiducia per evitare di essere maledetto dagli altri squadriglieri ed essere visto come non affidabile dal resto del Reparto).
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andreacola



Età: 40
Segno zodiacale: Leone
Registrato: 21/09/07 09:09
Messaggi: 9

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 11:23    Oggetto: Rispondi citando

si certo...in questo caso la contro azione se la procurano da soli, come quando non si prende la legna a sufficenza per mangiare...poi resti digiuno.

Ma se non piove?

e poi, riprendendo gli esempi precedenti, se dico una parolaccia o non sono in ordine con l'uniforme? Quali contro azioni mi procuro? Credo nessuna, a meno che non ci sia un capo che interviene in qualche modo
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branco



Età: 39
Segno zodiacale: Bilancia
Registrato: 14/08/07 11:02
Messaggi: 5

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 12:19    Oggetto: Rispondi citando

io ti posso dire come affrontiamo il fatto che un ragazzo venga con la divisa in disordine: la sq perde punti di stile
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20coccy03



Età: 36
Segno zodiacale: Bilancia
Registrato: 15/07/05 00:45
Messaggi: 2050
Residenza: Provincia di vicenza

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 12:27    Oggetto: Rispondi citando

ti faccio un esempio..nel mio clan il problema più importante era la presenza:la gente non veniva e non avvisava.
Per questo abbiamo "sdrammatizzato" facendo un cartellone con le caricature delle nostre facce e degli zaini...a ogni assenza veniva disegnato un sassolino o sassolone per controllare la media di presenza/assenze della gente...
Alla fine dell'anno si farà verifica e si utilizzerà come motivo di riflessione...naturalmente ponendo uno sguardo ogni tanto anche durante l'anno
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 13:17    Oggetto: Rispondi citando

andreacola ha scritto:
si certo...in questo caso la contro azione se la procurano da soli, come quando non si prende la legna a sufficenza per mangiare...poi resti digiuno.

Ma se non piove?

e poi, riprendendo gli esempi precedenti, se dico una parolaccia o non sono in ordine con l'uniforme? Quali contro azioni mi procuro? Credo nessuna, a meno che non ci sia un capo che interviene in qualche modo


Beh, ovviamente ho fatto un esempio su due piedi, sta poi nel singolo caso "creare" il moto educativo.
Molto dipende dall'ambiente. Voglio dire: se tutti dicono parolacce e o vestono male l'uniforme viene lunga, ma se il caso è singolo è arginabile facendolo sentire a disagio per la posizione presa.
Abbozzo un esempio stupido: colui che ha una uniforme indecente non viene ripreso nelle foto. Una domanda se la dovrà ben porre, quando tutti si riconosceranno nelle foto e lui non ci sarà.
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Veleno



Età: 46
Segno zodiacale: Capricorno
Registrato: 05/12/05 09:41
Messaggi: 307
Residenza: Genova

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 13:38    Oggetto: Rispondi citando

E' l'idea stessa del "hai sbagliato devi essere punito" che secondo me stride con lo spirito scout! Dovremmo proporre sempre le cose in positivo più che al negativo e la "punizione" dovrebbe arrivare più per far sentire meglio il ragazzo (evitare sensi di colpa) piuttosto che per "marchiare la sua memoria"!

L'esempio della tenda rotta....se piove e le alte squadriglie non danno ospitalità io mi arrabbierei tantissimo! Dov'è lo spirito scout? La fratellanza? L'accoglienza?
Se un ragazzo fa male il sul lavoro e per questo gli altri restano danneggiati...in un buon clima questo non passa "inosservato" e dovrebbe nascere nel ragazzo un senso di disagio....in questi casi per me la punizione è più un modo per dire al ragazzo ok, hai "pagato il tuo debito" ora stai in pace che non un volerlo colpevolizzare!

Se uno dice parolaccie bisogna lavorare sullo stile, sul perchè lo fa e perchè non lo dovrebbe fare! Secondo me lo "stile scout" di cui tanto si parla è quello che viene spontaneamente dai ragazzi, quello imposto per paura delle punizioni secondo me non vale niente!!

E' un discorso interessante ma difficile e ogni ragazzo fa caso a se per chè dipende da che sbaglio ha commesso, da come si è comportato dopo, da che conseguenze ha avuto, da com'è il suo carattere e il suo passato. Gli errori sono parte del cammino....una parte fondamentale direi!!
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Veleno



Età: 46
Segno zodiacale: Capricorno
Registrato: 05/12/05 09:41
Messaggi: 307
Residenza: Genova

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 13:50    Oggetto: Rispondi citando

Proposta Educativa n. 6 del 2006 contiene un articolo sul punire per educare
Da pagina 8

Citazione:

Col senno di poi, il tutto è in linea con B.-P. che nel Libro dei Capi scriveva che “Non si ottiene disciplina punendo un ragazzo per una cattiva abitudine, ma sostituendo quest’ultima con un’occupazione migliore, che assorba la sua attenzione e gradualmente lo conduca a dimenticare e abbandonare la precedente”.
[cut]
gli errori sono – e quindi debbono essere – una possibilità per imparare; in questo senso, quindi, anche la punizione serve solo se apre delle possibilità (di riconciliazione, di apprendimento, di relazioni migliori, ecc.) mentre non serve – e quindi è potenzialmente dannosa – se mira solo a fermare, a colpire, e meno che meno ad umiliare: in questo caso anzi provoca quasi sempre una reazione di frustrazione che porta ad ulteriore aggressività.
[cut]
Questo è in estrema sintesi il senso della pedagogia in positivo: l’attenzione dell’educatore a far sì che da ogni situazione – seppure negativa – ci sia modo di far cogliere ai ragazzi qualcosa di positivo.
[cut]
Imparare dagli errori in modo creativo
Che gli errori dei ragazzi possono essere un’occasione importante per imparare (e quelli dei capi? quando siamo in grado di ammetterli ai ragazzi che bell’esempio!)
[cut]
Riparare – reinserire
Tutto questo non significa, però che la punizione non abbia mai un valore educativo, anche se B.-P. non parla quasi mai di punizione, ma preferisce sempre
alzare il tiro, proporre nuovi impegni e costruire nuovi patti con i ragazzi
[cut]
Nella pratica quindi, l’esploratore che viene sorpreso a combinare un grosso guaio al campo estivo non va rimandato a casa, ma gli può essere proposta una forma di risarcimento “pubblica” (ad esempio andare a rifornire di acqua le cisterne di tutto il campo per un po’ di tempo) così che tutti, dopo aver visto
come si è comportato “male”, possano anche sperimentare che si può comportare “bene” e che la sua presenza è utile a tutti. Ovviamente il ragazzo non deve
essere umiliato, né preso in giro.
[cut]
Un’altra attenzione importante è quella di sollecitare il reale protagonismo dei ragazzi, ad esempio coinvolgendoli anche nelle decisioni riguardanti le
sanzioni che eventualmente fosse necessario applicare: con un lupetto che non lascia mai stare gli altri quando è in cerchio durante il racconto, in un
momento individuale, va concordato come affrontare questo problema, che soluzioni lui propone e anche quali punizioni si potrebbero pensare per porre
un freno al suo comportamento; non è raro arrivare così a stupirsi sia della creatività dei bambini, sia della loro severità.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 14:04    Oggetto: Rispondi citando

Veleno ha scritto:
L'esempio della tenda rotta....se piove e le alte squadriglie non danno ospitalità io mi arrabbierei tantissimo! Dov'è lo spirito scout? La fratellanza? L'accoglienza?

Dov'è il confine tra accogliere e far finta che nulla sia successo? E' educativo avere sempre e comunque una risposta di altri ad un problema causato in prima persona?
Racconto una storia:
Una squadriglia parte per l'uscita. Uno degli squadriglieri, uno nuovo, nonostante sia già in reparto da qualche tempo e sappia già quali siano le "regole", arriva con lo zaino farcito di merendine, patatine e Cocacola.
La squadriglia parte, ognuno si è diviso il materiale comune, tranne Nuovo che afferma di essere stanco e di non voler fare lo sforzo. Durante la strada egli marcia impettito, mentre gli altri sono appensantiti dal materiale.
Arrivati al luogo del campo la tenda viene montata e il cibo portato insieme cucinato e diviso.
Nuovo si fa avanti, ma il CSQ lo ferma: "non hai partecipato alla fatica comune, sicchè non meriti la cena".
Nuovo fa spallucce, si apparta, apre lo zaino trionfante e dà fondo alla sua scorta personale.
Il giorno dopo la SQ esce in perlustrazione, ma poco avanti Nuovo decide che non vale la pena, si infratta dietro ad un albero e si fa un pisolino.
Uno Scout di rientro lo vede, lo sveglia e insieme tornano al campo in tempo per il pranzo.
Ancora Nuovo si avvicina, ma il CSQ lo ferma e lo invita a mangiarsi quel che, contravvenendo a quanto stabilito, Nuovo si era portato nello zaino.
Nuovo si apparta, ma non ha nulla da mangiare.
Nel pomeriggio la SQ esce a rilevare tracce, Nuovo la segue, ma si muove svogliatamente, inconcludente e disturbando gli altri.
Arriva sera, il profumo della cena stuzzica il naso di Nuovo e lo stomaco reclama a gran voce quel che da tempo non vede, ma Nuovo guardando il CSQ capisce che anche stavolta non avrà nulla.
Nuovo crolla.
Capisce di aver sbagliato e si offre di smontare il campo, ripulire e cancellarne le tracce.
Quella cena fu la più bella ricordata dalla SQ. Furono tutti allegri e felici, Nuovo per primo, perchè capì quanto sia fondamentale che tutti facciano la loro parte.
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Veleno



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MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 14:17    Oggetto: Rispondi citando

uomodelbosco ha scritto:
Veleno ha scritto:
L'esempio della tenda rotta....se piove e le alte squadriglie non danno ospitalità io mi arrabbierei tantissimo! Dov'è lo spirito scout? La fratellanza? L'accoglienza?
Dov'è il confine tra accogliere e far finta che nulla sia successo?


Il confine secodo me è nel lasciarti sotto l'acqua, in difficoltà, perchè hai sbagliato! Tu commetti un errore e io ne commetto un'altro lasciandoti fuori! Qual'è il peggiore...se avesse senso confrontarli?

Bella la storia ma la morale? Sembra tanto che il capo squadriglia sia quello che educa, che permette o non permette...ma le punizioni le danno i capi di coca o i capi squadriglia? Se Nuovo visto l'andazzo decideva di arrangiarsi...prendersi il cibo con la forza o di notte?
Dov'è che Nuovo capisce il suo comportamento sbagliato nei confronti degli altri e quindi acquisisce uno strumento di verifica/controllo su se stesso che farà di lui l'uomo della partenza? Non sarà semplicemente che decide di adattarsi alla proposta che passa? Tocca fare così altrimenti non si mangia? E' educativo??
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andreacola



Età: 40
Segno zodiacale: Leone
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Messaggi: 9

MessaggioInviato: Venerdì 21 Settembre 2007, 14:31    Oggetto: Rispondi citando

Il problema che si pone è proprio capire quando fermarsi.

Sono dell'idea che un fratello non debba sempre e comunque lasciar correre...se sbagli accetti le conseguenze...La fratellanza si può vedere lungo la strada, durante le attività, in caso di bisogno. Ma se il bisogno (la tenda sana) me lo creo con la mia negligenza...a voi la conclusione.

Per quanto riguarda i punti levati allo stile, secondo me sono un mezzo ausialiario: credo che nell'educazione si debba intervenire il prima possibile. Con i punti mi rendo conto che è successo qualcosa solo alla fine dell'anno e allora potrei addirittura sentirmi trattato male. Se invece c'è anche un qualcosa che "succede" immediatamente allora forse posso rendermi conto meglio del mio errore.

Io non sto cercando necessariamente punizioni fini a se stesse. Provo a spiegarmi meglio con un esempio, se dico una parolaccia poco prima dell'inizio di un torneo, potrei saltare la prima partita ed essere impiegato ad esempio nel riordinare quel cassetto che è in disordine. Non faccio una cosa che mi piace, ne faccio un'altra utile a tutti.
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