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Educazione alla legalità

 
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Autore Messaggio
Marm



Età: 43
Segno zodiacale: Sagittario
Registrato: 15/02/10 15:36
Messaggi: 984
Residenza: Veneto

MessaggioInviato: Giovedì 01 Luglio 2010, 19:31    Oggetto: Educazione alla legalità Rispondi citando

Segnalo questo pagina dalla quale è possibile scaricare il kit "Affare comune", pubblicato da Libera: Nuovo kit "Affare comune"

Citazione:
Premessa
La scelta di realizzare il “Kit Affare Comune” si fonda sulla necessità di mettere a disposizione di molti,
strumenti di supporto ed accompagnamento concreti, per i percorsi di educazione alla legalità ed alla
cittadinanza attiva nati in relazione alle attività dell’Associazione Libera.
Due sono le istanze che hanno mosso la progettazione:
  • affermare con i fatti che attraverso l’impegno collettivo e la pratica di alcuni strumenti messi a
    disposizione dalla legislazione italiana, è possibile dare vita a reali processi di trasformazione dei
    territori e delle vite delle persone che li abitano;
  • proporre alcuni percorsi e strumenti formativi, attraversi i quali non solo agire in senso formativo, ma
    fondare le basi di un serio e strutturato impegno per la giustizia, la legalità e lo sviluppo equo dei
    territori.

In questo senso la formazione civile contro le mafie si rivolge in particolare alle scuole secondarie di primo e
secondo grado, promuovendo percorsi connessi alla conoscenza critica delle mafie e del fenomeno mafioso;
agli strumenti ed alle esperienze di impegno nel contrasto alla presenza criminale; allo strumento dell’uso
sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
Riutilizzare un bene confiscato secondo i bisogni del territorio vuol dire promuovere sviluppo, lavoro e giustizia
sociale. Avvicinare il mondo della scuola ad esperienze territoriali di riutilizzo di beni confiscati, contribuisce
alla promozione della cultura di legalità e dell’impegno civile in terra ad alta presenza di mafia.
Attraverso l’attivazione e l’utilizzo di questi strumenti non ci si ferma ad un semplice approccio teorico ma si
pongono i presupposti per azioni che lascino il segno di un cambiamento di atteggiamento da parte dei giovani
nei confronti della mafia.
I ragazzi prima conoscono le problematiche legate alla mafia e poi sperimentano e discutono sugli aspetti che
si contrappongono alla illegalità.



Si tratta di una raccolta di spunti, materiali, obiettivi e riflessioni che possono tornare utili all'educazione alla legalità per bambini e ragazzi dell'ultimo anno della scuola primaria e della scuola secondaria, di primo e secondo grado.

Citazione:
I percorsi didattici
- Le radici della Mafia
- La relazione Mafia, potere, denaro
- Capaci di libertà
- La Mafia attraverso il cinema
- Lo sviluppo di un territorio: dalla confisca dei beni al loro riutilizzo sociale
- Ecomafie: come salvaguardare la nostra Terra


Di questi tempi, non sono temi che possano essere trascurati...
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Marm



Età: 43
Segno zodiacale: Sagittario
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Messaggi: 984
Residenza: Veneto

MessaggioInviato: Lunedì 02 Agosto 2010, 21:13    Oggetto: Rispondi citando

Rieccomi!

Durante le Vacanze di Branco ho proposto una attività di circa un'ora ai miei lupetti. E' stata apprezzata per lo più dai lupetti del terzo e quarto anno, qualcuno dei più piccoli l'ha comunque ritenuta una bella attività riconoscendo istruttivi i contenuti.
E' stato un esperimento e immagino verrà riproposto qualcosa di simile anche per l'anno prossimo, il problema da risolvere è comunque quello di coinvolgere maggiormente i lupetti del primo e secondo anno. Immagino sia opportuna una attività separata per loro, molto più semplice sia nella forma che nei contenuti.

Ripropongo qui sotto l'attività preparata per quest'anno:



Caccia al tesoro sulla mafia

Ai lupi viene inizialmente chiesto cosa sia la mafia, cosa sia poi realmente, questo verrà scoperto con una caccia al tesoro. Le loro idee iniziali vengono liberamente scritte su un cartellone, che verrà riletto poi, al termine della caccia al tesoro.

Ciascuna sestiglia compie un percorso diverso da quello di tutte le altre attraverso 5 stazioni comuni, nelle quali vi è un vecchio lupo.
Quando una sestiglia arriva in una stazione:

  • il vecchio lupo controlla il percorso fatto dalla sestiglia;
  • sceglie a caso un lupetto e gli fa una domanda sul testo raccontato nella tappa precedente, il resto della sestiglia potrà aiutarlo;
  • legge il testo della tappa corrente, mentre la sestiglia prende appunti sul quaderno di caccia;
  • fornisce le indicazioni per la tappa successiva.

Quindi le sestiglie procedono contemporaneamente, ma le loro tappe avvengono in stazioni diverse e ciascun vecchio lupo avrà a disposizione tutti i testi, ma racconterà alla sestiglia che si presenta da lui solo quello relativo alla tappa corrente.
Le indicazioni per la tappa successiva faranno leva su logica e conoscenza del posto.

Tappa 1: Etimologia
Il termine mafia ha diverse possibili origini etimologiche, più o meno verificabili o realistiche:
Derivazione dalla parola araba Ma Hias, “spacconeria”, che sta in relazione con la spavalderia mostrata dagli appartenenti a tale organizzazione.
Derivazione dall’espressione dell’arabo parlato, e non di quello letterario, ma fi-ha significante “non c’è” o “non esiste”.
Derivazione della parola dalla lingua araba mu’afak, “protezione dei deboli”, o maha, “cava di pietra”.
Derivazione della parola araba maehfil, “adunanza” e “luogo di adunanza”.
Derivazione della parola dialettale toscana maffia significante “miseria” oppure “altezzosità”.

Tappa 2: Il contesto iniziale
Domanda: Dire almeno tre possibili origini del termine “mafia” (basta il significato)

Testo:
Dopo l'unificazione dell'Italia la popolazione del Sud era terribilmente povera, ma come se questo non bastasse:

Q. Sella – Discorso in Parlamento 27 marzo 1868 – denuncia sulla tassa del macinato
“Signori, la tassa del macinato è grave, gravissima. Io ne sono stato persuaso quanto coloro che hanno contro la medesima parlato. Ma, o signori, le condizioni del paese, a mio avviso, sono anche più gravi, anche più gravissime, se così posso esprimermi, della tassa del macinato… “

La tassa sul macinato rendeva ancor più caro il cibo che già la gente faceva fatica a procurarsi.

Tappa 3: il brigantaggio
Domanda: Come si può descrivere la popolazione del Sud Italia subito dopo l'unificazione del paese?

Testo:
L’espressione mafia diviene un termine corrente a partire dal 1863. Il mafiuso è il camorrista, l’”uomo d’onore”, l’individuo cioè che aderisce a un patto contro lo stato e che ostenta coraggio e superiorità.

G. Massari – inchiesta del 1863 – il brigantaggio
“E’ troppo facile dire che il brigantaggio si è manifestato nelle province meridionali a causa del cambiamento del regime (dai Borboni ai Savoia). Questo è il motivo più visibile del doloroso fatto. Le prime cause sono invece la condizione e lo stato del campagnolo.
Molta gente che non sa come guadagnare da vivere, vive di rapina. I cafoni hanno pane di tale qualità che non ne mangerebbero neppure i cani. Tanta miseria e tanto squallore sono naturale apparecchio al brigantaggio....
Il contadino sa che le sue fatiche non gli fruttano benessere ne prosperità: sa che il prodotto della terra innaffiata dai suoi sudori non sarà suo; si vede e si sente condannato a perpetua miseria, e l’istinto della miseria sorge spontaneo nell’animo suo. L’occasione gli si presenta; egli non se la lascia sfuggire; si fa brigante; agli onesti e mal ricompensati sudori del lavoro preferisce i disagi fruttiferi della vita del brigante. Il brigantaggio diventa in tal modo la protesta selvaggia della miseria contro le ingiustizie”.

Tappa 4: Il pizzo
Domanda: Come si possono descrivere i briganti?

Testo:
Il “pizzo” è il reato tipico della criminalità organizzata finalizzato a sostenere le famiglie e i clan, a mantenere i carcerati, pagare gli avvocati. Il “pizzo” garantisce accresce il dominio dell'organizzazione, conferisce un sempre maggiore prestigio ai clan. In questo modo la mafia non solo controlla il territorio, ma risolve controversie, distribuisce lavoro e favori, elargisce raccomandazioni.
Per tale motivo il pizzo è la “tassa della mafia” per eccellenza e non mancano i casi in cui è proprio l’imprenditore, in procinto di aprire una nuova attività, a cercare il “mafioso” per mettersi in regola.
La mafia si sostituisce allo stato. Fornisce aiuti e fa pagare le sue tasse.

Si paga una tantum all’ingresso e si pattuiscono rate mensili (o settimanali), di solito, rapportate al giro d’affari dell’impresa, ovvero dei metri quadrati del negozio, a volte dal numero delle vetrine. Parliamo di pagamento concordato perché si assiste ad una sorta di trattativa di solito intessuta da un mediatore.

Nel settore dell’edilizia, uno dei più colpiti dal fenomeno estorsivo, si paga una quota a vano costruito. Negli appalti pubblici, invece il “pizzo” varia secondo dell’importo complessivo dell’aggiudicazione mediamente tra il 2% e il 3%.

Tappa 5: I beni confiscati
Domanda: cosa sapete del pizzo?

Testo:
Palermo. Confiscati beni alla mafia - 15 dicembre 2007
La Dia, direzione investigativa antimafia, ha confiscato beni per sei milioni di euro... La Dia palermitana ha confiscato, fra le altre cose, la società "Iti zuc srl", un'importante azienda di produzione e distribuzione di caffè e zucchero controllata, attraverso vari prestanome, dai boss Graviano.
(Tratto da: http://www.ecodisicilia.com)

I beni che ogni anno vengono sequestrati alla mafia sono immensi, interi quartieri cittadini, castelli, imprese... la legge italiana prevede che questi, una volta sequestrati, vengano utilizzati per scopi utili alla popolazione, ma non è tanto facile. Questi sono dati del 2009:

“Dei 29.835 beni confiscati in Italia alle mafie, solo 2.377 sono stati già destinati a fini sociali e assegnati e riutilizzati a vantaggio della collettività.”

Conclusione
Si ripercorrono tutte le tappe, enfatizzando il costo spropositato della mafia che si riflette nel valore dei beni sequestrati, i quali non sono che una piccola parte di tutte le sue proprietà illegali.
Ci si sofferma inoltre sulla confisca dei beni, legge voluta da Falcone e Borsellino, tanto importante quanto difficile da mettere in atto.
Al termine verrà chiesto loro quanto pensano sia lontana la mafia dal loro paese (disegnando un puntino su un cartellone che riporti la mappa dell'Italia), la soluzione fornita dai vecchi lupi dovrebbe chiarire che il problema è più vicino di quanto non pensino. Guardando sul sito del governo per i beni confiscati ho scoperto che a circa 30 km dalla nostra tana è stato confiscato un immobile alla mafia.
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