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Autore Messaggio
Faina



Età: 46
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MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 16:54    Oggetto: Rispondi citando

Caro Luciano, spero di aver inteso male quello che scrivi e che tendo io ad inasprire quello che leggo. Ma non se ne può più del fatto che l'agesci "ha tradito BP" , "che sono tutti comunisti" etc
Sono pienamente convinto che ognuno possa esprimere il proprio punto di vista, ma cose tipo "capi ideologizzati" o "scelte erronee" non mi sembrano rispettose nei riguardi di tutti i capi della più grande associazione scoutistica in italia. I numeri parlano chiaro.
Non ti pare che associazioni scout italiane che non citano mai l'Agesci per motivi ideologici siano molto più politicizzate??
Detto questo ognuno fa lo scoutismo che gli pare con gli strumenti che vuole, se ci sono pure gli Orsetti Padani direi che va bene tutto. Ma senza contrapporsi in nome della "tradizione" perchè è il caso di smetterla, o peggio in nome del cattolicesimo "tradizionale".

Io ho un'esperienza di un gruppo (new)ASCI nella mia zona e la cosa era palesemente fatta da un capo uscito dall'Agesci e che ne aveva fatte di cotte e di crude.
Penso sia stato uno dei 3 capi dal 1974 che avesse scritto espressamente sul giudizio del CFA: NON PUO FARE IL CAPO SCOUT. Non lo scrivono neppure al peggio del peggio, qualcosa vorrà pur dire!! Ha pure menato il vice parroco che li voleva cacciare via dalla parrocchia.
Attualmente hanno pure lasciato l'ASCI e fanno associazione a se. Tutto questo per colpa degli scout "femministi", "comunisti". Naturalmente sono in prima fila in tutte le processioni, a tutti i santi Patroni, a tutte le manisfestazioni del comune. Il capo gruppo ha una scrivania in radica di noce, hanno una bella sede. Ma di metodo educativo non ce ne è traccia pare.

Quindi esperienza negativa ma è di un caso molto particolare spero.
ciao
F
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 17:44    Oggetto: Rispondi citando

Faina ha scritto:
Detto questo ognuno fa lo scoutismo che gli pare con gli strumenti che vuole, se ci sono pure gli Orsetti Padani direi che va bene tutto

Non credo che sia una buona affermazione. Lo Scoutismo si fa in un solo modo: facendo Scoutismo. Il resto è altro, ma non è Scoutismo. Infatti gli O.P. NON sono Scout, per fortuna!
Citazione:
Sono pienamente convinto che ognuno possa esprimere il proprio punto di vista, ma cose tipo "capi ideologizzati" o "scelte erronee" non mi sembrano rispettose nei riguardi di tutti i capi della più grande associazione scoutistica in italia. I numeri parlano chiaro.

Sono punti di vista, è vero, ma sono punti di vista molto più diffusi di quanto non si creda.
In quanto ai numeri che parlano chiaro...
I numeri non significano nulla. BP è stato chiaro in questo: un movimento di qualità, non di quantità. D'altra parte "non tutti sono per lo scoutismo".
Citazione:
Io ho un'esperienza di un gruppo (new)ASCI nella mia zona e la cosa era palesemente fatta da un capo uscito dall'Agesci e che ne aveva fatte di cotte e di crude.
Penso sia stato uno dei 3 capi dal 1974 che avesse scritto espressamente sul giudizio del CFA: NON PUO FARE IL CAPO SCOUT. Non lo scrivono neppure al peggio del peggio, qualcosa vorrà pur dire!!

Vorrà pur dire qualcosa anche il fatto che era in agesci lo stesso, o vuol dire qualcosa solo quando uno se ne va?
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Faina



Età: 46
Segno zodiacale: Scorpione
Registrato: 29/04/07 11:59
Messaggi: 24

MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 18:05    Oggetto: Rispondi citando

Voleva dire che era meglio che non faceva il capo scout. L'hai detto che lo scoutismo non è per tutti.
Certo adesso sembra il gran Mogol di Qui Quo Qua ( mi pare si chiamasse così). Fa un gran fico.
Con tutto il rispetto per gli OP ma su certe cose mi paiono meglio anche di alcuni gruppi agesci.
Speriamo che non sono i gruppi di quei pochi capi non "ideologizzati" altrimenti sono guai.
Sui numeri invito a visitare i siti delle associazioni scout italiane per capire quanto peso gli danno.
Questo per dire che il confronto è importante per me e non c'è solo lo scoutismo "accademico" per capire quello che viene
dallo studiare "Sc per ragazzi" come un libro di scuola, ma dalla condivisione di esperienze.
Un 'ultima oss. Il CNGEI ultimamente ho modificato un pò la promessa e la legge che avevano prima. (da mie fonti speriamo corrette)
Non è che adesso non fanno più scoutismo però se invece di Dio c'è la "curiosità" verso l'infinito e cose simili o se fanno workshop sull'omofobia.
QUindi dire lo scoutismo si fa "facendo scoutismo" può voler dire va bene tutto o va bene solo il mio.
ciao ciao
F
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Beatrix



Età: 41
Segno zodiacale: Cancro
Registrato: 10/10/07 14:57
Messaggi: 127

MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 18:18    Oggetto: Rispondi citando

Ehm, scusate se m'intrometto, benchè non possa esprimermi perchè se dell'ASCI storica so poco, della nuova ASCI so ancora meno...
Ma potete scrivere in italiano? Sarò stupida io, ma non si riesce a capire di chi parlate e a cosa vi riferite...i soggetti cavolo!
scusate l'intromissione
Embarassed
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 18:27    Oggetto: Rispondi citando

faina ha scritto:
Voleva dire che era meglio che non faceva il capo scout

Era meglio, ma da come scrivi sembra invece che lo faceva eccome, in Agesci, prima di passare ad Asci.
Quindi?
Citazione:
Sui numeri invito a visitare i siti delle associazioni scout italiane per capire quanto peso gli danno

Ribadisco: i numeri non hanno significato. La qualità dell'esperienza ha significato.
Citazione:
Un 'ultima oss. Il CNGEI ultimamente ho modificato un pò la promessa e la legge che avevano prima. (da mie fonti speriamo corrette)
Non è che adesso non fanno più scoutismo però se invece di Dio c'è la "curiosità" verso l'infinito e cose simili o se fanno workshop sull'omofobia.

Se le tue fonti sono corrette ti hanno anche riferito del grande malumore che serpeggia nel Gei per questa "promessa". Per alcuni, evidentemente, quello non è più scoutismo. Qui però entriamo in altro topic.
Personalmente sostituire Dio con una generica curiosità è svilente.
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chiurlox





Registrato: 18/09/06 18:16
Messaggi: 297

MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 18:33    Oggetto: Rispondi citando

O.T.


di Piero Antonacci
Quando facemmo la Promessa, i nostri capi inglesi, Capitano Willy e tenente George, salutarono per la prima volta la bandiera italiana.

Chiedemmo loro perchè prima non lo avessero mai fatto, e i due risposero che, a seguito della nostra Promessa, noi eravamo entrati a far parte della grande famiglia degli esploratori: il loro saluto era stato uno spontaneo omaggio alla bandiera dei nuovi fratelli, e col saluto era dovuto il rispetto per tutto ciò che ci fosse caro. Ciò per quella fraternità che implica una completa e concreta solidarietà che si crea tra scout e che non conosce limiti di razza, di spazio e di tempo.

Come era solito fare, il Capitano Willy trasse subito spunto dall’episodio per farci comprendere la lezione e ci raccontò la storia della fibbia.

Nel corso della guerra, in Libia gli scontri tra soldati inglesi e italiani erano purtroppo continui. I morti e i feriti restavano sul terreno, e di notte uscivano infermieri per portare aiuto a chi era ancora in vita.

Uscivano dalle proprie linee anche pattuglie armate per osservare da vicino le linee e postazioni nemiche ed accertare eventuali mutamenti di posizione.

Una notte, una pattuglia inglese in uscita fu attratta da sommessi lamenti che provenivano da un avvallamento del terreno. La pattuglia si avvicinò: gli uomini avevano le armi spianate perchè ci si andava avvicinando alle linee italiane ed era una luminosa notte di luna piena.

Quando giunse sul posto, la pattuglia scorse un ufficiale italiano moribonda steso a terra e, accanto a lui un soldato inglese che lo assisteva amorevolmente. Al di là dei due, dalla parte opposta si udivano dei sommessi rumori. Gli inglesi si buttarono a terra pronti a sparare ed avevano la netta sensazione che dall’altra parte, molto vicino, ci fossero soldati italiani acquattati sul terreno. Ma non fu sparato un solo colpo e gli inglesi non seppero mai se veramente di fronte a loro vi fossero gli italiani.

Intanto, l’infermiere inglese continuava ad assistere il moribondo. Questi gli fece segno di volersi sollevare e poi lentamente si sfilò la cinta e gliela diede. Poco dopo l’italiano morì. L’inglese gli chiuse gli occhi e, carezzandolo sulla fronte, ritornò verso le proprie linee, seguito dalla pattuglia armata.

Al rientro, gli uomini della pattuglia chiesero all’infermiere cosa gli aveva dato il moribondo, e perchè egli aveva corso il rischio di farsi ammazzare per assisterlo.

L’infermiere mostrò la cinta ricevuta che aveva una fibbia scout e disse: “That italian was my brother, he was a scout as i am” (quell’italiano era mio fratello, era uno scout come me).

Eravamo ragazzi e rimanemmo piuttosto colpiti da questa storia, tanto che Salvatore, non appena potè farlo, scambiò la sua fibbia di scout italiano con quella di un greco che incontrammo in un campo del Gargano.

In seguito, man mano che gli anni passavano, ci dicevano che in quella storia vi era troppa retorica, e che sembrava proprio creata apposta per evidenziare la fraternità scout.

Tanto più che all’epoca del fascismo non era probabile che un ufficiale italiano portasse una fibbia scout.

Ma, anche con questi dubbi, Salvatore continuò sempre a usare la sua fibbia greca, simbolo della fraternità internazionale scout. Tanti anni dopo, in un Seminario di Animazione, mi stupii quando Ernesto Marcatelli di Roma mi raccontò una storia simile e, poi, stranamente ritrovai il racconto in un libro di don Annunzio Gandolfi (“Fuoco di bivacco”), che lo narra come visto e vissuto non dalla parte degli inglesi, ma da quella degli italiani.

Quando ne parlai a Salvatore egli trovò nel racconto di don Annunzio la conferma della storia del capitano Willy: “dunque il capitano non diceva fesserie! Quella notte — diceva — attorno al moribondo e all’infermiere vi erano veramente soldati nemici. Perchè non fu sparato un colpo? Non lo sapremo mai: Fu il rispetto per la morte incombente, o forse il comportamento dell’infermiere inglese, in ginocchio accanto al morente, a bloccare le dita dei soldati sui grilletti delle armi”.

A questo punto, il racconto non è solo una storia di fraternità e di umana solidarietà, ma mostra anche come le azioni nobili e buone possano essere compiute pure nei momenti più duri e difficili, perfino quando imperversa la furia omicida, e destano sempre un ammirato stupore.

E se poi si tratta di una fibbia inventata, di un mito o di una leggenda, bisogna riconoscere che è proprio una bella fibbia.

Il mito è sempre espressione fantastica di un valore tanto sentito da voler essere rappresentato concretamente nella sua veste migliore.

Se la storia della fibbia è un mito, la fraternità scout è realtà insopprimibile.



il racconto è stato scritto da Piero Antonacci

in "La nostra strada", periodico della Comunità MASCI "Daunia"

di San Severo (FG), Marzo 1993

Per favore smettiamola di dire la mia associazione ha più iscritti, la mia fa scoutismo meglio della tua, la tua a tradito B.P.
Ogni associazione fa o crede di fare scoutismo, se questa associazione non mi garba per vari motivi non aderisco al suo progetto, punto e basta.
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newlucio





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Messaggi: 158

MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 21:08    Oggetto: Rispondi citando

caro faina,
non mi va di farla una questione di numeri perchè lo scoutismo non ha a che fare con i numeri.. però da studente di economia e statistica ti posso dire che i numeri non son tutto ma aiutano...

se l'agesci perde 20.000 (ventimila!) unità dal 1996 ad oggi, un motivo ci sarà, non credete? se nelle regioni più reazionarie (la Sicilia) dove ci sono ancora piu riparti (e non REparti!!) separati o paralleli invece si cresce mentre in lombardia si diminuisce di brutto .. ti cito un passaggio tratto da R-S Servire, numero di aprile-giugno 2004, pagina 50 "I reparti sono calati più per l'esodo dei ragazzi e per il processo progressivo di fusione dei reparti separati in reparti misti"...

fusione dei reparti separati in reparti misti.. cioè la coeducazione non paga, da dieci anni l'agesci perde migliaia di ragazzi per delle scelte fatte 30 anni eppur ancora nulla si muove... ho chiesto alla sede centrale AGESCI di fornirmi i dati per regione dal 1974 ad oggi perchè vorrei impostare un modello di regressione per verificare quella che al momento è solo una mia idea: che la coeducazione fa scappare i ragazzi - al momento non ho ancora ricevuto tali dati, ma appena possibile mi lancerò in questa analisi...

quanto agli stereotipi "capi comunisti" e via dicendo..beh è meglio lasciar parlare chi c'era "Prima dell’assemblea regionale (del Lazio del 1974), con una serie di contatti personali con Capi Unità, Capi Gruppo ed Assistenti, raccogliemmo, a favore di questo documento, oltre un centinaio di firme (per l’esattezza 108). Naturalmente il documento fu bocciato da un’assemblea regionale di circa 700 persone urlanti e tumultuanti. Ci fu persino l’episodio di un componente dell’équipe regionale, il quale durante il suo intervento sul palco, stracciò pubblicamente una copia del nostro documento e lo gettò verso le nostre file, fra le ovazioni e le urla di giubilo della maggioranza dell’assemblea."

http://roma46.fse.it/NascitaFSE.php

la persona che racconta è Attilio Grieco, storico capo della FSE Italiana..

fino ad una settimana fa trovavi sul sito agesci.org un richiamo del capo scout alla presenza di ordigni di distruzione di massa (armi nucleari) altrui sul nostro suolo, ordigni dei quali ci saremmo dovuti liberare... cosa diavolo c'entra con lo scoutismo questo???

la mia personale idea, quindi criticabilissima, è che il metodo agesci abbia trasformato lo scoutismo in una forma di volontariato, con al piu alcuni elementi ricreativi con schitarrate e altro.. quello che è l'attrattiva dello scoutismo, il proporre l'idea dell'avventura, dello spirito dell'uomo dei boschi, della cavalleria, del Servizio al Prossimo,della disciplina, il senso dell'onore, si è perso in gran parte, con il risultato che oggi i ragazzi non distinguono piu tra scoutismo ed una delle altre cento altre attività che il mondo d'oggi gli propone...

spero di sbagliarmi...
buona strada

luciano
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MessaggioInviato: Martedì 29 Gennaio 2008, 23:53    Oggetto: Rispondi citando

newlucio ha scritto:
.... però da studente di economia e statistica ti posso dire che i numeri non son tutto ma aiutano...

se l'agesci perde 20.000 (ventimila!) unità dal 1996 ad oggi, un motivo ci sarà, non credete? ....

... ti cito un passaggio tratto da R-S Servire, numero di aprile-giugno 2004, pagina 50 "I reparti sono calati più per l'esodo dei ragazzi e per il processo progressivo di fusione dei reparti separati in reparti misti"...

fusione dei reparti separati in reparti misti.. cioè la coeducazione non paga, da dieci anni l'agesci perde migliaia di ragazzi per delle scelte fatte 30 anni eppur ancora nulla si muove... ho chiesto alla sede centrale AGESCI di fornirmi i dati per regione dal 1974 ad oggi perchè vorrei impostare un modello di regressione per verificare quella che al momento è solo una mia idea: che la coeducazione fa scappare i ragazzi - al momento non ho ancora ricevuto tali dati, ma appena possibile mi lancerò in questa analisi...

caro luciano non puoi, con tutti i numeri che vuoi, attribuire ad un unica variabile, la coeducazione nella fattispecie, un effetto, nel caso specifico il calo di iscritti. Ritengo che il problema sia molto più articolato. Io sono stato esploratore in reparto Asci (fino al 1974) e poi Agesci.
La coeducazione nel mio gruppo è arrivata un po', per me, in alta squadriglia e poi in noviziato e clan.
Non penso affatto che se fossimo restati Agi e Asci separati o se ci fossero stati unità o gruppi maschili e femmilnili ci sarebbero stati più iscritti. Il mondo cambia, non sempre in meglio, ma neanche necessariamente in peggio. Non solo i capi, ma anche noi ragazi volevamo la coeducazione (anzi nel mio gruppo forse più i ragazzi dei capi). E poi perché dare la colpa alle scelte fatte 30 anni fa? Ognuno non deve guidare la propria canoa? Oltre tutto non mi risulta che ci sia nessun obbligo, come tu ben sai, di unità e gruppo misto (forse l'unico "divieto" è la squadriglia mista)
Mi spieghi come puoi affermare che la "coeducazione non paga"?
Hai forse isolato dei gruppi sociali omogenei con e senza coeducazione (per poter escludere altri effetti) per giungere a tale conclusione?
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rinoceronte caparbio
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MessaggioInviato: Mercoledì 30 Gennaio 2008, 02:04    Oggetto: Rispondi citando

solo un mini appunto:
Citazione:
forse l'unico "divieto" è la squadriglia mista

in tutte le associazioni scoutistiche la squadriglia è monosessuata.
C'è solo un'associazione italiana (che non ricordo quale ma sono sicuro che esiste) che permette le squadriglie miste.
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uomodelbosco





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MessaggioInviato: Mercoledì 30 Gennaio 2008, 09:00    Oggetto: Rispondi citando

Mi sembra difficile non concordare, almeno in gran parte, con Newlucio.
Alcune delle cose che dice le ho potute verificare personalmente, altre, che per motivi anagrafici non ho vissuto, le ho potute leggere qui:

http://www.edizionistudium.it/publicaz_2006/schirripa.htm

Beh, l'immagine che ne esce fa abbastanza rabbrividire...
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gufopreciso



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MessaggioInviato: Mercoledì 30 Gennaio 2008, 09:51    Oggetto: Rispondi citando

[quote="newlucio"]caro faina,
non mi va di farla una questione di numeri perchè lo scoutismo non ha a che fare con i numeri.. però da studente di economia e statistica ti posso dire che i numeri non son tutto ma aiutano...

Citazione:
se l'agesci perde 20.000 (ventimila!) unità dal 1996 ad oggi, un motivo ci sarà, non credete?


Bè, parlando solamente di ragazzi anche la FSE (che è l'unica a livello nazionale abbastanza rilevante a continuare ad addottare la sola interdipendenza) ne perde circa 1.000, che a livello di proporzioni è circa la stessa. L'unica è il CNGEI che perde a ritmi più accellerati. L'ASSORAIDER in totale è sostanzialmenteste stabile, anche se il fatto di essere molto più piccola rispetto alle altre tre è da tenere in conto. Comunque negli ultimi 4 anni il processo di "caduta libera" (che è stato comune a tutte e 4 le associazioni dal 1996 in poi, non solo ad una! AGESCI CNGEI FSE ASSORAIDER) si è arrestato e i numeri stanno lentamene tornando ad ingrossarsi.

Citazione:
"I reparti sono calati più per l'esodo dei ragazzi e per il processo progressivo di fusione dei reparti separati in reparti misti"...
fusione dei reparti separati in reparti misti.. cioè la coeducazione non paga, da dieci anni l'agesci perde migliaia di ragazzi per delle scelte fatte 30 anni eppur ancora nulla si muove...


Riferendomi ai numeri di cui sopra ora mi viene difficile affermare che la "coeducazione non paga" perchè i numeri dimostrano che un calo di soci giovani è stato quasi proporzionalmente identico anche nel FSE.

Sicuramente sono concorde nel dire che in età E/G sia educativamente parlando migliore la scelta "parallela" piuttosto che quella "mista", e nella mia zona i gruppi che abbiamo reparti paralleli abbiamo mediamente una consistenza numerica più costante rispetto a quelli con reparti misti. In generale però Non cedo si possa imputare ad essa di essere radice di tutti i mali, se bene nel complesso possa averne una parte. La mia personale impressione è che, evidente in età e/g, l'uso di unità miste abbia portato ad un eccessivo adeguamento dello scautismo al guidismo in modo da proporre attività che anche dal punto di vista anche tecnico siano possibili per entrambi i sessi. Questo è il grave errore che ha causato l'uso di unità miste, e che può essere anche motivo di un certo atteggiamento di alcuni capi più giovani che propongono un scautismo come da loro vissuto: non riconoscendo come specie in questa età i bisogni, le necessità e le capacità dei due sessi siano diverse. Una squadriglia di esploratori è una squadriglia dove esiste un leader, e dove la squadriglia lo segue perchè lo riconosce come "capo", è una squadriglia pronta a cimentarsi sul piano fisico, che chiede forte Avventura, che chiede di sperimentare i propri limiti fisici, che chiede la fatica, che è desiderosa di far vedere quanto è brava a realizzare praticamente, che aspira a costruzioni di pioneristica belli, grandi e difficili, che rimane estasiata di fronte a queste installazioni. Una squadriglia di guide è una squadriglia dove il Capo non è seguito come "leader", ma come persona si capace, si che insegna, ma perchè grazia alla maturità riesce ad essere da bilancia e "sorella" delle altre squadrigliere; è una squadriglia che cerca si l'Avventura, ma che è volta spesso ad aspetti più "contemplativi", spesso capace in pioneristica ma senza grandi ambizioni preferendo riuscire ad organizzare un bel fuoco con attori e scenette ben costruite. Non voglio usare luoghi comuni, ma è per lo meno come io vedo la realtà in cui vivo, e come ricordo quella che ho vissuto. Poi non è vero che le guide sono "poltrone" perchè anche loro spesso si cimentano in prove anche fisicamente impegnative, ma con uno spirito diverso rispetto agli esploratori.

Faccio un esempio. In questo momento le squadriglie dei reparti del mio gruppo si stanno cimentando nelle imprese di sq. Maschile: 1 sq tema "campismo" (pioneristica, realizzare le panche attorno al fuoco alla base di gruppo), 1 sq tema "campismo" (pioneristica, realizzare il pennone alla base di gruppo), 1 sq tema "olympia" (bivacco in bicicletta). Femminile: 1 sq tema "internazionale" (EUR Hopping, non hanno ancora ricevuto il contatto) 1 sq tema "espressione" (Express EURself, mi pare un documentario) 1 sq tema "espressione" (non ricordo bene cosa, non è il mio reparto, eheh, ma mi pare un cortometraggio).

Citazione:
ho chiesto alla sede centrale AGESCI di fornirmi i dati per regione dal 1974 ad oggi perchè vorrei impostare un modello di regressione per verificare quella che al momento è solo una mia idea: che la coeducazione fa scappare i ragazzi - al momento non ho ancora ricevuto tali dati, ma appena possibile mi lancerò in questa analisi...


Non ho idea di dove tu sia, ma li puoi consultare liberamente qui a Genova al Centro Mario Mazza. E comunque un'analisi di questo tipo dovrebbe tenere conto anche di associazioni che invece non la praticano, perchè altrimenti sarebbe un'analisi sfalsata.
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rinoceronte caparbio
Moderatore


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MessaggioInviato: Mercoledì 30 Gennaio 2008, 13:23    Oggetto: Rispondi citando

il dilemma misti\paralleli è materia di studio di tutti i cfm (primo - per ora - stadio dell'iter formativo agesci) e NESSUNO ha mai dato una risposta definitiva - che non esiste.

PERO' IL TEMA DEL TOPIC E' LA NUOVA ASCI.

Rientriamo? dai...
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alcebront





Registrato: 27/09/07 17:22
Messaggi: 1

MessaggioInviato: Lunedì 04 Febbraio 2008, 19:09    Oggetto: Rispondi citando

siamo proprio italiani abbiamo proprio nel sangue il particolarismo, ogni associazione fa uno scoutismo migliore dell'altra, ed in ogni associazione il mio gruppo lo fa meglio del tuo...
e pensare che siamo nell'anno del centenario...un mondo una promessa...
e ci sono anche alcuni che spendono il loro tempo per perseguire l'unita dello scoutismo italiano.. cattolico.
se leggessero questo topic gli cascherebbero le braccia.
quante sono le associazioni scout cattoliche in italia?...6...9...10... anche poche tutto considerato.
cosa diceva quel povero vecchietto che si sta rigirando nella tomba? considerare più ciò che ci unisce che ciò che ci divide?
siamo lontanini eh?
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newlucio





Registrato: 13/01/08 17:11
Messaggi: 158

MessaggioInviato: Lunedì 04 Febbraio 2008, 19:48    Oggetto: Rispondi citando

scusami alcebront,
senza offesa ma la tua considerazione è un po' troppo semplicistica... la discussione che si è aperta qui e che continua su altri topic non è da poco.. il fatto stesso che gira e rigira si torna sempre allo stesso punto, alla creazione dell'AGESCI (o meglio, in realtà a cosa ha portato alla sua creazione) con le sue conseguenze non è argomento che si può liquidare con una chiamata all'unione e via dicendo.... e pluribus unum è il motto dell'Europa, giusto? nella stessa Chiesa esistono vari carismi: rinnovamento dello spirito, francescani, gesuiti, cielle, opus dei... vari mezzi che hanno però come scopo quello di servire Dio... a nessuno verrebbe mai in mente di dire a quelli di rinnovamento che devono uniformarsi ai domenicani e viceversa, perchè l'obiettivo è lo stesso, Servire Dio...

si può dire lo stesso dello scoutismo italiano oggi? tra le varie associazioni scouts cattoliche vi è comunione d'intenti? BP mirava a creare buoni cittadini ma anche persone felici, ove la felicità è il vero successo della vita; ed in questa visione della felicità Dio non può essere escluso;


vorrei porre alcune domande a tutti i partecipanti a questa discussione: a cosa mira il metodo AGESCI e a cosa mira il metodo FSE? mi faceva riflettere l'intervento di Boboman in un altro topic in cui diceva che l'AGESCI nasce dalla paura di alcune persone del metodo scout... ma paura di cosa? forse di quel tipo di persone che lo scoutismo ASCI voleva produrre.. e che, si potrebbe ipotizzare, lo scoutismo AGESCI non produce piu.... è davvero così?

lucio
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PG



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MessaggioInviato: Lunedì 04 Febbraio 2008, 20:42    Oggetto: Rispondi citando

va bene. ed io sarò ancora piu semplice
a cosa tende, qual'è il fine ultimo dello scoutismo?
quello di formare delle persone capaci di trovare la felicita per se nel servire gli altri.
persone libere, capaci di pensare con la propria testa.
persone che vedano la loro vita come un'aprire la strada agli altri per permettergli di andare più lontano.
SE lo scopo finale è questo per tutti, e io credo lo sia, perchè sottolineare quello che crediamo ci divida, piuttosto che quello che sappiamo ci unisce?
poi se ognuno vuole invece dimostrare di essere più bravo...è un'altro discorso.
OLTRE a essere scout diciamo di essere anche cattolici... vuol dire qualcosa di più
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