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Un capo scout deve credere in Dio?
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porcellinopacifico



Età: 63
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MessaggioInviato: Mercoledì 19 Settembre 2007, 16:58    Oggetto: Un capo scout deve credere in Dio? Rispondi citando

Recupero due interventi da due diversi topic per porre la domanda che già affiora in questo e in quell’altro.
Veleno ha scritto:
... si può essere delle ottime persone ed essere non credenti ma la domanda era "si può essere atei e scout?" Lo scoutismo originale e la maggioranza delle associazioni non lo permettono! La fede è considerata non solo un valore ma il più importante! Tutta la legge scout si può ridurre in un semplice "vivi seguendo Dio"!
...Io non riesco a mettermi nei panni di un ateo e non credere in niente....secondo me non varrebbe più la pena di vivere! Penso sia per questo che BP ha voluto gli scout credenti....in quel che pare a loro ma credenti!!

Perchè io ateo che non credo e quindi non posso essere scout ma voglio vivere secondo degli ideali simili non posso farmi un mio gruppo e darmi un nome diverso? Perchè voglio essere comunque chiamato scout?


vulcano chiacchierone ha scritto:
...io sono atea, non credo ma rispetto.
non mi sono svegliata una mattina con la consapevolezza che per me dio non esiste, ho avuto i miei dubbi (molti dubbi) e ho fatto il mio percorso.con inquietudine e insicurezza ho cercato, mi sono messa in discussione e sono arrivata alla mia conclusione.
una persona atea non ha paura di credere,semplicemente ha capito che per lei dio non esiste.e questo non si traduce in disprezzo o negazione totale nei confronti dei credenti:la fede è un'esperienza personale e soggettiva, c'è chi arriva a credere in dio e c'è chi arriva alla posizione opposta che non è per questo da criticare. mi sembra giusto che,come io rispetto coloro che sono convinti dell'esistenza di dio, sia fatto lo stesso nei confronti di chi ha un'idea diversa.

per quanto riguarda il mio essere scout anche se atea... io adoro essere scout,credo che esserlo da 11anni a questa parte abbia segnato profondamente la mia persona e i miei valori,ma come è già stato detto in AGESCI c'è una C essenziale. sono consapevole che rimanere è un gesto di incoerenza,per questo appena mi sono accorta di come stanno le cose ne ho parlato con il mio fantastico capo clan pronta a prendere il saluto su due piedi.
ma, come ha detto lui, non tutti nel clan si sono messi in discussione.. io sono una delle poche che si è messa in gioco e quindi per ora va bene così: quando arriverà il momento di uscire dal clan, prenderò il saluto e non potrò divenire capo (perchè questi hanno un'importante ruolo educativo e sarebbe inammissibile diventarlo da non credente).
e rimango immensamente grata al mio capo per avermi permesso di rimanere nel clan..


ora io non conosco personalmente vulcano chiacchierone, ma conosco altre/i ragazze/i nella stessa situazione e mi chiedo: è incompatibile con lo scoutismo l’essere atei?
Ho già detto che per me la risposta è no.
Non credo affatto che un buon capo scout debba per forza credere in dio o in qualsiasi realtà immateriale.
Perché parlarne tra scout cattolici?
Perché di atei tra i ragazzi Agesci ce ne sono.
Il saluto al posto della partenza non mi sembra una gran risposta.
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
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MessaggioInviato: Mercoledì 19 Settembre 2007, 17:05    Oggetto: Rispondi citando

E' difficile...
B.P. diceva "aborro ogni forma di scoutismo che non preveda Dio".
D'altra parte la Promessa e la Legge Scout offrono una spina dorsale anche, consentitemelo, "spirituale" per un non credente...
E' difficile...
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Veleno



Età: 46
Segno zodiacale: Capricorno
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Residenza: Genova

MessaggioInviato: Mercoledì 19 Settembre 2007, 18:00    Oggetto: Rispondi citando

Come si era già detto sull'altro post penso che si possa arrivare a qualcosa di molto vicino allo scoutismo se comunque una forma di "spiritualità" esiste. Il mio limite è capire perchè se si fa un'offerta simile ma non uguale lo si voglia comunque chiamare scoutismo!
Per fare un esempio stupido...i castorini sono castorini non "mini lupetti", vivono un'offerta educativa che guarda allo scoutismo come fonte ma che si distingue in alcuni tratti (ovviamente per adattarsi all'età dei bambini)....non lo spacciano per scoutismo!
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uomodelbosco





Registrato: 06/03/07 18:14
Messaggi: 1260

MessaggioInviato: Mercoledì 19 Settembre 2007, 18:18    Oggetto: Rispondi citando

Beh, che il "castorinismo"non venga spacciato per scoutismo...mmmm....
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porcellinopacifico



Età: 63
Segno zodiacale: Ariete
Registrato: 08/03/07 19:46
Messaggi: 382
Residenza: Milano

MessaggioInviato: Mercoledì 19 Settembre 2007, 18:21    Oggetto: Rispondi citando

hai letto vulcano chiacchierone? Forse nella tua vita hai consciuto ragaze/i come lei: Atei, ma spiritualmente ricchi. Io sì
In linea di massima, ovviamente non conosco lei, ma nella mia testa ho ben presente altri esempi, io se fossi in una CoCa sarei favorevole, salvo gli altri requisiti generici, a farle fare servizio educativo in unità.
Forse la differenza tra te e me e che io ho conosciuto persone non credenti dotate di una forte carica spirituale e tu no?
Non saprei dire, ma secondo me non è necessaria una fede metafisica per essere scout, è necessaria una spiritualità, cioè sentirsi in cammino e non arrivati, vivere dei valori che non necessariamente derivino da un ragionamento logico, ma da un vissuto di esperienze condivise con altri.
Ma ancor di più, proprio come educatori, ma anche come credenti, non possiamo mettere la fede sullo stesso piano dei valori o delle tecniche. La fede è un cammino, e infatti anche prima ho scritto che è necessario sentirsi in cammino ma non è dove sei ma il fatto stesso che non sei fermo.
Ma tu he cosa dici a vulcano chiacchierone o a tutte le altre ragazze come lei: che non sono veramente scout perché sono atee?
Che non saranno mai delle brave capo? (non dico in Agesci ovviamente?)
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pacio



Età: 62
Segno zodiacale: Toro
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Residenza: spotorno sv

MessaggioInviato: Mercoledì 19 Settembre 2007, 18:23    Oggetto: Rispondi citando

intanto separiamo quello che una proposta da quelle che sono scelte di vita.
in un clan ci può strare benissimoun ateo, e vorrei vedere qual'è quel capo che si lascia scappare un'occasione così grande di crescita, diverso è proporre uno scoutismo ateo.
è vero che bp aveva ideato lo scoutismo contemplando anche un cammino spirituale. è vero anche che agli inzi del '900 la religiosità non era quella di adesso. soprattutto in inghilterra poi.
ma al di là di questo, l'importante è che si sia fatto un cammino anche in tal senso, che ( tra boiate incredibili, progetti faraonici osemplici chiaccherate ) ci si ritrovi ora un pò ( ma poco ) di esperienza anche sul cammino di fede.
purtroppo il problema, secondo me, è che il dichiararsi atei in realtà nasconde altro.
ed è in quell'altro che noi capi ci giochiamo la nostra credibilità.
dobbiamo "creare cristiani" ?
spero proprio di no. nei nostri clan è già molto se riusciamo a far vivere esperienze che scuotano i ragazzi e li mettano di fronte alle loro ricerche in modo serio.
dietro al "sono ateo" in realtà molte volte c'è "non ci capisco niente".
un capo ateo non ha senso in agesci e questo è palese, ma credo che basti comunque avere un'attenzione, una ricerca nella spiritualità ( senza obbligatoriamente essere religione ) per poter comunque assaporare lo scoutismo.
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porcellinopacifico



Età: 63
Segno zodiacale: Ariete
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Messaggi: 382
Residenza: Milano

MessaggioInviato: Sabato 22 Settembre 2007, 21:27    Oggetto: Rispondi citando

pacio ha scritto:
intanto separiamo quello che una proposta da quelle che sono scelte di vita.
in un clan ci può strare benissimoun ateo, e vorrei vedere qual'è quel capo che si lascia scappare un'occasione così grande di crescita, diverso è proporre uno scoutismo ateo.

La mia domanda non è se ha senso uno scoutismo ateo. Penso piuttosto ad associazione laiche che danno spazio "anche" ai capi atei. Ma a dire il vero in qualche topic ho letto, forse interprendando male, una certa contrarietà al fatto che un ateo potesse far il capo in assoluto.
Dal momento che leggo sul forum, e ancor prima conosco di persona rover e scolte che, come vulcano chiacchierone , si dichiarano atei, mi sembra importante indirizzare coloro i quali fossero interessati a fare servizio come educatori scout a cercare un'associazione che li accolga. Questo sia per offrire un orizzonte anche come capi, E' vero che sono grandi e che lo possono fare benissimo da soli. Ma a me sembra appunto che a volte si passi appunto l'idea che se sei ateo lo scoutismo non fa per te.
pacio ha scritto:
dietro al "sono ateo" in realtà molte volte c'è "non ci capisco niente".
un capo ateo non ha senso in agesci e questo è palese, ma credo che basti comunque avere un'attenzione, una ricerca nella spiritualità ( senza obbligatoriamente essere religione ) per poter comunque assaporare lo scoutismo.
Sono convinto che spesso sia come dici tu: ma questo vale anche per chi, sempre in buona fede ovviamente, si dichiara credente cattolico ecc. Io stesso quando sono entrato in CoCa, Agesci, ero assolutamente cattolico convinto, anche se con idee mie abbastanza precise: dieci anni dopo sono diventato protestante
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scoiattolo parsimonioso



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 09:13    Oggetto: Rispondi citando

Io credo sia assolutamente necessario per un capo credere in Dio. Anche nelle associazioni che si professano laiche.

Bisogna prestare molta attenzione nell'affrontare questo argomento. Per due motivi:
1. BP ha ideato uno scoutismo che è saldamente legato a Dio e NON ad una religione; egli, pur essendo anglicano, ha creato un movimento che ha unito trasversalmente cattolici, protestanti, ebrei, musulmani etc.
2.Se non si crede in DIo, come si fa a seguire l'accrescimento spirituale dei ragazzi? Sarebbe come se ci fosse un istruttore di scuola guida senza patente.

Spesso i ragazzi si proclamano atei perchè confondono Dio con la religione o peggio con la Chiesa. Dio è e resta Dio e manda "segnali" della sua presenza a tutti, anche a coloro che non vogliono riconoscerli. Credere nelle istituzioni religiose terrene è un'altra cosa, che si può condividere o meno, ma senza dimenticare il dovere educativo di un capo anche dal punto di vista spirituale.
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20coccy03



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 09:23    Oggetto: Rispondi citando

Il problema secondo me?
Che tanti atei trovano la soluzione dopo il saluto(o ancora durante la vita di clan,ad esempio)nella vita nel CNGEI,credendo che questa associazione sia ATEA quando,in realtà,non lo è.
Questa è la soluzione-fraintendimento che fa comodo a qualcuno...
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 12:52    Oggetto: Rispondi citando

scoiattolo parsimonioso ha scritto:
1. BP ha ideato uno scoutismo che è saldamente legato a Dio e NON ad una religione; egli, pur essendo anglicano, ha creato un movimento che ha unito trasversalmente cattolici, protestanti, ebrei, musulmani etc.
Scusa ma BP e nato nel 1857 e morto nel 1941. Io ho grande affetto stima ecc., ma era un uomo, se ritengo che ci siano dei validi motivi per apportare un cambiamento nella proposta scout lo porto avanti.
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
2.Se non si crede in DIo, come si fa a seguire l'accrescimento spirituale dei ragazzi? Sarebbe come se ci fosse un istruttore di scuola guida senza patente.
La spiritualità non è necessariamente religiosa. A parte il paragone, che ovviamente è stridente, perché un cammino spirituale lo puoi far vivere, non lo insegni. Puoi insegnare le dottrine di una religione, ma questa è un'altra faccenda.
scoiattolo parsimonioso ha scritto:
Spesso i ragazzi si proclamano atei perchè confondono Dio con la religione o peggio con la Chiesa. Dio è e resta Dio e manda "segnali" della sua presenza a tutti, anche a coloro che non vogliono riconoscerli.
Spesso è come tu dici. Spesso no. A volte si tratta di vero non credere. Io credo e credo che Dio parli a tutti, ma non mi sembra per niente corretto affermare in assoluto che chi non crede NON VUOLE riconoscere i suoi segnali.
20coccy03 ha scritto:
Che tanti atei trovano la soluzione dopo il saluto(o ancora durante la vita di clan,ad esempio)nella vita nel CNGEI,
vorrei che fosse vero, che tanti giovani fossero accolti in altre associazioni. Quelli che conosco io se ne sono usciti e hanno smesso completamente la loro vita scout: avrei preferito vederli continuare in un altra associazione.
20coccy03 ha scritto:
credendo che questa associazione sia ATEA quando,in realtà,non lo è.
Sono d'accordo che il CNGEI non è un'associazione atea, mi piacerebbe sentire uno di loro per sapere se è possibile prestare servizio educativo da loro senza crdere in nessun Dio.
20coccy03 ha scritto:
Questa è la soluzione-fraintendimento che fa comodo a qualcuno...
Che cosa intendi con questa affermazione? A chi potrebbe fare comodo un simile fraintendimento?
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scoiattolo parsimonioso



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 13:12    Oggetto: Rispondi citando

Caro porcellino,
sostanzialmente mi trovo in accordo con te. Soprattutto sul discorso di spiritualità-Dio. Però proprio a tal proposito voglio riaffermare la mia opinione in merito alla questione "sentire" o meno Dio. Una persona che parla di spiritualità e vuole guidare i propri ragazzi in questo secondo me conosce per forza Dio. Lo può chiamare spirito, amore, pietra, o come vuoi tu ma senza "sentire" l'esistenza di un qualcosa di più grande dentro di noi non c'è spiritualità. Per me l'ateo è a-spirituale e come tale non esiste.

Infine solo un'altra cosa: BP ha fondato un movimento che si propone di educare-crescere e formare i ragazzi che vi si rivolgono. E non può esserci crescita trascurando il lato spirituale dell'individuo. Lo scautismo ateo non può esistere. Può essere a-religioso (anzi, secondo me deve esserlo) ma mai ateo. Pertanto, resto dell'idea che il capo "ateo" non può esserci (perchè secondo me l'ateo in assoluto non esiste...)
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20coccy03



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 13:16    Oggetto: Rispondi citando

Correggetemi se sbaglio...ma un capo non DEVE credere...ma SCEGLIE di vivere e testimoniare la fede come perno di vita...
Il capo vuole testimoniare il beneficio che la fede porta nella sua vita e il dialogo che essa comporta...
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porcellinopacifico



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 13:28    Oggetto: Rispondi citando

Il titolo del topic è necessariamente stringato (numero max di caratteri).
Effettivamente concordo con te che l'espressione "deve credere" non è fortunatissima, ma credo che renda sufficientemente l'idea. Se in una associazione scout si richiede, come condizione per fare servizio educativo, che queil capo abbia SCELTO di vivere e testimoniare la fede come perno di vita... in pratica in italiano si dice, per brevità, che deve crede.
All'incontrario se non avrà SCELTO di vivere e testimoniare la fede come perno di vita... non potrà fare servizio in quella associazione.
Non mi sembra che il discorso cambi molto.

Scusa, ma già che sei da queste parti mi potresti, per favore, chiarire la questione del fraintedimento di cui qualcuno si gioverebbe?
Grazie
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20coccy03



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 13:39    Oggetto: Rispondi citando

Scusa...ho letto ora il post dove mi chiedevi il chiarimento...
io ti parlo per la mia limitata esperienza personale,dopo aver avuto modo di chiarire a tu per tu dei dubbi con dei ragazzi del CNGEI.
Io ti parlo di persone,anche del mio clan,che-seppur sottoforma di battuta"-dicevano-prima di questo "confronto" con l'altra associazione-:mi trasferisco al CNGEI così non preghiamo e così il mio ateismo non crea "problemi".
Questo fraintedimento,dunque,lo intendo come concepire il CNGEI un'associazione atea...quando di ateo non ha ben nulla.
Ad alcuni,però,fa comodo confondere questa spiritualità a-confessionale del CNGEI(io ti porto questa associazione come puro esempio)con l'ateismo...e quindi,nel caso si voglia continuare la vita scout,vivere la dimensione spirituale in maniera pigra...senza cercare di approfondire cosa questo "A-CONFESSIONALE" voglia realmente dire...
poi,purtroppo,è molto vero che la decisione più diffusa sia lasciare tutto...
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scoiattolo parsimonioso



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MessaggioInviato: Domenica 23 Settembre 2007, 14:37    Oggetto: Rispondi citando

Scusatemi, ma ci tengo a precisare una cosa. La mia esperienza nel GEI è durata poco e risale a molti anni fa ormai, ma non ricordo un'associazione "atea" in cui il discorso spiritualità era totalmente trascurato. E' capitato anche che andissimo a messa durante un campo...

La crescita spirituale non significa parlare di Dio senza religioni o ignorare il discorso... Semplicemente andare incontro alle esigenze di ognuno. Mi spiego: se in un reparto del GEI sono tutti, capo compreso, cattolici, ciò non vieta che la sera si possa dire insieme le preghiere. Quando c'è la convivenza di ragazzi di diverse religioni occorrerà fare attività che possano essere utili a tutti. Senza mai imporre niente, nè al capo nè ai ragazzi.
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