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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Venerdì 09 Febbraio 2007, 11:06    Oggetto: Rispondi citando

notizia presa da IMG Press

(08/02/2007) - Frassi sul caso della bimba bielorussa: “un insulto alla società civile la presa di posizione del Governo Bielorusso”.

“Coerente” questo l’aggettivo con cui Massimiliano Frassi presidente della “Associazione Prometeo onlus lotta alla pedofilia”, ha commentato la notizia secondo cui la Procura del paese d’origine della piccola Maria, avrebbe inscritto nel registro degli indagati i coniugi Giusto, accusati di aver convinto la bambina ad inventarsi falsi abusi per poter restare in Italia.
“E’ coerente con quanto da tempo sta accadendo anche nel nostro paese. Dove pur di difendere certi adulti si attaccano i bambini, facendoli passare per folli visionari” ha aggiunto Frassi, “anche davanti a relazioni mediche come quella della piccola Maria che sono un insulto per qualsiasi società si definisca civile. Purtroppo temo anche ancora una volta prevarranno gli interessi di facciata e che a pagarla saranno ancora e sempre i bambini”. “Da parte nostra” ha concluso Frassi “tutta la solidarietà ai coniugi Giusto e l’impegno a non lasciarli soli”.
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Sabato 10 Febbraio 2007, 21:55    Oggetto: Rispondi citando

Caso Maria/ L'avvocato Ricco ad Affari: la bambina è stata seviziata
Venerdí 09.02.2007 16:25

L'AVVOCATO: MARIA E' STATA SEVIZIATA- L’avvocato della famiglia affidataria di Maria, Giovanni Ricco, conferma ad Affari i contenuti dei referti aggiungendo che la bambina da recenti esami medici effettuati nel 2005, presentava evidenti segni di sevizie, come bruciature di sigarette nella zona inguinale. “ E’ inammissibile pensare- aggiunge- che una bambina possa mentire o inventare una violenza, la violenza in orfanotrofio era stata raccontata da un bambino ospite dello stesso istituto”. Da testimonianze, perizie ed indagini è emerso che un'amica della piccola venne stuprata da un 13 enne bielorusso affidato da una coppia di coniugi di Ovada e quando i genitori affidatari di quest’ultimo dovevano incontrarsi con i coniugi Giusto, la bimba tentò di nascondersi perché emotivamente provata dalle violenze e dal timore di incontrare lo stupratore dell'amichetta. L’avvocato Ricco racconta anche che la piccola tentò il suicidio perché non voleva tornare in Bielorussia, aveva con sé delle lamette per tagliarsi le vene e tentò anche di annegarsi, venendo salvata da un bambino.

PSICOLOGI: DOVEVA RESTARE IN ITALIA- Lo stato psicologico della bimba venne anche certificato da una neuropsichiatria della Ausl di Genova e depositato presso il Tribunale dei Minori di Genova, dove si suggeriva di non rimpatriare la bimba per le conseguenze delle violenze subite. Gli esami psichiatrici vennero eseguiti anche alla presenza di psicologi bielorussi che non smentirono le conclusioni dei colleghi italiani. “ Dietro queste operazioni che screditano i bambini esistono delle lobby potentissime che bisogna combattere a tutti i costi- commenta Antonio Marziale- Presidente dell’Osservatorio sui diritti dei Minori”. Da segnalare anche che in Bielorussia tanti bambini continuano a morire di cancro per la contaminazione radioattiva di Chernobyl, per questo le associazioni italiane si uniscono alla battaglia della famiglia Giusto affinché la piccola Maria venga immediatamente trasferita in Italia e, assieme ad altri piccoli innocenti, portata via, per sempre, da quell’inferno.

Rosalba Mancuso


...scusate non lo faccio per torturarvi ma forse qualcuno non ha ancora capito di cosa stiamo parlando...
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Sabato 10 Febbraio 2007, 21:58    Oggetto: Rispondi citando

dal sito de "IL TEMPO"

Bimba bielorussa, i coniugi Giusto indagati

Secondo le autorità di Minsk la bambina è stata indotta a raccontare gli abusi dai «genitori» italiani

GENOVA — «Sdegno e incredulita» è stata la prima reazione dei coniugi Giusto-Bornacin, i genitori temporaneamente affidatari di Maria-Vika, la bambina bielorussa, di 11 anni, alla notizia che, secondo i magistrati di Minsk, la bimba sarebbe stata indotta dalla coppia genovese a denunciare le presunte sevizie patite in patria per poter rimanere in Italia. «Ritrovando la calma - spiega l'avvocato Camilla Dolcini, che assiste i coniugi Giusto-Bornacin - dopo quest'ulteriore "pugno nello stomaco", ben si comprende come la notizia non possa in alcun modo essere considerata rispondente al vero». «Basti solo ricordare - aggiunge il legale - come il tragico racconto di Vika di quest'estate, che hanno dovuto ascoltare i coniugi Giusto, è stato ascoltato, negli stessi momenti da altra famiglia, in altra zona della Liguria, che ospitava un altro bambino bielorusso proveniente dallo stesso Internat di Vileika». L'avvocato Dolcini sottolinea: «Nello stesso momento in cui Vika raccontava le violenze subite, un altro bambino, con lo stesso dettagliato racconto, ammetteva di essere stato uno dei suoi carnefici». «In secondo luogo - continua il legale - le perizie italiane non sono state svolte soltanto da consulenti tecnici di parte, bensì anche da illustri professionisti, incaricati dal Tribunale per i minorenni di Genova. Detti professionisti non hanno potuto fare altro che confermare l'attendibilità della piccola Vika». Ma la conferma dell’indagine arriva dalla parte avversa. «La procura di Minsk ha aperto un'indagine i cui risultati sono stati trasmessi alla procura di Genova affinché possa svolgere gli accertamenti del caso», spiega l'avvocato Diego Perugini, legale dell'ambasciatore bielorusso in Italia. Secondo le autorità bielorusse Alessandro Giusto e Maria Chiara Bornacin avrebbero forzato la piccola Maria-Vika affinchè scrivesse e disegnasse le violenze e gli abusi subiti. «Le autorita' bielorusse - prosegue Perugini - hanno svolto un'indagine dettagliata sui fatti che sono accaduti a Genova lo scorso settembre, esaminando accuratamente anche le dichiarazioni della minore e il contesto in cui erano state rese». Affermazioni che suscitano una dura reazione da parte dell’avvocato che segue la famiglia di Cogoleto, Giovanni Ricco: «È un'accusa del tutto inverosimile - spiega il legale e ripete - La vicenda di Vika nasce dal racconto del bambino bielorusso ospite dei coniugi di Ovada che aveva manifestato intenti violenti nei confronti della minore. O si allarga l'indagine anche alla coppia di Ovada, ipotesi che non sta nè in cielo nè in terra, oppure le accuse nei confronti dei miei assistiti sono assurde e infondate. Per quanto riguarda un'eventuale iscrizione nel registro degli indagati, non ho ricevuto alcuna comunicazione, di nessun tipo, che riguardi i coniugi Giusto-Bornacin. Non mi risulta ci siano indagini in corso a carico dei miei assistiti». Sul caso è intervenuto anche Marco Marchese, presidente dell’Associazione per la mobilitazione sociale, da diversi anni impegnata a raccogliere le testimonianze delle vittime di pedofilia. «È necessario che adesso intervenga il nostro governo, così come non è stato fatto in passato, perché difendere i bambini dagli abusi è un dovere internazionale - ha commentato - Non è certo una novità che per salvare l'onorabilità di qualcuno si tenti di screditare il racconto di una bambina. In questo caso a sostenere il racconto di Maria ci sono anche i referti dei periti legali». «Sollecitiamo una mobilitazione nazionale - conclude - per difendere chi si schiera dalla parte delle piccole vittime come hanno fatto i coniugi Giusto, e non lasciarli soli».

venerdì 9 febbraio 2007
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lontraindaffarata



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MessaggioInviato: Venerdì 16 Febbraio 2007, 13:04    Oggetto: articolo di Furio Colombo dall'Unità Rispondi citando

mi è arrivato via mail... ve lo copio:

Piccolo Gulag


Finalmente sappiamo che cosa è successo a Vicka-Maria, la bambina bielorussa ospite a Cogoleto, in Italia, nell'unico breve e felice tempo della sua vita. Dalla Bielorussia, in cui era stata forzata a tornare contro la sua disperata volontà non dalle autorità di quella repubblica postsovietica tuttora priva di diritti civili, ma dalle autorità italiane, ci fanno sapere che la piccola sciagurata ha «confessato». Il verbo è testuale, viene dalle agenzie.

La bambina Vicka-Maria ha confessato di essersi inventata le violenze subite nell'orfanotrofio di Vilejka e di averlo fatto su pressioni o minacce della famiglia italiana presso cui trascorreva la sua piccola vacanza felice.

La notizia è di ieri. Dunque datata nel 2007. Ma la notizia è da gulag.

Chiedo ai lettori di ricordarsi di questa bambina, di anni 10, una dei trentamila piccoli che ancora portano tracce severe delle radiazioni di Cernobyl e per questo ogni anno, due volte all'anno, sono ospitati dall´Italia e dalle famiglie italiane. Molti di questi bambini non hanno più una famiglia. O meglio ce l´hanno solo quando trascorrono il loro periodo di sosta e di cura in Italia. Vicka (chiamata Maria nelle vacanze italiane e così identificata dai giornali) è una di queste. Il suo unico legame è un fratello tredicenne già adottato da brava gente bielorussa che ha detto «più di così non possiamo».

Vicka è cresciuta in uno dei famigerati orfanotrofi bielorussi detti "internat" e descritti spesso dalla stampa internazionale come luoghi di abbandono e di arbitrio ottocenteschi. Il suo si chiama Vilejka. Durante l´ultimo soggiorno italiano presso i coniugi di Cogoleto, Chiara Bornacin e Alessandro Giusto, unici esseri umani che, nella sua vita breve e infelice, si siano occupati di lei come "una mamma" e "un papà", Vicka ha commesso un errore che, a giudicare dalle conseguenze, è molto grave perché comporta sequestro, separazione, punizione da parte di due governi, quello italiano e quello bielorusso. L´errore è questo: la bambina ha confidato prima alla famiglia ospitante, poi a medici e psicologi di istituzioni pubbliche italiane di avere subìto abusi gravi nell’internat di Vilejka da cui proveniva e a cui avrebbe dovuto ritornare.

Gli adulti italiani, famiglia e medici, si sono trovati depositari di una grave notizia di reato (che ai medici è apparsa verificabile e attendibile) e subito l´hanno comunicata alle autorità. Quali autorità? Quelle italiane. Perché Cogoleto è in Italia, perché l´Italia riconosce e protegge i diritti umani e in particolare i diritti dei bambini, come firmataria della "Carta dei diritti di San Francisco" delle Nazioni Unite. E perché la bambina ha detto più volte, anche alle psicologhe che l’hanno voluta ascoltare «piuttosto che tornare all’internat mi ammazzo».

Qui la storia diventa strana e tuttora inspiegabile per il diritto, per il sentimento comune italiano, ma anche per il comportamento di un governo di centrosinistra che fa della solidarietà uno dei suoi cardini. Succede questo: appena informata di un reato commesso contro una bambina in una struttura dello Stato di Bielorussia la Procura dei minori italiana (Genova per competenza) avverte prontamente l'ambasciatore dello Stato di Bielorussia. Sarebbe come rivolgersi all´ambasciatore del Sudan riconsegnandogli una piccola cittadina di quel Paese che rifiuta di essere infibulata. Il paragone regge perché non sono i governi che eseguono le mutilazioni sessuali. Però sono pronti a condannare intromissioni e decisi a riprendere il controllo sulle persone che hanno dato un cattivo nome al Paese.

Infatti ­ tramite l´ambasciatore ­ la Bielorussia ha immediatamente richiesto ­ in nome dei diritti dello Stato ­ il possesso della bambina che ha subìto violenza fisica e sessuale in un orfanotrofio di Stato. Difficile crederci, ma le autorità giudiziarie di Genova hanno rifiutato di ascoltare la piccola e l´hanno messa a disposizione del governo italiano che nel giro di poche ore ­ tramite la Digos ­ l´ha messa a disposizione del suo Stato-padrone, la Bielorussia. È il primo caso, che si sappia, in cui un Paese democratico e retto da una Costituzione che garantisce i diritti umani e civili, consegna a uno Stato presunto colpevole un minore che ha denunciato di avere subìto sevizie in un orfanotrofio di Stato.

Quando raccontate la storia così (e purtroppo la storia è incontrovertibile) vi dicono che i coniugi Giusto in realtà amavano e volevano adottare la bambina e che ­ dopo la denuncia di cui ho appena parlato - si sono rifiutati di restituire la piccola. La colpa sarebbe di avere ascoltato la supplica di Vicka, di avere doverosamente denunciato un delitto e di avere atteso una risposta umana, sensata, ma anche costituzionalmente corretta. La colpa sarebbe di non essersi fidati di giudici che non ascoltano e di ministri che riconosco i diritti di uno Stato, quello di Bielorussia ma non i diritti dei bambini. Quanto allo Stato di Bielorussia, usa, come si sa, i bambini come ricatto. Minaccia di non mandare più quei bambini in vacanza e cura in Italia, se non sarà eseguita la sua volontà. Quella volontà viene eseguita. In poche ore, su aereo speciale, come un sospetto terrorista, la bambina è stata confiscata, consegnata e sparita. Ora noi siamo il Paese e l´opinione pubblica che giustamente dibatte il sequestro in territorio italiano, e contro le nostre leggi, di un presunto terrorista. Ma ci affrettiamo a consegnare a uno Stato in cui un delitto è stato commesso in una struttura di Stato una minore vittima di quel delitto e colpevole di averlo denunciato a un altro Stato ­ l´Italia ­ che non ha voluto saperne niente.

Se sollevi il caso, in Parlamento, sui giornali, al ministro o alla Commissione bicamerale per l´infanzia, ti rispondono aprendo un convegno sulle adozioni internazionali. Ma le adozioni internazionali non c´entrano e non c´entra neppure il comprensibile e reciproco desiderio dei coniugi Giusto e della bambina di formare insieme una famiglia (sarebbe l´unica nella vita infelice di Vicka).

Noi, qui, adesso stiamo parlando del delitto di abuso e violenza. Da quando si consegna la vittima invece di proteggerla, magari lontano dagli aspiranti genitori, fino a chiarire l´evento, se possibile collaborando con l´altro Paese ma senza ostaggi e senza ricatti?

Ora veniamo a sapere che un piccolo gulag si è creato intorno alla bambina Vicka. Tutto il potere della Repubblica postsovietica e non democratica della Bielorussia pesa su di lei. Nella migliore tradizione di un brutto passato, la bambina Vicka-Maria, anni 10, ha confessato. Sola al mondo, di fronte al potere di una Repubblica indifferente ai diritti individuali ma preoccupata di salvare la faccia, la bambina ha «confessato» di essere stata obbligata dagli italiani a inventarsi tutto.

Per rispetto - suppongo - dei diritti dello stato Bielorusso, le psicologhe italiane tacciono. Per rispetto dei diritti di proprietà degli Stati sui cittadini, e in particolare sui bambini, i ministri italiani tacciono. Come ho detto, se insisti ti organizzano un bel convegno sulle adozioni internazionali, che sono un argomento importante ma un altro argomento. E se insisti ancora ricevi lettere di associazioni, non si sa quanto cattoliche e quanto giuridiche, che in nome di tutti gli altri bambini che la Bielorussia tiene in ostaggio e minaccia di non mandare più a curarsi nell’unico paese - l´Italia - che si cura di loro, dedicano frasi di sdegno alla piccola che non ha saputo tenere la bocca chiusa e ha guastato la festa, mandano frasi di cattiveria ai due adulti di Cogoleto che - avendo avuto notizia di un grave reato - l´hanno denunciato.

Naturalmente disprezzo e insulto riguardano anche il parroco di Cogoleto, l´intero paese schierato con la bambina, il convento che l´aveva ospitata pensando che alla denuncia di un delitto segue una inchiesta, non la consegne della piccola vittima e poi la forzata ritrattazione. Minacce arrivano anche a chi scrive. Ma da quando è stato facile difendere il diritto di una sola, piccola persona senza bandiere che si permette di guastare i rapporti fra due Stati sovrani?

Furio Colombo

da http://www.unita.it
10/02/2007
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Venerdì 16 Febbraio 2007, 17:56    Oggetto: Rispondi citando

incredibilmente vero l'articolo di Colombo... un solo articolo che dice tutto quel che ho cercato di dirvi io in questi mesi.

davvero un grande professionista

purtroppo oggi lo stile del giornalismo è diverso, telefonata di due minuti alla sera, nessune dichiarazioni, e paginate il giorno dopo su uno dei più diffusi quotidiani nazionali!
poi un milione di persone leggono quel minuto di senzio annacquato in venti minuti di lettura.
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akelacogoleto1



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MessaggioInviato: Giovedì 22 Febbraio 2007, 10:44    Oggetto: Rispondi citando

dal sito di AiBi - AMICI DEI BAMBINI

21 febbraio 2007
Milano: famiglie a confronto sui "bambini contesi"

E’ stato animato e molto partecipato il primo dibattito pubblico a Milano organizzato da Amici dei Bambini sulla vicenda della bambina bielorussa Vika e dei “bambini contesi” che nel mondo sono in attesa di una famiglia disponibile ad adottarli. L’incontro ha preso il via dall’uscita in libreria del volume “Maria e i bambini contesi – Oltre la vicenda di Cogoleto” (Ancora, collana Amici dei Bambini).

A poche settimane dalle vacanze pasquali e in vista di quelle estive, il Comitato per i minori stranieri del ministero della Solidarietà sociale non ha ancora raggiunto un accordo con il governo bielorusso per ridefinire le regole sui viaggi solidaristici. (durante le recenti vacanze natalizie infatti i viaggi erano stato bloccati)
"I bambini senza famiglia non devono essere inclusi nei viaggi solidaristici ma in percorsi finalizzati all’adozione": a chiederlo è Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini che ha sollevato la questione delle migliaia di bambini abbandonati che arrivano in Europa alcuni mesi all’anno, problema sollevato anche nell’istanza presentata dall’associazione al Comitato Minori stranieri. È necessario infatti tutelare gli oltre 30 mila minori che ogni anno vengono nel nostro paese: chi non ha i genitori “certo non ha bisogno di una vacanza, ma di trovare chi lo adotti e su questo i Governi, le associazioni e le famiglie dovrebbero impegnarsi di più.”

Il dibattito, moderato dalla giornalista di Io Donna Emanuela Zuccalà, ha visto un aperto confronto e scambio di esperienze con le associazioni di volontariato per la Bielorussia, i cui rappresentanti sono arrivati a Milano per l’occasione, accompagnate da alcuen famiglie accoglienti. Tra quelle più attive nel campo dei soggiorni solidaristici – alcuen delle quali limitatamente a bambini provenienti dalle aree contaminate di Chernobyl - erano presenti “Avib”, “Il piccolo mondo”, “I bambini di Chernobyl”, “La Rondine”.

Il presidente dell’Avib Antonio Bianchi ha evidenziato l’importanza di migliorare l’accoglienza: "In vista del periodo pasquale e dell'estate, questi viaggi dovranno essere regolamentati di nuovo – ha detto Bianchi-. L’Italia ha una tradizione ventennale nei progetti di solidarietà rivolti ai bambini di Chernobyl, ma ad oggi è necessaria una nuova regolamentazione dei viaggi per evitare nuovi “casi Cogoleto”.

Nella giornata sono intervenuti anche il professor Stefano Zecchi, ordinario di Estetica
all'Università Statale di Milano, che ha sollevato le ragioni del cuore contro gli opportunismi e le ragioni degli Stati
; il professor Luca Perfetti, associato di Diritto amministrativo all"Università di Urbino, che ha posto questioni di diritto relativamente al ‘caso Maria’: non ci sarebbe stato vuoto legislativo nell’affrontare la vicenda, il diritto non sarebbe stato applicato in pieno. Elisa Ceccarelli, già presidente del Tribunale per i minori di Bologna, ha poi analizzato la vicenda e quella dei “bambini contesi” proprio in virtù della propria esperienza di magistrato in una regione, l’Emilia Romagna, dove ogni anno sono accolti temporaneamente molti bambini dall’Europa dell’est.

“E’ un paradosso – ha aggiunto Griffini – che famiglie che lottano, come noi oggi, si trovino su piani diversi anche se tutte a favore dei bambini. Occorre lavorare insieme, proprio per tutelare da un lato i bambini che sono accolti per le vacanze, grazie alla disponibilità di tante famiglie, ma anche i bambini abbandonati come Vika, che hanno diritto alla famiglia, sopra ogni cosa”.

Amici dei Bambini ringrazia la Banca Popolare di Milano per aver concesso gratuitamente la Sala delle Colonne.
Scritto da: Ufficio Stampa il 21 02 07 | 8:26 pm


spero che l'attuale crisi di governo non interrompa il dialogo con la Bielorussia che doveva portare ad una risoluzione entro Pasqua, e faccia riflettere alcuni politici responsabili, sui guidizi fortemente impopolari e l' apparente indifferenza, verso i bambini come Vika che non aspettano altro di tornare in quella che considerano la loro famiglia.

Luca
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